31 marzo 2016

La classifica dei libri più venduti dal 21 al 27 marzo

Cari lettori,
nella nostra rubrica dedicata alle novità in libreria di marzo vi avevamo anticipato l'uscita del nuovo romanzo di Stephen King, Il bazar dei brutti sogni; i fedelissimi del Re non si sono fatti sfuggire la notizia e, appena pubblicato, hanno subito portato la nuova uscita al primo posto della classifica dei libri più venduti, scalzando così Cassandra Clare che, dopo l'exploit di settimana scorsa, è già scivolata in settima posizione con la nuova puntata della saga Shadowhunters, dal titolo Signora della Mezzanotte.
In risalita invece due autori italiani che la settimana scorsa erano finiti nella parte bassa della classifica: Gianrico Carofiglio con la raccolta di racconti Passeggeri notturni, che conquista il secondo posto, e Chiara Gamberale, il cui Adesso si piazza nuovamente sul gradino più basso del podio.
Le posizioni successive rimangono piuttosto statiche con Umberto Eco, Simona Sparaco e Jonathan Franzen che si dividono le parti basse della classifica. L'unica novità che vi possiamo segnalare è quella che compare in nona posizione: Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore, titolo che ad alcuni di voi suonerà famigliare perché coincide con il nome della pagina Facebook di Susanna Casciani, arrivata a contare 200.000 like. Un'avventura partita da MySpace, passata attraverso vari blog e approdata infine su Facebook, dove migliaia di lettori si sono appassionati alla travagliata storia d'amore tra Anna e Tommaso, raccontata come se fossero pagine di diario. Una storia d'amore dall'esito infelice, nella quale a quanto pare si sono riconosciute moltissime donne (eh sì, il pubblico della Casciani è costituito per la quasi totalità dal gentil sesso, fedele a tutti i cliché) che entusiaste hanno invaso Instagram di snapshot delle pagine del loro nuovo libro preferito.
Su questa nota struggente chiudiamo l'appuntamento di oggi, buone letture e arrivederci alla prossima settimana!



Il libro più venduto:

Il maestro dell’horror Stephen King regala un altro libro da brivido: Il bazar dei brutti sogni. Questa nuova raccolta di racconti propone vecchie glorie dello scrittore e short stories assolutamente imperdibili. Tutto parte dai sogni che sono un immaginifico bagaglio da cui parte l’inventiva gialla di King. Da lì lui parte per creare scenari mostruosi e terrificanti in cui una bambola può diventare la nostra peggior nemica o il gatto di casa nasconde una personalità da killer. Ma la fonte narrativa più incredibile di Stephen King è quella che parte dalle storie narrate nell’infanzia in cui si stava attorno al focolare a raccontarsi storie incredibili e inventate al momento per far spaventare l’amico di sempre o quello odiato da sempre. Il bazar dei brutti sogni parte da questo, racchiude gli incubi di tutti noi e li porta sulla pagina, ma è come vederli, sono già pronti per una trasposizione cinematografica, pronti a vivere in ognuno di noi e a inquietarci giorni e, soprattutto, notti. Il bazar dei brutti sogni è un incredibile raccolta horror da non perdere.



  • Titolo: Il bazar dei brutti sogni
  • Autore: Stephen King
  • Editore: Sperling & Kupfer
  • ISBN-13: 9788820060084
  • Pagine: 504
  • Prezzo: 19,50 Euro

  • Le posizioni dalla 2 alla 10:  

    2. Passeggeri notturni - Gianrico Carofiglio (Einaudi - euro 12,50)
    3. Adesso - Chiara Gamberale (Feltrinelli - euro 16.00)
    4. Le più belle storie dei miti greci - Mattia Luisa (Gribaudo - euro 4,30)
    5. Pape Satàn Aleppe. Cronache di una società liquida - Umberto Eco (La nave di Teseo - euro 20,00)
    6. Equazione di un amore - Simona Sparaco (Giunti - euro 18,00)
    7. Signora della mezzanotte. Shadowhunters - Cassandra Clare (Mondadori - euro 19,00)
    8. Il nome di Dio è misericordia. Una conversazione con Andrea Tornielli - Papa Francesco, Andrea Tornielli (Piemme - euro 15.00
    9. Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore - Susanna Casciani (Mondadori - euro 19,00)
    10. Purity - Jonathan Franzen (Einaudi - euro 22,00)

    N.B. Le classifica è tratta dal sito www.wuz.it ed è elaborata dal Servizio Classifiche di Arianna. Il panel di riferimento è di oltre 1500 librerie aderenti al circuito Arianna. 

    30 marzo 2016

    Novità letterarie di aprile: alcune uscite da tenere d'occhio

    Cari lettori,
    ecco qui le più interessanti novità che ci aspettano in libreria ad aprile. Questo mese spaziamo dai fumetti ai saggi proponendovi sia nomi di rilievo della letteratura italiana che esordienti meno noti ma che già hanno acquistato una discreta fama all'estero.
    Ci teniamo a sottolineare che si tratta di una selezione di uscite reputate interessanti dalle amministratrici e che il box commenti è sempre a vostra disposizione qualora vogliate aggiungerne altre.


    Oggi vogliamo partire con un fumetto, termine che per la nuova uscita targata BAO Publishing suona ormai un po' riduttivo:


    Kobane Calling di Zerocalcare - BAO Publishing - Brossura, illustrato, 20.00 Euro
    In libreria dal 12 aprile

    Tre viaggi nel corso di un anno. Turchia, Iraq, Siria. Le montagne con le scuole di guerriglia del PKK, l'arrivo a Kobane, la sensazione che la guerra sia ovunque e che nessuno la stia raccontando. Il libro più importante di Zerocalcare parte dai due racconti già apparsi su "Internazionale" e ripercorre i viaggi del fumettista romano nel Rojava, la regione più calda del pianeta, che nessun telegiornale menziona mai per nome. Un documento toccante, personale, a metà tra il diario di viaggio e il graphic journalism, per raccontare un'utopia possibile nel cuore di una terra ferocemente contesa e fieramente difesa.


    Continua poi la Saga dei Cazalet portata finalmente in Italia da Fazi, il cui primo volume avevamo recensito sulle nostre pagine:


    Il tempo dell'attesa. La saga dei Cazalet vol. 2 di Elizabeth J. Howard - Fazi, Le strade - Brossura, 18.50 Euro
    In libreria dal 14 aprile

    È il settembre del 1939, le calde giornate scandite da scorribande e lauti pasti in famiglia sono finite e l’ombra della guerra è sopraggiunta a addensare nubi sulle vite dei Cazalet. A Home Place, le finestre sono oscurate e il cibo inizia a scarseggiare, in lontananza si sentono gli spari e il cielo non è mai vuoto, nemmeno quando c’è il sole. Ognuno cerca di allontanare i cattivi pensieri, ma quando cala il silenzio è difficile non farsi sopraffare dalle proprie paure. A riprendere le fila del racconto sono le tre ragazze: Louise insegue il sogno della recitazione a Londra, dove sperimenta uno stile di vita tutto nuovo, in cui le rigide regole dei Cazalet lasciano spazio al primo paio di pantaloni, alle prime esperienze amorose, a incontri interessanti ma anche a una spiacevole sorpresa. Clary sogna qualcuno di cui innamorarsi e si cimenta nella scrittura con una serie di toccanti lettere al padre partito per la guerra, fino all’arrivo di una telefonata che la lascerà sconvolta. E infine Polly, ancora in cerca della sua vocazione, risente dell’inevitabile conflitto adolescenziale con la madre e, più di tutti, soffre la reclusione domestica e teme il futuro, troppo giovane e troppo vecchia per qualsiasi cosa. Tutte e tre aspettano con ansia di poter diventare grandi e fremono per la conquista della propria libertà. Insieme a loro, fra tradimenti, segreti, nascite e lutti inaspettati, l’intera famiglia vive in un clima di sospensione mentre attende che la vita torni a essere quella di prima, in quest’indimenticabile ritratto dell’Inghilterra di quegli anni. E ormai è difficile abbandonarli, questi personaggi: con loro sorridiamo, ci emozioniamo e ci commuoviamo nel nuovo appassionante capitolo della saga dei Cazalet.


    Una delle scrittrici svedesi più apprezzate è invece l'autrice della nuova uscita Mondadori che vogliamo segnalarvi questo mese:


    La gravità dell'amore di Sara Stridsberg - Mondadori, Scrittori italiani e stranieri - Copertina rigida, 19.00 Euro
    In libreria dal 12 aprile

    È notte quando Jim viene trovato nella neve vicino all'autostrada per l'aeroporto e condotto a Beckomberga, l'ospedale psichiatrico a qualche chilometro da Stoccolma grande quanto una piccola città. Non uscirà per molto tempo, così tanto che la figlia Jackie crescerà e trascorrerà una lunga parte dell'adolescenza dietro la recinzione dell'edificio, tra medici anticonformisti e pazienti dalla seducente follia. Medici come il dottor Edvard Winterson, convinto che l'unico modo per rendere di nuovo umani i malati sia farli uscire la notte, dare loro vestiti civili e un bicchiere di vino, mandandoli incontro alla vita fuori dai cancelli sorvegliati. Pazienti come la scatenata e bellissima Sabina che fa innamorare tutti, ossessione irresistibile di sani e malati. A raccontare la storia di Beckomberga, della Svezia negli anni del welfare state, del rapporto fragile e mai univoco tra salute e malattia, è Jackie. Racconta con l'occhio della bambina che a lungo ha giocato nei prati dell'ospedale dove suo padre era ricoverato perché niente, nemmeno lei, era abbastanza forte da tenerlo ancorato alla realtà. Racconta con l'incertezza dell'adolescente che nel manicomio si è innamorata e della donna adulta che ora cresce il proprio figlio da sola tenendo la malattia e suo padre a una distanza insieme intima e circospetta. La scrittura di Sara Stridsberg è poetica ed evocativa, capace di restituire tutte le pieghe del rapporto tra un padre che non riesce ad appartenere alla vita e una figlia che tenta di guadagnarsi la propria. Con straordinaria delicatezza dà vita alla dimensione mitica, al tempo stesso utopica e terribile, dell'ospedale psichiatrico dove l'ossessione per la libertà e quella per la morte si sfiorano pericolosamente.


