9 aprile 2017

Le notti blu - Chiara Marchelli

Il capodanno per Michele e Larissa, una coppia sulla cinquantina che vive a New York, lui professore universitario, lei casalinga, è il momento più brutto dell’anno. Il loro unico figlio, Mirko, che viveva in Italia con la moglie Caterina, si è ucciso il 31 dicembre di cinque anni prima.

Le notti blu, il romanzo di Chiara Marchelli pubblicato da Giulio Perrone, affronta il tema del lutto dal punto di vista di due genitori che non riescono, a distanza di tempo, ad accettare l’accaduto. Ognuno dei due va avanti come può, ma quando Caterina al telefono parla di una lettera trovata per caso, di un bambino che Mirko avrebbe avuto con un’altra, tra i due coniugi fino ad allora solidali tra loro, si apre una frattura.

Recensione

Una storia comune, una lingua piana che usa spesso il presente della quotidianità, dei personaggi normali, che a chiunque potrebbe capitare di incontrare nella vita di tutti i giorni. Nel Le notti blu il tema del dolore più insopportabile che sia possibile immaginare per un genitore, la perdita di un figlio che diventa perdita di senso dell’esistenza della coppia e dell’individuo, non viene affrontato. Tuttalpiù viene raccontato e descritto il travaglio che un lutto inspiegabile provoca in due mondi e in due modi diversi, quello della madre che, forse più vicina al figlio, Mirko, rifiuta di darsi speranza e quello del padre, più lontano dal figlio, che proprio per questo è divorato dai dubbi e dal rimorso e vede nella possibilità di un nipote tenuto nascosto un’ancora di salvezza e un legame ancora vivo con il figlio morto. La storia di per sé non spiega nulla, è semplicemente proposta come uno spaccato, quasi la sequenza di un film, un rullo dal girato più ampio che è la vita.

C’è un punto di partenza preciso, il momento in cui Caterina, la nuora, informa Michele e Larissa, il cui figlio si è suicidato nella notte di capodanno di alcuni anni prima, di essere stata contattata da uno studio legale per l’azione di riconoscimento postumo di un figlio avuto da Mirko fuori dal matrimonio. La sola ipotesi della presenza di un nipote tenuto nascosto manda in frantumi l’equilibrio che i due genitori, per sopravvivere al dolore, avevano creato dopo la morte del figlio e impedisce anche la mera quotidiana banalità della routine. Di fronte all’emergere della doppia vita del figlio Larissa si rifugia nel rifiuto, quasi come se conservare per sé sola il lutto le permettesse di mantenere una forma di esclusività nel vincolo filiale. Michele, invece, che non aveva mai capito le scelte del figlio, dalla carriera al matrimonio con una donna che lui ritiene insignificante, si sente spinto dalla scoperta del lato ‘oscuro’ di Mirko a cercare un rapporto col figlio morto che sia privo di pregiudizi e presupposizioni. Cerca anche di trovare una spiegazione alla scelta definitiva del figlio nella teoria matematica dei giochi, il suo campo di studio di professore universitario, della quale aveva tante volte discusso con Mirko: però anche questa strada rimane senza uscita, un vicolo cieco.

Nel racconto si inserisce la figura di Caterina, la vedova di Mirko, che fa da tramite tra il dolore dei genitori e l’intimo segreto del figlio, ma la sua è una parte secondaria, funzionale a dividere e contrapporre le reazioni del padre e della madre; insieme a lei ci sono molti altri personaggi, dalla donna dalla quale Mirko ha – o meglio avrebbe – avuto un figlio naturale, ai conoscenti di Michele e Larissa, al barista di fiducia di Michele, un intenditore di whiskey come ci si aspetterebbe dagli stereotipi newyorkesi, tutte figure che fanno parte di uno sfondo bigio e indistinto. Dalla nebulosa del dolore e del lutto emergono solo le figure di Michele e Larissa, e soprattutto il padre, che racconta anche il dolore della madre/moglie e ne cerca risvolti e spiegazioni nel passato.

Se l’obiettivo dell’autrice era costruire un non-racconto che parlasse dei risvolti umani, materni e paterni, ma più latamente individuali, del dolore, di certo la scelta di un lessico semplice, l’uso costante del presente e il ritmo narrativo piano e monocorde sarebbero scelte coerenti, anche se così facendo ella rischia di avvicinarsi molto a un atteggiamento quasi volontariamente esibito e forzato, più che a un fluire naturale della trama per sottrazione. Così come una prospettiva del genere giustificherebbe la non-conclusione di un racconto, che lascia in sospeso ogni questione, sia sulle motivazioni del suicidio di Mirko, che resta un taboo, sia sul dubbio che scava un fossato anche nel rapporto di sopravvivenza simbiotica tra Michele e Larissa, sia sulla possibile esistenza in vita di un nipote, propaggine di un figlio che si è negato senza apparenti ragioni la vita stessa.

Giudizio:

+2stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Le notti blu
  • Autore: Chiara Marchelli
  • Editore: Giulio Perrone Editore
  • Data di Pubblicazione: 2017
  • Collana: Hinc
  • ISBN-13: 9788860044396
  • Pagine: 236
  • Formato - Prezzo: paperback - 15,00 euro

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