20 giugno 2013

Consigli del blog: cosa leggere sotto l'ombrellone - Estate 2013 (parte I)

Con mezza Italia ancora vittima di un maltempo altalenante è difficile crederlo, ma l'estate è alle porte e con essa si avvicinano le tanto agognate ferie. Se dobbiamo fidarci dei telegiornali, a causa della crisi solo il 50% degli italiani potrà permettersi di andare in vacanza quest'anno (fenomeno che gli albergatori pensano incomprensibilmente di risolvere mantenendo invariati o addirittura alzando i prezzi), tuttavia, sia che decidiate di trascorrere un paio di settimane di riposo sotto l'ombrellone oppure nel salotto di casa vostra, un buon libro per rilassarvi e farvi compagnia proprio non potete farvelo mancare. Per questo anche quest'anno riproponiamo i nostri consigli di lettura estivi, sperando di farvi fare qualche piacevole scoperta e di incontrare un po' il gusto di tutti.


Valetta gioca la carta del consiglio multiplo proponendovi un'intera collana di libri tra cui scegliere: stiamo parlando di Live, la raccolta di classici a 99 centesimi di Newton and Compton che imperversa nelle classifiche da qualche mese ed è arrivata a contare al momento 24 titoli. Da Lovecraft alla Woolf, da Shakespeare a Poe, passando per Bulgakov e la Némirovsky ce n'è veramente per tutti i gusti (è stato incluso persino Il diario del vampiro di Lisa J. Smith) per cui potreste rifornivi di letture interessanti per tutta l'estate ad un prezzo più che abbordabile.
Per i lettori  più giovani (ma anche per quelli più grandicelli a cui piace dilettarsi con gli Young Adult) l'autrice Cassandra Clare offre materiale di lettura per mesi con le sue saghe fantasy Shadowhunters (The Mortal Instruments, 5 volumi pubblicati finora da Mondadori) e Shadowhunters: Le origini (The Infernal Devices, trilogia completa sempre per Mondadori), una lettura leggera e divertente, adatta per qualcosa di poco impegnativo sotto il sole di agosto. E ricordatevi che sempre ad agosto è prvista l'uscita del film tratto da Città di ossa, il primo capitolo della saga The Mortal Instruments, non fatevi cogliere impreparati!

L'estate è però il momento dei thriller da spiaggia e allora non fatevi scappare una lettura mozzafiato come L'amore bugiardo (Gone girl) bestseller della statunitense Gillian Flynn che in Italia Rizzoli ha deciso di penalizzare con un titolo ed una copertina da chick.lit assolutamente non adatti a rappresentare questo giallo crudo e inquietante.
Infine, se siete alla ricerca di una lettura un po' più seria, vale proprio la pena di menzionare Una notte ho sognato che parlavi, racconto vero di vita quotidiana del rapporto fra una padre, Gianluca Nicoletti, e il figlio autistico, tra episodi esilaranti e momenti drammatici e struggenti, per conoscere una realtà molto diffusa ma ancora poco conosciuta.


Anche Daniele propone come primo consiglio una saga: si tratta di Fondazione – La tetralogia completa di Isaac Asimov. Quattro libri in uno per settecento e rotte pagine di avventure galattiche, protagonisti carismatici e colpi di scena che sotto l’ombrellone vi terranno col fiato sospeso. Un capolavoro del genere e non solo, viste le innumerevoli idee e intuizioni spesso citate per non dire saccheggiate dagli autori più disparati.
Una scelta un po' più contemporanea è invece Una posizione scomoda di Francesco Muzzopappa: fresco e leggero come un ghiacciolo, questo libro è l’ideale per le giornate di afa. La storia dello sceneggiatore di talento che finisce a scrivere film porno è raccontata con la giusta dose di ironia in un esordio da tenere d’occhio.
E non poteva mancare anche in questo gruppo un bel giallo. Acqua buia di Joe R. Lansdale: per combattere il caldo estivo non c’è niente di meglio dei brividi dati da un bel thriller e questo racconto di formazione texano con risvolti horror vi terrà letteralmente attaccati alla sdraio. L’ennesima grande prova da un maestro della narrativa americana contemporanea.