    Diverse sono le novità portate in libreria da Einaudi:


    La vita che si ama di Roberto Vecchioni - Einaudi, I coralli - Brossura, 16.50 Euro
    In libreria dal 5 aprile

    È inutile chiedersi cosa sia la felicità, o come fare a raggiungerla. Lo scrive un padre ai propri figli nella lettera che apre questo libro: la felicità, spiega, non è una questione d’istanti, ma una presenza costante, che corre parallela a noi. Il problema è saperla intravedere, imparando a non farci abbagliare. Il padre è Roberto Vecchioni. Sono per i suoi figli – Francesca, Carolina, Arrigo e Edoardo – i racconti che compongono il volume. Dalle bizzarrie vissute insieme a loro, a episodi comici e drammatici della sua carriera di insegnante; dagli amori perduti o ritrovati fino a un ritratto vivo e passionale di suo padre Aldo, Vecchioni attinge alla propria biografia per costruire un vero e proprio manuale su come imbrigliare la felicità, senza farla scivolare via finché non diventa soltanto un ricordo. Ma ci sono anche le canzoni, scritte in un arco di quasi quarant’anni. Ci sono squarci letterari: un racconto dalle Mille e una notte, la storia di Paolo e Francesca, il mito di Orfeo ed Euridice, un frammento di Saffo. C’è l’amata Casa sul lago, testimone di tanti momenti, alcuni dei quali difficili e persino spaventosi. Roberto Vecchioni ci conduce in un viaggio personale lungo quello che chiama «il tempo verticale», uno spazio che tiene uniti tra loro passato, presente e futuro, dove nulla si perde. D’altronde «la felicità non è un angolo acuto della vita o un logaritmo incalcolabile o la quadratura del cerchio: la felicità è la geometria stessa».
    Perché i momenti piú belli o piú intensi della nostra esistenza brillano nella memoria: sono luci che abbiamo dentro e che a un tratto sentiamo il bisogno di portare fuori. Magari per i nostri figli, e per tutti quelli che hanno voglia di ascoltare.


    Da questa parte del mare di Gianmaria Testa - Einaudi, L'arcipelago - Brossura, 12.00 Euro
    In libreria dal 19 aprile

    Babasunde, che ha perso il suo nome. E quella ragazza intirizzita che cammina verso la stazione. Rrock Jakaj, violinista di Scutari. Jean-Claude Izzo, commosso dall’ascolto di una canzone di Murolo. E poi Tinochika detto Tino, che si è aggrappato con tutto se stesso allo sguardo di una donna. Gianmaria Testa ritorna – questa volta non nelle vesti di cantautore ma di scrittore – sul tema delle migrazioni contemporanee. E lo fa senza retorica e con il solo sguardo sensato: raccontando storie di uomini con una lingua poetica e tagliente, insieme burbera ed emozionata. A dieci anni dall’uscita del disco Da questa parte del mare, che ha ricevuto la Targa Tenco nel 2007 come migliore album dell’anno, quelle canzoni così vive e attuali generano qualcosa di nuovo: un altro tipo di scrittura e di voce. «Ho l’impressione che nei confronti del fenomeno delle migrazioni abbiamo avuto uno sguardo povero e impaurito che ha fatto emergere la parte meno nobile di noi tutti, – scrive. – Bisogna avere occhi, cervello e coraggio da spendere».


    Essere vivi di Cristina Comencini - Einaudi, I coralli - Copertina rigida, sovraccoperta, 17.00 Euro
    In libreria dal 19 aprile

    La vita di Caterina è scandita in due tempi, ben separati tra loro. Nel primo c’è una bambina che insegue una fila di formiche. Un cane che guaisce oltre la porta, i rami di un melo, sei anni d’infanzia muta cancellati dal fuoco. Nel secondo ci sono un lavoro, un marito, due figli. C’è la donna che Caterina è diventata, dopo aver imparato faticosamente i passi e le parole. Tutto ciò che sta in mezzo è merito di una straordinaria madre adottiva, la donna vitale e insaziabile il cui corpo giace oggi in una stanza d’albergo, accanto a quello del suo uomo. Ed è proprio qui che Caterina si ritrova insieme a Daniele, il figlio di lui, per cercare di ricostruire il corso degli eventi. È in questo pugno di giorni che la sua vita per la prima volta le si rivela intera. Daniele ha un’allegria forsennata, un’energia che rompe il guscio delle cose, e Caterina una capacità strana, la facoltà visionaria d’indovinare gli sconosciuti. La morte dei loro genitori è l’unica cosa che hanno in comune, ma la libertà disperata di quei pochi giorni insieme insegnerà a entrambi un modo nuovo di stare al mondo. «Tutto è iniziato in quella vacanza, quando io ho scelto di abitare il tuo mondo e tu di lasciarlo. Non importa se ci sono voluti anni, era già tutto lí. Avremmo dovuto buttare giú il muro che ci divideva solo apparentemente, come ora, in questa stanza, perché in realtà avevamo la stessa morte nel cuore».


    Mio fratello rincorre i dinosauri di Giacomo Mazzariol - Einaudi, Stile libero extra - Brossura, 16.50 Euro
    In libreria dal 21 aprile

    Hai cinque anni, due sorelle e desidereresti tanto un fratellino per fare con lui giochi da maschio. Una sera i tuoi genitori ti annunciano che lo avrai, questo fratello, e che sarà speciale. Tu sei felicissimo: speciale, per te, vuol dire «supereroe». Gli scegli pure il nome: Giovanni. Poi lui nasce, e a poco a poco capisci che sí, è diverso dagli altri, ma i superpoteri non li ha. Alla fine scopri la parola Down, e il tuo entusiasmo si trasforma in rifiuto, addirittura in vergogna. Dovrai attraversare l’adolescenza per accorgerti che la tua idea iniziale non era cosí sbagliata. Lasciarti travolgere dalla vitalità di Giovanni per concludere che forse, un supereroe, lui lo è davvero. E che in ogni caso è il tuo migliore amico. Con Mio fratello rincorre i dinosauri Giacomo Mazzariol ha scritto un romanzo di formazione in cui non ha avuto bisogno di inventare nulla. Un libro che stupisce, commuove, diverte e fa riflettere.


    Torna l'autrice cult degli anni 2000, Banana Yoshimoto, per Feltrinelli:


    Il giardino segreto di Banana Yoshimoto - Feltrinelli, I narratori - Brossura, sovraccoperta, 13.00 Euro
    In libreria dal 14 aprile

    L'inverno è alle porte, Kaede e Kataoka sono ritornati in Giappone e Shizukuishi ritrova il calore del tempo trascorso insieme e si sente finalmente un po' più a casa. A breve, tuttavia, dovrà andarsene: ha deciso di vivere con Shin'ichiro, e si mettono all'allegra ricerca di un posto dove abitare, tra appartamenti improbabili e agenti immobiliari dalle dubbie capacità. Le persone, però, non sono sempre ciò che sembrano, e questo vale anche per Shin'ichiro. Un viaggio nel passato sarà sufficiente a spezzare tutti gli equilibri, gettando Shizukuishi nella disperazione ma consentendole anche di crescere...


    Arriva nel nostro paese grazie a Frassinelli un'opera che miete successi già dal 2004:


    Storia di un postino solitario di Denis Thériault - Frassinelli - Copertina rigida, sovraccoperta, 16.90 Euro
    In libreria dal 19 aprile

    Chi non ha mai sognato, almeno una volta, di vivere la vita di qualcun altro? Lirico e avvincente, emozionante e delicato, Storia di un postino solitario è davvero un piccolo gioiello, e un non più piccolo caso editoriale, dal momento che – pubblicato per la prima volta in Canada nel 2004 – il romanzo ha conquistato, un lettore alla volta, un sogno alla volta, il palcoscenico dell'editoria mondiale. Il « postino solitario » è Bilodo, 27 anni, un ragazzo schivo, con pochi amici, appassionato e dedito al suo lavoro, lavoro che gli permette di trovare nelle vite degli altri quello che manca nella sua. Bilodo infatti è un postino indiscreto, per quanto assolutamente innocuo: apre, di notte, le lettere che dovrà distribuire il mattino successivo, e si immedesima nelle esistenze dei corrispondenti. Immagina, fantastica, sogna; si appassiona, si commuove, si arrabbia. Tra tutte, le lettere che più è ansioso di «ricevere», sono quelle di Ségolène, una donna misteriosa che vive in Guadalupa, e che manda degli «haiku» – i caratteristici componimenti poetici giapponesi – a Gaston Grandpré, una delle persone servite da Bilodo, che di Ségolène, in qualche modo, si è innamorato. Quando, a causa di un incidente, Gaston morirà, proprio sotto gli occhi di Bilodo, il giovane postino non riuscirà a rassegnarsi alla perdita di quei componimenti che ormai sente in qualche modo come «suoi», e si sostituirà a Grandpré nella corrispondenza con Ségolène . E non soltanto in quella.


    Un saggio di uno dei più grandi critici letterari americani è portato invece in Italia da Rizzoli:


    Il canone Il americano di Harold Bloom - Rizzoli, Sestante - Rilegato, 28.00 Euro
    In libreria dal 31 marzo

    I "dàimon" per i filosofi greci erano gli esseri superiori, a metà strada fra il divino e l'umano; per Bloom sono gli scrittori dotati di un'intensità tale da elevarli verso il sovrasensibile: Whitman, Melville, Emerson, Dickinson, Hawthorne, James, Twain, Frost, Stevens, Eliot, Faulkner e Crane. Ritroviamo un'idea di letteratura esigente, idiosincratica, che è sempre anche una "guerra del gusto". Ma quando Bloom spiega perché l'amore per un poeta non si può spiegare, o perché Whitman gli ha letteralmente salvato la pelle, è chiaro che il merito principale di questo libro è di regalare ancora una volta il racconto di un'esperienza di lettura unica, non tanto diversa dalla vita, che fa corpo con la vita.


