6 maggio 2014

Speciale Fantascienza: Naufragio sulla terra di Darkover - Marion Zimmer Bradley

Marion Zimmer Bradley nacque ad Albany (New York) il 3 giugno 1930. Scrittrice prolifica, per un certo periodo della sua vita abbracciò il neopaganesimo, il cui scontro con la cultura cristiana (a cui pure tornò negli anni '90, etichettando la sua precedente fede come "una fase passata della sua vita") costituisce tema centrale di molti dei suoi libri scritti prima del ritorno all'episcopalismo.
La Bradley iniziò a scrivere in giovane età: appassionata di narrativa di genere fantasy e fantascientifico, nel 1949 vinse un concorso su Amazing Stories con il racconto Outpost, che venne pubblicato sul volume di dicembre di quell'anno. Il suo primo romanzo, uscito a puntate su rivista, risale al 1957: I falconi di Narabedla, cui seguì Le foreste di Darkover (The Planet Savers) nel 1958, che in seguito originò l'omonima serie.

Da quel momento la carriera di Marion Zimmer Bradley decollò: scrisse circa sessanta romanzi e diverse raccolte di racconti, tradotti in venti lingue, e sotto diversi pseudonimi (Morgan Ives, Miriam Gardner, John Dexter e Lee Chapman, soprattutto per i romanzi a tematica lgbt o pulp in quanto quasi pornografici per gli standard dell'epoca). La fama mondiale arrivò nel 1983 con il romanzo fantasy ad ambientazione arturiana Le nebbie di Avalon, che impiegò all'autrice molti anni di ricerche e di stesura.
La lunga e variegata serie di Darkover, che mischia fantasy e fantascienza, conta da sola una quarantina di opere tra romanzi e antologie, pubblicati tra il 1958 e il 2013; la maggior parte sono stati scritti esclusivamente dalla stessa autrice (alcuni pubblicati postumi), per altri si avvalse di collaborazioni, mentre alcune antologie contengono racconti scritti dai fan e selezionati dalla Bradley, sebbene non considerati ufficiali. Nel 1992, in seguito a una disputa legale con una fan, che accusò la Bradley di essersi ispirata a una sua storia pubblicata su fanzine per un romanzo di prossima pubblicazione (e che per tale ragione rimase poi inedito), l'autrice vietò la diffusione di storie ispirate alle sue opere.
Marion Zimmer Bradley morì il 25 settembre 1999, all'età di sessantanove anni, per attacco cardiaco. Nel 2000 le fu conferito postumo il World Fantasy Award per l'attività letteraria.


La 'Saga di Darkover' racconta le vicende del quarto pianeta della stella di Cottman, un tempo popolato da una razza non-umana. Qui, in seguito a un naufragio, si stabilisce un gruppo di coloni terrestri che danno vita, nel corso di secoli e secoli, a una civiltà non tecnologica, di stampo feudale e basata in larga misura sulla magia.





Recensione

La serie di Darkover è così stratificata che reputo opportuna una più o meno prolissa introduzione prima di parlare del romanzo oggetto della recensione. Va subito detto che Darkover non nasce come serie, lo diviene nel corso della pubblicazione: nell'idea dell'autrice, ogni romanzo doveva essere fruibile a sé, e, per lo stesso motivo, talvolta viene a mancare la coerenza interna tra un romanzo e l'altro.
La pubblicazione dei romanzi non segue la linea storica della colonizzazione di Darkover: il primo romanzo pubblicato, Le foreste di Darkover (1958), si situa cronologicamente piuttosto avanti, nell'ultimo ciclo, collocato migliaia di anni dopo l'arrivo dell'uomo sul primitivo pianeta, evento narrato in Naufragio sulla terra di Darkover (1972).
Volendo ordinare e riassumere la serie, i cicli narrano l'Insediamento (Naufragio sulla terra di Darkover, antologia L'alba di Darkover) sullo sconosciuto - e ancora senza nome - pianeta; la cosiddetta Età del Caos (La signora delle tempeste, La caduta di Neskaya, La donna del falco, Gli inferni di Zandru, A Flame in Hali, quest'ultimo inedito in Italia), che ha luogo mille anni più tardi, e in cui, perso ogni residuo di tecnologia, sul pianeta vige una sorta di società feudale dominata dalle Grandi Famiglie e basata sulla magia; l'epoca dei Cento Regni (Il sapiente di Darkover, Gli eredi di Hammerfell, l'antologia I cento regni di Darkover), caratterizzata da lotte sanguinose tra staterelli originate dalla comparsa delle armi; la pacifica Era dei Comyn (La riscoperta di Darkover, La catena spezzata, La spada incantata, La torre proibita, I regni di Darkover, La città della magia, Ritorno a Darkover, Il signore di Storn, l'antologia I signori di Darkover), in cui sono state progressivamente abbandonate sia la tecnologia che la magia e in cui giunge sul pianeta una nuova astronave terrestre, che apre un periodo di convivenza e scambio tra le due culture; l'epoca dei rapporti tra I Comyn e l'Impero Terrestre (L'esiliato di Darkover, L'erede di Hastur, Le foreste di Darkover, L'esilio di Sharra, L'esilio di Sharra, Il ribelle di Thendara, l'antologia Darkover e l'impero, l'inedito in Italia Hastur Lord, La sfida degli Alton, La matrice Ombra, Attacco a Darkover, gli inediti in Italia The Alton Gift e The Children of Kings), rapporti che vanno deteriorandosi a causa delle crescenti pressioni perché Darkover entri a far parte dell'Impero terrestre.

