9 febbraio 2012

Nuotando verso la luna - Luisa Colombo

La coinvolgente vicenda di una giornalista di Milano, reduce da un matrimonio fallito, sola e temporaneamente allontanata dalla redazione del giornale, che si trasferisce in un incantevole borgo portoghese, al fine di riprendere in mano le redini della sua esistenza. La storia di una donna tenace che, nonostante le avversità e gli eventi drammatici che il destino si ostina a porre sul suo cammino, non esita ad affrontare l'ignoto, per riavvicinarsi all'uomo che ama e ritrovare se stessa. Samanta ci insegna che nella vita e' necessario trovare il coraggio di chiudere il sipario, quando le scene della nostra esistenza hanno esaurito la loro carica vitale, perché quando una porta si chiude, gettandoci nello sconforto più profondo, altre si dischiudono verso nuovi orizzonti. La protagonista, dopo momenti di amarezza e delusione, troverà il coraggio di lasciarsi tutto alle spalle e di seguire la scia luminosa che la condurrà verso una nuova esistenza, con il conforto di non essere più sola, perchè una nuova vita sta sbocciando nel suo grembo. Un romanzo avvincente, dallo stile agile e fluido, che trascinerà il lettore con colpi di scena fino alla fine, ambientato nella cornice della magica Lisbona, con i suoi squarci mozzafiato, i languori del fado e gli assolati paesaggi dell'oceano portoghese.

Recensione

Samanta ha 45 anni ed è reduce da un divorzio doloroso per riprendersi dal quale si concede, su insistenza del giornale per cui lavora, tre mesi di vacanza in Portogallo, terra a cui è particolarmente legata. Durante il soggiorno conosce e si innamora dell'affascinante pittore Alex, anch'egli alle prese con una problematica separazione e con una figlia piccola a cui badare. Per entrambi questo nuovo amore sarà l'occasione inaspettata per ricominciare una nuova vita.

Quella di Samanta e Alex è una storia abbastanza comune ai giorni nostri e proprio qui sta il nocciolo della questione. Spesso si sente dire che le storie semplici sono anche le più belle, questo libro però ci dimostra che le storie più semplici rischiano di diventare le più banali se non sono raccontate adeguatamente. Non fraintendetemi: l'amore è il più profondo dei sentimenti e rifarsi una vita dopo che il tuo mondo ti è appena crollato addosso è un'esperienza faticosissima, ma in Nuotando sotto la luna poco traspare di queste emozioni perché tutto è soffocato dalla sterile cronaca degli eventi quotidiani che portano dalla simpatia all'amore (il primo incontro, la prima uscita, l'invito a cena...).

Certo l'autrice ci dice che Samantha è prima triste, poi eccitata, poi impaurita, poi innamorata, ma questi sono i normali passaggi che ognuno di noi compirebbe in una situazione simile, in un romanzo si cerca qualcosa di più, ci si aspetta che le emozioni vengano scandagliate più nel profondo, che emergano le contraddizioni, che il delicato passaggio dal dolore a un nuovo amore venga affrontato con maggior approfondimento. A mio parere la Colombo fraintende l'andare a fondo con la prolissità, per cui ogni conversazione fra i protagonisti è riportata in ogni dettaglio per quanto superfluo ai fini del racconto, dai convenevoli iniziali, alla scoperta di amare lo stesso tipo di musica o lo stesso genere artistico. I dialoghi sono estremamente lunghi, ridondanti e assolutamente poco spontanei, tanto che sembra siano stati presi da un manuale sull'arte di conversare (cosa dire al primo appuntamento, come esprimere interesse per le passioni altrui, come dare consigli al proprio partner o all'amica del cuore...). Il tono e il vocabolario utilizzati, inoltre, sono sempre troppo formali tanto che perfino le più violente litigate perdono pathos, anche perché l'autrice ribadisce all'infinito perché il tal personaggio è furioso o ferito o arrabbiato. In altri termini, la Colombo insiste a spiegare l'ovvio: al personaggio x accade qualcosa di spiacevole ed ecco che l'autrice si dilunga a ripetere che x è triste a causa di quell'evento spiacevole; il suo sguardo tuttavia lì si ferma ed ecco che la sua spiegazione diventa un'inutile conferma di ciò che il lettore aveva già capito da solo alcune pagine prima.

Questa tendenza si riscontra anche nei passaggi descrittivi, dove spesso la scrittrice imbocca una strada a metà tra una relazione ministeriale e una guida della National Geographic. Intendiamoci: non c'è niente di sbagliato nell'arricchire il racconto con dettagli su luoghi e paesaggi, ma bisogna riuscire ad amalgamare il tutto nella narrazione in modo che umori e atmosfere si riflettano nell'ambientazione e ne risultino esaltate. Al contrario, anche in questo caso la scrittrice è eccessivamente "esplicativa" e sembra voler dare al lettore una lezione di storia e geografia su Lisbona e il Portogallo. Lo stesso accade quando sono gli stessi personaggi a discorrere di usanze italiane e portoghesi, utilizzando toni didascalici del tutto innaturali in delle conversazioni intime.

