26 settembre 2014

Vita di Tara - Graham Joyce

Dopo il pranzo di Natale Peter Martin riceve una telefonata concitata dal padre che gli chiede di raggiungerlo subito perché qualcosa di sorprendente è accaduto alla loro famiglia. Al suo arrivo, Peter ritrova Tara, la sorella adolescente scomparsa misteriosamente vent'anni prima. Cosa le è accaduto? E dove è stata in questi lunghi anni? La storia di Tara ha dell'incredibile: ha conosciuto uno straniero nella foresta degli Outwoods ed è stata con lui per mesi in un... mondo parallelo. Per la sua famiglia è impossibile crederle, ovviamente, eppure il corpo di Tara non è invecchiato affatto nonostante siano passati vent'anni. L'unico che sembra essere dalla sua parte è il suo primo amore, Richie, ma un uomo misterioso la pedina tentando in tutti i modi d'impedirle di riawicinarsi a lui. Spetterà allora allo psichiatra, il dottor Underwood, scoprire quali segreti nasconde la mente di Tara e riportare così ai Martin la ragazzina che avevano perduto.

Recensione

Vita di Tara è uno di quei fantasy non convenzionali che sembrano concepiti apposta per dividere i lettori.
In modo simile a quanto avvenuto per Un altro mondo di Jo Walton, che avevo recensito l'anno scorso, l'aspetto fantastico del racconto è minimo rispetto al grosso della trama e portato avanti con una certa ambiguità tanto che in alcuni passaggi il lettore potrebbe sospettare si trovi tutto nella testa della protagonista.
A differenza di Un altro mondo, tuttavia, il risultato non è del tutto soddisfacente, principalmente perché l'anti-convenzionalità dimostrata nell'ideare la trama non è stata mantenuta nello sviluppo di alcune sue parti.

Mi spiego meglio: il romanzo ruota attorno al rapimento della protagonista da parte di una creatura fatata e il suo ritorno a casa vent'anni dopo la sua scomparsa. Con fatica e a intervalli intermittenti Tara racconta ciò che le è accaduto in questo lasso di tempo che a lei è sembrato durare soltanto sei mesi ma che ha lasciato i genitori, il fratello e il fidanzato in uno stato d'angoscia per due decenni.
Purtroppo le sezioni del libro dedicate alla vita insieme agli elfi sono le più deludenti perché troppo simili a quanto la letteratura di genere ci ha proposto finora sull'argomento: gli elfi, tanto per cominciare, non amano affatto essere chiamati elfi e godono di un'affinità con la Natura e le sue leggi molto più intima e profonda di quanto non facciano gli umani, i quali, ovviamente, sono disprezzati in quanto rozzi, superficiali e incapaci di comprendere fino in fondo il mondo in cui vivono. Queste creature magiche, inoltre, sono caratterizzate da una certa dose di amoralità e da un atteggiamento molto più pragmatico e meccanico verso il sesso che non rivestono di alcun aspetto romantico, il che non impedisce loro di adottare un comportamento primitivo verso gli oggetti delle loro infatuazione (come appunto è Tara), che trattano in modo possessivo e capriccioso, come solo le fate sanno fare.

Nulla di nuovo sotto il sole fino a qui, anche se, come ho detto, questo è un aspetto piuttosto marginale del libro che invece è maggiormente incentrato sulle conseguenze che la sparizione di Tara e il suo ritorno improvviso nella vita delle persone a lei più vicine. Joyce utilizza qui un approccio piuttosto originale, sfruttando la vicenda di Tara per mostrare i limiti che siamo disposti a raggiungere pur di razionalizzare eventi che ci appaiono inspiegabili e per i quali non siamo disposti ad accettare spiegazioni "illogiche" (ma la vita di tutti i giorni ci dimostra anche il contrario, mi vien da dire: quante persone trasformano fenomeni perfettamente razionali in "prove" dell'esistenza di creature o forze sovrannaturali?).
I parenti di Tara sono incapaci di accettare le motivazioni della ragazza riguardo la sua sparizione e se i genitori sono disposti a vivere accettando quella che ritengono una bugia pur di riavere la figlia, il fratello Peter non è in grado di dissimulare la propria rabbia e frustrazione, alle quali rinuncia solo quando la sorella accetta di sottoporsi a una valutazione psichiatrica. Il rapporto fra Tara e il suo medico è emblematico della discrepanza fra le opposte interpretazioni che si possono dare allo stesso evento a seconda dell'atteggiamento con cui lo si analizza. L'autore contrappone qui in modo alternato il racconto della ragazza, sognante ma ricco di violente emozioni, alle valutazioni dello psichiatra, riprendendo il linguaggio tecnico e specialistico con il quale egli tenta di dare una spiegazione a quelle che ritiene fantasie straordinariamente radicate.
Interessante da questo punto di vista la scelta di aprire i capitoli dedicati alle note del medico con estratti di un processo avvenuto nella seconda metà dell'800 in cui un gruppo di uomini vengono trovati colpevoli della tortura e dell'uccisione della moglie di uno di essi, ritenuta vittima di un rapimento da parte degli elfi.

E' questo quindi il cuore della vicenda e quello che viene sviluppato con maggiore attenzione e abilità. A fargli da contorno restano le vicende personali della famiglia di Peter, con particolare attenzione al rapporto di quest'ultimo con l'amico ritrovato Richie, fidanzato di Tara ai tempi della sua scomparsa e poi perso in mezzo a un mare di sospetti e risentimenti. Interessante l'idea che proprio l'uomo la cui vita è stata maggiormente rovinata dalla sparizione misteriosa della fidanzatina sia anche quello che con più facilità riesce a riammetterla nella propria vita mantenendo una mente aperta e accettando implicitamente di poter restaurare un rapporto anche in assenza di vere spiegazioni.
Un po' meno riuscita è invece la caratterizzazione dei genitori di Peter e Tara, figure che compaiono all'inizio del romanzo spezzate dalla scomparsa della figlia ma che scivolano pian piano sullo sfondo mostrando un atteggiamento di pacifica indifferenza agli eventi successivi che lascia un po' perplessi. Qualche perplessità la solleva anche la trama secondaria incentrata sull'unico figlio maschio di Peter, Jack, che non è ben chiaro che ruolo abbia nella storia se non quello di introdurre l'anziana vicina, la quale si svelerà, in modo un po' prevedibile, un elemento chiave della vicenda.

Nel complesso il romanzo presenta quindi picchi di alto livello e di grande tensione alternati a momenti dimenticabili e un po' scontati. Non aiuta la scelta di una protagonista che dovrebbe essere la solita fanciulla dallo spirito inquieto, troppo "speciale" per il nostro mondo banale, ma che si rivela null'altro che un'adolescente egoista e superficiale che anche da adulta pretende che il mondo giri secondo i suoi capricci.

Giudizio:

+3stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Vita di Tara
  • Titolo originale: Some Kind of Fairy Tale
  • Autore: Graham Joyce
  • Traduttore: B.Tavani
  • Editore: Gargoyle
  • Data di Pubblicazione: 3 luglio 2014
  • Collana: Extra
  • ISBN-13: 9788898172399
  • Pagine: 352
  • Formato - Prezzo: Copertina morbida - 18,00 Euro

0 Commenti a “Vita di Tara - Graham Joyce”

Posta un commento

 

La Stamberga dei Lettori Copyright © 2011 | Template design by O Pregador | Powered by Blogger Templates