1 gennaio 2014

La vetrina degli incipit - Dicembre 2013

L'incipit in un libro è tutto. In pochi capoversi l'autore cattura l'attenzione del lettore e lo risucchia nel vortice della storia. Oppure con poche banali parole lo perde per sempre...
Quanti libri, magari meritevoli, giacciono abbandonati dopo poche righe sui comodini di ogni lettore? E quanti altri invece sono stati divorati in poche ore perché già dalle prime righe non siamo più riusciti a staccare gli occhi dalle pagine?
Anche questo mese vogliamo condividere con voi gli incipit dei libri che stiamo leggendo, perché alcuni di voi possano trarre ispirazione per le loro future letture e perché altri possano di nuovo perdersi nel ricordo di personaggi e atmosfere che già una volta li avevano rapiti...



 


***

«Il bambino scivolò fuori dalla finestra come un ragno lungo la sua seta, girando piano su se stesso, un’elegia in caduta libera.
Di una tale visione, se anche l’osservi, non riesci a coglierne subito l’orrore, l’assurdità. Altrimenti distoglieresti lo sguardo. Forse quel pomeriggio avevo il sole in faccia e scorsi solo il profilo di quel corpo contro l’azzurro del cielo, trasalendo appena come per il nero fremito delle ali d’un corvo. O forse fu la grazia con cui cadde quel bambino, senza rotolare come sarebbe lecito pensare di un bimbo gettato da dieci metri d’altezza, né volteggiando al pari di una grossa foglia; discese piuttosto come un’ombra esile e senza peso, un’ombra astratta, e lo siamo tutti, dall’acqua,; sembrava quasi che il fiume fosse lì apposta per accoglierlo e trascinarlo via, giù, fino al mare, verso una forma d’esistenza più vasta e profonda e vivace, un fiume situato al fondo di quel momento, come l’angoscia stessa, per inghiottire insieme al figlio e la madre.
O forse la lentezza di quella caduta fu solo apparente, perché un bambino scagliato dalla finestra può davvero rappresentare l’epitome della follia umana, l’intera pazzia dell’uomo racchiusa in quella breve discesa; e allora la mia mente, per proteggere se stessa da un’intuizione troppo intensa e precoce, volle forse diluire un tale assaggio della verità del mondo. Da quel giorno sono giunto a credere che crudi epigrammi del genere ci vengono offerti a bella posta, ho smesso ormai di chiedermi da chi o da che cosa, insomma che ci vengano donati, di tanto in tanto, per indurci a riflettere, a prestare attenzione, come un monito e un avvertimento, per la vita a venire, per la strada tortuosa che ci attende.
O forse sto solo sopravvalutando quello che fu, semplicemente, un lampo d’orrore in una giornata lugubre. Forse vedo quel bambino che precipita piano, perché è così che un vecchio ricorda il fulmine scoppiato a ciel sereno per cambiargli la vita, da ragazzo.
»
Sulle rive della notte, di Randall Silvis - Antonio

«Everything starts somewhere, although many physicist disagree.
But people have always been dimly aware of the problem with the start of things. They wonder aloud how the snowplough driver gets to work, or how the makers of dictionaries look up the spelling of the words. Yet there is the constant desire to find some point in the twisting, knotting, ravelling nets of spacetime on which a metaphorical finger can be put to indicate that here, here, is the point where it all began...»
Hogfather, di Terry Pratchett - Sakura

«Dopo aver subito uno stupro di gruppo, esser stata malmenata e lasciata a morire sul pavimento della lurida rimessa per le barche del Rocky Point Park; dopo essere stata trascinata in quella baracca da cinque - a meno che non fossero sei, o forse sette - ragazzi ubriachi mentre la figlia dodicenne urlava Lasciateci andare! Non fateci del male! Vi prego non fateci del male! Dopo che come un branco di cani che attaccano la preda l'avevano afferrata, torcendole le caviglie e facendole perdere entrambi i sandali con il tacco alto sul sentiero che costeggia la laguna. Dopo averli pregati di lasciare libera sua figlia mentre loro le ridevano in faccia. Dopo aver preso la decisione, Dio solo sa cosa le fosse frullato per la mente, di tornare a casa attraversando il Rocky Point Park, anziché fare il tragitto più lungo passando esternamente al parco, diretta alla villetta a schiera affittata nella Nona Strada dove viveva con sua figlia, distante solo pochi passi dall'edificio di mattoni dove abitava sua madre, in Baltic Avenue. La Nona Strada era molto illuminata e affollata anche a tarda ora. Rocky Point Park, invece, era quasi deserto. Per aver deciso di attraversare il parco lungo le sponde della laguna, su un sentiero coperto d'erbacce, credendo di guadagnare dieci minuti, forse; pensando che sarebbe stato bello passare per il parco, con la luce lunare che si rifletteva sulla superficie dell'acqua, dimenticandosi che è limacciosa e coperta di lattine di birra, confezioni di cibo e mozziconi di sigarette. Aveva preso quella decisione, una frazione di secondo in cui la vita cambia per sempre.»
Stupro. Una storia d'amore, di J.C. Oates - Patrizia

«Venne il momento in cui la sofferenza altrui non li sfamò più: ne pretesero lo spettacolo.