Sempre sulla scia del giallo, Sakura consiglia di rilassarsi sotto l'ombrellone con un bel romanzo di formazione intriso di mystery, ovvero l'ultimo nato in casa King: Joyland, recentemente uscito per i tipi Sperling&Kupfer. Ambientato proprio nello spazio di un'estate (quella del '73), è il rito di passaggio verso la maturità di Dev Jones, ventunenne reduce da una delusione amorosa e assunto in un parco divertimenti per l'apertura stagionale. A Joyland Dev scopre il piacere del sorriso dei bambini, la soddisfazione del duro lavoro, l'amicizia, ma anche l'ingiustizia di un delitto rimasto impunito e i brividi del mistero: nel Castello degli Orrori del parco, infatti, si dice si aggiri il fantasma di Linda, sgozzata nello stesso tunnel da uno sconosciuto mai ritrovato.
Elegiaco, essenziale e commovente (oltre a essere ambientato anch'esso nel periodo estivo) è invece il classicissimo Il buio oltre la siepe di Harper Lee: nell'Alabama della Grande Depressione, ancora anacronisticamente squarciata al suo interno dalle conseguenze dell'abolizionismo, la piccola Scout, sei anni, e il fratello Jem, di dodici, incontrano per la prima volta il lato oscuro della comunità in cui sono nati e cresciuti, avvelenata dal razzismo e dal pregiudizio, quando al padre Atticus, avvocato, viene assegnata la difesa di Tom Robinson, onesto lavoratore di colore ingiustamente accusato di tentata violenza sessuale ai danni di una donna bianca.

Un imperdibile affresco dell'Alabama degli anni '30, contemplata dagli occhi di due innocenti messi per la prima volta a contatto con ingiustizie irreparabili e domande senza risposta.
E per terminare con un terzo consiglio a tema estate, Il dio delle piccole cose di Arundhati Roy, la storia dei gemelli Estha e Rahel, ambientata nell'arco di un trentennio ma concentrata soprattutto nell'estate del 1969. Sono Piccole e Grandi Cose quelle che accadono a Estha e Rahel nell'estate del '69, dal pomeriggio in cui, fuori dalla sala cinematografica in cui Ammu, la prozia Baby Kochamma e Rahel guardano Tutti insieme appassionatamente, Estha viene molestato dall'Uomo delle Aranciate, fino al momento in cui viene Restituito al padre. Sono Piccole e Grandi Cose che vengono raccontate in una storyline ingarbugliata, Piccole e Grandi Cose come tessere di un puzzle smontato che rivela la sua bellezza solo alla fine


Secondo Antonio, l'arrivo dell'estate non è una scusa per lasciare che anche l’intelletto vada in vacanza, anzi, è proprio nel periodo estivo che si ha si ha tempo per letture di maggiore spessore. Pertanto il suo consiglio è il libro che più gli è piaciuto fra quelli letti in quest’ultimo anno: Il senso di una fine di Julian Barnes. La fine di cui si accenna nel titolo non è quella della vita, ma quella di un amore. Perché Veronica Ford ha lasciato tanti anni prima Tony Webster? E perché la madre di Veronica, che Tony a malapena conosceva, l’ha ricordato nel proprio testamento con un lascito di 500 sterline e il diario del suo migliore amico? E’ questo un libro piacevolmente scorrevole che avvince più di un giallo e che, dopo averlo letto, viene voglia di rileggere. E’ anche vincitore del Man Booker Prize 2011.


