15 luglio 2017

Palazzo Yacoubian - ʿAlāʾ al-Aswānī

Costruito negli anni trenta da un miliardario armeno, Palazzo Yacoubian contiene in sé tutto ciò che l'Egitto era ed è diventato da quando l'edificio è sorto in uno dei viali del centro. Dal devoto e ortodosso figlio del portiere, che vuole entrare in polizia ma che finirà invece a ingrossare le già folte milizie islamiste, alla sua fidanzata, vittima delle angherie dei padroni; dai poveri che vivono sul tetto dell'edificio e sognano una vita più agiata al gaudente signore aristocratico poco timorato di Dio e nostalgico dei tempi di re Faruk che indulge in piaceri assolutamente terreni; dall'intellettuale gay con la passione per gli uomini nubiani, che vive i suoi amori proibiti neanche troppo clandestinamente, all'uomo d'affari senza scrupoli del pianterreno che vuole entrare in politica. Ciascuno di questi personaggi si ritroverà a compiere delle scelte: quale ne sia l'esito, sarà il lettore a deciderlo. Ognuno interpreta una sfaccettatura del moderno Egitto dove la corruzione politica, una certa ricchezza di dubbia origine e l'ipocrisia religiosa sono alleati naturali dell'arroganza dei potenti, dove l'idealismo giovanile si trasforma rapidamente in estremismo e dove ancora prevale un'immagine antiquata della società. Campeggia in questo romanzo la denuncia dei costumi inquinati, della politica egiziana e dei movimenti islamisti, una denuncia tanto cara ad al-Aswani che oggi è uno degli esponenti di punta del movimento di opposizione Kifaya

Recensione

Breve raccolta di frammenti di vita del Cairo e in sintesi dell’Egitto intero, Palazzo Yacoubian è una versione aggiornata del Karnak Cafè o del Vicolo del mortaio, opere tra le più note del nobel egiziano Nagib Mahfouz: i temi, le atmosfere, le situazioni sono in molti casi simili, a volte anche identici. Cambia il contesto politico, perché – anche se è difficile accorgersene leggendo il libro – le storie del palazzo cairota sono ambientate ai tempi della Prima Guerra del Golfo, quindi nel 1991. Ma non cambia l’ambiente, la società egiziana nelle sue varie fasce e nei vari stili di vita, più o meno arretrati o occidentalizzati; e di questa società il libro disegna uno spaccato vitale e nitido, anche se a tratti didascalico.

L’espediente – che appare forse un po’ forzato – è legato al palazzo del titolo: costruito ai tempi d’oro della capitale di un regno allegramente laico e ruggente da un ricco possidente armeno, pronto a rifugiarsi in Svizzera con le sue fortune non appena si delinea all’orizzonte la dittatura militare di stampo socialista di Nasser nel 1952, il palazzo Yacoubian testimonia direttamente la decadenza della vita mondana cairota con il suo degradarsi da residenza chic ad alloggio semipopolare, nel quale esponenti della buona società convivono gomito a gomito con derelitti e sbandati senza prospettive di miglioramento.

Si incrociano, tra il terrazzo sovraffollato e la portineria, tra i negozi del piano stradale e gli ampi appartamenti dei piani alti, le storie di un decrepito dongiovanni dei bei tempi andati dedito a sperperare i capitali correndo dietro alle gonne e costretto a litigare furiosamente per questo con la vecchia megera che è diventata sua sorella; di un giovane spiantato ma meritevole per la sua dedizione allo studio che vede svanire a causa delle umili origini la possibilità di una carriera nei ranghi delle forze di Polizia e per questo si avvicina ai Fratelli Musulmani, gruppo di fondamentalisti; di un cristiano copto, mutilato e abile nello sfruttare la sua menomazione insieme al fratello, altrettanto subdolo, che inizia una scalata al potere condominiale partendo da una botteguccia da camiciaio senza farsi scrupolo di sfruttare anche i bisogni materiali di una ragazza che vive sul terrazzo, costretta dalla condizione di orfana e dalla sua avvenenza a scendere a compromessi carnali per mantenere la madre anziana e i numerosi fratelli. Ma i tipi umani non lasciano scoperto alcuno spazio nella multiforme gamma di possibilità: non mancano il giornalista intellettuale omosessuale, allevato nella cultura occidentale, con una passione per i giovani militari nubiani e l’imprenditore con tanto di pelo sullo stomaco che decide di buttarsi in politica per proteggere e sviluppare la sua rete di affari. Troviamo anche, agli estremi opposti, lo sheyk integralista, che predica la jihad come rimedio a tutti i mali dell’Egitto, e varie figure di ufficiali di polizia dediti alla tortura, al rapimento e allo spregio di ogni diritto umano, in stile ‘Fuga di mezzanotte’.

Scritto nel 2002 con riferimenti alla realtà di circa un decennio prima, quando il generale Hosni Mubarak era ancora saldamente al potere, ‘Palazzo Yacoubian’ conosce una rapidissima diffusione – diventa anche un film – per la sua forte dose di realtà e per la componente di cronaca viva, perfettamente plausibile anche nella situazione odierna, con le vicende del terrorismo, della primavera di Piazza Tahrir che ha portato alla fine del regno di Mubarak e all’instabilità politica della felpata dittatura attuale, con un regime poliziesco che non va affatto per il sottile, come purtroppo ci ha recentemente mostrato la dolorosa vicenda di Giulio Regeni.

Forzato, forse, nel tentativo di costruire intorno a un palazzo le varie identità dell’Egitto moderno attraverso le figure dei condomini, elementare, per certi versi, nel mostrare come l’ingiustizia sociale e la corruzione politica siano responsabili del diffondersi dell’integralismo islamico e dell’estremismo jiahdista, scontato, a tratti, nello stabilire legami semplici e diretti tra dinamiche sociali e destini individuali, il romanzo di al-Aswānī offre però la freschezza e la vitalità di un punto di vista laico e spassionato che riesce a raccontare, come dimostra anche il successo riscosso nel mondo arabo, le anime tormentate ma non sempre destinate all’infelicità – ne è un esempio l’amore improbabile e sincero del vecchio damerino Zaki e la giovane traviata Buthayna – di un Egitto che sta iniziando adesso la sua corsa verso un futuro incerto e imprevedibile.

Giudizio:

+3stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Palazzo Yacoubian
  • Titolo originale: ʿImārat Yaʿqūbīān
  • Autore: ʿAlāʾ al-Aswānī
  • Traduttore: Bianca Longhi
  • Editore: Feltrinelli
  • Data di Pubblicazione: 2007
  • Collana: Universale Economica, 1988
  • ISBN-13: 9788807819889
  • Pagine: 215
  • Formato - Prezzo: paperback - Euro 9,00

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