5 dicembre 2013

Un gioco da ragazzi - Emilio De Filippo

Sergio, assieme ad altri due balordi, mette a segno il colpo della sua vita: una rapina alla banca della città. Nel contempo, suo figlio Luca, un sedicenne con la testa perennemente fra le nuvole, si fa trascinare dal compagno di banco Carlo in un'assurda messa in scena. Per qualche strana coincidenza gli stralunati piani di padre e figlio finiranno con l'intrecciarsi non proprio come previsto...




Recensione

Ambientato tra le valli dell’Appennino Tosco-Emiliano, in mezzo al nulla di piccoli paesi e boschi, i protagonisti cercano tutti di sfuggire alla vita mediocre in cui si trovano intrappolati, ma con risultati piuttosto scarsi.
Sergio, Aldo e Nicola, piccoli malviventi, tentano il colpo grosso rapinando una banca, ma il denaro si rivela meno del previsto: ciascuno di loro aveva immaginato di cambiare per sempre stile di vita e invece si ritrovano a nascondersi in un casolare e a correre nuovi rischi per far fruttare il magro bottino. La vicenda narrata da De Filippo prende inizio proprio dalla rapina, occasione per fare la conoscenza con i tre rapinatori, per poi ampliarsi sino a inglobare i loro familiari, conoscenti, amici e nemici, una folla di personaggi che vivono, o meglio si sentono, ai margini della vita “vera”, quella che ciascuno di essi sogna e desidera, il cui denominatore comune è di non coincidere con il presente, ma piuttosto con un futuro vago carico di felicità e gratificazioni. Questa moltitudine è la protagonista del romanzo e De Filippo ci racconta come la ricerca spasmodica della felicità futura porta a trascurare le piccole gioie che la vita presente già offre sino a quando il distacco dalla realtà è tale da diventare un rischio con conseguenze totalmente impreviste.
L’idea di fondo è incarnata da personaggi troppo stereotipati per essere credibili: il ragazzo bruttino e imbranato, ma sensibile, innamorato della più bella della scuola, che spera di conquistare quando sarà uno scrittore di successo; l’adolescente ricco e viziato che cerca le emozioni forti; il guru quarantenne che, dopo aver provato tutto nella vita (giocatore professionista di poker, guida di safari, gestore di un negozio di animali, truffatore) decide di vivere senza legami e senza padroni; l'affascinante immigrata russa vittima di maltrattamenti in grado di suscitare folli passioni in tutti gli uomini che la guardano; la ragazza bella che cerca di dimostrare soprattutto a se stessa di avere una sua personalità; il tipo violento, amante delle arti marziali e delle belle auto.
Il tono del racconto si mantiene lieve e scanzonato per tutto il romanzo, anzi, le vicissitudini dei diversi protagonisti scivolano via senza suscitare particolari emozioni. All’improvviso tutto cambia: la tonalità emotiva, lo stile del racconto con eventi che si susseguono incalzanti e situazioni che precipitano. Si è giunti finalmente a scatenare nel lettore emozioni e curiosità per la piega imprevista che prendono gli eventi. Ma è solo un bluff, perché è tutto concentrato nelle ultime dieci pagine: probabilmente un migliore bilanciamento della tensione emotiva mi avrebbe convinta a dare tre stellette piene. La lettura di questo romanzo scorre veloce sino all’ultima pagina, non senza qualche perplessità, ma regalando comunque ore gradevoli, almeno sino alle ultime dieci pagine; a quel punto la sensazione netta è quella di una melodia gradevole, magari con qualche ripetizione, che termina bruscamente con una serie di note stonate, come se l’esecutore, dopo averla tirata per le lunghe, si sia stufato e abbia deciso di cambiare registro ma senza riuscire a sviluppare il nuovo tema.

Giudizio:

+2stelle+ (e mezzo)

Dettagli del libro

  • Titolo: Un gioco da ragazzi
  • Autore: Emilio De Filippo
  • Editore: Meligrana Giuseppe Editore
  • Data di Pubblicazione: 2013
  • Collana: Narrativa inclusa
  • ISBN-13: 9788868150037
  • Pagine: 269
  • Formato - Prezzo: Brossura - € 13,00

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