Considerando questo mastodontico affresco, va da sé che giudicare il solo Naufragio sulla terra di Darkover ha ben poco significato, trattandosi peraltro di un prequel scritto quattordici anni dopo l'inizio della saga. Il romanzo in sé è ben deludente, poiché dimostra - più che la volontà di scrivere un'opera autoconclusiva, come invece dichiarato dall'autrice circa i volumi della saga - l'intenzione di coprire un buco temporale risalendo indietro nel tempo per narrare l'esatto momento in cui l'essere umano all'apice dell'era tecnologica - una nave coloniale - fu costretto da una tempesta magnetica a stanziarsi su un pianeta deserto e sconosciuto per ricominciare da capo la sua evoluzione.
L'impatto su Darkover costringe gli uomini dell'equipaggio a recuperare il contatto con la terra, a temere il clima avverso, ad abbandonare le vestigia di tecnologia ormai inutili su un pianeta che non possiede le risorse per mantenerle attive, ma soprattutto a fronteggiare l'ingresso dell'irrazionale nelle loro vite: una sostanza nell'aria, o forse nella terra, che causa momenti di delirio di durata variabile in cui cade ogni inibizione, e che risveglia nei coloni poteri ESP della cui esistenza avevano sempre dubitato sulla Terra.

Manca insomma una vera e propria struttura narrativa: l'unico punto fermo è il naufragio, cui seguono i primi passi alla scoperta del pianeta e i primi contatti con i primitivi abitanti, tra cui si nascondono - tuttavia - creature molto più civilizzate e sfuggenti; mancano persino dei veri protagonisti, ridotti a mere voci con la funzione di riflettere sul futuro di quella porzione d'umanità condannata alla regressione culturale e all'isolamento, ma non priva della (infondata) speranza, in tre o forse quattro generazioni, di poter ritornare ai suoi mondi.

Il romanzo, seppur in sé mediocre, lascia intravedere un'architettura affascinante; chi volesse recuperare l'intera serie di Darkover deve però armarsi di una robusta dose di pazienza: non solo il numero di volumi è spropositato, ma finché qualcuno (la Fanucci sarebbe un'ottima candidata) non si occuperà di una ristampa pedissequa, recuperare tutti i fuori-catalogo precedentemente pubblicati da Nord e Tea sarà un'impresa titanica.

Giudizio:

+2stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Naufragio sulla terra di Darkover
  • Titolo originale: Darkover Landfall
  • Autore: Marion Zimmer Bradley
  • Traduttore: N. Vallorani
  • Editore: Tea
  • Data di Pubblicazione: 2003
  • Collana: Teadue
  • ISBN-13: 9788850203147
  • Pagine: 218
  • Formato - Prezzo: Brossura - 7.50 Euro (fuori catalogo)

1 Commenti:

  • 6 maggio 2014 alle ore 15:35

    Ho un bel ricordo di Darkover, anche se credo di aver letto solo alcuni libri dell'ultimo periodo e forse qualcosa dei cento regni. Mi piaceva il quadro generale, questo mondo con mille storie e diverse epoche. E libri che potevo leggere nell'ordine che era dettato dalla disponibilità in biblioteca.
    (Quanti ricordi!)

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