14 marzo 2017

Giuliano - Gore Vidal

Pubblicato per la prima volta nel 1964, Giuliano è uno dei romanzi di maggiore successo di Gore Vidal. Il romanzo racconta la vita privata e politica di Giuliano, l'imperatore romano del quarto secolo, nipote di Costantino, che durante i brevi anni del suo regno tentò di soffocare la diffusione del cristianesimo e di restaurare il culto degli dèi, passando per questo motivo alla storia con l'appellativo di "Apostata". Il racconto di Vidal comincia diciassette anni dopo la morte di Giuliano e prende le mosse dalla corrispondenza tra due potenti e influenti uomini politici del tempo. Senza scrupoli, portati a privilegiare gli intrighi della politica e del potere, non esitano a farcire le loro lettere di osservazioni malevole, pettegolezzi e maliziose digressioni che interpolano il diario scritto dall'imperatore, destinato a essere la sua autobiografia. Nelle pagine di 'Giuliano' troviamo dunque l'affascinante rappresentazione di un conflitto politico e religioso in cui già si profila il declino dell'Impero Romano, ma troviamo soprattutto il sentimento di un'epoca raffigurato con maestria e con l'inconfondibile stile di Gore Vidal. Nella lotta senza speranza contro il cristianesimo ormai trionfante, nel tentativo di restaurare una religione che lo spirito del tempo non sente più sua, si nasconde il tormento di un'anima spaventata e smarrita di fronte al futuro. Un sentimento che appartiene a ogni epoca e che fa della tragica parabola dell'imperatore romano una storia attuale anche ai giorni nostri.

Recensione

Per ricostruire la vita di un imperatore noto quasi soltanto per essere stato un rinnegato, Giuliano di Gore Vidal propone più che un romanzo storico una sorta di reportage, quasi un’inchiesta giornalistica. Al personaggio cui Vidal intitola l’opera non viene dedicato, in genere, più di qualche rigo nei manuali di storia: come risarcimento per una gloria rubata da secoli di propaganda avversa, lo scrittore americano gli riserva un trattamento opposto, dipingendolo come ultimo ellenista, imperatore illuminato e tollerante, condottiero spregiudicato e pacato filosofo, che somma in sé le virtù militari di un Giulio Cesare, quelle politiche di un Ottaviano Augusto e quelle speculative di un Marco Aurelio. Un eroe degno del mito greco, la cui grandezza viene però troncata proprio sul punto di germogliare.

‘Muore giovane chi è caro agli dei’, recita un aforisma del commediografo ateniese Menandro, ma nel caso di Giuliano vale il contrario: a lui, morto a 32 anni, quasi come Alessandro Magno, erano cari gli dei, che vedeva come simboli, nella cornice culturale e religiosa del politeismo greco, dei valori e degli ideali che avevano innervato e sostenuto la grandezza del pensiero ellenico e dello stato romano, i due elementi di cui si considerava, in quanto imperatore-filosofo, erede e custode. La sua figura tragica ed eroica insieme di grande vissuto come una meteora nel periodo storico sbagliato, nel declino del mondo pagano, riceve da Vidal una luce che ricompensa in parte l’oblio venato di disprezzo cui la vittoria del cristianesimo lo aveva condannato con il marchio d’infamia di ‘apostata’, il rinnegato.

Nel ritratto che lo scrittore americano tratteggia, Giuliano emerge con molte sfaccettature contrastanti dalle sue stesse memorie, grazie all’espediente del diario personale sottratto dalla tenda dell’imperatore al momento della morte nel 363 d.C., durante la campagna contro i Parti. L’autobiografia è affiancata dai commenti e dalle lettere di altri due personaggi, Prisco, filosofo neoplatonico, amico e consigliere del protagonista, che aveva in suo possesso le carte private di Giuliano, e il retore Libanio, che vorrebbe pubblicare un’apologia di Giuliano, dopo circa vent’anni dai fatti, per difendere, attraverso la persona del giovane imperatore morto quasi da martire, il ricordo di un mondo sempre più vicino all’oblio.

Tra i coloriti personaggi che popolano la galleria degli imperatori romani – dal sublime Adriano di Yourcenar al Claudio di Graves fino all’anarchico Eliogabalo di Artaud – Vidal ne sceglie uno trascurato, visto che, per la brevità del suo regno e non solo, l’utopico progetto di restaurazione del politeismo greco-romano era destinato alla sconfitta. L’aspetto che risalta di più nel suo ritratto è il contrasto tra le inaspettate abilità politiche e militari di una figura, quella di Giuliano, che sembrava destinata a un’esistenza laterale e incerta, tra rischi di congiure e intrighi di corte, e si rivela invece un outsider di successo, e l’ingenuità velleitaria e testarda di un giovane intriso di ideali filosofici e di cultura e ardente di spirito civico. Queste forze interne in perenne conflitto lo portano a tentare una crociata contro quelli che chiama sempre con l’epiteto dispregiativo di ‘Galilei’, i cristiani, dalla regione di provenienza di Gesù. Il risarcimento postumo per uno che avrebbe ricevuto dai ‘galilei’ il soprannome ingiurioso di ‘apostata’ non nasconde però, attraverso i punti di vista di un testimone esterno all’animo di Guliano come Prisco o ancora più lontano come Libanio, i difetti del giovane imperatore, perché la volontà di scandagliare l’animo del protagonista mettendone in luce gli aspetti più soggettivi di riformatore illuminato ma fuori tempo – e questo ne delinea anche il destino tragico sotto una luce nostalgica e insieme pietosa – è bilanciata dai continui scambi di Prisco e Libanio.
Il filosofo e il retore, nei loro interventi di spiegazione e correzione, rendono evidente, spesso anche con toni amaramente ironici, come in un contrappunto oggettivo sottoposto al giudizio critico della storia, che il contesto in cui Giuliano era vissuto rendeva i suoi progetti sostanzialmente illusori.

Proprio il carattere visionario dell’impresa del protagonista, votato a una ribellione fervida e sincera, tuttavia, è l’aspetto più affascinante della biografia di Vidal: il sogno di un giovane outsider che si oppone a un corso che la Storia dimostrerà irreversibile assume, nella penna di un abile sceneggiatore hollywoodiano – e forse l’essere così vicino a un copione cinematografico non rende del tutto giustizia alla dimensione letteraria dell’opera –, la forma di un romanzo epico, del quale conoscere già in partenza la conclusione tragica non sminuisce l’interesse.

La capacità di evocare un’epoca così sfumata come il tardo-antico, a cavallo tra antichità e medio evo, al di là di possibili falle storiche e di esagerati, almeno per un’opera di fiction, scrupoli storiografici costituiscono un ulteriore merito del romanzo, che rende contemporanea, attraverso il filo sottile della nostalgia, la figura dolente e indomita di Giuliano. Se è vero, come afferma l’autore nell’introduzione, che anche nella storiografia l’immaginazione ha un ruolo importante, allora la visione audace e la lotta disperata ma inevitabile che dominano la vita dell’ultimo imperatore pagano assumono un significato che non smette di vivere neppure oggi, a più di quindici secoli di distanza.

Giudizio:

+5stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Giuliano
  • Titolo originale: Julian
  • Autore: Gore Vidal
  • Traduttore: Chiara Vatteroni
  • Editore: Fazi Editore
  • Data di Pubblicazione: 2017
  • Collana: Le strade, 308
  • ISBN-13: 9788893251297
  • Pagine: 594
  • Formato - Prezzo: Paperback, euro 19,50

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