Questo ovviamente non aiuta a ravvivare un racconto che scivola spesso nella banalità, nonostante i tentativi fatti per dare un po' di corpo alla trama. Infatti ogni evento che potrebbe ostacolare il lieto fine tra Samantha e Alex tende a risolversi a tempo di record in una bolla di sapone; Alex vuole chiedere la separazione ed ecco che la moglie la chiede prima di lui, rinunciando anche alla custodia della figlia, la piccola Melinda è più che pronta ad accettare Samanta come nuova mamma e il buon Alex neppure deve fare la fatica di presentagliela perché le due si sono già conosciute (e subito piaciute) per caso, Samanta scopre in modo fortuito che Alex è rimasto coinvolto anni prima in un caso di traffico di oggetti d'arte rubati ma attraverso accurate indagini che durano almeno un paio di pagine la donna scopre l'innocenza del suo uomo (attraverso un metodo infallibile peraltro: la sua portinaia gli dice che è innocente e lei le crede senza esitazione). Incidentalmente, quest'ultima è una della parti più deboli della trama: Alex è già stato prosciolto dalle accuse anni prima ma Samanta, che appena lo conosce, sente di dover indagare comunque sulla vicenda, supportata dall'investigatore che ai tempi si occupò del caso e che, in modo del tutto incomprensibile, si dichiara convinto dell'innocenza di Alex ma spinge una perfetta sconosciuta senza alcuna esperienza ad approfondire la vicenda (tra parentesi, qual è la ragione del ridicolo sotterfugio che l'ispettore utilizza per parlare con Samantha? Qual è il motivo di tanta segretezza?).

La narrazione è priva di pathos così come i personaggi sono assolutamente poco credibili, a cominciare dalla stessa Samanta, continuamente descritta come una donna indipendente e decisa, che per 20 anni è rimasta fossilizzata nel matromonio con un uomo che la trascurava e che non ha mai amato. Di Alex poco si può dire se non che è piuttosto insulso, la figlia Melinda in compenso ha solo nove anni ma si esprime come una quarantenne e la sua prontezza nell'odiare la madre che per due mesi è sparita senza mai contattarla e a rimpiazzarla prontamente con Samantha è quanto mai opportuna. Per quanto riguarda la povera Matilde, prima moglie di Alex, fa quasi compassione per quanto l'autrice le si accanisce contro dipingendola come la tipica strega cattiva delle fiabe; personalmente ho trovato piuttosto fastidioso il modo in cui viene dapprima suggerito che Matilde è mentalmente disturbata perché priva di senso materno, dopodiché, una volta ufficializzato che la donna soffre di disturbo bipolare, ella diventa l'emblema del male assoluto, qualcosa da eliminare senza esitazione dalla vita dei protagonisti. In definitiva però, il personaggio che ho meno apprezzato è Julia, la madre di Alex, una donna isterica, melodrammatica e impicciona che non fa altro che spacciare le considerazioni più ovvie come "presentimenti" dovuti a chissà quale penetrante sesto senso.

In conclusione mi pare che Nuotando verso la luna vada rivisto sotto molti punti di vista; l'autrice sicuramente possiede cultura e proprietà di linguaggio ma credo dovrebbe trovare il modo di dare cuore alla sua narrazione, magari "sporcandola" un po', privandola di quel rigore formale che la rende tanto fredda ed innaturale.

Giudizio:

+1stella+

Dettagli del libro

  • Titolo: Nuotando verso la luna
  • Autore: Luisa Colombo
  • Editore: Youcanprint
  • Data di Pubblicazione: 2011
  • ISBN-13: 9788866181774
  • Pagine: 328
  • Formato - Prezzo: Rilegato - Euro 16,00

6 Commenti a “Nuotando verso la luna - Luisa Colombo”

  • 9 febbraio 2012 alle ore 17:38
    Anonimo says:

    Non condivido la recensione sul romanzo di Luisa Colombo che ho letto invece con interesse.
    E' l'incontro di due solitudini che sono alla disperata ricerca di un proprio equilibrio e felicità.

    Il libro è scritto con una indubbia freschezza di stile e sobrietà di linguaggio e può ambire a essere apprezzato da un discreto target di lettori che possono riconoscersi nel tentativo (ben riuscito secondo me) dell’autrice di svelare l'universo femminile e le avventure e disavventure che la donna vive nella nostra società, talvolta circondata dall’indifferenza o dall’ipocrisia di troppi silenzi e omissioni.
    il ritmo della scrittura e delle storie che prendono vita, acquistano una profonda accelerazione, tale da trasformare la narrazione in un turbinio improvviso e rapido di colpi di scena da indurre il lettore a spingersi fino al finale del romanzo.
    ll lavoro di Luisa Colombo è costellato da splendide descrizioni dei paesaggi portoghesi, da un profondo amore per Lisbona che non mi sembrano tratte da una guida turistica, ma ben amalgamate nel contesto.
    E concluderei dicendo che La storia di Samanta può essere anche interpretata come un monito a tutte le donne del mondo a emergere dal silenzio e a far sentire la loro voce, nella speranza che qualcosa cambi, sia nel loro microcosmo, sia nel più ampio universo della condizione femminile.

