17 dicembre 2016

Moffie - André Carl van der Merwe

Del Sudafrica si conoscono spesso le tristi vicende legate all’apartheid, ma poco o niente si sa delle torture e dei maltrattamenti subiti dagli omosessuali. André Carl Van Der Merwe ha documentato quella sofferenza taciuta che è stata in primo luogo la sua personale sofferenza durante il servizio di leva nel 1980. Dal bisogno di trovare un equilibrio e un senso in una realtà dominata dalla follia prende corpo il romanzo di Nicholas, un adolescente che nel passaggio dall’infanzia alla pubertà matura la presa di coscienza della sua identità omosessuale, sotto la pressione di un sistema omofobo e violento come quello dell’esercito. Ambientato durante la guerra di confine del Sudafrica contro gli indipendentisti della Namibia e dell’Angola, Moffie – “frocio” in lingua afrikaans – denuncia le atrocità perpetrate contro i gay nel Reparto 22, dove le presunte cure non furono altro che pretesti per le più crudeli efferatezze, dalle lobotomie ai trattamenti ormonali alle masturbazioni di gruppo. Nicholas, allenato alla continua angoscia di vivere dietro una facciata, è addestrato a resistere dalla sua stessa esistenza. Ma gli orrori a cui assisterà diventeranno la cornice in cui, attraverso l’amicizia e poi l’amore, diventerà un uomo consapevole della sua identità, pronto finalmente ad aprirsi al mondo.

Recensione

Sudafrica, anni 80. Nel pieno di un conflitto di confine con la Namibia e l’Angola e in un clima di rigida apartheid, guerre morali di stampo religioso che impartiscono alla nuova generazione di commilitoni le regole, su quel che è giusto essere da quel che non è corretto essere.
In questo quadro il giovane diciannovenne Nicholas si interfaccia, interponendo al suo resoconto dettagliato della vita di addestramento militare i suoi ricordi precedenti, relativi alla sua infanzia e la battaglia interiore di accettazione della sua omosessualità, di una diversità non rivelata ma percepita dalla sua stessa famiglia, che lo porta a essere escluso, esiliato nella carriera militare per potersi raddrizzare, anche se nessuno ha il coraggio in casa di affrontare quello che sente, quello che lui è.
Un Moffie, che dà il titolo al libro, un termine afrikaneer dispregiativo per indicare quelli come lui, i gay. Essere omosessuale è ancora un reato all’epoca, è punibile con metodi coercitivi, curabile come una malattia, che spesso porta inevitabilmente al declino della persona. Ma durante la storia frastagliata in piccoli tasselli di un mosaico che in modo non sistematico rivelano il presente di Nick e il suo passato, comprendiamo con lui che esiste un’alternativa, essere se stessi e non crollare, salvaguardarsi per non scomparire sconfitti da una società che non è ancora pronta a fare il passo di accettazione.

“Mio padre ha mandato nell’esercito un ragazzino dall’omosessualità velata e ha avuto indietro un omosessuale consapevole”
ci scrive proprio lo stesso Nick a un certo punto della storia. Chi si aspetta un romanzo che affronta la descrizione affascinante di un’Africa che colpisce il cuore con la sua natura selvaggia, rimarrà deluso.
Il libro è fortemente incentrato sulle tematiche care al protagonista, la paesaggistica, gli animali e il senso ambientale rimangono sullo sfondo rispetto a una puntuale atmosfera sociale, dove ritroviamo una stratificazione netta: i bianchi comandano sui neri, le relazioni interraziali sono un abominio tanto quanto quelle tra uomini.
L’addestramento militare è disumano: attraversiamo le varie fasi con estrema ansia e paura di non farcela, con l’odio di un caporale come Dorman che mette in pericolo come può coloro che ha individuato come deboli, un continuo ritorno all’omofobia, dove Nick tocca con mano il fenomeno sociologico della risocializzazione: individui che, in peculiari situazioni come il ritrovarsi insieme a vivere una vita di regole prima a loro sconosciute, si adattino e cambino. Così coloro che erano amici diventano nemici, per sopravvivere. Allo stesso modo si impara a stringere altri legami, a sopportare per resistere, e chi non ce la fa, muore. Che sia realmente o soltanto come persona, non fa differenza. Il protagonista diventa testimone di un’omosessualità vissuta in modo diverso: lui e Malcom reggono e si fanno scudo di quella natura che per loro diventa parte di sé, Dylan invece non regge e la fa finita, altri due giovani, nei primi capitoli, vengono beccati e puniti con il ricovero nell’unità psichiatrica. La forza che manda avanti Nick è l’amicizia, ma anche l’idealizzazione del giovane Ethan, che perde di vista e poi incontra di nuovo in vari passaggi. All’interno di un testo così forte e altamente composito, ritroviamo tracciati molti dei temi che segnano un percorso di cultura LGBT: l’accettazione del sé, il suicidio, l’omofobia, innamorarsi di un etero, la scoperta di un mondo, come quello gay di Johannesburg, sommerso eppure stimolante, la rinuncia e la rivalsa. Accanto a questi temi Nick ci racconta la sofferenza di non essere accettati in una famiglia che teme lo scandalo più che amare i suoi componenti, la rigidità dei teoremi religiosi a suffragio di quanto sostenuto come norma morale, la crudeltà dell’uomo in tempo di guerra nella quale vive chi uccide per primo secondo una strategia, il senso di perdita a partire dalla morte in tenera età del fratellino Frankie, suo primo migliore amico.
La narrazione, volutamente frammentaria nel percorso che continua in modo non sistematico a rimandare il lettore in avanti e indietro, comunque riesce a coinvolgere e a presentare ogni schema con crudezza, trascinando avanti sino alla fine. Lo stile è sobrio e diretto, intervallato da termini autoctoni che a volte vengono spiegati direttamente nella battuta successiva, in altre occasioni vanno approfonditi nel dizionario a margine. Moffie è un romanzo che non è adatto a tutti. Parla della guerra di un dato periodo storico, del senso di impotenza di una generazione di “bianchi” che viene mandata a farsi ammazzare per la scelta di uomini e donne di generazioni precedenti, parla di un’omosessualità che ha timore di spiegare le ali perché non è accettata, ma che alla fine trova la sua strada in chi sopravvive, con un leggero barlume di speranza.
Quella sul futuro.
Un libro coinvolgente, che può essere letto soltanto da chi è disposto ad accettare questi concetti e a non dimenticare che il percorso di una piena equità è ancora in corso. Un libro capace di arricchire solo con questi presupposti.

Giudizio:

+4stelle+ e mezzo

Dettagli del libro

  • Titolo: Moffie
  • Titolo originale: Moffie
  • Autore: André Carl van der Merwe
  • Traduttore: Valentina Iacoponi
  • Editore: Iacobelli Editore
  • Data di Pubblicazione: 2012
  • Collana: Frammenti di memoria
  • ISBN-13: 9788862521666
  • Pagine: 288
  • Formato - Prezzo: € 16,00

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