25 marzo 2014

Morto a 3/4 - Francesco Balletta

Domenico Campana, maresciallo dei carabinieri, è comodamente seduto alla scrivania del suo ufficio quando viene assassinato. Il killer è l’ossicino di un pollo di rosticceria, che gli rimane incastrato in gola mentre, tra un morso e l’altro, studia il fascicolo dell’ultimo efferato omicidio commesso a Pietra Cotta. Fine ingloriosa? Ma chissenefrega!, pensa lui, stufo marcio di delitti, magistrati, imputati. Da tempo agogna una pensione tranquilla e ora lo aspetta nientemeno che l'eterno riposo! Meglio di così si muore! Spirato l’ultimo alito di vita, Domenico scopre però che, nel suo caso, la fine è un altro inizio. Alla dogana per trapassati, apprende che solo ai morti con entrambi i piedi nella fossa si fornisce apposito lasciapassare, mentre lui è morto “a 3/4"! Campana è spiazzato. Come fare per ottenere il via libera? L’affascinante capitano della dogana, Clelia, gli offre una possibilità: indagare e risolvere il delitto lasciato in sospeso tra i vivi, tanto più che la vittima, un insegnante di liceo trafitto da una pugnalata al cuore, è appena arrivata in dogana. Domenico, furibondo e deluso, non ha altra scelta: gli tocca quell’ultima indagine prima dell’agognato eterno riposo. Nei panni di detective morto a 3/4, però, deve ripartire da zero: via le consuetudini e gli strumenti di una vita da carabiniere e avanti con nuovi apparecchi e nuovi metodi di indagine...

Recensione

Quando il maresciallo dei carabinieri Domenico Campana muore, la sua anima, vestita con la divisa da carabiniere, come indossava al momento del trapasso, non va direttamente in paradiso o all’inferno, ma si ferma a metà fra i due, in un luogo che fa venire in mente quello della pubblicità di una nota marca di caffè, dove, a seconda della necessità, compaiono nuovi ambienti e persone. Il motivo della sosta in questa specie di limbo è che Domenico Campana è morto solo per tre quarti. Come mai il restante 25% sia ancora in vita, il lettore lo scoprirà solo alla fine del romanzo. In ogni caso al maresciallo viene proposto di dedicarsi a un’ultima indagine, proprio quella che stava per iniziare a svolgere da vivo. L’alternativa, ammesso che si possa chiamare tale, è andare all’inferno.

L’originalità di questo romanzo sta nel modo in cui deve procedere Domenico Campana nel mandare avanti le indagini, perché non tutto ciò che fanno i vivi può essere fatto da morti e viceversa. Inoltre morti e vivi parlano su frequenze diverse e pertanto non riuscirebbero a sentirsi senza qualcosa che li possa mettere in comunicazione. In questa specie di ”isola che non c’è” in cui viene trasportato da “quasi” morto, il maresciallo si accorge di dover affrontare le stesse problematiche che aveva da vivo. Anche nel limbo ci sono regole da seguire, moduli da compilare e una burocrazia piuttosto opprimente. I morti possono essere antipatici o simpatici, avvenenti o repellenti, come accade in tutti i rapporti in vita, e molte delle abitudini che si avevano da vivi, come il desiderio di mangiare, sono le più dure a “morire”. E’ così simile la vita da morto a quella che Domenico Campana svolgeva da vivo che il nostro protagonista si chiede perfino se, oltre ad esserci una vita dopo la morte, cosa ormai accertata, possa avvenire un’ulteriore morte dopo la prima.

Inizialmente il maresciallo crede di poter risolvere il caso facilmente, avendo la possibilità di interrogare direttamente la vittima che dovrebbe conoscere l'identità del suo carnefice. Detta vittima, che era un insegnante, è un defunto in attesa di destinazione, come Domenico Campana, e dovrà essere proprio il maresciallo a decidere se la sua anima debba andare in paradiso o all'inferno. Scopre tuttavia con raccapriccio che i morti sono bugiardi e non possiedono il libero arbitrio.
Di sorpresa in sorpresa il maresciallo Domenico Campana accompagna il lettore non solo alla soluzione del caso, ma anche nel riuscire a punire i colpevoli vivi, cosa per un morto, pur solo a ¾, non facile e che può comportare delle contropartite negative, anche quando l'investigatore agisce a fin di bene perché, si sa, la via dell'inferno è lastricata di buone intenzioni.

Questo “cadere dalla padella nella brace” è l’aspetto più comico di questa storia surreale, divertente e a tratti commovente, adatta ad un pubblico di lettori di ogni età, minori compresi. Anche se abbondano i fantasmi, il giallo non ha niente di horror. L’abilità di Balletta sta non solo nella sua capacità di scrittore, ma nel riuscire a coinvolgere il lettore in un romanzo leggero, senza peraltro cadere nel banale, infarcito di considerazioni ironiche e interessanti, che inducono a sorridere ma anche a riflettere su alcuni aspetti della vita terrena.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Morto a 3/4
  • Autore: Francesco Balletta
  • Editore: BOOKME
  • Data di Pubblicazione: marzo 2014
  • ISBN-13: 9788851120627
  • Pagine: 317
  • Formato - Prezzo: Rilegato con sovracopertina - Euro 12,90

1 Commenti:

  • 11 agosto 2016 alle ore 11:19
    Unknown says:

    Ho appena finito di leggere questo romanzo, trovato del tutto casualmente a prezzo stracciato nel supermercato dove mi servo di solito...a conferma della mia convinzione che tra libro e potenziale lettore esiste una sorta di richiamo misterioso a cui non ci si può sottrarre. In breve, l'ho divorato in poche ore e mi è piaciuto davvero tanto, per la piacevolezza dello stile di scrittura dell'autore e per l'originalità della trama. La mia speranza è che possano seguire altri capitoli a questo primo riuscitissimo e godibilissimo episodio, e che Domenico Campana ci diventi familiare e ci faccia compagnia per molto tempo! Garantisco fin da ora la mia fedeltà!

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