    Concludiamo con una nuova uscita largamente anticipata dalla casa editrice Nord:


    Due verticale di Jeff Bartsch - Nord, Narrativa Nord - Rilegato, 16.60 Euro
    In libreria dal 14 aprile

    Stanley Owens non ha amici, e a lui va benissimo così. E comunque non ha mai trovato nessuno che condividesse il suo amore sconfinato per i libri, i numeri e, soprattutto, per l’enigmistica: inventare cruciverba è il suo sogno, la sua ragione di vita. Un giorno, però, incontra Vera, una ragazza diversa dalle altre: diversa come lui. La loro sintonia è talmente profonda che Vera non si stupisce quando lui le propone di sposarlo (per finta) e di rivendere i (veri) regali di nozze, così da pagarsi un biglietto per la libertà. E accetta. Anche perché è davvero innamorata di Stanley. Ma lui non lo capisce e, dopo la cerimonia, la lascia andare. La vita li separa, ma non c’è come la lontananza per far emergere la verità. Col tempo, Stanley si rende conto che la sua vita è piena di caselle bianche che possono essere riempite solo da Vera. Decide allora di riconquistarla, usando l'unico linguaggio che conosce: semina i suoi cruciverba d'indizi comprensibili soltanto a lei, sperando che, prima o poi e ovunque lei sia, la sua dichiarazione d’amore giunga a destinazione… Con un sorriso e una lacrima, con eleganza e originalità, «Due verticale» ci rivela che è sempre possibile trovare la strada verso la felicità, se si è disposti a risolvere quell’affascinante enigma che è l’amore. E che non bisogna essere «solutori più che abili» per riuscirci, perché la chiave è alla portata di tutti: basta ascoltare la voce del cuore.

    29 marzo 2016

    Il mondo, il grido, la parola - Maria Grazia Negro

    Questo volume analizza la Letteratura postcoloniale in lingua italiana (PLIL) che, dopo un lungo e contrastato processo di decolonizzazione, non è emersa in modo canonico. Infatti, la caduta del fascismo e la perdita dei domini coloniali hanno “congelato” la PLIL, che ha trovato un alveo di dispiegamento solo a partire dai primi anni ’90, all’interno della Letteratura italiana della migrazione (LIM).
    Oggetto di ricerca è, quindi, la dialettica tra questi due filoni letterari e la definizione di scrittore postcoloniale, sia in senso stretto che allargato, senza dimenticare gli autori contemporanei italiani di argomento coloniale. Dopo aver tracciato una linea di sviluppo temporale e tematico, l’analisi si concentra sul piano linguistico e analizza l’uso e il significato del plurilinguismo nel corpus di scrittori postcoloniali in senso stretto, la loro relazione con l’italiano come lingua di scrittura a livello personale e metaletterario, e infine l’articolazione e l’importanza dell’oralità nelle loro opere.

    Recensione

    Nonostante questa pagina nera della nostra storia nazionale sembri essere misteriosamente difficile da richiamare alla memoria, l'Italia ha avuto, come molte altre potenze mondiali, il suo momento coloniale. A partire dal 1882 l'Eritrea, la Somalia, la Libia, l'Etiopia, il Dodecaneso, l'Albania, e persino un piccolo protettorato a Tianjin (Pechino), subirono la presenza e l'occupazione italiana.
    A differenza tuttavia delle altre potenze europee, che dovettero affrontare anni - talvolta decenni - di lotte anticoloniali, le colonie italiane mancarono di un vero e proprio processo di decolonizzazione, momento nel quale si sviluppa una produzione letteraria sul tema. È questa la ragione del ritardo della nascita e diffusione della letteratura postcoloniale italiana, denominazione piuttosto nebulosa che riunisce in sé testi di autori originari delle ex colonie, o discendenti di autori originari delle ex colonie, che dunque vissero direttamente o indirettamente l'esperienza coloniale e ne scrissero in italiano. I primi esempi di letteratura postcoloniale in lingua italiana si avranno solo negli anni '80, ma perché essa si costituisca in un corpus organico occorrerà attendere il triennio 2005-2007.

    Il mondo, il grido, la parola di Maria Grazia Negro è il primo manuale delle scritture postcoloniali italiane, adatto anche ai non addetti ai lavori. Strutturato in cinque capitoli, offre al lettore un excursus, soprattutto dal punto di vista linguistico, sulla produzione letteraria postcoloniale: da una prima fase inaugurale, in cui prevalgono le esperienze autobiografiche di denuncia di autori eritrei, etiopi e somali come Ribka Sibhatu, Erminia Dell'Oro, Maria Abbebù Viarengo e Osman Ahmed Hassan, alla fase centrale, non strettamente dedicata al colonialismo italiano ma permeata da un'ottica di neocolonialismo globale, in cui emergono anche delle prime produzioni poetiche e saggistiche; per arrivare infine al boom sperimentale che prosegue fino a oggi, un florilegio di generi e commistioni tematiche e linguistiche, in cui si cimentarono autori come Garane Garane, Igiaba Scego, Gabriella Ghermandi, Cristina Ali Farah, Elisa Kidanè e molti altri.

    Seppure, come già detto, fruibile anche dai non addetti ai lavori, il manuale di Maria Grazia Negro, dopo i primi capitoli introduttivi dedicati alla comprensione e alla localizzazione della letteratura postcoloniale italiana, offre una dettagliata analisi linguistica di frammenti di testo, certamente più accademica che divulgativa, che tuttavia non ne inficia la godibilità.

    Giudizio:

    n/a

    Dettagli del libro

    • Titolo: Il mondo, il grido, la parola. La questione linguistica nella letteratura postcoloniale
    • Autore: Maria Grazia Negro
    • Editore: Franco Cesati Editore
    • Data di Pubblicazione: 2016
    • Collana: Strumenti di letteratura italiana
    • ISBN-13: 9788876675461
    • Pagine: 336
    • Formato - Prezzo: Brossura - 28,00 Euro

    26 marzo 2016

    Il coraggio di una vita - Alessandra Angelo Comneno

    Questa è la storia di Silvia, una donna di ottantotto anni che vive con la badante. Ha due figli che sono tutta la sua vita e da cui si sente amata profondamente. La salute della donna è fragile e improvvisamente è colta da un malore che sembra preannunciare la fine. Silvia, consapevole di vivere gli ultimi istanti della sua vita e temendo il momento del distacco, si lascia andare ai ricordi. Durante quest'unico giorno racconta a se stessa e ai propri figli i segreti del passato. I ricordi che riaffiorano non solo le daranno la possibilità di raccontare ai figli verità che erano state celate, ma le renderanno la certezza di aver vissuto appieno la sua esistenza. Silvia riesce così a trovare quella pace interiore necessaria per affrontare l'incognita della morte, riponendo nelle mani dei figli un segreto...

    Recensione

    La protagonista di questa storia è Silvia, una donna anziana che, ai giorni nostri, si ritrova a fare i conti col passato, a seguito di un ennesimo malessere della sua vecchiaia, riportando in modo piuttosto fedele al lettore la sua vita, dalla giovinezza fino all’epoca adulta, attraversando le fasi dell’età e, nel contempo, regalandoci uno spaccato vivido della storia del nostro paese e non solo.
    La sua adolescenza proietta il lettore nella Roma antecedente il secondo conflitto mondiale, presentandoci una giovane minorenne alle prese con i primi fuochi d’amore e purtroppo anche con le contrarietà di una società che, in qualche modo, stigmatizza la donna consentendo agli uomini di prendersi delle libertà a cui non dovrebbero accedere.

    Il primo tema che infatti incontriamo e che genera qualche scossone è proprio la violenza, il sentirsi vittime e spesso, attuale ancora oggi, il conseguente atteggiamento di rassegnazione quando veniamo privati delle nostre libertà intime: poter disporre di sé e donarsi a chi riteniamo davvero meritevole. Il percorso della giovane subisce diverse battute d’arresto proprio a causa di questo trauma e fatica a risalire, ma Silvia stessa ci insegna che, anche nei momenti più bui, una volta che passano, non c’è mai da perdersi d’animo.

    Un altro elemento che acquisisce forma durante la narrazione è il dramma della guerra, con una ricostruzione certosina degli avvenimenti storici, concentrata però sulla vita quotidiana delle persone piuttosto che sul conflitto bellico in sé, che fa da cornice: attraverso Silvia si può conoscere la povertà di quei tempi, gli stenti e il costante desiderio di rivalsa per una situazione drammatica: conosciamo persone che soffrono, le perdite. E proprio con questa parte della lunga biografia della donna iniziamo a conoscere un altro punto nevralgico del romanzo: la morte. Vissuta non tanto come avvenimento, di cui la vita di Silvia è comunque costellata, forse anche troppo, quanto invece come vero e proprio senso di perdita. Un momento di intimo distacco, che riverbera e rinverdisce nel ricordo, tanto da tornare periodicamente in superficie, anche nei momenti più impensati.

