3 maggio 2016

La strada stretta verso il profondo Nord - Richard Flanagan

Dorrigo Evans, medico di origine tasmaniana, è stato deportato in un campo di prigionia giapponese dove, insieme a molti connazionali, viene impiegato nella costruzione della Ferrovia della Morte, la linea ferroviaria tra Bangkok e la Birmania che avrebbe dovuto permettere all’esercito nipponico d’invadere l’India. Un’impresa sovrumana, che costerà la vita a centinaia di migliaia di uomini. Dorrigo fa il possibile per salvare i suoi compagni dalla fame, dalle malattie e dalle violenze delle guardie. A sostenerlo il ricordo di una fugace storia d’amore, vissuta anni prima con la giovane moglie di suo zio. Una manciata di giorni che vale una vita. Una promessa mai pronunciata. La strada stretta verso il profondo Nord è una storia epica d’amore e morte, disperazione e speranza, e Richard Flanagan, con una lingua densa e uno stile superbo, riesce a toccare tutte le corde dell’animo umano, avvolgendo il lettore con una storia sorprendente, dolorosa e di tremenda bellezza.

Recensione

«Ad ispirarmi è stato l'ascolto della durezza di quell'esperienza: io stesso sono figlio della Ferrovia della Morte»

Di crimini efferati e genocidi è piena la storia. Eppure di alcuni, soprattutto se avvenuti al di là del Mar Nero, si parla molto poco. Portata alla ribalta - ma neanche tanto - da film come Il ponte sul fiume Kwai o dal recente Le due vie del destino, la cosiddetta Ferrovia della morte fu una monumentale impresa di ingegneria bellica giapponese: 415 chilometri di linea attraverso la giungla thailandese, costruiti tra il '42 e l'ottobre del '43 per collegare la Thailandia alla Birmania al fine di consentire l'invasione dell'India da parte del Giappone. Gli schiavi che si fecero strada nella giungla quasi a mani nude tra fame, torture e malattie, con turni inumani e obiettivi giornalieri sempre più impossibili da raggiungere, furono reclutati - per una stima di sessantamila - tra i prigionieri inglesi, olandesi, australiani e americani, e in larga parte - quasi duecentomila - tra coreani, indiani e cinesi costretti ai lavori forzati. Un'opera che non si sarebbe potuta costruire in cinque anni, i Giapponesi riuscirono a compierla in sedici mesi, con un costo di circa centosedicimila vite umane, molte senza nome né volto, i cui resti furono gettati in fosse comuni.

Tra i sopravvissuti - incredibile a dirsi, ve ne furono - c'era il padre di Richard Flanagan, che con questo romanzo, scritto in dodici anni e completato il giorno esatto in cui il padre morì, si è aggiudicato il Man Booker Prize 2014.
Straordinaria rievocazione dei profondi recessi dell'inumanità, La strada stretta verso il profondo Nord è la storia di Dorrigo Evans, ufficiale medico imprigionato dai giapponesi e trasportato in un campo di lavoro in Birmania. Tre sono i momenti della vita dell'uomo che si alternano nelle pagine del libro: il passato remoto, prima della partenza in guerra, quando Dorrigo intrecciò una breve ma intensissima relazione con Amy, la giovane moglie dello zio; la Linea, passato un po' meno remoto che diviene presente, totale, annichilente, presagio prima, infinito durante, verminoso ricordo dopo; il presente, vuoto al fianco della paziente moglie Ella, tamponato con lavoro, figli, cosce di altre donne, alcool, libri.

Non occorre neanche dirlo: le pagine più ipnotiche sono le più orrende, brulicanti di fame, di feci e ferite purulente, di amputazioni e zanzare e malaria, di ingiuste punizioni e torture, di fatiche insostenibili e malattie debilitanti e mortali. A Dorrigo, in quanto medico ufficiale, secondo la tradizione giapponese fortemente rispettosa delle gerarchie vengono risparmiate le più grandi fatiche e umiliazioni: ma a darne testimonianza sono le voci di Darky Gardiner, battuto a morte per quindici lente pagine, di Jimmy Bigelow, di Rooster MacNeice, di Rabbit Hendricks, di Tiny Middleton e di tutti gli altri giovani che Dorrigo tentò di strappare alla morte trattando sfacciatamente con il maggiore Nakamura. Che, come molti alti gradi - primo tra tutti l'Imperatore, nel cui nome la ferrovia si costruì -, sfuggì a ogni tribunale di guerra e persecuzione nonostante i crimini innominabili che vennero perpetrati sotto il suo comando.
Ma tanto più neri e terribili sono i resoconti della quotidianità della Linea, tanto più luminose ed elegiache sono le pagine dedicate all'idillio tra Dorrigo ed Amy (la storia d'amore «viene dal racconto di un vicino di casa dei miei. [...] Anni dopo ho capito che potevo infilarla in questo romanzo. L'ho deciso perché dovevo illuminare il buio», racconta Flanagan in un'intervista). Il volto di Amy, sempre più opaco, darà rifugio all'anima di Dorrigo durante gli orrori della guerra: La strada stretta verso il profondo Nord è un romanzo d'amore e di morte, di colpa e redenzione, un capolavoro della fiction storica destinato a segnare il lettore come poche altre opere letterarie contemporanee.

Giudizio:

+5stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: La strada stretta verso il profondo Nord
  • Titolo originale: The Narrow Road to the Deep North
  • Autore: Richard Flanagan
  • Traduttore: E. Malanga
  • Editore: Bompiani
  • Data di Pubblicazione: 2015
  • Collana: Narratori stranieri
  • ISBN-13: 9788845280085
  • Pagine: 505
  • Formato - Prezzo: Brossura, sovraccoperta - 20.00 Euro

2 Commenti a “La strada stretta verso il profondo Nord - Richard Flanagan”

  • 3 maggio 2016 alle ore 20:17
    Gio says:

    un romanzo che ti resta attaccato, come l'umidità della giungla birmana...
    qui anche la mia recensione:
    http://memoriedinchiostro.blogspot.com/2015/09/richard-flanagan-festival-della.html

  • 21 maggio 2016 alle ore 12:04
    ubik says:

    Bene! Ce l'ho da leggere prossimamente ed ora ne sono ancor più invogliato!

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