15 febbraio 2014

Asia Anderson e i fantasmi del tempo - Marco Bonafede

Mark Smith è uno psichiatra inglese che lavora nel consultorio pubblico di Beckett Street a Oxford. È uno strizzacervelli scettico che si dice "praticante ma non credente" della sua professione, perché la esercita senza fiducia in nessuna delle teorie correnti sul funzionamento del cervello. Una mattina un paziente anglo-indiano, Arun Majumdar, gli racconta un episodio che ha dell'incredibile: dice di avere visto una figura di donna dall'aspetto ottocentesco venire fuori dalla parete del suo salotto. Dopo avere esaminato il caso, il dottor Smith si ritrova coinvolto in un'indagine sul fenomeno paranormale, e scopre che il mondo della fantasia non è poi così distante da quello della razionalità.

Recensione

Spesso mi capita di farmi assorbire così tanto dalla lettura di un romanzo da escludere completamente la parte razionale del mio cervello, quella critica e necessaria a un ragionamento obiettivo e distaccato: non che me ne lamenti, anzi, è proprio il bello del leggere. Quando però mi accingo a scriverne una recensione, questa parte razionale deve essere ben presente e talvolta son dolori - perché un romanzo che mi ha entusiasmata a tal punto da staccarmene con difficoltà poi si mostra nella sua imperfezione. Questo è capitato con "Asia Anderson e i fantasmi del tempo": l'ho letto con avidità e grande soddisfazione, perché sicuramente ben scritto e curatissimo, ma sotto sotto qualche nota stonata c'è.

Mark Smith riceve nel suo studio il professor Arun Majumdar, che dichiara di aver avuto un'allucinazione e di voler capire se il suo stato mentale sia o meno nella norma. Dopo accurati esami, lo psichiatra lo congeda con una diagnosi di salute, sia fisica che psichica: di questi esami, il dottore ci rende conto con grande accuratezza, ma il confine tra precisione e pedanteria è molto sottile. Personalmente non ho trovato noiose queste pagine, ma temo che altri possano stancarsi prima di me.

Soddisfatto della diagnosi, il professore coinvolge lo psichiatra nell'esperimento che lui e alcuni suoi colleghi stanno seguendo: ritengono che il fantasma non sia uno spirito del passato ma una donna del futuro e sono intenzionati a fermarla nel nostro tempo per interrogarla. Qui il romanzo prende un bel ritmo sostenuto, che nemmeno le accurate descrizioni dei macchinari e delle teorie fisiche relative all'esperimento rallentano o appesantiscono.
E finalmente facciamo la conoscenza dell'Asia Anderson del titolo, crononauta proveniente da un futuro molto lontano: gli scienziati riescono a convincerla a raccontare loro del suo tempo e di come il mondo sia cambiato nei secoli.

Ho trovato affascinante la visione di Bonafede sul futuro dell'umanità e sugli sviluppi della nostra storia, visione che spazia dalla politica alle scienze, dalla filosofia alla religione e all'etica. Peccato che questo racconto avvenga sotto forma di uno sterile botta e risposta, trasformandosi in un monologo interrotto da qualche domanda e brevi scene di interazione tra i personaggi.

Di nuovo arriva l'azione, questa volta concitata e molto avvincente, che tiene col fiato sospeso fino all'epilogo: non tutto è però risolto, anzi lascia l'impressione di una forzatura che sì rispetta delle premesse chiare e rigorose, ma che non soddisfa pienamente.

Senza dubbio un grande punto di forza è la padronanza della scrittura, corretta e precisa anche in quei passaggi più tecnici, che lasciano supporre ricerche accurate (direi maniacali, complimenti!). Affascinante la visione del mondo che sarà, anche se mi riesce poco credibile che una persona, seppure istruita, conosca a menadito aspetti così diversi del mondo, ricordando a memoria date e avvenimenti.