    La vita di Silvia, come per tutti quanti, non è solo improntata nel dolore, ma anche nella gioia: lei è una donna tutto sommato semplice, che riesce a rimboccarsi le maniche e ad andare avanti, affrontando anche il lavoro e incontrando l’amore, perdendolo e rispolverandolo di nuovo. Silvia diviene madre, moglie, lavoratrice, straniera in Francia e ancora una volta donna, in un percorso di continua crescita interiore, che si autoalimenta di sogni per trasformarsi in realtà, a volte corrispondente ai desideri, in altre occasioni inaspettata.
    Il pregio maggiore della protagonista infatti, risiede nella sua normalità che rende possibile l’immedesimazione, anche se si tratta di una voce di altri tempi, a tratti quindi ingenua, in altri momenti disincantata ma comunque ancorata ai valori di un’epoca dove le persone forse erano meno immediate ma non per questo meno interessanti.
    L’amore diventa tradimento, si affranca da esso e va a scivolare nella vita quotidiana, tanti sono gli elementi racchiusi in una sola esistenza, tratteggiata di capitolo in capitolo. Una vita comune di una persona comune che nella sua peculiarità diventa unica, e anche forse fortunata, tra gli alti e i bassi. La caratteristica più evidente di questo romanzo, è il percorso di Silvia, che alterna le fasi tipiche della vita, la sua presenza scenica è costante, ben bilanciata, ci spiega il suo cambiamento intimo, la sua crescita personale senza mai abbandonare le sfaccettature della sua personalità.
    La descrizione degli ambienti, soprattutto nella parte francese della sua storia, è molto articolata: la dimensione spaziale consente alle emozioni di fluire, quasi come se attraverso alla lettura si riuscissero a percepire davvero i luoghi che vengono raccontati. I personaggi della storia che accompagnano Silvia nella sua vita invece, hanno delle sfumature meno nette e dettagliate: vengono proposti a livello descrittivo dalla protagonista, interagiscono con lei attraverso il suo filtro ma in alcuni momenti si ha l’impressione che rimangano piatti, che agiscano sulla scena solo per interagire con lei, portarla alla riflessione. Forse avrebbe dato maggior spessore alla storia una definizione maggiormente marcata degli altri attori sulla scena, con qualche motivazione che potesse in qualche modo contrapporsi alla visione della realtà che Silvia vuole proporre. Se ne potevano trarre di certo dei benefici a livello di ritmo e forse anche di suspense delle vicende e stemperare un po’ quel retrogusto di ottimismo e di vita comunque agiata anche a fronte di avvenimenti che possono in qualche modo spezzarti l’esistenza.

    La scrittura è genuina, una forma composta ma equilibrata, con pochi guizzi e quasi nessuna sbavatura, accompagnano il lettore sino alla conclusione del romanzo.
    Il coraggio di una vita è una storia improntata sulla realtà, che ha di certo il merito di presentarci una persona comune messa al centro del suo mondo e, in modo letterario, renderla ugualmente un’eroina. Una lettura di certo interessante, che racconta l’Italia prima e la Francia poi e le donne del novecento a cavallo dei due stati geograficamente vicini eppure culturalmente peculiari.
    Un’esperienza che ci pone a paragonare le diverse culture e a trovare una sintesi comune, che racconta la sì la fragilità dell’essere donna, ma soprattutto la sua forza.

    Giudizio:

    +3stelle+ (e mezzo)

    Dettagli del libro

    • Titolo: Il coraggio di una vita
    • Autore: Alessandra Angelo Comneno
    • Editore: Edizioni Creativa
    • Data di Pubblicazione: 2015
    • Collana: Impronte d'autore
    • ISBN-13: 9788869120213
    • Pagine: 290
    • Formato - Prezzo: Brossura - € 15,90

    25 marzo 2016

    Hielo Negro - Bernardo Fernandez (Bef)

    Immagina di non provare paura. Perdere il timore di morire. Di sparire. Essere libero di colpo da qualsiasi ansia esistenziale. E godere. Godere. Questo è il nostro nuovo prodotto. Quello che sta sviluppando il Medico. E appena riuscirà a creare una molecola stabile, lo chiameremo Hielo Negro. Così, in spagnolo.
    Lizzy Zubiaga, giovane erede del cartello di Costanza non è certo la più talentuosa artista contemporanea del Messico ma con il denaro che possiede, non le interessa.
    Lizzy, da un jet set a un altro party, tra minacce e un po’ di shopping fra grottesche opere d’arte, capisce che il business della droga così come gliel’hanno lasciato in eredità non è molto redditizio, e allora perché non inventarsi una nuova sostanza? La droga perfetta? Ma il militare Chaparro si intromette, Lizzy lo fa uccidere e Andrea Mijangos, poliziotta tutta d’un pezzo vedendosi privata del suo amore, inizia a indagare per vendetta.

    Recensione

    Andrea Mijangos, la protagonista principale di questa storia raccontata in prima persona da diversi personaggi, è un'agente di polizia messicana alta oltre un metro e ottanta e massiccia in proporzione.

    "Troppo bacon per due uova” disse una volta un imbecille alle mie spalle quando frequentavo i corsi pre–universitari, a Cadereyta. Lo sentii.
    Continuava a chiedere scusa a terra, dopo che gli avevo rotto tutti i denti a ginocchiate.
    La sua femminilità non è tale da farle avere successo con il "sesso forte" - ma non più forte di lei-, pertanto, quando l’unico uomo che la faccia sentire desiderata viene ucciso, lei giura vendetta, anche se riconosce che il suo amante era un uomo sposato con due figli, non disdegnava altre avventure, era più basso di lei di tutta la testa e arrotondava lo stipendio con estorsioni a carico di coloro che trovava in possesso di droga. Insomma, una persona tutt'altro che integerrima. A farlo morire nel modo più doloroso possibile è stato un medico sadico e genialoide al soldo di una donna, Lizzy, boss del narcotraffico. Compito di questo medico, oltre a fare occasionalmente da killer per sfogare gli istinti più perversi, è quello di creare una droga che renda obsolete tutte le altre, sia per i minori costi di produzione, sia per l’intensità e la durata dei suoi effetti rispetto a quelli delle droghe tradizionali.
    Voglio qualcosa che ti tolga la paura di morire – gli aveva detto Lizzy –, che ti fermi le inibizioni e che ti sballi. La droga perfetta. La pastiglia che ti trasforma in un essere superiore per diverse ore.
    Così nasce "Hielo Negro", la droga "quasi" perfetta, avendo un unico effetto collaterale che lascio scoprire al lettore.

    Lizzy, che è la cattiva per antonomasia, può definirsi coprotagonista del romanzo insieme ad Andrea, ed è uno dei punti di vista che si alternano nella narrazione del racconto. A questo proposito va detto che non è sempre facile distinguere la sua voce da quella della poliziotta, dato che le due usano lo stesso linguaggio e sono entrambe esperte in arti marziali.
    Il racconto, che si svolge prevalentemente in Messico, si snoda fra trafficanti senza scrupoli, poliziotti corrotti e omicidi nonché colpi di scena divertenti, ricchi come sono di umorismo nero.
    L’autore si diverte a prendere in giro gli scrittori di thriller e i personaggi da loro creati che, in questo romanzo, sono tutti sopra le righe. Non ci sono “buoni”, ma solo “cattivi” che si dividono fra perfidi e semplicemente brutali.

    Lo stile di scrittura tipicamente americano, composto da frasi molto brevi e sintetiche, nonché il repentino passaggio da un argomento all'altro, rendono bene il veloce vorticare di pensieri e sensazioni di coloro che sono sotto l'effetto di droghe. Peraltro non è sempre facile per il lettore barcamenarsi nei dialoghi fra i vari personaggi, che sono fra l'altro numerosissimi, e a questo proposito va lodata la traduzione che non deve essere stata per niente facile. Peccato che il numero di refusi che si rinvengono nel testo sia piuttosto elevato.

    Il ritmo dell'opera più che sostenuto potremmo definirlo scoppiettante, data la girandola di situazioni paradossali raccontate con estrema ironia da Bernardo Fernandez, scrittore, disegnatore e grafico, pluripremiato in Messico per le sue opere.
    La storia risulta alquanto originale, indubbiamente umoristica, e non è difficile immaginare che presto ne verrà tratto un film d’azione.

    Giudizio:

    +4stelle+

    Dettagli del libro

    • Titolo: Hielo Negro
    • Titolo originale: Hielo Negro
    • Autore: Bernardo Fernandez detto Bef
    • Traduttore: Roberta Botta
    • Editore: Logus mondi interattivi 
    • Data di Pubblicazione: 2016
    • ISBN-13: 9788898062768
    • Pagine: 224
    • Formato - Prezzo: eBook - Euro 8,99

    24 marzo 2016

    La classifica dei libri più venduti dal 14 al 20 marzo

    Cari lettori,
    due anni fa vi avevamo anticipato l'arrivo di una nuova trilogia dell'autrice della saga Shadowhunters, Cassandra Clare, ed ecco che finalmente è stato pubblicato in Italia - come sempre da Mondadori - il primo volume della serie intitolato Signora della Mezzanotte. Il libro è ambientato nello stesso universo urban fantasy dei precedenti, tanto che la casa editrice italiana ha mantenuto "Shadowhunters" come titolo della serie, sebbene in originale le nuove avventure costituiscano una nuova trilogia chiamata The Dark Artifices. Gli eventi narrati si collocano cinque anni dopo rispetto all'epilogo di The Mortal Instruments, non più a New York ma a Los Angeles, dove vivono i nuovi protagonisti, Emma Carstairs e Julian Blackthorne, che avevamo già incontrato in Città del fuoco celeste ancora bambini.
    Di fronte a una nuova uscita tanto attesa non può nulla nemmeno la fama di Umberto Eco, che questa settimana scivola quindi al secondo posto della classifica con Pape Satàn Aleppe. Cronache di una società liquida, seguito dalla raccolta Gribaudo dedicata ai miti greci Le più belle storie dei miti greci - venduto con l'acquisto di 2 volumi Gribaudo, esclusivamente nelle Librerie Feltrinelli.
    E' una nuova uscita anche quella che troviamo ai piedi del podio: Equazione di un amore, il nuovo romanzo di una autrice italiana in decisa ascesa negli ultimi anni, Simona Sparaco. Come caratteristico di quest'autrice l'opera rappresenta un viaggio nell'universo dei sentimenti femminili, incentrato su una storia d'amore ricca di colpi di scena, sullo sfondo della colorata Singapore.
    Alle sue spalle un'altra nuova uscita, Passeggeri notturni di Gianrico Carofiglio, non un giallo ma una raccolta di brevissimi racconti della durata di circa tre pagine ciascuno. Un totale di trentatré protagonisti diversi ma tutti memorabili, colti in un momento particolare della propria vita che si discosta dalla tradizionale quotidianità.
    Lungamente attesa è anche la nuova uscita Einaudi che troviamo in settima posizione: si tratta di Purity di Jonathan Franzen, che a breve recensiremo anche sulle nostre pagine. Un libro ampiamente discusso fin da prima della sua pubblicazione negli Stati Uniti, lo scorso autunno, grazie anche alla personalità decisa e poco diplomatica dello scrittore, che in questa nuova opera affronta temi attualissimi come la privacy nell'era digitale e il culto della personalità su internet, incentivato dal modo di diffondere le notizie dei social media.
    Concludiamo infine con il nuovo libro inchiesta di Mario Giordano, che si occupa ora del business della gestione dei profughi, altro tema attualissimo in questi mesi in cui l'ondata di disperati alle porte dell'Europa non sembra volersi placare; in Profugopoli Giordano fornisce la sua ricostruzione della fine che fanno i milioni stanziati dallo Stato per gestire questo tipo di emergenza.
    Come avete visto una settimana quella appena trascorsa ricca di novità. Ci vediamo fra sette giorni per scoprire insieme chi avrà resistito nelle prime dieci posizioni e chi sarà già scomparso.