  • 9 febbraio 2012 alle ore 17:46
    marco says:

    Neppure io condivido il giudizio di Valeria che secondo me non ha saputo percepire il vero messaggio del romanzo e la capacità dell'autrice di trasmettere
    una prospettiva di vita che, sebbene celata tra le righe, stimola il lettore ad avere fiducia che anche nell’oscurità sia possibile scorgere uno spiraglio luminoso.

    Ho letto il romanzo di Luisa Colombo tutto d'un fiato, non vedevo l'ora di arrivare al finale.
    Lo stile è incalzante e ti trascina letteralmente.

    L'ambientazione e la descrizione dei luoghi è incantevole, al punto tale che mi è sembrato di essere in Portogallo e tutt'altro che da guida turistica!!!!
    La protagonista, Samanta è una donna determinata, decisa che non si ferma mai davanti alle difficoltà, pur essendo dolce e molto femminile.

    Un romanzo semplice con personaggi ben scolpiti e interessanti, una trama lineare con colpi di scena e una storia che sembra non avere epilogo.

  • 9 febbraio 2012 alle ore 17:53
    Valetta says:

    Il mio nickname è Valetta, non Valeria, come Valeria mi conosce solo l'autrice.

    Caro Marco, il tuo commento è lo stesso scritto su aNobii dall'utente luisa19572003 ed è lo stesso identico ( e unico finora) commento che gira in rete.

    "Ho appena finito di leggere il romanzo di Luisa Colombo tutto d'un fiato, non vedevo l'ora di arrivare al finale. Lo stile è incalzante e ti trascina letteralmente. L'ambientazione e la descrizione dei luoghi è meravigliosa, al punto tale che mi è sembrato di essere in Portogallo. La protagonista Samanta è una donna determinata, decisa che non si ferma mai davanti alle difficoltà, pur essendo dolce e molto femminile. Un romanzo semplice con personaggi ben scolpiti e interessanti, una trama lineare con colpi di scena e una storia che sembra non avere epilogo"

    Temo che qui qualcuno faccia il furbo.

  • 9 febbraio 2012 alle ore 17:58
    Valetta says:

    Questo detto, io e l'autrice ci siamo già abbondantemente chiarite via mail , la mia recensione mi sembra più che è argomentata e non ho più nulla da aggiungere. Non è questione di non capire il messaggio del libro, quanto che questo messaggio è espresso in modo lento, ripetitivo e pedante, senza brio, senza passione, a mio parere ovviamente. Non pretendo certo di essere nel giusto, ma questa è la mia opinione sul libro e purtroppo non è positiva.

  • 16 febbraio 2012 alle ore 17:29
    marco says:

    Cara Valetta e Valeria che sia, certo che il mio commento è lo stesso che ho scritto su Anobi e che gira in rete perchè conosco l'autrice e apprezzo il suo lavoro e quindi sto cercando di darle una mano. Gli esordienti vanno aiutati ad affermarsi nel crudele mondo editoriale, dove se non hai alle spalle un editor vieni cestinato, anche se il tuo lavoro merita. Il romanzo di Luisa non ha alle spalle un lavoro di editing, questo si, ma non mi sembra sia da buttare come tu l'hai descritto.
    Ma da un ingegnere cosa vuoi aspettarti?

  • 29 febbraio 2012 alle ore 19:05
    Unknown says:

    La storia narrata risulta originale per diversi elementi, innanzitutto per la particolare ambientazione tra Italia e Portogallo, che conferisce alla narrazione il fascino tipico dell’incontro-scontro tra realtà diverse ma che hanno in comune tanti aspetti, soprattutto quelli legati alle relazioni amorose; sono queste ultime, infatti, ad assumere rilevanza negli scenari magnificamente descritti di Lisbona. L’autrice ha saputo scegliere il modo giusto per esporre lo sviluppo della propria trama adottando una tecnica narrativa chiara e coinvolgente. Molto efficace la scelta dei personaggi, ben inseriti in una storia sapientemente articolata che coinvolge, partendo dalle delusioni della protagonista, passioni ed emozioni nuove che si sviluppano in un crescendo di tensione. È un romanzo movimentato, ricco di colpi di scena e di situazioni inaspettate che lasciano al lettore il gusto di scoprire, pagina dopo pagina, particolari che incuriosiscono, coinvolgono mantenendo intatto l’interesse fino alla fine, quando la sofferenza di una donna lascerà finalmente spazio a nuove speranze. Lo stile letterario è scorrevole e garantisce una piacevole lettura, rendendo l’opera sicuramente adatta per catalizzare l’attenzione dei lettori.

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