D'altra parte, la debolezza del romanzo sta nel concentrarsi eccessivamente sulle teorie a discapito dei personaggi, che, pur intervenendo con costanza, mancano di spessore. Poco credibile è la stessa Asia, che a fronte di una coercizione non indifferente, rimane pressoché impassibile e distaccata. Altrettanto potrei dire del dottor Smith, che sì dichiara dei sinceri moti d'animo, ma li lascia sulla carta, non riuscendo a renderli veri e quindi credibili. Interessanti sono le figure del professor Majumdar e del pastore anglicano, ma anche questi non prendono completamente forma.

Peccato davvero per questi difetti, che vanno a penalizzare il giudizio complessivo: vale certo la pena leggerlo, per la vivacità di invenzione, le interessanti teorie su quello che potrebbe accadere ai nostri discendenti, le soluzioni al paradosso del viaggio temporale e a spiegazioni di fenomeni paranormali che ho trovato non prive di una certa ironia.

Giudizio:

+3stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Asia Anderson e i fantasmi del tempo
  • Autore: Marco Bonafede
  • Editore: Pisolo Books
  • Data di Pubblicazione: 2009
  • ASIN: B0081R41W2
  • Pagine: 205
  • Formato - Prezzo: digitale - 2,68 Euro

9 Commenti a “Asia Anderson e i fantasmi del tempo - Marco Bonafede”

  • 9 novembre 2015 alle ore 16:33

    Assolutamente in disaccordo con la rece di Pythia. Il suo bisogno di emotività nei personaggi e di azioni, il sentirsi in bilico della noia sui passaggi cerebrali e più argomentati sono un dato rispettabilissimo ma soggettivo. Questi falli vanno riferiti alle sue inclinazioni di lettrice e non al romanzo. Il romanzo è vocato ai lettori cerebrali e mortiferi dei thriller non agli emotivi, introspettivi viscerali di un King. Tanto per dire. Mi spiego meglio uno Giusy De Nicolo, spettabilissima scrittrice nonchè amica, condivide le predilizioni di Pythia e sarebbe parimenti una pessima lettrice per questo romanzo. Bellissimo.

  • 10 novembre 2015 alle ore 09:39
    Pythia says:

    Tra tutti gli autori, proprio King dovevi prendere come esempio, non sono mai riuscita a farmelo piacere (tranne Il miglio verde e It) :P
    Scherzi a parte, condivido il tuo entusiasmo, tanto che rileggendo la mia recensione mi sono un po’ stupita di aver assegnato solo 3 stelle: sull’onda dei ricordi, mi sarei aspettata 4 stelle ben meritate.
    Non condivido però del tutto il tuo discorso sui gusti personali: certo hanno il loro peso nel valutare opere letterarie, ma quello che secondo me è il punto debole del romanzo va oltre un semplice “de gustibus”.
    Non credo si possa dire ben riuscita una parte fondamentale della vicenda in cui i personaggi sono ridotti a belle statuine e la protagonista diventa una specie di automa, che snocciola una serie di conoscenze che sembrano poco realistiche - un po’ come se la nostra Cristoforetti, rapita da marziani che la minacciano con un’arma, si mettesse a raccontare gli avvenimenti storici dal 1700 ad oggi, con tanto di date, episodi e nomi, conditi da teologia e filosofia, in modo inspiegabilmente remissivo. Non solo, il tutto nel romanzo si riduce a un monologo freddo e distaccato, in un momento in cui il pathos dovrebbe essere al massimo: da un lato, gli scienziati sono riusciti nel loro intento e si trovano faccia a faccia con una donna del futuro, dall’altro Asia si è vista rovinare una missione che ha richiesto tempo e duro lavoro, per trovarsi di fronte a un manipolo di uomini che non sembrano mossi dalle migliori intenzioni. È questo distacco che non trovo credibile, per le premesse e le implicazioni che ne conseguono.
    Mi piacerebbe che Giusy lo leggesse e ne desse un parere, a questo punto ;)