    Il libro più venduto:

    Cinque anni fa, i genitori della Shadowhunter Emma Carstairs sono stati brutalmente uccisi. E lei non ha mai smesso di cercare l'assassino. Emma deve imparare a fidarsi del suo cuore e della sua intelligenza mentre lei e il suo parabatai, Julian Blackthorn, si trovano invischiati in un complotto demoniaco che si ramifica per tutta Los Angeles. Se solo il suo cuore non la spingesse continuamente verso le strade più buie, e insidiose...



  • Titolo: Signora della mezzanotte. Shadowhunters
  • Autore: Cassandra Clare
  • Editore: Mondadori
  • ISBN-13: 9788804654360
  • Pagine: 695
  • Prezzo: 19,00 Euro

  • Le posizioni dalla 2 alla 10:  

    2. Pape Satàn Aleppe. Cronache di una società liquida - Umberto Eco (La nave di Teseo - euro 20,00)
    3. Le più belle storie dei miti greci - Mattia Luisa (Gribaudo - euro 4,30)
    4. Equazione di un amore - Simona Sparaco (Giunti - euro 18,00)
    5. Passeggeri notturni - Gianrico Carofiglio (Einaudi - euro 12,50)
    6. La dieta smartfood. In forma e in salute con i 30 cibi che allungano la vita - Eliana Liotta; Pier Giuseppe Pelicci; Lucilla Titta (Rizzoli - euro 19,60)
    7. Purity - Jonathan Franzen (Einaudi - euro 22,00)
    8. Adesso - Chiara Gamberale (Feltrinelli - euro 16.00)
    9. Profugopoli. Quelli che si riempono le tasche con il business degli immigrati - Mario Giordano (Mondadori - euro 18,50)
    10. Il nome di Dio è misericordia. Una conversazione con Andrea Tornielli - Papa Francesco, Andrea Tornielli (Piemme - euro 15.00

    N.B. Le classifica è tratta dal sito www.wuz.it ed è elaborata dal Servizio Classifiche di Arianna. Il panel di riferimento è di oltre 1500 librerie aderenti al circuito Arianna. 

    22 marzo 2016

    Nasce Oscar Fantastica, la nuova collana Mondadori

    Il 15 marzo 2016 Mondadori ha lanciato la collana Oscar Fantastica, dedicata ai romanzi di genere fantastico e fantascientifico ispirati a (o che hanno ispirato) film, serie tv, fumetti e videogames.

    La collana ha debuttato con la serie Shadowhunters (Città di ossa, Città di cenere, Città di vetro, Città degli angeli caduti, Città delle anime perdute, Città del fuoco celeste) di Cassandra Clare, riproposta in una nuova veste grafica, cui seguiranno a partire da oggi 22 marzo i dodici volumi del Trono di spade di George R.R. Martin.

    La collana proseguirà con riedizioni di singole opere e anche romanzi completamente nuovi. Qualche titolo: Battle Royale, il romanzo distopico di Koushun Takami, già pubblicato nel 2009 nella "Piccola biblioteca Oscar", che ha ispirato il controverso film di Shinji Fukasaku; The Red di Linda Nagata, thriller politico/militare e primo romanzo di una trilogia, finalista al Premio Nebula 2013; Pathfinder di Orson Scott Card, primo volume dell'omonima trilogia che segue le avventure di Rigg, colono di un pianeta regredito a uno stato medievale in grado di vedere nel passato di chi lo circonda e di cambiarlo; Omega Days di John L. Campbell, ancora una volta primo volume di una serie, un romanzo postapocalittico a tema zombie; e infine due opere legate al mondo del fumetto: Batman Arkham Knight. La mossa dell'enigmista di Alex Irvine, che ha a sua volta ispirato il videogioco, e Arrow. Vendetta di Oscar Balderrama & Lauren Cert.



    21 marzo 2016

    L'ultimo re - Bernard Cornwell

    Il destino è tutto.
    Nato Sassone. Cresciuto Vichingo. E' Uthred l'eroe di cui l'Ultimo Regno ha bisogno?
    In una terra lacerata dai conflitti, un orfanello diventa uomo. Allevato dai Vichinghi, nemici giurati del suo popolo, i Sassoni, Uthred è un guerriero abile e spietato, abituato a non inginocchiarsi di fronte a nessuno.
    Nel Wessex, ultimo regno non ancora conquistato da Vichinghi, Alfred, sovrano e uomo devoto, combatte per mantenere il trono e resistere all'invasore.
    I destini di Uthred e Alfred sono intrecciati, zuppi di sangue e anneriti dalla fiamma della guerra. Insieme, cambieranno la storia...

    Recensione

    Avvincente, realistico, feroce, L'ultimo re è il primo libro letto in questo 2016 che mi è davvero piaciuto senza riserve e non vedo l'ora di buttarmi sul resto della saga, arrivata già al nono volume.
    Tra le sue pagine si intrecciano le storie di un guerriero, di un re e delle origini di una Nazione, uno scontro fra due volontà e due opposte culture che dà luogo a un racconto tanto ammaliante da meritare di esser portato anche sul piccolo schermo grazie alla serie tv The Last Kingdom, prodotta da BBC America.

    Uthred, figlio di Uthred, nato Sassone ma rapito e allevato dai Vichinghi provenienti dalla Danimarca, è destinato a condurre una vita divisa tra la lealtà alla sua famiglia adottiva e quella per il suo Re e il suo popolo, determinato a riconquistare ciò che da bambino gli fu sottratto ingiustamente. I lettori lo incontrano per la prima volta quando è già anziano e, almeno in apparenza, in una situazione di agio e potere, mentre decide di raccontarci la storia di come è arrivato dove è ora.

    La sua vita si rivela intimamente connessa a quella di Alfred, l'unico sovrano inglese a essere passato alla storia con l'appellativo "Il Grande", l'uomo che ha salvato l'Inghilterra dall'invasione vichinga, l'uomo che ha reso la Gran Bretagna un unico regno. Alfred il pio, l'asceta, il timorato di Dio: una tale personalità non poteva che fare a pungi con quella di Uthred, al quale i Vichinghi hanno messo nel cuore l'amore per la battaglia e per i piaceri della vita.
    Nel loro confronto si specchia la battaglia tra due culture profondamente diverse il cui esito non è un mistero per noi lettori moderni: il paganesimo fu spazzato via con l'invasore nordico mentre gli inglesi e la Cristianità prosperarono, anche se lo spirito del nostro eroe sembra essersi mantenuto indomito e inalterato fino alla vecchiaia.

    Uthred è un protagonista eccezionale: affascinante, complesso, imperfetto e, almeno in questo primo volume, dominato dall'arroganza e dall'ingenuità tipici dell'adolescenza. Dai Vichinghi ha ricevuto un vero padre e tutti gli insegnamenti per diventare un guerriero abile e senza paura, la loro mitologia pagana gli ha trasmesso un amore per la vita rispetto al quale il Cristianesimo repressivo e moralista non è in grado di reggere il confronto. Tuttavia egli non riesce a non considerarsi Sassone, complice anche una natura orgogliosa che gli impedisce di dimenticare l'affronto per essere stato derubato delle terre e del titolo dallo zio traditore. Questa ambivalenza ricorre per tutta la durata del libro, portandolo a rivedere costantemente le proprie lealtà e priorità e permettendo al lettore di avere una prospettiva originale se spesso indipendente degli eventi storici.

    Va detto che Cornwell non è un'amante dell'esplorazione dei sentimenti: al contrario, forse perché si tratta di un uomo, forse perché i fatti si svolgono in un'epoca in cui la morte era una compagna costante e le persone amate potevano sparire dalla propria vita in un attimo, durante la lettura si ha spesso la sensazione che amici, amanti e compagni vadano e vengano nella vita di Uthred senza che egli dedichi alla cosa più di un pensiero; la caratterizzazione di molte di queste figure, secondarie ma importanti, ne risente e può risultare solo abbozzata (un problema spesso condiviso dai romanzi raccontati in prima persona dal protagonista).
    Inoltre, come ribadito più volte nel corso del romanzo, Uthred lascia spesso che sia il destino a guidare la sua vita, tuttavia questo scorrazzare su e giù per l'Inghilterra seguendo l'alleato del momento fa apparire lo spirito del protagonista un po' troppo volatile.
    Sono questi i motivi per cui non mi sono spinta fino alle cinque stelle nel valutare L'ultimo re, ma devo sottolineare che non hanno in alcun modo diminuito il piacere di leggere questo libro e di ascoltare il suo ammaliante e accurato narratore.

