16 aprile 2016

The Man Booker International Prize: i finalisti

Il 13 aprile è stata annunciata la lista dei sei candidati al Man Booker International Prize, uno dei più importanti riconoscimenti letterario britannici, che premia i migliori romanzi internazionali tradotti in lingua inglese. Assegnato dal 2005 al 2015 con cadenza biennale all'opera omnia di un autore, a partire da questa edizione si terrà annualmente e selezionerà una singola opera.
Il 16 maggio tra la rosa dei sei finalisti - tra cui la nostra Elena Ferrante - verrà annunciato il vincitore.


A General Theory of Oblivion di José Eduardo Agualusa (Harvill Secker) - ANGOLA

A General Theory of Oblivion è un grande patchwork che racconta la storia dell’Angola attraverso Ludo, una donna che si barrica nel suo appartamento alla vigilia dell’indipendenza angoliana. Per i successivi trent’anni vive di verdure e piccioni, e brucia i mobili per restare al caldo. Ma il mondo esterno trapela attraverso frammenti di conversazione alla radio, voci dalle porte vicine, barlumi di un uomo che sfugge ai suoi inseguitori e un biglietto attaccato alla zampa di un uccello. Finché un giorno non incontra Sabalu, un giovane che si arrampica fino alla sua terrazza dalla strada. Con la giocosità, l’umorismo e il calore che sono il marchio di fabbrica dell’autore, A General Theory of Oblivion è un romanzo stupefacente sul dolore umano e sulle emozioni, le speranze e i pericoli che un cambiamento radicale porta con sé.

José Eduardo Agualusa è nato a Huambo (Angola) nel 1960, ed è una delle voci più influenti nella letteratura angolana e in lingua portoghese. Il suo romanzo Creole è stato insignito del Portuguese Grand Prize for Literature, e Il venditore di passati (La Nuova Frontiera) ha vinto l'Independent Foreign Fiction Prize nel 2007. Agualusa vive tra Portogallo, Angola e Brasile.


Storia della bambina perduta di Elena Ferrante (Europa Editions, e/o) - ITALIA

"Storia della bambina perduta" è il quarto e ultimo volume dell'"Amica geniale". Le due protagoniste Lina (o Lila) ed Elena (o Lenù) sono ormai adulte, con alle spalle delle vite piene di avvenimenti, scoperte, cadute e "rinascite". Ambedue hanno lottato per uscire dal rione natale, una prigione di conformismo, violenze e legami difficili da spezzare. Elena è diventata una scrittrice affermata, ha lasciato Napoli, si è sposata e poi separata, ha avuto due figlie e ora torna a Napoli per inseguire un amore giovanile che si è di nuovo materializzato nella sua nuova vita. Lila è rimasta a Napoli, più invischiata nei rapporti familiari e camorristici, ma si è inventata una sorprendente carriera di imprenditrice informatica ed esercita più che mai il suo affascinante e carismatico ruolo di leader nascosta ma reale del rione (cosa che la porterà tra l'altro allo scontro con i potenti fratelli Solara). Ma il romanzo è soprattutto la storia di un rapporto di amicizia, dove le due donne, veri e propri poli opposti di una stessa forza, si scontrano e s'incontrano, s'influenzano a vicenda, si allontanano e poi si ritrovano, si invidiano e si ammirano. Attraverso nuove prove che la vita pone loro davanti, scoprono in se stesse e nell'altra sempre nuovi aspetti delle loro personalità e del loro legame d'amicizia. Intanto la storia d'Italia e del mondo si srotola sullo sfondo e anche con questa le due donne e la loro amicizia si dovranno confrontare...

Elena Ferrante è autrice dell'Amore molesto, da cui Mario Martone ha tratto il film omonimo. Dal romanzo successivo, I giorni dell'abbandono, è stata realizzata la pellicola di Roberto Faenza. Nel volume La frantumaglia racconta la sua esperienza di scrittrice. Nel 2006 le Edizioni E/O hanno pubblicato il romanzo La figlia oscura, nel 2007 il racconto per bambini La spiaggia di notte e nel 2011 il primo volume dell'Amica geniale, seguito nel 2012 dal secondo volume, Storia del nuovo cognome, nel 2013 dal terzo, Storia di chi fugge e di chi resta, e nel 2014 dal quarto e ultimo, Storia della bambina perduta.


