16 dicembre 2016

Effetti collaterali dei sogni - Guglielmo Brayda

Alla presentazione di un libro, uno studioso di neuroscienze conosce Anouche, giovane scrittrice afflitta da continue nevrosi. I due s’innamorano e iniziano un’intensa relazione, ma l’annuncio di una gravidanza fa vivere alla donna un momento di profonda vulnerabilità, e gli avvenimenti che ne seguono interrompono il loro rapporto. Rimasto solo, l’uomo attraversa un periodo di sogni angosciosi, che lo portano sempre più spesso a confondere lo stato di veglia con quello di sonno. Giunto a Cuba per incontrare il fondatore del movimento letterario dei Narratori dell’Invisibile, si imbatte nella bellissima Nina con la quale, dopo qualche esitazione, decide di trasferirsi su una piccola isola. Qui l’invadenza dei sogni aumenta fino a rendere impossibile distinguere la realtà dall’allucinazione… Un romanzo originale e colto, una storia d’amore raccontata attraverso la lente d’ingrandimento delle neuroscienze. 

Recensione

Esiste l’amore a prima vista? A questo proposito ecco quello che asserisce Guglielmo Brayda per bocca del protagonista di Effetti collaterali dei sogni:


Trovare “l’oggetto” del proprio bisogno interiore è semplicemente ritrovarlo. Esiste un’immagine, ancestrale e inconscia,che ci avvicina all’altra persona tra le tante possibili. Pensiamo di aver trovato fuori di noi il senso della nostra vita, poi capiamo di essere stati sedotti dall’immagine di cui siamo portatori. Uno sguardo ci colpisce: abbiamo incontrato noi stessi.

Si può essere d'accordo o meno su questa affermazione del protagonista, che racconta la sua storia in prima persona ed è intelligente, molto colto, piuttosto arrogante e tendente alla melanconia. È dottore in medicina e svolge la professione di ricercatore in neurofisiologia umana all’università La Sapienza.
Anouche, invece, è una giovane scrittrice –scrivere l’aiuta a controllare le sue paure-, bellissima, intelligente e nevrotica. Talvolta è l'irrazionalità dell'altro sesso a concorrere ad affascinare coloro la cui personalità risulta particolarmente complessa come quella del protagonista. Quando i due si incontrano, non solo fra i due è amore a prima vista, ma il protagonista sente il bisogno di cambiare il lavoro che fino ad allora svolgeva per impegnarsi in un altro tipo di ricerca, che lo avvicini maggiormente alla donna che ama:


Quando conosco Anouche inizio a studiare la neuropsicologia della scrittura creativa.
Le mie prime deduzioni (non posso permettermi di chiamarle conclusioni) suggeriscono che la scrittura creativa non sia poi tanto influenzata dagli stimoli sensoriali esterni. L’inibizione latente è quel filtro che limita il flusso enorme di stimoli che arrivano ai nostri cinque sensi e da lì attraverso le vie neurali, al cervello. L’encefalo ne riceve talmente tanti che è obbligato a bloccarne la maggior parte, per evitare un sovraccarico che rischia di rallentarlo fino a inibirne i pensieri. Le mie ricerche mi dicono che il cervello dello scrittore è indifferente al livello di inibizione latente, perché è in diretto contatto col flusso emotivo che proviene dal suo interno. La voce dell’Io. Quella necessità di scrivere di cui parlava Anouche. L’ossessione dello scrittore.

Data la passione che prende i due amanti, non c’è da stupirsi se dopo qualche tempo Anouche si ritrova incinta, ma la gravidanza, invece di renderla più serena, la fa sprofondare in una forma di psicosi depressiva. Dopo un tentativo di suicidio, la famiglia di Anouche vieta al protagonista di rivederla.
Inizia quindi per il protagonista un periodo travagliato, che lo vedrà intrecciare relazioni con diverse donne nel tentativo di riprendersi dalla separazione da Anouche , che ha su di lui effetti devastanti, rendendolo insonne e propenso ad allucinazioni tali da fargli confondere sogno e realtà. Quali siano gli eventi che hanno determinato in lui lo stato di crisi, lo scoprirà solo quando sarà costretto ad un riposo forzato.


I sogni possiedono tutta la forza della comunicazione non verbale. Quanto filtra dalle feritoie del nostro subconscio non lo elabora la nostra ragione, ma lo troviamo là, nella culla d’acqua in cui affoghiamo i ricordi scomodi.

In considerazione della complessa descrizione introspettiva che il protagonista fa di se stesso, riassumere il romanzo tende a banalizzarlo. Brayda è bravo a creare un racconto che è a metà fra il surreale e lo psicologico. I termini medici e anatomici che inserisce nel testo non solo danno al romanzo una solida veste scientifica, ma tendono ad assomigliare anche a formule magiche destinate a creare quell’atmosfera surreale che ben si adatta al delirio in cui cade il protagonista.
Per quanto la scrittura sia scorrevole, i concetti che il protagonista esprime hanno necessità di una certa elaborazione da parte dei lettori. Opportunamente i capitoli sono molto corti e questo agevola la comprensione.

Effetti collaterali dei sogniè un romanzo dalla scrittura asciutta, interessante, colto, dal ritmo sostenuto e in cui serpeggia un erotismo latente che rende la lettura coinvolgente. L'inconveniente che si può rilevare, peraltro, è che, per quanto l'autore si soffermi più volte a segnalare il disagio del protagonista derivante dai sogni angoscianti, non ne descrive compiutamente nessuno e questo rende le sue affermazioni alquanto astratte.
Brayda riesce a far vivere al lettore il fascino dell’irrazionalità di una donna bella e nevrotica che alterna momenti in cui ritiene che il protagonista sia la sua ancora di salvezza ad altri in cui lo respinge sentendosi soffocata e manipolata.
Un buon romanzo psicologico e coinvolgente, visto dalla parte degli uomini e indicato per coloro che amano le storie d'amore tormentate.


Giudizio:

+4stelle+ e mezza

Dettagli del libro

  • Titolo:  Effetti collaterali dei sogni
  • Autore: Guglielmo Brayda
  • Editore: Voland
  • Data di Pubblicazione: novembre 2016
  • Collana: Intrecci
  • ISBN-13: 9788862430968
  • Pagine: 176
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 16,00

1 Commenti:

  • 16 dicembre 2016 alle ore 12:45
    patmos says:

    mi hanno colpito le tre donne: Anouche, Sara e Nina, diversissime tra loro, ma in grado di compensarsi. Anouche e Nina in più occasioni agiscono specularmente nei litigi, nelle malattie vere o false, come se Nina fosse la versione positiva di Anouche. Sara, la terza, non riesce ad emozianare il protagonista e purtroppo per lei, non riesce ad essere essere diversa da quello che è. Non entra mai nella sfera emotiva del protagonista che cerca un sentimento che il lui non c’è e si sforza di creare la normalità di una relazione su basi troppo fragili. La mescolanza tra neuroscienza e scrittura è originale e dà un sapore molto letterario a quella che di fatto è una storia d’amore malato. La conclusione svolge il ruolo di ricostruzione dei fatti precedenti e dei dettagli seminati tra le righe e prende il posto della spiegazione finale come in un racconto giallo.

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