13 maggio 2016

Rock oltre Cortina - Alessandro Pomponi

Nel secondo dopoguerra l'Europa ha vissuto anni difficili, segnati dalla contrapposizione ideologica e politica tra i paesi dell'Ovest e quelli dell'Est. Ma in quegli stessi anni, anche al di là della Cortina di Ferro, è esplosa la musica rock: una forma culturale universale, fino ad allora sconosciuta, che prendendo le mosse da Elvis Presley e dai Beatles si è incarnata in innumerevoli forme realmente rivoluzionarie, come beat, psichedelia e progressive, catalizzando l'energia e la creatività di milioni di giovani in tutto il mondo. Questo libro racconta per la prima volta le vicende di coloro che, tra mille difficoltà, cercarono di proporre musica rock negli anni '60 e '70 nei paesi che nel dopoguerra finirono sotto l'influenza comunista dell'Unione Sovietica e afferirono al Patto di Varsavia: Cecoslovacchia, Ungheria, Romania, Repubblica Democratica di Germania, Polonia e Bulgaria. Una storia fatta di battaglie quotidiane con le autorità e con la censura, punteggiata di ostacoli duri da superare e di lotte burocratiche contro un sistema ottuso e conservatore, ma anche e soprattutto una storia di successi e di grandi realizzazioni artistiche.

Recensione

Ufficio distrettuale della polizia del popolo di Lipsia
sezione K commissariato I/2
Lipsia 5.3.1965

Nell'anno 1964 sono stati fondati nella città di Lipsia alcuni gruppi musicali giovanili da ballo. Questi gruppi musicali dilettanti cercano di interpretare musica nel cosiddetto “stile Beathle”. [sic] Ne fanno parte i gruppi “The Butlers”, “The Shattlers”, “The Starlets”, “Guitar-Men” e “Shake-Hands”.
A eccezione del gruppo “Shake-Hands”, tutti gli altri gruppi sono stati autorizzati dall'ufficio per le attività culturali del Consiglio Comunale di Lipsia in quanto gruppi musicali da ballo dilettanti.
Questi gruppi hanno una popolarità che si estende fino alla città di Lipsia e dintorni.
Il contegno e l'atteggiamento dei singoli gruppi durante le esibizioni di danza a nostro avviso perseguono l'obiettivo di condurre all'estasi i giovani lì presenti. L'interpretazione dei brani musicali viene eseguito in maniera tale (volume eccessivamente alto) che ne derivano risse per futili motivi, comportamenti teppistici e conseguente danneggiamento di beni materiali. Ciò viene inoltre favorito dal fatto che gli spazi destinati alle esibizioni sono regolarmente affollatissimi.
Tramite la sorveglianza di consimili esibizioni e le indagini delle commissioni si è potuto stabilire che ognuno dei gruppi dispone di un determinato seguito di spettatori. A essi appartengono i parte giovani pregiudicati e a rischio. […]
Sulla base delle rielaborazioni (sinora non ufficiali) di quanto osservato, si può valutare che lo stile e l'atteggiamento dei membri del gruppo musicale siano un'espressione o meglio un sintomo di azione di disturbo politico-ideologica.
Il punto di partenza per le violazioni è da ricercarsi in gran parte nello stile musicale dei gruppi. Il formarsi di raggruppamenti,in particolar modo quelli composti da sostenitori dei gruppi musicali più in voga, ha regolarmente dato luogo a violazioni che hanno reso necessario l'intervento della Polizia Popolare. (pagg. 342-343)

Il nome “Illés” vi dice nulla? Oppure quello dei “Modrý efekt”? “Niebiesko-Czarni” vi fa suonare qualche campana? No? Più che legittimo, ma sappiate che se siete amanti della musica anni '60-'70 avete l'obbligo morale di andare a conoscere questi gruppi e, più in generale, tutto il movimento rock, beat, progressive e psichedelico che si sviluppò al di là del muro.

Nonostante i divieti e con i dovuti distinguo nazione per nazione - quello che ho riportato ad inizio recensione è un rapporto proveniente dalla Germania dell'Est, uno dei paesi più repressivi -, nei paesi del Blocco ci furono musicisti che nulla avevano da invidiare a quelli occidentali, paradossalmente grazie anche all'imposizione del permesso di esibizione che veniva dato, previo esame, solo a chi riusciva a far valere le proprie capacità artistiche.
Un altro paradosso risiede nel fatto che, nonostante siano stati ispirati dall'occidente, i gruppi dell'Est Europa riuscirono a non essere semplicemente dei cloni derivativi proprio grazie ai divieti e alle limitazioni imposte dai regimi: non potendo ascoltare musica occidentale se non in maniera limitata o fuori legge, riuscirono a fare geniali, genuine, talvolta ingenue ma quasi sempre estremamente personali rielaborazioni del rock, attingendo alle tradizioni locali e alla propria lingua madre per raggirare le censure.

Attraverso un enorme lavoro di ricerca Alessandro Pomponi ha creato un valido compendio gettando luce su una branca della musica rock rimasta oscura anche agli appassionati.
Minuzioso e appassionato, senza connotazioni politiche che avrebbero potuto rovinare l'intento stesso della riscoperta musicale, Rock oltre Cortina è un libro ricco di aneddoti e storie di band misconosciute e personaggi assurti ad eroi locali – caso di Imre Nagy, il Jimi Hendrix ungherese che poca fortuna ha avuto in vita - che ha l'unico limite nell'interesse che, un po' pregiudizialmente, può suscitare l'argomento trattato.
Un saggio originale e completo, consigliato a chi è appassionato di un genere che ha segnato la storia della musica e vuole scoprire nuovi nomi da affiancare ai mostri sacri occidentali.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Rock oltre Cortina
  • Autore: Alessandro Pomponi
  • Editore: Tsunami Edizioni
  • Data di Pubblicazione: Febbraio 2016
  • ISBN-13: 9788896131848
  • Pagine: 400
  • Formato - Prezzo: Brossurato - 22,00 Euro

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