Ecco invece le tre proposte di Mara. Partiamo da Irène Némirowsky e dal suo Siamo stati felici. Con questo titolo sono riuniti in un unico volume (che porta il titolo di uno di essi), nove racconti finora inediti in Italia, tutti incentrati su una figura femminile. Apparsi in Francia nel periodo 1933/1942, anno della tragica scomparsa ad Auschwitz della grande scrittrice ebrea di origine ucraina, e contemporanei di opere più impegnative e famose come l'Affare Kurilov, Il vino della solitudine, I cani e i lupi, offrono indimenticabili ritratti di donne assai diverse tra loro come età, esperienze, sensibilità, ma tutte ritratte dalla penna dell'Autrice negli attimi in cui riflettono sulle proprie esperienze d'amore. Amore incontrato e perduto, per lo più rimpianto, in quel tempo di felicità che non ritorna; desideri travolgenti, ma pure aspirazione ad un attimo di piacere quieto e sereno preferito, ma solo per poco, alla passione che ti prende l'anima. Una prosa limpida, dalle mille sfumature, che parla al cuore, all'intimo, rivelandolo come un universo senza confini.
La seconda proposta è L'albero dei fiori viola di Sahar Delijani. Primo, potente romanzo dell'autrice, trae il titolo dalla jacaranda, un albero dagli stupendi fiori viola, Sahar alterna fantasia e realtà; traendo ispirazioni dalle drammatiche vicende della sua famiglia, ci rende vicino e familiare un popolo affamato di vita e libertà, coraggiosissimo, che merita in pieno il sostegno dell'Occidente, purtroppo conformista e distratto.L'opera è stata presentata all'ultimo Salone Internazionale del Libro di Torino riscuotendo un grande successo.
E infine Undercover, Niente è come sembra di Roberto Riccardi.
Si tratta di un romanzo dal ritmo incalzante, scritto con il realismo di chi ha vissuto certe esperienze sul campo, dove il lettore si appassiona subito alle vicende di Rocco Liguori e Nino Calabrò, cresciuti insieme in un piccolo paese dell'Aspromonte, ma le cui esistenze prenderanno ben presto strade diverse. Una storia che ci coinvolge nella vita durissima degli agenti sotto copertura, uomini sul filo del rasoio, in missione dietro le linee del campo nemico.


Morwen sceglie invece un percorso particolare per i suoi consigli. Le vacanze estive spesso sono il periodo in cui ci si prende una lunga pausa dai programmi televisivi che ci hanno tenuto compagnia durante l'anno. Possono essere, però, un'ottima occasione per dare un'occhiata a cosa andrà in onda prossimamente attraverso i libri da cui è stata tratta. Ecco allora due proposte tratte direttamente dalla programmazione tv d'oltreoceano.

Il 24 giugno è andata in onda negli Stati Uniti la prima puntata di Under the Dome, la serie televisiva tratta da The Dome di Stephen King. Una gigantesca cupola appare all'improvviso in una giornata qualsiasi, separando la cittadina di Chester's Mill, nel Maine, dal resto del mondo. Mentre si cerca una soluzione e il tempo passa gli abitanti si ritrovano a dover fare i conti con la gestione passata della cittadina, alcuni eventi inquietanti e lotte di potere intestine. Un romanzo che si legge rapidamente, a dispetto delle sue oltre 1.000 pagine, e che è incredibilmente adatto all'ozio estivo.
Non si sa quando andrà in onda, ma stando alle parole dello stesso autore, la rete televisiva americana HBO sta portando avanti il progetto di una serie televisiva tratta da American Gods di Neil Gaiman. L'ex carcerato Shadow viene assunto come guardia del corpo da un misteriosissimo committente che si fa chiamare Signor Wednesday. Si troverà invischiato in una storia ben più grande di lui, che ruota attorno alla domanda "Che cosa accade ai vecchi dèi della mitologia quando le persone smettono di credere in loro?". Da leggere assolutamente, non solo in vista di una futura trasposizione televisiva: Neil Gaiman ha infatti annunciato che presto sarà pubblicato anche un sequel del romanzo del 2001.


Eccoci arrivati alla fine di questa tornata con i suggerimenti di Polyfilo. Per dimenticare il caldo un'idea potrebbe essere ritrovarsi nel gelo della periferia di Charkov, nella Russia profonda post-staliniana, dove nasce l'epopea fallita del dissidente post sovietico Eduard Limonov, poeta beatnik, scrittore spregiudicato e infine attivista politico e teorico del dissenso nella stagione di Putin. Dalla partenza durante l'era brezneviana per New York, dove l'ego dello scrittore in erba viene messo a dura prova e dove avviene il debutto letterario ufficiale con 'Il poeta russo preferisce i grandi negri', ben presto il sogno americano evapora; il successo arriva come intellettuale à la page all'ombra della Tour Eiffel. Da lì, insoddisfatto di quella situazione di tranquillità borghese, il protagonista si tuffa prima nei conflitti balcanici della ex-Jugoslavia, poi nel calderone ribollente della dissidenza russa, decidendo di tornare stabilmente in madrepatria. La sua decisione

