5 febbraio 2014

Speciale Scrittori suicidi: La donna della domenica - Carlo Fruttero e Franco Lucentini

Franco Lucentini (1920-2002) crea un sodalizio con Carlo Fruttero nell'immediato dopoguerra, quando i due si conoscono a Parigi. A Torino diventano redattori della Einaudi (loro il merito di aver tradotto per primi Borges e Beckett, Salinger e Robbe-Grillet). Accomunati dalla passione per la fantascienza, curano insieme diverse antologie di science fiction e ghost-stories: nasce così la "ditta" Fruttero & Lucentini.
Esordiscono con un libro di poesie, ma il grande successo arriva con il primo romanzo, La donna della domenica. La loro curiosità onnivora li spinge a occuparsi di tutti i generi, dalla fantascienza al fumetto, dal giallo al costume. Tra le opere pubblicate dal duo Fruttero & Lucentini: La donna della domenica (1976), Il libro dei nomi di battesimo (Mondadori 1976), A che punto è la notte (Mondadori 1979), Il palio delle contrade morte (Mondadori 1983) La prevalenza del cretino (Mondadori 1985), L'amante senza fissa dimora (Mondadori 1986), Il colore del destino (Mondadori 1987), Enigma in luogo di mare (Mondadori 1991), Incipit (Mondadori 1993).
Franco Lucentini era affetto da cancro, che lo portò a suicidarsi a 78 anni gettandosi nella tromba delle scale.

Il romanzo è ambientato a Torino e narra l'indagine del commissario Santamaria sull'omicidio dell'architetto Garrone, personaggio che conduce una vita di squallidi espedienti a margine della Torino "bene". L'architetto viene trovato ucciso nel suo pied-à-terre con il cranio sfondato da un fallo di pietra. Tra i protagonisti della vicenda ci sono anche gli amici Anna Carla Dosio e Massimo Campi. La prima è la moglie di un ricco industriale, il secondo è un giovane della buona borghesia torinese che trascina stancamente una relazione omosesssuale con Lello Riviera, piccolo impiegato comunale con velleità da intellettuale. Anna Carla e Massimo sono tra i primi sospettati, poiché Garrone fa parte, insieme con altri personaggi, di un loro "teatrino privato", nel quale stigmatizzano i vizi, le affettazioni, il cattivo gusto dei loro conoscenti. Stanca del personaggio di Garrone, Anna Carla propone a Massimo, in una lettera risentita, poi non spedita ma finita ugualmente nelle mani della polizia, di "eliminarlo" dalla loro vita. Da quel momento i due saranno coinvolti, loro malgrado, nel'indagine. Anche Lello, avvertendo che la sua relazione con Massimo è prossima alla fine, si appassiona all'indagine, per spirito di rivalsa: arriverà - senza accorgersene del tutto - vicino alla verità, e finirà ucciso dall'assassino di Garrone presso il Balon, il mercatino delle pulci di Torino. Il commissario Santamaria (che al termine della vicenda avrà un'avventura con Anna Carla) arriva alla soluzione del caso attraverso un proverbio piemontese, "La cativa lavandera a treuva mai lo bon-a pèra" (La cattiva lavandaia non trova mai la buona pietra). Attorno ai personaggi principali ruotano numerose altre figure, delle più diverse estrazioni sociali: le anziane sorelle Tabusso, rintanate con la domestica nella loro villa in collina, assediata da un florido traffico di prostitute e clienti; il gallerista Vollero che, pur temendo di essere scoperto dai suoi clienti, si rifornisce di cornici al Balon; l'americanista Bonetto, perso dietro schermaglie culturali.

Recensione

La donna della domenica è il romanzo che ha dato meritatamente fama al duo Fruttero e Lucentini. Da questo libro fu tratto nel 1975 un buon film dall'identico titolo:  La donna della domenica, diretto da Luigi Comencini con un ottimo cast di attori quali: Marcello Mastroianni  (commissario Santamaria), Jacqueline Bisset  (Anna Carla Dosio), Jean-Luis Trintignant  (Massimo Campi) e Lina Volonghi  (Ines Tabusso).
Il romanzo ci dona un bell’affresco di Torino, sotto alcuni aspetti la protagonista di tutta la storia, con il mercatino dell’usato Balon, le grigie vie del centro, la collina con le sue ville che ancora oggi rappresentano il luogo più vip della città. Ci sono splendidi personaggi ognuno dei quali incarna un “tipo”: le signore ricche e ipocrite, i figli di papà, i poliziotti meridionali e gli omosessuali che, specie negli anni ’60, facevano ancora scandalo. E poi l’umorismo mai grossolano di Fruttero e Lucentini, nonché la cultura che traspare dalle pagine del libro -e che in gran parte si deve proprio a Lucentini- che non è nozionismo fine a se stesso, ma arricchisce il racconto senza spezzarlo.
Dire che questo è il capostipite del romanzo giallo italiano non è a mio avviso esatto, ma è vero che possa definirsi un piccolo capolavoro per l’intreccio, la descrizione di mentalità contrapposte e l’ironia nel tratteggiare l’alta borghesia snob. Non è solo un poliziesco, ma un romanzo di costume e questo lo pone un po’ al di sopra dei normali “gialli”.
Volendo trovare un difetto in quest'opera pressoché perfetta, sia per stile, ironia, ambientazione e intreccio, possiamo dire che manca di suspense. Ma non è un libro da leggere d’un fiato, bensì da assaporare con calma. I dialoghi, uno dei punti deboli di molti romanzi per la loro banalità, sono invece il punto di forza di La donna della domenica, pieni come sono di arguzia e umorismo.

Giudizio:

+4stelle+ (e mezzo)

Dettagli del libro

  • Titolo: La donna della domenica
  • Autore: Carlo Fruttero e Franco Lucentin
  • Editore: Mondadori
  • Data di Pubblicazione: 2001
  • Collana: Oscar Classici Moderni
  • ISBN-13: 9788804499077
  • Pagine: 422
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 10,00

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