21 luglio 2017

The Professor 2: Revenant - Marzano, Corbetta, Mobili

La seconda avventura di Benjamin si svolge fuori dai confini londinesi per approdare in Normandia, nella piccola cittadina di Giverny. La cittadina è sconvolta da una serie di inquietanti avvenimenti: il cimitero è stato profanato, e alcuni cittadini sostengono di aver visto alcuni morti vagare nella notte per poi sparire. Una storia a cavallo tra “ritornanti”, stregoneria, magia, voodoo ed esoterismo, nella quale Benjamin rimarrà suo malgrado invischiato. Riuscirà a trovare una soluzione a questi strani accadimenti o sarà travolto da questi terribili e strani eventi? Lo saprete solo leggendo.

Recensione

Dopo un primo numero dall’esordio scoppiettante – di cui abbiamo parlato qui, per chi se lo fosse perso – il secondo albo di The Professor, Revenant, conferma pienamente le aspettative.

Se nel primo volume, Golem, la narrazione sembrava subire una brusca accelerazione nel finale, portando così ad una conclusione eccessivamente tempestiva, in Revenant tutto scorre alla perfezione: la storia raccontata ha un arco narrativo che ritrova un adeguato frazionamento temporale per l'inizio, lo svolgimento e la fine. Questa volta il Professor Love si ritrova ad indagare su una presunta nuova epidemia improvvisa che restituisce i morti sotto forma di vaganti o meglio dire, in accordo con il titolo, redivivi.

Una caratteristica di The Professor, che a mio parere rappresenta un punto di forza notevole del fumetto, è il sottofondo culturale che accompagna e soprattutto arricchisce le singole storie raccontate, elevando la narrazione ad un livello superiore. Se nel primo albo non erano mancate le citazioni a grandi autori e a grandi personaggi contemporanei dell'epoca, lo stesso succede per Revenant: Benjamin Love risponde alla richiesta di aiuto di un amico che non è affatto una persona qualsiasi, si tratta infatti di Claude Monet, il celebre pittore dell’Impressionismo francese.

Il tratteggio della storia di Revenant si intreccia coerentemente con le vicende personali del pittore – rappresentato qui con la sua seconda moglie ed i figli – egli “assume” Benjamin come impresario improvvisato per gestire la vendita di una sua opera ad un personaggio della nobiltà di Giverny, il marchese D'Hauteville, tutt’altro che estraneo al misterioso morbo che fa rivivere i morti. Sarà proprio l’ingegno del nostro Professore a risolvere il problema e a scoprire la verità, legata a delle pratiche haitiane di riti voodoo. Una storia insomma ricca di elementi eterogenei tra loro come esoterismo, stregoneria, arte e mistero ma soprattutto una storia che offre spunti di riflessione su un tema molto caldo per la seconda metà dell’Ottocento, la schiavitù e la visione piramidale della società.

La Rivoluzione Francese aveva portato una ventata di aria fresca in una Francia governata dalla monarchia assoluta dell’Ancien Regime, le nuove leggi avevano definitivamente abolito la schiavitù e la segregazione razziale degli ebrei ma come traspare dalle pagine di The Professor, tra i nobili signorotti l’evoluzione e l’accettazione del cambiamento che riduceva la loro supremazia sociale, era solo una mera apparenza: il Marchese D’Hauteville è il simbolo di una aristocrazia che fatica ad accettare le restrizioni sociali, la perdita dei diritti feudali e del loro potere indiscusso. La citazione a Gobineau non è casuale in quanto è proprio lui che in qualità di conte, diplomatico e filosofo fomentò il pensiero razzista contemporaneo di metà Ottocento con la pubblicazione del Saggio sulla disuguaglianza delle razze umane dove viene utilizzato il termine razza ariana per riferirsi ai bianchi – superiori rispetto ai "neri" e ai "gialli", destinati a detta sua alle attività commerciali per via della poca capacità intellettiva. Benjamin Love dall’alto della sua cultura contrasta le idee del marchese e si erige così a simbolo del progresso non solo storico, ma soprattutto sociale, giudicando inammissibili simili teorie.

Non possiamo dunque non riconoscere al fumetto uno spessore culturale notevole ed estremamente importante e rilevante così come si può non sottolineare oltretutto la chicca finale di Revenant che nell’ultima pagina fa un grande omaggio al già citato Claude Monet con il quadro della serie Mucchi di Fieno, nello specifico Covoni, fine dell’estate offerto in dono a Benjamin come ringraziamento, dipinto realmente a Giverny, in Normandia dove la storia di Revenant è ambientata.

Quattro stelle confermate anche questa volta, il disegno ancora si distingue per la semplicità ma allo stesso tempo per la cura del tratto – che segue in alcune tavole delle linee prospettiche meravigliose – e la storia nonostante riproponga l’universo dei morti viventi riesce ad essere originale anche grazie alla scelta di non usare mai il termine zombie – se non per un accenno nelle ultime pagine, interrotto prima ancora di finire la parola credo volutamente per dare risalto ancor di più alla faccenda. Tanti complimenti dunque a questo nuovo prodotto che credo darà a noi lettori tante soddisfazioni anche nei numeri successivi.


Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: The Professor 2: Revenant
  • Autore: Giancarlo Marzano (Testi), Andrea E. Corbetta (Copertina), Francesco Mobili (Disegni)
  • Editore: Erredi Grafiche Editoriali
  • Data di Pubblicazione: Dicembre 2016
  • Pagine: 98
  • Formato - Prezzo: 14 x 20 cm - 3,50 Euro

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