    Giudizio:

    +4stelle+

    Le storie dei re Sassoni:

    • L'ultimo re (The Last Kingdom, 2004. Longanesi 2006 / TEA 2007)
    • Un cavaliere e il suo re (The Pale Horseman, 2007. Longanesi 2007 / TEA 2008)
    • I re del Nord (The Lords of the North, 2008. Longanesi 2008 / TEA 2009)
    • Il filo della spada (Sword Song, 2009. Longanesi 2009 / TEA 2010)
    • Il signore della guerra (The Burning Land, 2009. Longanesi 2010 / TEA 2011)
    • La morte dei re (Death of Kings, 2011. Longanesi 2012 / TEA 2013)
    • Re senza Dio (The Pagan Lord, 2013. Longanesi 2014 / TEA 2015)
    • The Empty Throne (Harper Collins 2014)
    • Warriors Of The Storm (Harper Collins 2015)

    Dettagli del libro

    • Titolo: L'ultimo re (Le storie dei re Sassoni)
    • Titolo originale: The Last Kingdom (The Saxon Stories #1)
    • Autore: Bernard Cornwell
    • Traduttore: Cerutti Pini D.
    • Editore: TEA
    • Data di Pubblicazione: 2007
    • Collana: Teadue
    • ISBN-13: 9788850214860
    • Pagine: 406
    • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 9.00

    19 marzo 2016

    La guerra non ha un volto di donna - Svetlana Aleksievic

    22 giugno 1941: l'uragano di ferro e fuoco che Hitler ha scatenato verso Oriente comporta per l'URSS la perdita di milioni di uomini e di vasti territori e il nemico arriva presto alle porte di Mosca. Centinaia di migliaia di donne e ragazze, anche molto giovani, vanno a integrare i vuoti di effettivi e alla fine saranno un milione: infermiere, radiotelegrafiste, cuciniere e lavandaie, ma anche soldati di fanteria, addette alla contraerea e carriste, genieri sminatori, aviatrici, tiratrici scelte.
    La guerra "al femminile" - dice la scrittrice - "ha i propri colori, odori, una sua interpretazione dei fatti ed estensione dei sentimenti e anche parole sue". Lei si è dedicata a raccogliere queste parole, a far rivivere questi fatti e sentimenti, nel corso di alcuni anni, in centinaia di conversazioni e interviste. Cercava l'incontro sincero che si instaura tra amiche e quasi sempre l'ha trovato: le ex combattenti e ausiliarie al fronte avevano serbato troppo a lungo, in silenzio, il segreto di quella guerra che le aveva per sempre segnate.
    E a mano a mano che raccoglie le loro confidenze e rimorsi e afflizioni Svetlana Aleksievič si convince di una cosa: la guerra “femminile” è nella percezione delle donne anche più carica di sofferenza di quella “maschile”. Per colei che dona la vita dispensare la morte non può mai essere facile; e se, come ovvio, celebra con i commilitoni la Vittoria e la fine dell’incubo bellico, nella sua memoria restano incise, più sensibilmente delle eroiche imprese, vicende che parlano di abnegazione, compassione e amore negato.

    Recensione

    Non è insolito che il Nobel per la letteratura venga attribuito per motivazioni che vanno oltre i meriti letterari, spesso con significati politici come riconoscimenti di battaglie che esulano dalla pura letteratura per sconfinare in campi più ampi. È tra questi che rientra anche il caso di Svetlana Aleksievič, scrittrice di origini bielorusso-ucraine e autrice di una serie di reportage tra il giornalismo d'inchiesta e la storia popolare: nel 2015, anno delle crisi in Crimea, Ucraina e Siria che vedono coinvolta molto in profondità la Russia di Putin, è una scelta carica di sfumature.
    Certo le sue inchieste non toccano questioni di stretta attualità politica come ha fatto Anna Politkovskaja, che ha pagato con la vita il suo impegno civile. Tuttavia la scelta di trattare temi scottanti per l'anima del comunismo sovietico in una prospettiva ampia, che coinvolge la storia dell'ex URSS ma sfiora da vicino anche i fatti contemporanei – le inchieste sugli effetti dell'incidente di Černobil o sull'invasione dell'Afghanistan – non rende meno profondo l'impatto di un lavoro di indagine che riguarda da vicino il presente e l'immediato futuro dell'Europa e non solo. Questo impegno non è rimasto privo di conseguenze per la scrittrice, costretta ad abbandonare la patria, sempre saldamente nelle mani dell'autocrate post-comunista Aleksandr Lukašenko, e ha sicuramente pesato per gli estensori del Nobel con la decisione di dare un segnale, attribuendo il premio a una scrittrice dai tratti anti-regime.

    La motivazione chiama in causa la polifonica scrittura nel raccontare un monumento alla sofferenza e al coraggio dei nostri tempi, e indubbiamente di questa ricerca La guerra non ha un volto di donna, raccolta di testimonianze delle donne soldato dell'Armata Rossa nella II Guerra Mondiale, costituisce l'esempio ideale.

    Non di romanzo e neppure di storiografia si tratta, ma di una memorialistica che assume il taglio di un racconto corale ascoltato dalle voci, a volte discordi eppure sempre accorate, delle superstiti di una vera e propria epopea, quella che il popolo sovietico ha vissuto tra il 1942 e il 1945, resistendo da Leningrado al Volga alla spietata offensiva della macchina bellica nazista e opponendo all'impeto metallico delle Panzer-division hitleriane poco più che la propria carne viva, quella di giovani uomini e donne che forse hanno contribuito più di quanto siamo abituati a pensare a costruire un'Europa libera, senza vederne l'avvenire.

    Effettivamente gli innumerevoli aneddoti raccolti dalla giornalista, risalenti alla metà degli anni '80 – è ormai ragionevole supporre che molte di quelle voci, a più di settant'anni dalla fine della Guerra Patriottica contro la Germania, si siano spente nel tempo –, non hanno contenuti dichiaratamente politici ma nello stesso tempo chiamano in causa il contributo dei singoli, in particolare delle donne, cui viene riconosciuto un ruolo non piccolo nella resistenza sovietica, in ogni grado e funzione.

    Un esercito di infermiere, lavandaie, tiratrici scelte, telegrafiste, partigiane appena diciottenni e spesso anche più giovani sceglieva di arruolarsi sfidando le convenzioni sociali per partecipare all'immenso sforzo collettivo di un popolo che vedeva la sua terra stuprata dall'occupazione tedesca e subiva il bilancio più pesante di vittime civili e militari, oltre venti milioni secondo stime approssimative. Aleksievič si limita a ricostruire e a rendere i lettori partecipi del dolore di queste donne, spesso dimenticate dalla storia, la cui gioventù è tragicamente finita con la guerra, anche quando sono scampate alla morte: la guerra, di tutte queste ragazze, ha portato via l'innocenza e l'ingenuità, anche dopo la vittoria e le decorazioni, anche dopo il ritorno a casa e alla normalità.

    Le sterminate pianure coperte di neve o di grano ma comunque intrise del sangue russo e tedesco, le isbe bruciate di cui resta solo il camino e l'altare delle icone, le difficoltà di adattarsi alle divise e ai rigidi regolamenti militari, la perdita di amori, famigliari e amiche, le piccole futili gioie femminili anche nell'orrore della guerra più schifosa parlano nei racconti di tante piccole grandi donne che hanno portato, come tutto il loro popolo, il fardello di una resistenza, spesso soltanto perché erano sostenute dall'ideale – tragicamente rivelatosi poi un abisso totalitario anch'esso – del comunismo stalinista. Di fronte al pensiero costante della morte e della fine, senza retorica né fronzoli, l'autrice non deve aggiungere nulla per commuovere il lettore: bastano le voci delle tante donne che hanno scelto di pagare volontariamente il loro tributo per la libertà e la pace, spesso per puro spirito di patriottismo e sacrificio.

    E non deve sforzarsi neppure per suggerire che quel passato non è poi così lontano da non poter tornare di nuovo.

    Giudizio:

    +4stelle+

    Dettagli del libro

    • Titolo: La guerra non ha un volto di donna
    • Autore: Svetlana Aleksievič
    • Traduttore: Sergio Rapetti
    • Editore: Bompiani
    • Data di Pubblicazione: 2015
    • Collana: Overlook
    • ISBN-13: 9788845281099
    • Pagine: 448
    • Formato - Prezzo: paperback - Euro 20

    18 marzo 2016

    Montecristo - Martin Suter

    Jonas Brand è un videoreporter con aspirazioni da regista, e sogna di girare un film che chiama Montecristo, una storia di tradimenti, inganni e vendette. Un giorno, mentre viaggia sull’Intercity per Basilea, il treno si blocca in una galleria. Un passeggero è caduto dal convoglio ed è morto sui binari. Brand scende dal vagone, afferra la telecamera e si mette al lavoro. Registra gli eventi, riprende i dettagli, intervista i possibili testimoni, forse quel materiale un giorno gli sarà utile. Anche se i suicidi sulle linee ferroviarie, piuttosto frequenti, non fanno notizia.
    Trascorre qualche mese, e quell’evento sembra un lontano ricordo. Brand ha incontrato Marina Ruiz, una affascinante svizzera dai tratti asiatici che lavora per un’agenzia organizzatrice di eventi, e la loro relazione è sul punto di diventare una storia d’amore. Una strana coincidenza acuisce la curiosità di Jonas: due banconote da cento franchi svizzeri hanno lo stesso numero di serie. Nonostante sia tecnicamente impossibile, per la banca sono entrambe autentiche. L’ambiguità delle circostanze inquieta il videoreporter, che decide di investigare e coinvolgere l’amico Max, giornalista economico in declino. È questa la porta d’ingresso in un mondo nuovo, quello dell’oligarchia delle banche svizzere, del sistema finanziario internazionale, pronto a tutto, pur di preservare i propri privilegi.
    Come ha scritto Alain Claude Sulzer, «Suter ha creato un teatro dell’intrigo ricco di personaggi e di grande autenticità». La drammatica e coinvolgente vicenda di Jonas Brand, raccontata con un tono imperturbabile, da thriller distaccato e pieno di humour nero, tra alta finanza e banche globali, produttori cinematografici e televisioni, inchieste e minacce, dà forma a un romanzo che scruta nell’ambizione e nel desiderio senza limiti e indaga con competenza il mistero del grande capitale, delle immense ricchezze, del potere che mette a nudo la debolezza e la responsabilità di ognuno di noi. 

