14 aprile 2015

Beatles - Lars Saabye Christensen

Oslo 1965. La Norvegia, come il resto del mondo vive sotto l'incantesimo dei Beatles.
Kim ha quattordici anni e come molti adolescenti sogna di avere una band simile ai Beatles. Con i suoi amici Ola, Seb e Gunnar crea il gruppo The Snafus, nel quale ognuno adotta i nomi dei Fab Four, John, Paul, George e Ringo. E in attesa di fare carriera nel mondo della musica, deve fare i conti con i tipici problemi dell'adolescenza: lezioni noiose, primi amori, il difficile rapporto con i genitori e la voglia irrefrenabile di cambiare il mondo...
Ma il tempo passa e Kim e i suoi amici devono decidere del loro futuro, in una società, dove la maggior parte dei ragazzi vuole fare il delinquente con una gang, rubare auto, stare con le ragazze e soddisfare i propri desideri, tutti e subito.

Recensione

Dovevo chiamare a raccolta le mie forze, mi dissi che non ero ancora perduto, dovevo soltanto avanzare di un passo, nell’una o nell’altra direzione, per ritrovarmi là dove c’erano Seb e Gunnar. Bastava dire soltanto una parola, la parola. Ma qualcosa in me, nelle ossa, nel petto, opponeva resistenza. Non era tanto facile. Mi ero sbagliato. Dovevo cominciare da qualche parte. Qui.

Beatles è uno dei libri più difficili da recensire che abbia mai portato sulle pagine di questo blog.
Difficile perché carico di temi e sentimenti, voce di un'epoca perduta ma anche racconto universale del passaggio all'età adulta che supera le barriere del tempo, in un caleidoscopio di situazioni, non sempre riuscite, che è molto complesso tradurre in un commento organico.

Romanzo cult da più di trent'anni nel Nord Europa, nel quale i giovani scandinavi continuano a rispecchiarsi, arriva solo ora in Italia portando con sé una carica di nostalgia che sicuramente caratterizzava il libro già al momento della sua pubblicazione nel lontano 1984, quando le speranze degli anni '60 e '70, nei quali il libro è ambientato, erano ormai state disilluse. Questo è ancor più vero se si legge il romanzo per la prima volta oggi che quegli anni rivoluzionari sembrano quasi una favola senza lieto fine.
Ed in effetti Beatles ricorda un po' una favola triste, ben lontana da ciò che l'allegra copertina e il riassunto della trama lasciano intuire, creando aspettative non del tutto coincidenti con la realtà.

Ciò che mi ha attirata in primo luogo, infatti, è stato il titolo: anch'io, come Kim, Gunnar, Seb e Ola sono cresciuta ascoltando i Beatles - un po' fuori tempo massimo, lo ammetto, visto che oramai eravamo in pieni anni '90 - per cui un racconto scandito dalle musiche dei Fab Four sembrava proprio scritto per me. Mi aspettavo di trovare il leggero resoconto delle bravate adolescenziali dei quattro protagonisti mentre le musiche dei baronetti di Liverpool accompagnavano il passare degli anni, il che si è rivelato vero solo in parte. Per i quattro ragazzi, infatti, l'infanzia idilliaca si trasforma presto in una giovinezza amara e piena di delusioni, proprio come l'ingenuo idealismo degli anni '60 finisce affogato in un mare di droga e materialismo, proprio come gli spensierati ragazzi che cantavano "Love me do" hanno ad un certo punto sviluppato una coscienza politica e una passione per le tecniche meditative orientali.

I protagonisti seguono la carriera dei loro idoli con una religiosità al limite del fanatismo, a partire dal boom della beatlesmania fino alla disperazione della rottura definitiva; nonostante i titoli delle canzoni più celebri facciano da intestazione anche ad ogni capitolo, esse non rispecchiano necessariamente gli eventi della vita dei ragazzi ma ne costituiscono l'unico punto fermo contro l'inesorabile passaggio del tempo. Anche quando iniziano i primi contrasti e le loro vite sembrano prendere strade diverse, anche quando le canzoni non sembrano tanto convincenti, anche quando cantautori di maggior spessore come Bob Dylan (yeah!) si affacciano all'orizzonte, i Beatles rimangono il polo d'attrazione che porta i quattro a ritrovarsi e a sostenersi l'uno con l'altro, sempre e comunque, emblema di un'amicizia non perfetta ma vera, solida, sincera, che è uno dei tratti più commoventi dell'intero romanzo.

Come si diceva l'opera è caratterizzata da una nota amara che si fa sempre più pungente man mano che l'infanzia si allontana e i quattro protagonisti cercano di ritagliarsi un posto nel mondo degli adulti, senza però avere ben chiaro cosa fare del proprio futuro, incertezza che li porterà verso fallimenti spettacolari .
Ugualmente, il romanzo non sembra avere uno scopo preciso ma si presenta come una successione di eventi piuttosto ordinari intervallati da occasionali tragedie che però riescono sempre a rimanere marginali, fino a che gli eventi non arrivano a chiudersi in circolo, seguendo la narrazione in prima persona di uno dei quattro, Kim. La trama, quindi, non è certo priva di ripetizioni (una caratteristica tipica degli autori scandinavi a quanto pare) e di conseguenza a tratti un po' noiosetta, eppure anche nei suoi momenti meno entusiasmanti appare sempre fortemente reale. E se a volte fatti e personaggi risultano un po' stereotipati è solo per l'estrema fedeltà all'epoca e all'età che l'autore vuole celebrare: i genitori reazionari, la lotta di classe e la vacuità di certe astrazioni ideologiche anarchico-socialiste, la piaga dell'eroina, l'alcol annaffiato su qualunque cosa e soprattutto l'egoismo e l'indifferenza tipicamente adolescenziali, che la voce del narratore esprime con lucida crudeltà, esasperandola nella sua incapacità di crescere e assumersi responsabilità, dando prova infine di una fragilità insospettata.
In questo senso il libro si propone anche come una denuncia dell'incapacità degli adulti di cogliere l'instabilità e la criticità degli anni adolescenziali, soprattutto in un mondo in rapida trasformazione come quello in cui vivono i giovani protagonisti. Chi non si adegua, chi si perde per strada è lasciato solo, incompreso, classificato come sbagliato e infine escluso

La ripetitività della trama è in qualche modo redenta dalla potente capacità narrativa di Christensen , per una volta resa egregiamente dalla splendida traduzione italiana. Mi sono spesso lamentata dell'inespressività e piattezza degli autori nord europei ma Christensen si discosta decisamente dai suoi connazionali, dando prova di raffinato lirismo mentre con sapienza semina per il libro indizi sulla vera natura della narrazione che si traducono in coinvolgenti incursioni nel realismo magico, generando al contempo perplessità e fascinazione e compensando in qualche modo i limiti della trama.

Giudizio:

+3stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Beatles
  • Titolo originale: Beatles
  • Autore: Lars Saabye Christensen
  • Traduttore: Alessandro Storti
  • Editore: Atmosphere libri
  • Data di Pubblicazione: 2014
  • Collana: -
  • ISBN-13: 9788865641330
  • Pagine: 589
  • Formato - Prezzo: Copertina Rigida - Euro 16.00

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