8 agosto 2015

Anima - Wajdi Mouawad

Una donna assassinata in una casa vuota, distesa in una pozza di sangue nel buio del salotto. Unico, impotente testimone, il gatto. È questa la scena agghiacciante che Wahhch Debch si trova davanti una sera, tornando dal lavoro. Quella casa è la sua, quella donna è sua moglie. Accecato dal dolore, assetato di vendetta ma soprattutto in cerca di risposte, l’uomo parte alla caccia del killer. Nel disperato tentativo di trovare una spiegazione al male, sprofonda nelle viscere di un mondo a sé stante, che vive appena sotto la pelle del mondo civile, abbandonato a mafie e traffici di ogni sorta, governato da leggi proprie.
È un'esplorazione della natura umana nei suoi lati più oscuri, quella compiuta da Wahhch, un viaggio che lo porterà dalle gelide riserve indigene del Québec, dove le più orribili bassezze si mescolano alla bellezza della cosmologia indiana, fino al Libano, dov’è sepolto il suo tragico segreto, un episodio brutale dell’infanzia che gli ha cambiato per sempre la vita.
Sconvolgente odissea contemporanea, Anima è al tempo stesso un'ardita provocazione letteraria: capitolo dopo capitolo, il filo della narrazione è ripreso da una successione di animali, a partire dal gatto che racconta la scena iniziale. In un bestiario infernale, cani, gatti, ma anche topi, serpenti e insetti d’ogni genere si fanno testimoni dell’intera vicenda, immergendo il lettore nella loro percezione della realtà. La desolante verità che emerge è una sola: «il cielo non ha visto niente di più bestiale dell’uomo». 

Recensione

La storia si svolge principalmente in una riserva indiana situata in parte in territorio canadese, in parte in quello statunitense.
Wahhch Debch, protagonista del romanzo, è stato adottato quando aveva quattro anni da un cristiano maronita libanese, dopo che la sua famiglia era stata sterminata nel campo palestinese di Chatila. Lui ha assistito alla strage, ma ha represso il ricordo. Passano gli anni e, divenuto adulto, tornando a casa trova la moglie barbaramente uccisa da uno psicopatico. Lo shock è tale da fargli tornare in mente sprazzi di memoria di quando era stato sepolto vivo insieme ai corpi dei suoi familiari e quattro cavalli moribondi. Si mette a caccia dell’assassino, un pellerossa Mohawk, che le autorità non si curano di perseguire in quanto più utile alla polizia quale informatore piuttosto che come ricercato. Il motivo per cui il protagonista cerca di trovare l'assassino della moglie non è la vendetta, quanto fare ulteriore luce su quel passato che non riesce a ricordare compiutamente e che il padre adottivo gli ha sempre nascosto.

Le carneficine compiute dai cristiano maronita nei campi palestinesi di Sabra e Chatila, nonché le violenze subite dalla moglie del protagonista, sono raccapriccianti e la loro descrizione non è adatta a tutti i lettori. Ciò premesso, il tono della narrazione è malinconico, quasi poetico e lo stile è piano, anche quando volutamente crudo. Ma la peculiarità di questo romanzo è che a narrare gli avvenimenti sono quasi sempre gli animali. Ogni capitolo, infatti, prende il nome scientifico della specie (columba livia, canis lupus, felis sylvestris catus, procyon lotor, eccetera) di cui un singolo individuo racconta ciò che vede, le parole che sente, le impressioni riportate, come per esempio queste considerazioni espresse da una civetta:

Hanno devastato le tenebre e tagliato la notte col coltello delle loro luci. Hanno affondato i piedi nella terra inzuppata di pioggia e di neve sciolta: uomini, cani e macchine, usciti dal nulla per spostare le ombre degli alberi e fendere il silenzio.
Gli animali, che mostrano di essere più umani degli uomini, non si limitano a narrare le vicende di cui sono spettatori, ma provano spesso empatia con il protagonista e talvolta interagiscono con lui. È il caso della puzzola che lo difende da un gruppo di aggressori e, soprattutto, di due cani che, in modo totalmente diverso, nel bene e nel male, avranno un'importanza fondamentale nella sua vita. Tutto ciò rende la storia alquanto surreale ma, al contempo, tende a moderare la violenza e il dolore che sono due costanti del romanzo.

Le perplessità maggiori che sorgono dalla lettura di Anima sono relative ai troppi eventi fortuiti di cui è costellato l’intreccio. Non viene spiegato perché sia stata uccisa proprio la moglie del protagonista e specificamente nei modi raccapriccianti, spero non usuali, subiti dalla sua famiglia nel campo di sterminio palestinese di Chatila, né si spiega come l’assassino psicopatico riesca sempre ad anticipare i movimenti del protagonista.

L’autore, Wajdi Mouawad, di origine libanese, trasferito a causa della guerra prima in Francia e poi in Canada, è noto come drammaturgo, regista e attore oltre che scrittore. Senza dubbio sa come riuscire a catturare l'interesse del lettore e questo romanzo, il cui ritmo è sostenuto, la trama avvincente e riserva continui colpi di scena, risulta molto originale. Tuttavia la descrizione di violenze decisamente sconvolgenti non ne fa una lettura adatta a tutti.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Anima
  • Titolo originale: Anima
  • Autore: Wajdi Mouawad
  • Traduttore: Antonella Conti
  • Editore: Fazi
  • Data di Pubblicazione: febbraio 2015
  • Collana: Le strade
  • ISBN-13: 9788876256110
  • Pagine: 505
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 18,50

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