di schierarsi contro il potere economico costituito degli oligarchi, poi trasformatosi nell'autocrazia con parvenze democratiche di Putin, e di fondare il Partito Nazional Bolscevico, minoritario e nostalgico per vocazione, lo porterà ancora sulla sponda dei marginali e dei bastian contrari, con la conseguenza di finire agli arresti in Siberia nei nuovi gulag, come il magnate Chodorkovskij.
Dalla steppe dell'Asia centrale, andata e ritorno, Limonov di Emmanuel Carrère offre un'avventura umana entusiasmante e una panoramica contemporanea e acuta sugli sterminati paesaggi umani, sociali e geografici del colosso russo nella sua nuova vita dopo il crollo dell'URSS comunista.
Per abbassare la temperatura e provare anche qualche brivido di freddo un altro metodo potrebbe essere, tradizionalmente, un bel thriller. Sotto i venti di Nettuno è una delle avventure della saga dello strambo commissario Adamsberg, creatura della penna dell'archeologa francese Fred Vargas, dalla trama complessa e articolata, che si snoda per quasi quattrocento pagine, senza che la lunghezza, non proprio usuale per un giallo, risulti eccessiva, anzi. Dalle nebbie dell'adolescenza profonda trascorsa in un villaggio sui monti Pirenei emerge un fantasma, di cui non è ben chiaro se Adamsberg sia più vittima o persecutore. Una scia di omicidi si perde nella notte dei tempi, in un abisso la cui origine è oscura e misteriosa, e coinvolge l'ispettore su tutti i fronti, un fratello perduto, un amore infranto che riappare inaspettatamente e con prole al seguito, un viaggio nelle gelide desolazioni dell'ex colonia canadese. Grazie al fido Danglard, il fedele capitano, e alla falsamente innocua Retancourt, Adamsberg riesce a sfuggire alle trappole insidiose del tridente e a combattere gli spettri del passato ad armi pari. Divertente il modo in cui viene tradotto il dialetto 'quebecoise' in italiano, malinconico e intimo lo squarcio che si apre sulla
provincia francese e tanti suoi piccoli personaggi, come la nonnina esperta di cyberhacking, tutto sommato simpatico il protagonista, una volta che si è presa confidenza con le insolite geometrie della sua bellezza somatica e del suo carattere spigoloso.
Per dare un'alternativa rinfrescante un libro per ragazzi, anche se un po' cresciuti, come Il più grande uomo scimmia del Pleistocene può essere l'ideale. Con una bella dose del sottile humour britannico Roy Lewis dimostra che anche nell'età della pietra c'era spazio per la conversazione borghese, le beghe coniugali e famigliari, i dibattiti fraterni su progresso e tradizione e in definitiva che l'uomo delle caverne non era poi così lontano, almeno concettualmente, dalle luci della modernità. 'Nil sub sole novi': anche allora chi voleva introdurre cambiamenti era destinato a scontrarsi con la fiera opposizione dei laudatores temporis acti, anche allora le convenzioni sociali erano spesso di ostacolo all'espressione degli individui e anche allora, nella finzione romanzesca, i rapporti tra uomini e donne erano filtrati e gestiti in modo mai del tutto trasparente. In realtà la scelta di Lewis, che è quella di descrivere l'età della pietra secondo canoni più o meno assimilabili a quello della società britannica a lui contemporanea, ha anche il pregio di presentare al lettore la non banale ovvietà che ogni epoca percepisce se stessa come l'avamposto della civiltà moderna, considerando le generazioni passate come quelle dei cavernicoli, oltre al merito indubbio di rendere, con i toni edulcorati e quasi didascalici ma molto fiabeschi, più vicina al lettore una realtà dalla quale al massimo ci arrivano delle selci e delle ossa carbonizzate. Da leggere con il sorriso a fior di labbra sotto l'ombrellone e con tono da favola della buonanotte, la sera, anche ai più piccoli.


E con questo abbiamo terminato la prima parte dei nostri consigli per le vostre letture sotto l'ombrellone. Tenete d'occhio il nostro blog per la seconda parte dell'articolo, presto su queste pagine!

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