    Recensione

    Montecristo è un thriller finanziario con risvolti fantapolitici ambientato in Svizzera. È un romanzo piacevolmente scorrevole e intrigante, con un ritmo sempre molto sostenuto che induce il lettore ad arrivare velocemente alla conclusione.
    Protagonista è un videoreporter di nome Jonas Brand, autore della sceneggiatura di un film che ricalca la trama de Il conte di Montecristo in chiave moderna: è infatti la storia di un turista che a Bangkok, accusato ingiustamente di possesso di droga, viene condannato a scontare un lungo periodo in carcere, riuscendo poi a evadere e a vendicarsi di coloro che l’hanno fatto condannare con false prove. In un primo momento la sceneggiatura non viene presa in considerazione da coloro a cui è stata sottoposta. È solo molto tempo dopo, quando ormai Jonas Brand aveva perso le speranze di vedere realizzato il suo sogno, che la proposta viene accolta, a condizione che venga dato subito inizio alla lavorazione del film. Cosa è avvenuto nel frattempo per far cambiare idea ai produttori? A Jonas Brand è capitato di ricevere due banconote con lo stesso numero di serie.
    Una volta accettato il presupposto che possano venire stampate banconote perfettamente uguali, l’intreccio si dipana accattivante, realistico e con un leggero umorismo nero che non guasta.

    Il romanzo è ben scritto e la trama piuttosto originale. A mio avviso ci sono solo due forzature che non sono peraltro sostanziali: una è la sostituzione di una delle due banconote con un’altra falsa, avente però lo stesso numero di serie, da una cassetta di sicurezza; l’altra è che l’impiegato di banca, cui viene sottoposto il biglietto contraffatto, lo restituisca al cliente tout court. Nelle banche italiane – ma non credo che in quelle straniere e in particolare svizzere ci si comporti diversamente - l’impiegato di banca che si trovi di fronte una banconota falsa deve trattenerla e consegnarla alla questura dopo aver verbalizzato il fatto con la segnalazione dell’identità del presentatore la banconota stessa.
    In secondo luogo non può essere sottratto un bene da una cassetta di sicurezza se non forzando la serratura, perché non è previsto che la banca possa avere un duplicato delle chiavi consegnate al cliente.
    L’autore, a mio avviso, era conscio di queste incongruenze e ha cercato di minimizzare gli inconvenienti accennati, facendo anche apparire le forze di polizia più ottuse di quanto si spera siano nella realtà.

    Al di là di queste incongruenze, Montecristo si conferma un romanzo con un intreccio accattivante, pieno di colpi di scena e con anche una storia d'amore per addolcire l'insieme. Il protagonista, per poter salvare la propria vita, dovrà avere una buona dose di fortuna.
    C'è tuttavia un pessimismo di fondo nella vicenda narrata che sembra implicare che, a dispetto dei numerosi controlli automatici e non, la finanza - e quindi la sopravvivenza - di una nazione sia soggetta ai capricci di chi ne detiene le leve. In altre parole, la visione proposta da Suter è che il sistema finanziario potrebbe essere troppo fragile sotto i colpi degli speculatori e se il terrorismo riuscisse a penetrare nel sistema economico di uno stato, potrebbe riuscire a creare quel caos che gli attentati armati non sono in grado di provocare.

    Giudizio:

    +4stelle+

    Dettagli del libro

    • Titolo: Montecristo
    • Titolo originale: Montecristo
    • Autore: Martin Suter
    • Traduttore: Marina Pugliano
    • Editore: Sellerio
    • Data di Pubblicazione: 2016
    • Collana: Il contesto
    • ISBN-13: 9788838933783
    • Pagine: 293
    • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 16,00

    17 marzo 2016

    The Man Booker International Prize 2016 - La longlist

    Il Man Booker International Prize è forse il più importante riconoscimento letterario britannico, che premia i migliori romanzi internazionali tradotti in lingua inglese. Assegnato dal 2005 al 2015 con cadenza biennale all'opera omnia di un autore, a partire da questa edizione si terrà annualmente e selezionerà una singola opera.
    Tra i tredici candidati che si contenderanno il premio, assegnato il 16 maggio tra una rosa di sei finalisti che verranno annunciati il 14 aprile, la nostra misteriosa autrice Elena Ferrante, accanto a premi nobel quali Kenzaburō Ōe e Orhan Pamuk.
    Scopriamo insieme, nel dettaglio, quali opere sono state selezionate e quali sono disponibili anche in italiano.


    A General Theory of Oblivion di José Eduardo Agualusa (Harvill Secker) - ANGOLA

    A General Theory of Oblivion è un grande patchwork che racconta la storia dell’Angola attraverso Ludo, una donna che si barrica nel suo appartamento alla vigilia dell’indipendenza angoliana. Per i successivi trent’anni vive di verdure e piccioni, e brucia i mobili per restare al caldo. Ma il mondo esterno trapela attraverso frammenti di conversazione alla radio, voci dalle porte vicine, barlumi di un uomo che sfugge ai suoi inseguitori e un biglietto attaccato alla zampa di un uccello. Finché un giorno non incontra Sabalu, un giovane che si arrampica fino alla sua terrazza dalla strada. Con la giocosità, l’umorismo e il calore che sono il marchio di fabbrica dell’autore, A General Theory of Oblivion è un romanzo stupefacente sul dolore umano e sulle emozioni, le speranze e i pericoli che un cambiamento radicale porta con sé.


    Storia della bambina perduta di Elena Ferrante (Europa Editions, e/o) - ITALIA

    "Storia della bambina perduta" è il quarto e ultimo volume dell'"Amica geniale". Le due protagoniste Lina (o Lila) ed Elena (o Lenù) sono ormai adulte, con alle spalle delle vite piene di avvenimenti, scoperte, cadute e "rinascite". Ambedue hanno lottato per uscire dal rione natale, una prigione di conformismo, violenze e legami difficili da spezzare. Elena è diventata una scrittrice affermata, ha lasciato Napoli, si è sposata e poi separata, ha avuto due figlie e ora torna a Napoli per inseguire un amore giovanile che si è di nuovo materializzato nella sua nuova vita. Lila è rimasta a Napoli, più invischiata nei rapporti familiari e camorristici, ma si è inventata una sorprendente carriera di imprenditrice informatica ed esercita più che mai il suo affascinante e carismatico ruolo di leader nascosta ma reale del rione (cosa che la porterà tra l'altro allo scontro con i potenti fratelli Solara). Ma il romanzo è soprattutto la storia di un rapporto di amicizia, dove le due donne, veri e propri poli opposti di una stessa forza, si scontrano e s'incontrano, s'influenzano a vicenda, si allontanano e poi si ritrovano, si invidiano e si ammirano. Attraverso nuove prove che la vita pone loro davanti, scoprono in se stesse e nell'altra sempre nuovi aspetti delle loro personalità e del loro legame d'amicizia. Intanto la storia d'Italia e del mondo si srotola sullo sfondo e anche con questa le due donne e la loro amicizia si dovranno confrontare...


    The Vegetarian di Han Kang (Portobello Books) - COREA DEL SUD

    Yeong-hye e suo marito sono persone ordinarie. Lui è un impiegato con moderate ambizioni e modi miti; lei una moglie scialba ma premurosa. L’accettabile encefalogramma piatto del loro matrimonio si interrompe quando Yeong-hye, cercando un’esistenza più “rigogliosa”, commette uno scioccante atto sovversivo. Mentre la sua ribellione si manifesta in forme sempre più bizzarre e spaventose, Yeong-hye sprofonda sempre più nell'idea di abbandonare la sua prigione di carne e di diventare – impossibilmente, estaticamente – un albero. Inquietante, disturbante e bellissimo, The Vegetarian è un romanzo sull'odierna Corea del Sud, ma anche sulla vergogna, sul desiderio, e sui nostri vani tentativi di comprendere gli altri, da un corpo imprigionato a un altro.


    Riparare i viventi di Maylis de Kerangal (Maclehose Press, Feltrinelli) - FRANCIA

    Tre adolescenti di ritorno da una sessione di surf su un pullmino tappezzato di sticker, tre big wave rider, esausti, stralunati ma felici, vanno incontro a un destino che sarà fatale per uno di loro. Incidente stradale, trauma cranico, coma irreversibile, e Simon Limbres entra nel limbo macabramente preannunciato dal suo cognome.
    Da quel momento, una macchina inesorabile si mette in moto: bisogna salvare almeno il cuore. La scelta disperata dell’espianto, straziante, è rimessa nelle mani dei genitori. Intorno a loro, come in un coro greco, si muovono le vite degli addetti ai lavori che faranno sì che il cuore di Simon continui a battere in un altro corpo.
    Tra accelerazioni e pause, ventiquattr’ore di suspense, popolate dalle voci e le azioni di quanti ruotano attorno a Simon: genitori, dottori, infermieri, équipe mediche, fidanzata, tutti protagonisti dell’avventura, privatissima e al tempo stesso collettiva, di salvare un cuore, non solo organo ma sede e simbolo della vita.


    L'uomo tigre di Eka Kurniawan (Verso Book, Metropoli d'Asia) - INDONESIA

    In una piccola cittadina indonesiana, il ventenne Margio uccide Anwar Sadat, un anziano e incallito sciupafemmine. L’omicidio viene compiuto in modo insolito: Margio ha morso il collo della vittima fino a spezzarne l’osso, proprio come una tigre uccide la sua preda. Sullo sfondo di un’Indonesia moderna ma ancora radicata in tradizioni ancestrali, il romanzo conduce il lettore in un labirinto di abusi e magie, di forti pregiudizi e impulsi irrefrenabili. Con uno stile composito, vivace e ironico, l’autore ci racconta la storia di due famiglie tormentate e di Margio, giovane a cavallo tra ambiente urbano e rurale e combattuto tra due nature, quella umana e quella soprannaturale.