  • 10 novembre 2015 alle ore 15:01

    Giusy avrebbe le tue stesse perplessità, a lei piace Lansdale, carne, sangue, introspezione. Ma per lettori di thrilleroni, avere un paio di personaggi ben sbozzati (psichiatra e scienziato) è sufficiente. La differenza di prospettiva non è questione di gusti è questione di bisogni. Il lettore che leggere attratto dalle dinamiche sociali e da quelle intime non può soddisfarsi nel thriller. Questo invece è il genere d'elezione per il lettore in cerca di conoscenze, di letture della realtà in particolare sui temi della morte e del male. In pratica mentre tu senti l'inconsistenza di Asia Anderson, il lettore di thriller si appassiona proprio alla sua esililità: Asia resta un fantasma anche psicologico, non dimentichiamo che ci parla in effetti da un aldilà. Questo suo non incarnarsi mai completamente consente di tenere aperta la questione sul piano razionale filosofico senza scadere nel pupattolame fantasy, di contiuare a rappresentare un enigma, anzi l'enigma in genere su cui il lettore di Thriller fa precipitare i propri. Lieta di sapere che condividi il mio disgusto per King, It libro più brutto di tutti i tempi! :-)

  • 10 novembre 2015 alle ore 15:15
    Pythia says:

    E pensare che io mi definisco lettrice di thriller!
    Sarà anche che leggo davvero di tutto, dai gialli ai romanzi rosa, quindi difficilmente mi riconosco in una definizione.
    Potremmo andare avanti a discuterne a lungo, forse senza trovare un accordo, ma su una cosa credo concorderemo: un romanzo così, venduto a 99 centesimi, è sprecato! Decisamente merita di più, sia preso in assoluto che, soprattutto, al confronto di altre pubblicazioni che trovano più visibilità senza poi meritarla.

  • 10 novembre 2015 alle ore 15:57

    Senti io mi scofano quintali di thriller americani, trovare una storia così originale e soddisfacente è ben raro. Precisando che il romanzo è per lettori freddi secondo me le tue tre stelle sono fuorvianti. Poi non so. Sembra che io sia la cugina di Bonafede e invece vorrei precisare che essendo io un editore - per giunta concorrente dunque- , non ho alcun interesse nella cosa se non il rimpianto per veder ignorato un romanzo bellissimo scoperto da me solo per caso su Amazon mettendo in ricerca la parola "fantasmi".

  • 10 novembre 2015 alle ore 16:13
    Pythia says:

    “Trovare una storia così originale e soddisfacente è ben raro”, su questo sono d’accordo, come anche sulla mia valutazione troppo severa. Mi sembra di averne comunque sottolineato i punti a favore, anche se non mi sono dimostrata entusiasta come te. Ora non voglio fare a gara su chi ha ragione, perché davvero non servirebbe (né credo che ci sia una vera ragione).
    Pace? ;)

  • 10 novembre 2015 alle ore 17:51

    :-)
    Pace!

  • Questo commento è stato eliminato dall'autore.
    6 febbraio 2016 alle ore 00:26

    Questo commento è stato eliminato dall'autore.

  • 6 febbraio 2016 alle ore 09:32

    Sono marco bonafede, l'autore. Mi ha fatto piacere leggere questa discussione, le tre stelle mi erano sembrate un pò scarsine, anche se avevo messo il link nel mio blog. A parte questo, probabilmente avete ragione tutte e due: il limite di Asia Anderson è di essere troppo cerebrale e i personaggi sono solo un contorno all'idea. Ma d'altro canto sono contento di aver saputo costruire un triller coerente a un'idea, che è quello che mi proponevo. L'altro limite è che non so presentare il romanzo, non ho neanche scritto una sinossi decente per amazon e mi sono ripromesso di farlo (per questo rileggevo la recensione). A proposito di King, una piccola curiosità, guardate qui: http://marcobonafedegames.blogspot.it/2016/02/le-copertine-di-asia-anderson.html

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