17 aprile 2016

Mille giorni d'inverno - Daniela Nardi

Seconda guerra mondiale: Mari Serrano e la sua famiglia sono costretti a lasciare La Città per il piccolo paesino di Valliani.
Combatteranno con fame e ansie, atrocità e delitti durante i terribili giorni d’occupazione nazista.









Recensione

Mille giorni d’inverno è un breve romanzo che riesce in 100 pagine a concentrare tutte le emozioni che appartengono agli anni che portano il marchio della guerra e che, a causa di questa, sono passati alla storia. In siamo all’epoca della Seconda Guerra Mondiale e intere famiglie cercano rifugio dai bombardamenti e dalla povertà nei cosiddetti viaggi della speranza, dove in realtà la speranza altro non è che la consapevolezza di non potersi aspettare nulla di buono, l’illusione che cerca di addolcire l’aspro sapore della sopravvivenza: è la "falsa spensieratezza" del capofamiglia, Eduardo Serrano, che dice "Eccoci qui, comincia il viaggio”.

La storia che ci racconta Daniela Nardi è estrapolata da vere testimonianze, vicende realmente accadute e cucite a pennello sulla famiglia Serrano che, oltre a Eduardo, è composta dalla moglie Rosa e dai quattro figli Mari, Luigi, Nico ed Annetta.
La famiglia lascia la propria casa e la città alla ricerca di una vita migliore a Valliani, il paesino dove vive la sorella di Eduardo, zia Erminia; non si tratta di un abbandono volontario, i bombardamenti si sono fatti troppo intensi ed era troppo pericoloso restare in città, meglio quindi rifugiarsi nella "casa dell’esilio".

E’ facile già da questo appellativo comprendere quale fosse lo stato d’animo dei Serrano, oltretutto basta pensare alle parole che Mari incide sul muro vicino al suo letto prima di partire: "4 dicembre 1942, la guerra ci ha cacciato di casa" : la guerra ha distrutto tutto, non solo case e mura ma anche sogni, speranze, aspettative e soprattutto si è portata via infinite vite di giovani e non, fiumi di lacrime e urla di dolore accompagnano il suono delle bombe e dei mortai che animano le giornate dei sopravvissuti.

Veri e propri spaccati di realtà bellica sono raccontati attraverso i personaggi di Lucia, figlia del farmacista e vittima di stupro da parte dei nazisti, Ester, amica di Mari ed ebrea per metà, distrutta dal dolore della perdita del suo amore, Bruno, morto sotto i colpi del fuoco nemico.
Intere famiglie devastate, spezzate in minuscoli frammenti difficili da ricomporre, l’ombra dei soldati tedeschi investe ed abbraccia col suo freddo alito di morte tutto il paese, le città e le campagne lasciando il nulla dietro di sé.

Il romanzo è molto forte, ben scritto e, con uno stile molto chiaro e lineare, fa da didascalia alle immagini sensibili che si costruiscono inevitabilmente nella mente e nel cuore del lettore, saturi delle orribili scene che la guerra ci ha mostrato, dando il meglio di sé. Un bellissimo romanzo, estremamente profondo e che fa riflettere, va oltre il classico "per non dimenticare" e scava brutalmente nei sentimenti e nelle emozioni di chi - ahimè - la guerra l’ha realmente vissuta. Si evince subito che il racconto è frutto di vere testimonianze: la disperazione, la fame, il dolore, la morte, la paura sono palpabili per il lettore, cosi come l’odore del sangue e dei corpi lasciati a marcire all’aria aperta.

Un lavoro davvero ben fatto e toccante, cinque stelle per quest'opera che consiglio ai lettori e che mi ha emozionato moltissimo. Una scrittura più matura e più profonda, proprio quello che mi aspettavo di leggere da un’autrice di grande talento come Daniela Nardi.

Giudizio:

+5stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Mille giorni d'inverno
  • Autore: Daniela Nardi
  • Editore: Lettere Animate Editore
  • Data di Pubblicazione: 4 gennaio 2016
  • ISBN-13: 978-88-6882-664-2
  • Pagine: 100
  • Formato - Prezzo: Ebook - 0,99 Euro

3 Commenti a “Mille giorni d'inverno - Daniela Nardi”

  • 19 aprile 2016 alle ore 10:52

    Grazie Chiara per la recensione. Questo romanzo ha avuto una funzione catartica per me; ho voluto onorare la memoria di mia madre e di chi ha vissuto esperienze che oggi in occidente sembrano inconcepibili e non ero sicura di esserci riuscita appieno. Sono contenta di non averti deluso e di constatare che sono riuscita a comunicare e trasmettere emozioni non facili e qualche volta estranee al mio vissuto. Ancora grazie.

  • 19 aprile 2016 alle ore 20:40
    Chiara A. says:

    Sono molto contenta che la mia recensione le sia piaciuta e sono io a ringraziarla per la possibilità di leggere questo romanzo bellissimo ed emozionante. Si evince dalle pagine la catarsi di un animo coinvolto e quasi "tormentato" da vicende forti come quelle raccontate, un lavoro molto accurato e di grande ricerca che trasmette tanto amore ma anche tanta sofferenza. Complimenti ancora!

  • Questo commento è stato eliminato dall'autore.
    19 aprile 2016 alle ore 20:41
    Chiara A. says:

    Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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