The Vegetarian di Han Kang (Portobello Books) - COREA DEL SUD

Yeong-hye e suo marito sono persone ordinarie. Lui è un impiegato con moderate ambizioni e modi miti; lei una moglie scialba ma premurosa. L’accettabile encefalogramma piatto del loro matrimonio si interrompe quando Yeong-hye, cercando un’esistenza più “rigogliosa”, commette uno scioccante atto sovversivo. Mentre la sua ribellione si manifesta in forme sempre più bizzarre e spaventose, Yeong-hye sprofonda sempre più nell'idea di abbandonare la sua prigione di carne e di diventare – impossibilmente, estaticamente – un albero. Inquietante, disturbante e bellissimo, The Vegetarian è un romanzo sull'odierna Corea del Sud, ma anche sulla vergogna, sul desiderio, e sui nostri vani tentativi di comprendere gli altri, da un corpo imprigionato a un altro.

Han Kang è nata a Gwangju (Corea del Sud), ma si è trasferita a Seoul all'età di dieci anni. Ha studiato letteratura coreana all'Università di Yonsei. Le sue opere hanno vinto l'Yi Sang Literary Prize, il Today's Young Artist Award, e il Korean Literature Novel Award. The Vegetarian, il suo primo romanzo tradotto in inglese, è stato pubblicato da Portobello Books nel 2015, mentre Human Acts nel 2016. Al momento insegna scrittura creativa all'Istituto delle Arti di Seoul.


La stranezza che ho nella testa di Orhan Pamuk (Faber & Faber, Einaudi) - TURCHIA

Un ragazzo ama una ragazza. Tutte le storie, anche quelle più complicate, nascono da questa semplice, universale premessa. Mevlut l'ha incontrata una sola volta: i loro sguardi si sono incrociati di sfuggita al matrimonio di un parente a Istanbul. Eppure è bastato quell'attimo di perfezione e felicità a farlo innamorare. Süleyman, il cugino, gli ha detto che delle tre figlie di Abdurrahman, quella che ha visto Mevlut, quella di cui si è innamorato, è senz'altro Rayiha. Da allora non l'ha più rivista ma, per tre anni, Mevlut le scrive le lettere più appassionate che il suo cuore riesce a creare. Finché un giorno capisce che l'unico modo di coronare il suo sogno è scappare con Rayiha, di fatto rapendola dalla casa paterna in cui è rinchiusa. Così, una notte di tempesta, mentre Süleyman aspetta con un furgone in una strada poco lontana, Mevlut e la sua amata si riuniscono. Nulla potrà andare storto ora, nulla potrà più dividerli, pensa lui. Poi un lampo illumina la scena e rivela il volto di Rayiha: quella non è la ragazza a cui Mevlut ha creduto di scrivere per tutto quel tempo, non è la ragazza di cui si è innamorato a prima vista tre anni prima! Chi ha ingannato Mevlut? E come si comporterà ora il nostro eroe?

Orhan Pamuk è nato nel 1952 a Istanbul. Nel 2006 ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura. Einaudi ha in corso di stampa tutte le sue opere e ha finora pubblicato Il castello bianco, La nuova vita, Il mio nome è rosso, Neve, La casa del silenzio, Istanbul, Il libro nero, La valigia di mio padre, Il Museo dell'innocenza, Altri colori, Il Signor Cevdet e i suoi figli, Romanzieri ingenui e sentimentali, L'innocenza degli oggetti e La stranezza che ho nella testa.


