8 maggio 2016

Lettere fra l'erba - Clara Cerri

Isabella cerca di ricostruire il volto di una madre che non ha mai conosciuto dai ricordi degli amici di lei, dalle lettere di un'amica lontana, dallo stesso bisogno di amore e di bellezza che sente crescere dentro di sé. Lentamente si farà strada tra i rimorsi e i silenzi di suo padre e di tutti quelli che la circondano, attraverso momenti di rabbia e di sconforto, per trovare la sua verità su Ilaria, sua madre, e sulla storia d'amore che ne ha segnato la vita. «Ha perso sua madre, persa e basta, come si perdono i palloncini, e non tutti perché volano in cielo. Ha perso gli anni per vederla invecchiare e lo spettacolo del coraggio che sognava di mostrare, coraggio che doveva arrivare dove non poteva l'amore, solitudine dove il pensiero di poter tornare a essere felici fosse lasciato vivere, in fondo agli occhi, per farli belli e verdi. Ha perso l'infanzia, che è finita. Ma le risate, quante risate ha fatto, quante volte in quattro mesi l'ha fatta ridere quell'uomo che il sogno maldestro ringiovanisce? Forse più di quelle che sua madre immaginava, ed è bello pensarlo».

Recensione

È una girandola di emozioni e di vissuti intersecati quella che ci propone Clara Cerri con la sua nuova opera.
Non si limita a descrivere un’esistenza, ma nel suo insieme ci racconta un’intera epoca e le sue ripercussione all’interno delle vite dei protagonisti e dei loro figli. Da un lato ritroviamo Ilaria, una donna che si trascina nei decenni della giovinezza, tra le occupazioni universitarie e il suo gruppo di amici storici, e che cerca disperatamente di trovare una sua dimensione personale attraverso i sentimenti irrisolti della sua giovinezza.
Dall’altro lato, ai giorni nostri, c’è invece Isabella, che non ha potuto conoscere sua madre ma che, all’età di sedici anni, si riappropria dei suoi affetti e ricompone il collage emotivo proprio di Ilaria lasciato prematuramente in sospeso.

Il tema principale -secondo me- di tutta la storia è proprio la ricerca, non solo delle emozioni primigenie e interne, ma delle proprie aspirazioni, che un po’ permea il vissuto delle due donne, e che traspone quest’opera a metà strada tra il genere romantico e quello introspettivo. Un altro aspetto caldo è proprio il mondo delle relazioni interpersonali e come a volte i desideri delle persone non si realizzino, con gli anni, nella quotidianità: tutti quanti abbiamo modo di sperimentare dei rapporti che rimangono al limite, con un desiderio estremo e nel contempo una vita che invece si mette di traverso, pretendendo altro da noi.
In questa prospettiva Antonio e Ilaria, per sempre legati, amanti ma mai coniugi, riescono comunque a emergere con forza tra le pagine, tra i loro picchi passionali e le rinunce a cui volontariamente si sottopongono, per far strada al senso di colpa e alla famiglia o alle prospettive professionali. Un dilemma, quello delle scelte, che suscita empatia in chi legge: le scelte non vengono spiegate passo per passo ma mostrate, a volte con un truce senso del reale, cosicché il lettore ha modo di condividerle, di capire e compatire i personaggi che si muovono nella tela ambientale e sociale della storia, sui diversi piani temporali che si intersecano attraverso lettere, racconti e scoperte che via via la giovane Isabella fa nel suo percorso, risalendo suo malgrado i fili del passato di sua madre per il bisogno introspettivo di comprendersi e vivere andando oltre.

I personaggi principali sono ben delineati, ma anche l’ambientazione tutta italiana riesce a far vivere nella lettura le scene in modo intellegibile e diretto, facilitando il senso di comunione con la storia.
La forma del testo si alterna con narrazioni del passato a quelle magari del presente, in un meccanismo aritmico che comunque interseca a perfezione le varie tessere del puzzle in modo da rendere il risultato finale armonico e coerente con tutta la storia che abbraccia la gioventù di allora alla gioventù di oggi, evidenziando sì le differenze di vita e di prospettive, ma anche le assonanze. Sono presenti numerose incursioni narrative per spiegare l’intimo dei personaggi, che a volte un po’ disturbano la lettura, soffermandosi troppo su taluni dettagli che potevano già evincersi senza la didascalia, ma in termini generali, a parte qualche lato da smussare a livello di editing, la storia prosegue fitta e ricca fino alle ultime pagine, mantenendo alta la tensione del lettore che vuole scoprire le reazioni e giungere alla soluzione finale.

A livello di stile non si riscontrano particolari pecche, a parte quelle già esternate, il ritmo è abbastanza buono e conforme ai tempi della storia, il colloquiale si mescola con l’edulcorato rendendo la narrazione elegante, ma mai ampollosa.

Lettere fra l’erba è di certo un’opera capace di suscitare interesse in chi legge, che propone delle dinamiche note a tutti ma sulle quali vale la pena concentrarsi, perché senza fronzoli riesce a stimolare riflessioni che fuoriescono dalle esperienze dei protagonisti per divenire proprie del lettore. Una lettura delicata e da dedicare a chi vuole dare un senso alla propria esistenza, partendo proprio da quelle comuni di persone come Ilaria, Isabella, Vincenzo, Antonio e tutti gli altri. Vicissitudini estreme, nette, ma comunque interessanti nella loro globalità.

Giudizio:

+3stelle+ (e mezzo)

Dettagli del libro

  • Titolo: Lettere fra l'erba
  • Autore: Clara Cerri
  • Editore: Lettere Animate
  • Data di Pubblicazione: 2016
  • Collana: Narrativa
  • ISBN-13: 9788868826666
  • Pagine: 293
  • Formato - Prezzo: € 1,99

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