27 agosto 2009

Maigret e la casa del giudice - Georges Simenon

«Un attimo dopo l’inverosimile accadde. L’uomo era di nuovo lì, curvo su una lunga massa che trascinava nel fango.
«Doveva essere pesantissima. Fatti quattro metri si fermò a riprendere fiato. La porta di casa era rimasta aperta. Mancavano ancora venti o trenta metri al mare.
«“Ah...”.
«Intuirono quel gemito e lo sforzo di tutti i muscoli. La pioggia continuava a cadere. Aggrappata alla manica di Maigret, la mano del doganiere tremava in modo convulso.
«“Vede!...”.
«Eh sì! Era andata proprio come aveva detto la donna e come il doganiere aveva previsto. L’ometto era senz’altro il giudice Forlacroix. E quello che trascinava nel fango era certamente il corpo inerte di un uomo!».

Recensione

Maigret è stato allontanato da Parigi. E' caduto in disgrazia agli occhi di alcuni superiori che hanno deciso di confinarlo in Vandea, nel paesino di Lucon. I giorni sembrano non passare mai, la noia e la gente del villaggio, poco incline al crimine così come all'immaginazione, lo stanno lentamente consumando. Il tedio e la lentezza sembrano pervadere i minuti infiniti ed inesorabili che compongono le giornate di Maigret fino alla mattina in cui un'anziana signora di nome Didine si presenta in commissariato. Didine é risoluta e decisa a parlare solo con l'ispettore Maigret. Lei e il marito, entrambi pensionati residenti a Concarneau, ritengono infatti di essere gli unici testimoni oculari di un crimine efferato avvenuto addirittura nella casa del giudice Forlacroix. Naturalmente, il dubbio che Didine e il marito, un ex doganiere, abbiamo lasciato libero sfogo alla fantasia è molto consistente. Tuttavia, la speranza di potersi nuovamente imbattere in un'indagine per omicidio è ancora più forte.
Maigret decide quindi di seguire Didine a Concarneau per farsi un'idea degli avvenimenti, spesso anche violenti, che posso celarsi sotto l'apparente scorrere ozioso della vita di provincia. Lasciatosi convincere dal proprio istinto e, soprattutto dalla necessità di un'indagine vera e propria, il commissario accetta di appostarsi insieme a Monsieur Hulot, l'anziano marito di Didine, per vedere se effettivamente il giudice Forlacroix ha in programma di occultare un cadavere. Col favore delle tenebre e della pioggia sottile e persistente della Vandea, il commissario e l'ex doganiere, scorgono il giudice mentre trascina verso il mare un sacco nero contenete un corpo. Ma perché un uomo rispettabile come Forlacroix sta tentando di sbarazzarsi dei resti di un uomo inerme? Cosa nascondono l'agio e la rispettabilità della sua casa. Perché mettere a rischio la propria carriera e la propria reputazione, nel caso in cui l'omicidio sia stato commesso da altri? Perché Forlacroix ha accettato di compromettersi fino a questo punto? Ma, soprattutto, per chi? Inizierà così, scandita da queste domande, l'indagine di Maigret in Vandea. Un'inchiesta che lo porterà attraverso i segreti, i falsi pudori e le menzogne della vita di provincia, con la sua calma apparente e i suoi vortici nascosti. Dopo un'indagine complessa e non priva di colpi di scena, il commissario riuscirà a giungere alla verità. Ma sarà una scoperta amara, una consapevolezza con cui Maigret deve troppo spesso confrontarsi: la forza disperata degli affetti.

La casa del giudice è uno dei gialli di Maigret che preferisco. L'intensità della narrazione e la complessità della trama ci riportano ai grandi romanzi di Simenon. Di questo libro ho amato soprattutto l'atmosfera piovosa e ovattata della Vandea: le usanze della gente nata e cresciuta nei villaggi costieri, le tradizioni secolari, la saggezza e l'armonia con la natura; il rispetto per il mare, tanto amato e fonte di sopravvivenza quanto temuto; villaggi in cui la vita sembra scorrere seguendo i ritmi di un tempo appartenente a un secolo diverso, destinato a non mutare mai. Seguendo codici comportamentali e linguistici differenti: ciò che non si dice sembra avere un impatto ancora più potente di ciò che viene detto. Si parla con lo sguardo, ci si racconta intere storie unicamente guardandosi negli occhi, lasciandosi ad intendere. Purtroppo, chi non parla questo "linguaggio" dalla nascita si sente immancabilmente tagliato fuori. Non riesce a comunicare. Ma ecco emergere la figura "dell'interprete", o meglio, "degli interpreti",nelle persone degli anziani coniugi Hulot, che guideranno Maigret attraverso i difficili e fraintendibili significati delle parole, ma soprattutto dei silenzi, della gente di Concarneau. Con grande fatica, il commissario parigino esiliato nella provincia più remota riuscirà a farsi accordare dalla gente del luogo la fiducia necessaria per portare avanti la propria indagine fino a giungere alla verità.
Tuttavia, una difficoltà in più attende Maigret: l'indagine coinvolge la famiglia più potente del luogo, i Forlacroix. L'omicidio è infatti avvenuto nella loro dimora patrizia e il primo cittadino in persona è stato scoperto mentre tentava di liberarsi del cadavere. Il cuore stesso di Concarneau viene quindi minacciato. Le resistenze si sommano, le alleanze secolari del villaggio si stringono e si consolidano e a Maigret, talvolta, sembrerà di dover scalfire il granito per ottenere una parola, un'indicazione. Ed ecco allora che il mistero s'infittisce, il villaggio sembra aver scelto il proprio capro espiatorio: uno straniero. Tutto purché le abitudini e i ritmi di generazioni non vengano intaccati. Tutto purché l'onore della famiglia più potente rimanga intatto. Eppure Maigret riuscirà a comprendere ciò che in realtà si cela dietro un omicidio apparentemente inspiegabile e, non senza amarezza, porterà alla luce una verità tanto scomoda quanto dolorosa.

Dettagli del libro

  • Titolo: Maigret e la casa del giudice
  • Titolo originale: La maison du juge
  • Autore: Georges Simenon
  • Traduttore: Martinetto V.
  • Editore: Adelphi
  • Data di Pubblicazione: 1998
  • Collana: Adelphi. Le inchieste di Maigret
  • ISBN-13: 9788845913914
  • Pagine: 145
  • Formato - Prezzo: Brossura - 9,00 Euro

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