Una vita intera di Robert Seethaler (Picador, Neri Pozza) - AUSTRIA

Andreas Egger non ha mai gridato né esultato da bambino. Fino al suo primo anno di scuola non ha mai neppure davvero parlato. Quando nell’estate del 1902, ancora bimbo, lo tirano giù dal carro con cui giunge tra le montagne diventate poi sue, resta semplicemente muto a guardare in alto con grandi occhi stupiti le cime splendenti di bianco. Ha quattro anni all’epoca, e non interessa a nessuno. Men che meno a Hubert Kranzstocker, il contadino che lo accoglie controvoglia. Il bimbo è l’unico figlio di una cognata che ha condotto una vita leggera ed è stata perciò punita dal buon Dio con una tisi che se l’è portata via.
Kranzstocker non lo manda al diavolo unicamente perché reca al collo un sacchetto di cuoio con delle banconote. In compenso non esita a picchiarlo per un pane lasciato ammuffire, una vacca persa o un balbettio durante la preghiera della sera. Un giorno lo bastona a tal punto che nella gamba destra di Andreas ogni cosa va fuori posto. L’aggiustaossa di un paese vicino gliela sistema alla bell’e meglio, ma la gamba da allora spunta sbieca dall’anca, irrimediabilmente storta.
Andreas Egger non grida né esulta nemmeno quando, trent’anni dopo, fa la sua comparsa nella valle, tra le urla di gioia del paese, la squadra del cantiere della ditta Bittermann & Figli: duecentosessanta operai, dodici macchinisti, quattro ingegneri, sette cuoche e un drappello di aiutanti, l’avanguardia di una colonna incaricata di costruire una funivia e mutare per sempre il volto della valle.
Andreas Egger ubbidisce semplicemente in silenzio al suo destino: vivere tra la quiete e la bellezza dei monti e la crudeltà degli uomini. Impara così dapprima il mestiere di bracciante e poi di contadino, e alla fine entra a far parte della Bittermann & Figli. È «la gigantesca macchina chiamata Progresso», gli dicono. Ma a lui queste cose non interessano.
Soltanto una cosa gli sta a cuore: mettere piede nell’osteria del paese e incrociare lo sguardo di Marie Reisenbacher, la ragazza dai capelli biondi e la pelle rosea che lavora lì ai tavoli, e che un giorno gli ha procurato «un dolore sottile vicino al cuore» sfiorandogli appena il braccio. Perciò quando, un pomeriggio di fine agosto, riesce a strappare un bacio a Marie e a stringerla a sé e lei gli dice «Ohi. Quanta forza, che hai!», gli sembra di capire che, oltre alla crudeltà, esiste anche la possibilità del bene e della felicità tra gli esseri umani.
Nominato «libro dell’anno» dai librai tedeschi, selezionato da Der Spiegel come uno dei romanzi più importanti del 2014, accolto con entusiasmo dalla critica e dal pubblico in Germania, Una vita intera si segnala, nella narrativa contemporanea, per la bellezza della sua scrittura e l’originalità della sua narrazione: l’unicità di un’esistenza qualunque.

Robert Seethaler è nato a Vienna nel 1966. Autore e sceneggiatore, nel 2007 il suo romanzo d’esordio è stato premiato con il prestigioso premio del Buddenbrookhaus. Ha ottenuto numerose borse di studio, tra cui la Alfred Döblin dalla Academy of Arts, e il film tratto dalla sua sceneggiatura.


The Four Books di Yan Lianke (Chatto & Windus) - CINA

Nel novantanovesimo distretto di uno sterminato campo di lavoro, artisti, liberi pensatori e accademici sono imprigionati per rafforzare la loro lealtà alle ideologie comuniste. Qui, la Musicista e il suo amante, lo Studioso, insieme all'Autore e al Teologo, sono obbligati a eseguire estenuanti lavori fisici e incoraggiati a riferire sui comportamenti dissidenti altrui. Il premio: conquistarsi una possibilità di libertà. Sono controllati da un supervisore preadolescente, il Bambino, che trae piacere dal sistema di ricompense e dalle punizioni eccessive. Quando le quote di produzione agricola e industriale aumentano a un livello irraggiungibile, il novantanovesimo distretto si dissolve nell'anarchia. E a quel punto, mentre il tempo si fa inclemente e scoppia una carestia, vengono abbandonati a loro stessi per sopravvivere.

Yan Lianke è nato nel 1958 nella provincia di Henan, Cina. È autore di numerosi romanzi e antologie di racconti, tra cui Servire il popolo (Einaudi), Il sogno del villaggio dei Ding (Nottetempo), Lenin's Kisses. Vincitore di molti premi letterari in Cina, inclusi il Lao She, il Lu Xun e il Hua Zhong World Chinese Literature Prize, ha ricevuto anche il Franz Kafka Prize nel 2014, ed è già stato selezionato tra i finalisti del Man Booker International Prize e dell'Independent Foreign Fiction Prize. Attualmente vive e scrive a Pechino.

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