20 settembre 2015

Il tempo è un dio breve - Mariapia Veladiano

Al centro di questo romanzo misterioso e potente, che scorre in una lingua tersa dove sembrano risuonare insieme gli echi delle vite dei mistici e la poesia di Emily Dickinson, c'è la figura di Ildegarda. Una donna che viene lasciata dal marito amatissimo ma devastato nello spirito. La sua solitudine è illuminata solo dall'amore per il figlio che adora. Quando l'ombra della morte sembra sfiorare il bambino, Ildegarda si interroga sul male del mondo, sulla paura di vivere, di perdere l'amore, di perdere il figlio. Lo strazio per l'abbandono e soprattutto l'angoscia per non saper proteggere il figlio portano Ildegarda a cercare nella sua fede irrequieta una strada di salvezza. Un patto con quel Dio che appare impotente di fronte al dolore dell'uomo. È la lotta che ciascuno di noi, credente o no, un giorno si trova a combattere. Un nuovo inatteso incontro, nell'incanto di un paesaggio di neve dalla bellezza struggente, porta Ildegarda a vivere una passione del corpo e dello spirito che ha in sé un'attesa di eternità. Di un'altra vita e giorni nuovi. Perché il sogno di ogni amore è che il miracolo non abbia fine. Forse è solo una promessa, ma una promessa è molto più potente di un sogno.

Recensione

Avevo conosciuto Mariapia Veladiano con La vita accanto, libro (premio Italo Calvino 2010) che mi aveva subito ben impressionato; la buona impressione, con Il tempo è un dio breve, è diventata una certezza assoluta.
Bellissimo, toccante, poetico e meravigliosamente ben scritto questo libro, opera di un'autrice laureata in filosofia e teologia che lavora nella scuola come preside e che offre al lettore un ricettacolo prezioso e ricchissimo di spunti per la riflessione personale.

La protagonista è Ildegarda, una giornalista che vive con il marito Pierre, uomo molto bello e talentuoso ma tormentato da una profonda sofferenza esistenziale, e il figlio Tommaso, vittima nel corso della storia di una serie di problemi di salute, da una dermatite molto fastidiosa fino all’epilessia. Sullo sfondo, la tenuta di Villacadra con il suo il grande giardino di cui la protagonista conosce e coltiva con passione ogni erba e dove la coppia vive con la madre di Pierre.
Il racconto subisce uno scossone con la partenza di Pierre che, sempre più lontano e chiuso nel suo dolore, si trasferisce a Londra e fa perdere per anni le sue tracce, lasciando Ildegarda a crescere Tommaso fra mille ansie e interrogativi, in costante timore per il futuro.
Nel quadro si inserirà Dieter, un pastore protestante che ha perso un figlio e si è allontanato dalla moglie, le cui vicende si intrecceranno con quelle della protagonista fino all'inatteso epilogo.

La narrazione accompagna il lettore attraverso la vita della donna in modo fluido e con un ritmo che permette alla coscienza di aprirsi, piano piano, alla riflessione dei molti interrogativi che ricorrono in tutto il testo:

Quanto è grande un dolore che si mette tra noi e l’amore per nostro figlio?
Quanto amore serve a salvare un amore?
[…] perché la vita è così bella ma anche così terribile e se arriva il tempo della felicità bisogna essere pronti altrimenti resta solo il dolore? Che fede è quella che sa vivere solo il dolore? Che vita è?

Si tratta di un corpo a corpo continuo tra la protagonista e Dio, una richiesta incessante che mira a salvare la vita del figlio preservandola dal male e offrendo, in cambio, la sua. Gli eventi , nella loro oggettività, poco attengono all’animo della donna che è costantemente impegnata in una sua personale ricerca, sospesa tra il bene, il male e Dio. Lo sfida in alcuni momenti, lo blandisce in altri e lo invoca in virtù di un amore materno che è vocazione di vita.

Il bene, il male e Dio: quanto vale, quanto pesa l’amore che si è capaci di offrire per gli altri, dimentichi di noi stessi; quanto per salvare una vita, quanto per cambiare un destino, quanto per dare un senso ad un momento?
L’autrice, attraverso la figura della protagonista, intesse un dialogo intimo, intenso e serrato con Dio, che trascina il lettore al nucleo profondo dell’esistenza. Ha un dono questa storia: la capacità di spingere ad interrogarsi, continuamente, minutamente, al di là delle proprio personali convinzioni religiose, su quanto ci accade nella vita di bene e di male.
La scrittura pregiata, cristallina, elegante, precisa, ricca di rimandi, citazioni e suggestioni, è lo strumento per una domanda continua, che pungola la coscienza. Si viene chiamati in causa da una parola che evoca timori profondamente nascosti in noi, che non osiamo nemmeno nominare: la paura dell’abbandono, del non essere amati, della malattia. Se ne esce stremati, doloranti e incantati.

Un libro splendido, commovente e doloroso che consiglio caldamente.

Giudizio:

+5stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Il tempo è un dio breve
  • Autore: Mariapia Veladiano
  • Editore: Einaudi
  • Data di Pubblicazione: 2012
  • Collana: Stile libero Big
  • ISBN-13: 9788806212742
  • Pagine: 232
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 17,00

0 Commenti a “Il tempo è un dio breve - Mariapia Veladiano”

Posta un commento

 

La Stamberga dei Lettori Copyright © 2011 | Template design by O Pregador | Powered by Blogger Templates