5 ottobre 2013

La fine è nota - Geoffrey Holiday Hall

New York anni quaranta. Baycard Paulton è un uomo ricco e di successo. Ha una bella casa, una moglie affascinante, amici interessanti. Una sera, mentre sta rientrando nel palazzo dove abita, un uomo si toglie la vita cadendo dalla finestra del suo appartamento. Un incidente o un suicidio apparentemente inspiegabile che non soddisfa Paulton che ne rimane ossessionato. Inizia così a seguire a ritroso la vita dello sconosciuto per capire il motivo del suo gesto. Le indagini lo porteranno in giro per gli USA, trascurando la moglie, ospite di amici, che lo attende invano.
Da questo libro è stato liberamente tratto il film omonimo sotto la regia di Cristina Comencini. Da segnalare che l’autore, che per diverso tempo per l’abilità nello scrivere si ritenne uno pseudonimo sotto cui si sarebbe nascosto Faulkner, è in realtà esistito veramente ed è nato a Santa Cruz nel New Mexico ed è morto nel 1981.

Recensione

«Più di trent’anni fa – racconta Leonardo Sciascia nella presentazione a questo volume – precisamente nell’autunno del 1952, alla stazione ferroviaria di Caltanissetta acquistai l’ultimo dei “gialli” settimanali Mondadori: La morte alla finestra di G. Holiday Hall. E non che nei “gialli” Mondadori ne fossero mancati fino a quel momento di buoni, ma fin dalle prime pagine La morte alla finestra mi parve di qualità diversa, di livello più alto. Ero allora fortemente affezionato agli scrittori americani, da Steinbeck a Caldwell a Faulkner a Cain: e mi parve che in quella pleiade si accendesse il lumicino del giovane Holiday Hall, intruppato tra i “giallisti” ma di miglior vocazione e di diverso avvenire. Più precisamente avevo l’impressione che quel giovane scrittore (giovane e nuovo lo diceva la presentazione editoriale) avesse fatto i suoi latinucci sugli altri maggiori, e su Faulkner specialmente. Mi avvenne di leggere il libro qualche anno dopo, l’impressione di allora mi si confermò al punto che volli saperne di più. Scorsi l’elenco di tutti i “gialli” settimanali che erano nel frattempo usciti: ma non ne trovai altri di G. Holiday Hall. Andai a trovare Alberto Tedeschi, che della collana era direttore, per chiedergli di quell’autore, di quel libro. Tedeschi molto gentilmente cercò di soddisfare la mia curiosità, ma senza alcun risultato. G. Holiday Hall era scomparso dal mondo della detective story, né si era ripresentato al mondo letterario americano. Non ne seppi più nulla. Riletto dopo trentasette anni ancora mi pare valga la pena cercare di saperne di più sul suo autore. Un piccolo mistero che sarebbe divertente risolvere».

Un giallo nel giallo, quindi, ma alla piccola inchiesta di Sciascia sull’autore di questo strano giallo a ritroso (per il quale è parso giusto all'editore restituire il titolo originale tratto dal Giulio Cesare shakespeariano: La fine è nota), si possono aggiungere queste notizie: Geoffrey Holiday Hall scrisse nel 1954 un nuovo romanzo The Watcher at the Door (Qualcuno alla porta), poi più nulla; il suo editore americano non conserva più traccia di lui negli archivi; comparso in Francia col titolo L’homme de nulle part e con una conclusione diversa dall’originale, questo romanzo vinse nel 1954 il Grand Prix de la Littérature Policière; nemmeno l’editore francese ne sa di più su Geoffrey Holiday Hall.

Effettivamente, come dice Sciascia, Holiday Hall si eleva sopra molti giallisti per la qualità della scrittura, tipicamente "essenziale" com'è nella tradizione americana, e per la superba caratterizzazione psicologica dei personaggi che si "staccano" dalle pagine e fanno nascere nel lettore quell'empatia che si riscontra solo nei buoni scrittori. Ogni persona, che il protagonista, Baycard Paulton, incontra nella ricerca del motivo di quell'assurdo suicidio, racconta un periodo della propria vita in cui ha conosciuto la vittima e l'impressione che ne ha ricavato. Ma qualcuno non riferisce tutto ciò che sa e Paulton dovrà scoprire chi sia a nascondere episodi chiarificatori e perché non si vogliono rivelare quelle informazioni che potrebbero spiegare quella morte. C'è una costante in tutti i racconti e cioè la presenza di una donna che condiziona le scelte di vita della vittima. Anche in questo caso, quindi, risulta quanto mai azzeccato il detto francese cherchez la femme.

La letteratura è piena di amori fatali e questo raccontato in La fine è nota ricorda nelle sue linee essenziali quello cantato nella Carmen. Ma, una volta tanto, non si è in presenza di un femminicidio, il che, in considerazione dei fatti di cronaca di questi tempi, non è poco. Se però si volesse sapere come Geoffrey Holiday Hall giustifica l'ossessione di certi uomini verso donne da cui vengono respinti, questo nel libro non viene detto.

Per quanto la soluzione del "caso" sia ormai conosciuta, La fine è nota è un romanzo che si rilegge volentieri pur sapendo come vada a concludersi. Da segnalare, peraltro, che il finale del film della Comencini è diverso da quello del libro.

Giudizio:

+2stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: La fine è nota
  • Titolo originale: The end is known
  • Autore: Geoffrey Holiday Hall
  • Traduttore: Simona Modica
  • Editore: Sellerio
  • Data di Pubblicazione: 1990
  • Collana: La memoria
  • ISBN-13: 9788838906145
  • Pagine: 244
  • Formato - Prezzo: Brossura - 12,00 Euro

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