30 luglio 2017

Vite sotto vetro - Greta Cerretti

Cosa succede a una nevrotica insicura quando la vita le concede una seconda opportunità? Ma è ovvio: commette gli stessi errori della prima volta! Viviana è in bilico tra i sentimenti ambigui che prova per il proprio ex, Luca, e l'infatuazione per Giulio, il nuovo capo. Sarà la spregiudicata amica Antonella, con l'ignara collaborazione di Jerry il pesce rosso, a sbloccarla: Viviana getterà il cuore oltre l'ostacolo, verso l'amore. Viviana è una sportellista insoddisfatta, che guarda la propria vita attraverso il vetro del CUP. In una sola mattinata il suo precario equilibrio viene messo a dura prova: incontra dopo dieci anni Luca, il proprio ex, e le viene proposto un cambio di mansione a stretto contatto con un fascinoso superiore, Giulio. L'immaturità relazionale di Viviana riemerge con prepotenza, insieme a tutti i nodi non risolti. È incapace di riconoscere l'attrazione per Giulio, e anche di ammettere che prova ancora qualcosa per Luca. La competizione con le altre donne non fa per lei, che si ritira prima ancora di combattere. Ma l'amica Antonella è una voce fuori dal coro, e un grillo parlante privo di coscienza. I suoi modi poco ortodossi, spesso brutali, e la morte del pesce rosso, daranno a Viviana la scossa necessaria per riprendere finalmente in mano la propria vita.

Recensione

Un percorso di rinascita, o meglio ancora di ripresa, è quello che ci viene proposto nelle pagine dell’opera di Greta Cerretti.
La protagonista è Viviana, una ragazza laureata ma che, gioco forza, è finita a fare la sportellista del CUP, tra ritiro di urine, impegnative e consegna di analisi.
Viviana vive la sua vita in solitudine, fondamentalmente auto – imposta, contando sull’amicizia della collega Antonella, che la mette sempre in guardia e, soprattutto, alle strette dinanzi alle scelte della sua vita.
Le carte della sua esistenza iniziano a rimestarsi quando al suo ambulatorio arriva Luca: un vero e proprio fantasma del passato, l’ex con il quale ha avuto una relazione complessa, per la quale ha perso anni prima la migliore amica Chiara, il cui spettro sembra aleggiare ancora attorno dopo tutti quegli anni.
Viviana inoltre coglie l’occasione, perché Nobbi, un manager dell’Azienda dal quale si sente attratta le propone una nuova mansione che la sposterà dalla polla di vetro, identificata come la sua postazione del CUP, per consentirle di vedere tutte le sfaccettature oltre il luogo sicuro dove si è rifugiata negli anni e nel contempo per affrontare quelli che rimangono ancora i sospesi col suo passato.
Pertanto risulta un po’ difficile liquidare il romanzo come un semplice romance: il sentimento è sì presente, e molto calibrato sull’umore della protagonista, ma nell’ambito del narrato si riesce a cogliere soprattutto l’aspetto dell’introspezione di Viviana, il suo percorso di crescita. L’avere il coraggio di uscire fuori e camminare, vedere, scoprire che le sue convinzioni, forse, non sono del tutto esatte.
Che qualche tassello, in verità, mancava.
Tanti gli argomenti condensati in poche pagine: l’autrice in primo luogo affronta il tema dell’interruzione personale, non tanto derivato dal trauma quanto dal cambiamento di vita e dal rinchiudersi in se stessi per timore di essere delusi di nuovo: un meccanismo che è molto più comune di quanto si creda, anche se nel caso di Viviana viene estremizzato: lei preferisce isolarsi, a parte Antonella, sembra che nessuno riesca a scalfire la sua corazza. Vive per suo conto, ha rotto i ponti col passato, quasi come se ne temesse l’esistenza.
Un po’ la sua storia ricorda l’allegoria della crisalide, qualcuno che si rinchiude dentro un’armatura, o sotto a un vetro, tanto per riprendere la metafora stessa del titolo, in attesa del tempo di stendere le ali e prendere il volo. Quello che, credo, tutti si meritino nella propria vita prima o poi.
I personaggi sono tutti filtrati dalla personale visione della protagonista, acquisiscono pertanto una dimensione strettamente correlata al suo vissuto, per quanto alcune motivazioni reali di atteggiamenti e di filtro della realtà non sempre siano chiare al lettore.
L’ambientazione romana della storia influisce poco sulle vicende: la trama si sbilancia sul pensiero e sull’emozione più che sull’interazione, donando quasi un senso claustrofobico che ancora di più rende l’idea del tipo di esistenza e di psiche della protagonista: ci interfacciamo con postazioni, piccoli uffici, interni delle case e parcheggi più che con la monumentalità della location.
Lo stile è scorrevole, ben reso sulla carta, con il tipico intercalare della riflessione e del giudizio all’interno delle singole scene, la realtà viene riportata al lettore direttamente dalla protagonista in prima persona.
L’unico neo della storia, a mio avviso, risiede nella brevità della narrazione, che forse avrebbe meritato un po’ più di azione e di puntualizzazione della storia, soprattutto riferito al passato di Viviana.
Il tutto si condensa in 122 pagine che raccontano la sua variazione interiore, il suo iter personale, senza dare modo di esplicare al meglio però il contorno: il lettore infatti vorrebbe sapere di più su Chiara magari, sul rapporto che legava le due amiche, sul modo con cui si sono lasciate. Ma al di là delle scelte narrative, Vite sotto vetro rimane comunque una storia che desta interesse, in grado di dimensionare una vita apparentemente normale, portando chi ci si imbatte a riflettere sulle proprie scelte e su come, a volte, i ricordi vengano fraintesi per difendersi e sopravvivere. Ed è così che rimane questa storia, una lettura delicata ma intensa, da dedicare a chi ha bisogno di fare il punto sulla sua vita per poter proseguire. Andare avanti e forse avere il coraggio e spiegare le ali per uscire dal vetro e andare sul serio fuori.

Giudizio:

+3stelle+ e mezzo

Dettagli del libro

  • Titolo: Vite sotto vetro
  • Autore: Greta Cerretti
  • Editore: Mondoscrittura
  • Data di Pubblicazione: 2015
  • ISBN-13: 9788897960096
  • Pagine: 128
  • Formato - Prezzo: brossura € 10,00

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