    The Four Books di Yan Lianke (Chatto & Windus) - CINA

    Nel novantanovesimo distretto di uno sterminato campo di lavoro, artisti, liberi pensatori e accademici sono imprigionati per rafforzare la loro lealtà alle ideologie comuniste. Qui, la Musicista e il suo amante, lo Studioso, insieme all'Autore e al Teologo, sono obbligati a eseguire estenuanti lavori fisici e incoraggiati a riferire sui comportamenti dissidenti altrui. Il premio: conquistarsi una possibilità di libertà. Sono controllati da un supervisore preadolescente, il Bambino, che trae piacere dal sistema di ricompense e dalle punizioni eccessive. Quando le quote di produzione agricola e industriale aumentano a un livello irraggiungibile, il novantanovesimo distretto si dissolve nell'anarchia. E a quel punto, mentre il tempo si fa inclemente e scoppia una carestia, vengono abbandonati a loro stessi per sopravvivere.


    Tram 83 di Fiston Mwanza Mujila (Jacaranda, Nottetempo) - REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO/AUSTRIA

    Il Tram 83 è il giardino delle delizie e l’allucinato epicentro della“Città-Paese”, capitale di un imprecisato ma riconoscibile stato africano: prostitute di ogni età, musicisti scalcagnati, turisti a scopo di lucro, minatori alcolizzati e faccendieri carichi di soldi sporchi, stranieri in cerca di fortuna e locali in cerca di un diversivo alla miseria si incrociano e rimescolano nel bar a luci rosse più fornito – di bevande, divertimento e carne di cane – della città. È la frontiera africana, niente regole e l’imperativo categorico della sopravvivenza per tutti. Requiem, infaticabile maestro di traffici, e Lucien, scrittore spiantato e idealista in arrivo dall’Entroterra, si rivedono dopo molti anni. Coinvolto negli affari loschi di Requiem, Lucien incontra un eccentrico editore e si avventura in un’impresa letteraria dagli esiti dubbi, in mezzo al carnevale esplosivo e disperato del Tram 83, dove le smanie e i gesti sono sfrenati come la corsa all’oro che ha messo a soqquadro il paese, e il vuoto è dietro l’angolo: “Questo è il Nuovo Mondo, ognuno per sé e la merda per tutti Tram 83 è una rapsodia. La sua frenesia e il suo ritmo hanno la dismisura delle guerre africane”. (Libération)


    Un bicchiere di rabbia di Raduan Nassar (Penguin Modern Classics, Einaudi) - BRASILE

    Un uomo e una donna senza nome s'incontrano in una casa fuori mano in un rapporto rabbioso e fortemente erotico. La storia di un amore insolito e violento raccontata da una delle più importanti rivelazioni della letteratura brasiliana.





    Ladivine di Marie NDiaye (Maclehose Press) - FRANCIA

    La vita di Clarisse Rivière è scandita dal rifiuto di confessare al marito Richard e alla figlia Ladivine che sua madre è una povera domestica di colore. Invece, gravata dal senso di colpa, finge di essere un’orfana, fa visita a sua madre di nascosto e non racconta a nessuno della sua vera identità: Malinka, figlia di Ladivine Sylla. Col tempo, le sue bugie le si ritorcono contro: Richard lascia Clarisse, frustrato dall’incolmabile, indecifrabile abisso tra loro. Clarisse è devastata, ma trova conforto in un altro uomo, Freddy Moliger, a cui confessa il segreto di sua madre, arrivando anche a presentargliela. Ma Ladivine, sua figlia, ora è a sua volta sposata, non può fare a meno di provare una brutta sensazione riguardo al nuovo amante di sua madre, convinta che possa portare solo caos e panico nella sua vita. Quando si scoprirà che ha ragione, nelle più tragiche circostanze, l’unico conforto sul quale la famiglia può contare, nel caso in cui voglia farlo, richiede una prova di fede al di là di qualsiasi cosa potessero immaginarsi. Incentrato su tre generazioni di donne, il cui lignaggio apparentemente maledetto è segnato dal peso delle sue origini, dal dolore dell'alienazione e da un'eredità di vergogna, Ladivine è una stupefacente e incantevole storia di segreti, bugie, colpa e perdono a opera di una delle voci letterarie più originali d'Europa.


    Death by Water di Kenzaburō Ōe (Atlantic Books) - GIAPPONE

    Per la prima volta nella sua lunga vita, il premio Nobel Kogito Choko soffre del blocco dello scrittore. Il libro che cerca di scrivere analizza il suo burrascoso rapporto con il padre, e il senso di colpa per non essere stato presente la notte in cui annegò in un fiume in piena. Ma come scrivere di un uomo che non ha mai veramente conosciuto? Quando la sorella, da tempo lontana, chiama inaspettatamente, offre a Choko una soluzione: è infatti in possesso di un vecchio e misterioso baule, il cui contenuto promette di svelare i molti segreti dell'uomo scomparso dalle loro vite decenni prima.


    White Hunger di Aki Ollikainen (Peirene Press) - FINLANDIA

    1867: un anno di devastante carestia in Finlandia. Marja, la moglie di un contadino del nord, si mette in viaggio attraverso la neve con i suoi due bambini. La loro meta: San Pietroburgo, dove, dice la gente, c'è del pane. Anche altri si stanno dirigendo a sud, altrettanto disperati. Ruuni, un ragazzo che incontra, sembra degno di fiducia. Ma qualcuno può veramente aiutarla? Questo straordinario romanzo finlandese si interroga su ciò che si deve fare per sopravvivere.


    La stranezza che ho nella testa di Orhan Pamuk (Faber & Faber, Einaudi) - TURCHIA

    Un ragazzo ama una ragazza. Tutte le storie, anche quelle più complicate, nascono da questa semplice, universale premessa. Mevlut l'ha incontrata una sola volta: i loro sguardi si sono incrociati di sfuggita al matrimonio di un parente a Istanbul. Eppure è bastato quell'attimo di perfezione e felicità a farlo innamorare. Süleyman, il cugino, gli ha detto che delle tre figlie di Abdurrahman, quella che ha visto Mevlut, quella di cui si è innamorato, è senz'altro Rayiha. Da allora non l'ha più rivista ma, per tre anni, Mevlut le scrive le lettere più appassionate che il suo cuore riesce a creare. Finché un giorno capisce che l'unico modo di coronare il suo sogno è scappare con Rayiha, di fatto rapendola dalla casa paterna in cui è rinchiusa. Così, una notte di tempesta, mentre Süleyman aspetta con un furgone in una strada poco lontana, Mevlut e la sua amata si riuniscono. Nulla potrà andare storto ora, nulla potrà più dividerli, pensa lui. Poi un lampo illumina la scena e rivela il volto di Rayiha: quella non è la ragazza a cui Mevlut ha creduto di scrivere per tutto quel tempo, non è la ragazza di cui si è innamorato a prima vista tre anni prima! Chi ha ingannato Mevlut? E come si comporterà ora il nostro eroe?


    Una vita intera di Robert Seethaler (Picador, Neri Pozza) - AUSTRIA

    Andreas Egger non ha mai gridato né esultato da bambino. Fino al suo primo anno di scuola non ha mai neppure davvero parlato. Quando nell’estate del 1902, ancora bimbo, lo tirano giú dal carro con cui giunge tra le montagne diventate poi sue, resta semplicemente muto a guardare in alto con grandi occhi stupiti le cime splendenti di bianco. Ha quattro anni all’epoca, e non interessa a nessuno. Men che meno a Hubert Kranzstocker, il contadino che lo accoglie controvoglia. Il bimbo è l’unico figlio di una cognata che ha condotto una vita leggera ed è stata perciò punita dal buon Dio con una tisi che se l’è portata via.
    Kranzstocker non lo manda al diavolo unicamente perché reca al collo un sacchetto di cuoio con delle banconote. In compenso non esita a picchiarlo per un pane lasciato ammuffire, una vacca persa o un balbettio durante la preghiera della sera. Un giorno lo bastona a tal punto che nella gamba destra di Andreas ogni cosa va fuori posto. L’aggiustaossa di un paese vicino gliela sistema alla bell’e meglio, ma la gamba da allora spunta sbieca dall’anca, irrimediabilmente storta.
    Andreas Egger non grida né esulta nemmeno quando, trent’anni dopo, fa la sua comparsa nella valle, tra le urla di gioia del paese, la squadra del cantiere della ditta Bittermann & Figli: duecentosessanta operai, dodici macchinisti, quattro ingegneri, sette cuoche e un drappello di aiutanti, l’avanguardia di una colonna incaricata di costruire una funivia e mutare per sempre il volto della valle.
    Andreas Egger ubbidisce semplicemente in silenzio al suo destino: vivere tra la quiete e la bellezza dei monti e la crudeltà degli uomini. Impara cosí dapprima il mestiere di bracciante e poi di contadino, e alla fine entra a far parte della Bittermann & Figli. È «la gigantesca macchina chiamata Progresso», gli dicono. Ma a lui queste cose non interessano.
    Soltanto una cosa gli sta a cuore: mettere piede nell’osteria del paese e incrociare lo sguardo di Marie Reisenbacher, la ragazza dai capelli biondi e la pelle rosea che lavora lí ai tavoli, e che un giorno gli ha procurato «un dolore sottile vicino al cuore» sfiorandogli appena il braccio. Perciò quando, un pomeriggio di fine agosto, riesce a strappare un bacio a Marie e a stringerla a sé e lei gli dice «Ohi. Quanta forza, che hai!», gli sembra di capire che, oltre alla crudeltà, esiste anche la possibilità del bene e della felicità tra gli esseri umani.
    Nominato «libro dell’anno» dai librai tedeschi, selezionato da Der Spiegel come uno dei romanzi piú importanti del 2014, accolto con entusiasmo dalla critica e dal pubblico in Germania, Una vita intera si segnala, nella narrativa contemporanea, per la bellezza della sua scrittura e l’originalità della sua narrazione: l’unicità di un’esistenza qualunque.

     

    La Stamberga dei Lettori Copyright © 2011 | Template design by O Pregador | Powered by Blogger Templates