8 agosto 2014

Julie & Julia - Julie Powell

Julia Child è la donna che ha insegnato a cucinare alle americane, con un libro intitolato "L'arte della cucina francese". Quando Julie Powell ne trova una copia consunta a casa di sua madre, ha una specie di folgorazione.
Alle soglie dei trent'anni, sposata felicemente con Eric ma frustrata sul lavoro (avrebbe voluto diventare attrice ma fa la segretaria in un'agenzia governativa), decide di cucinare in un anno tutte le 524 ricette del libro, dal potage Parmentier (una delicata zuppa di patate) alle più virtuosistiche preparazioni a base di interiora e salse elaborate.
"Automa governativo di giorno, gastronoma fanatica di sera", Julie comincia a sfornare manicaretti per il marito e per gli amici squinternati che frequentano il suo piccolo appartamento nel Queens. Nel frattempo, il blog in cui racconta la sua impresa diventa uno dei più popolari della rete, e perfino l'ormai novantenne Julia Child parlerà (non bene) di lei.
Ma sarà Julie ad avere l'ultima parola.

Recensione

Se è vero che ottimi libri si traducono spesso in film dimenticabili, è altrettanto vero che a volte una pellicola ben fatta può rivoluzionare il tono di un pessimo libro.
È ciò che è avvenuto con questo Julie & Julia, al quale mi sono avvicinata dopo aver visto il film con Meryl Streep e Amy Adams pensando di trovare una lettura leggera e divertente. Purtroppo Julie Powell, autrice del romanzo oltre che protagonista di questa avventura tra i fornelli, ha un'idea tutta sua del divertimento, che si traduce nel lamentarsi pedantemente e insistentemente di ogni aspetto della sua vita con la scusa di raccontare qualche buffa disavventura domestica.

È evidente fin dalle prime righe che la Powell è una di quelle persone che amano piangersi addosso anche se, come spesso capita a questo tipo di persone, avrebbero ben pochi motivi per cui lamentarsi. L'origine di tutti i mali è l'impiego della donna, che lavora come segretaria in un'agenzia governativa newyorkese che si occupa di gestire eventi e iniziative legate all'11 settembre. Si tratta principalmente di un'attività di customer care, con lunghe telefonate con parenti delle vittime o terze parti più o meno coinvolte che spaziano tra vari gradi di preoccupazione, frustrazione e scortesia. Sicuramente non la più entusiasmante delle attività ma nel tempo impiegato per scrivere questa riga me ne sono già venute in mente almeno dieci peggiori, soprattutto per una persona senza qualifiche e particolari abilità, che millanta aspirazioni da grande attrice pur ammettendo di non aver mai fatto un'audizione in vita sua.

Il tono del romanzo riflette l'atteggiamento svogliato e vittimista che l'autrice ha nei confronti della vita; persino il famoso progetto Julie/Julia diventa una scusa per piangersi addosso ogni qualvolta un esperimento culinario finisce male, non certo perché le stelle si sono accanite contro la povera Julie ma semplicemente perché lei si ostina a tentare esperimenti complicati con imprecisione e superficialità, pretendendo che tutto riesca al primo colpo.
Più che di un romanzo dovremmo in realtà parlare di un lungo ed estremamente lamentoso post di un blog, in cui una donna che confonde l'arguzia con la logorrea verbale blatera di matrimonio, amicizia e altre cose della vita innaffiandoli di riferimenti alla cultura pop e di ettolitri di drink alla vodka, che è il metodo preferito da Julie per affrontare ogni tipo di problema, dal lavandino otturato alla bavarese venuta male.

La celeberrima Julia Child, "la donna che ha insegnato alle casalinghe americane a cucinare", compare brevemente all'inizio di ogni capitolo attraverso i ricordi del marito, le cui lettere al fratello sono servite da spunto per questi siparietti romanzati in cui si descrive il lento innamoramento di Paul Child verso la futura moglie. Nonostante il libro di ricette della Child sia il motore che ha dato l'avvio a questa maratona culinaria, per la Powell la grande cuoca rappresenta più che altro una maestra di cucina che scriveva ricette dal sapore vagamente erotico; l'autrice è sicuramente intimidita dall'aura di serena perfezione emanata dalla maestra ma non si può certo dire che ne tragga qualche insegnamento, sia in cucina che nella vita in generale.
A ulteriore prova sia dell'egocentrismo dell'autrice sia del fatto che Julie&Julia non è altro che l'estensione del suo blog personale, tutte le figure che popolano i suoi resoconti culinari, dall'incredibilmente paziente marito alle amiche dalla disastrata vita sentimentale, non sono altro che personaggi caricaturali usciti da un cartone animato (o da una puntata di Buffy, l'Ammazzavampiri), ritratti con superficialità al solo scopo di essere utilizzati comi termine di paragone negativi, atti a dimostrare quanto l'autrice sia sfortunata, svantaggiata e meritevole di compatimento.

Non mi è difficile immaginare che il blog culinario della Powell abbia ottenuto un grosso successo: la maratona di cucina in sé deve essere stata interessante da seguire passo passo, anche perché qualche episodio divertente lungo il cammino non manca; ciò che è fallito a mio parere è il passaggio a un libro vero e proprio, sia perché in questo modo è emersa l'infelice personalità dell'autrice, sia perché non è stato fatto alcun tentativo di conferire corposità, continuità narrativa e coerenza al materiale presentato, che rimane la mera lista di episodi più o meno interessanti, incapaci veramente di coinvolgere.

Giudizio:

+2stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Julie & Julia
  • Titolo originale: Julie & Julia: 365 Days, 524 Recipes, 1 Tiny Apartment Kitchen
  • Autore: Julie Powell
  • Traduttore: F.Gerla
  • Editore: Rizzoli
  • Data di Pubblicazione: 30 settembre 2009
  • Collana: Rizzoli best
  • ISBN-13: 9788817033770
  • Pagine: 337
  • Formato - Prezzo: Brossura - 8,42 Euro

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