Per essere fermati non serviva alcun requisito. Le retate si verificavano ovunque: chiunque veniva portato via, senza possibilità di appello. L'unico criterio era l'appartenenza al genere umano.
Quella mattina Pannonique era uscita per fare una passeggiata al Jardin des Plantes. Arrivarono gli organizzatori e setacciarono il parco. La giovane si ritrovò su un camion.
Non era ancora andata in onda la prima puntata: la gente non aveva idea di cosa gli sarebbe successo. Erano tutti indignati. Alla stazione, li stiparono su un carro bestiame. Pannonique vide che li stavano riprendendo: li scortavano numerose telecamere che non perdevano una virgola della loro angoscia.
Comprese allora che ribellarsi non solo non avrebbe affatto giovato, ma sarebbe risultato telegenico. Rimase dunque di marmo durante il lungo viaggio. Intorno a lei i bambini piangevano, gli adulti ringhiavano, i vecchi soffocavano.
Li scaricarono in un campo simile a quelli, non poi così remoti, di deportazione nazista, con un'unica differenza: telecamere di sorveglianza erano installate dappertutto.
»
Acido solforico, di Amelie Nothomb - Tancredi

«La temperatura della stanza crollò vertiginosamente. Una patina di ghiaccio si formò sulle tende e incrostò le lampade del soffitto. I filamenti delle lampadine si smorzarono e la luce si affievolì, mentre le candele che spuntavano su ogni superficie disponibile come una colonia di funghi si estinsero all'istante. Nella stanza semibuia si levò una nube sulfurea, gialla e irrespirabile, dentro la quale si agitavano ombre nere e indistinte. In lontananza si udiva un coro di voci urlanti. La porta chiusa che affacciava sul pianerottolo fu sottoposta a una pressione improvvisa che la gonfiò verso l'interno e ne fece scricchiolare tutte le assi. Il pavimento fu attraversato da uno scalpiccio di piedi invisibili e dietro il letto e sotto la scrivania bocche incorporee sussurrarono parole sinistre.»
L'Amuleto di Samarcanda, di Jonathan Stroud - Daniele

«Qualsiasi cosa gli uomini dicano di me comunemente - e non ignoro, infatti, quanto sia cattiva la reputazione della Stoltezza anche presso i più stolti -, pure è prova sufficiente del fatto che costei, io stessa, la Follia, intendo, sia l'unica a rallegrare, con la sua potenza divina, dei e mortali, questa: non appena mi sono presentata in questo affollatissimo consesso pronta a declamare, ecco che subito, d'improvviso, tutti i volti degli astanti si sono illuminati di una gioia nuova e inusuale, subito avete spianato la fronte, mi avete applaudita con riso amorevole e lieto, tanto che, dovunque mi giro a guardare voi che mi siete intorno, mi sembrate ebbri dello stesso nettare con cui brindano le divinità di Omero, non senza un'aggiunta di nepente, mentre prima stavate seduti tristi e preoccupati, neanche foste appena tornati dalla grotta di Trofonio!»
Elogio della follia, di Erasmo da Rotterdam - Polyfilo

«Domani Hugo compirà undici anni, Anna e Otto verranno a festeggiarlo. Quasi tutti gli amici di Hugo sono stati spediti nella remota campagna, i pochi rimasti partiranno presto. Nel ghetto c'è molta tensione, ma nessuno piange. Nel segreto del cuore, i bambini sanno quel che li aspetta. I genitori soffocano i loro sentimenti per non seminare paura, ma le porte e le finestre non hanno freni, sbattono da sé o vengono spinte con gesti nervosi. da ogni angolo sferzano venti»
Fiori nelle tenebre, di Aharon Appelfeld - Mara

«L'orrore e la fatalità regnarono in tutti i tempi. Perché dunque darei una data alla storia che sto per narrare? Mi basterà dire che all'epoca in cui parlo, nell'interno dell'Ungheria si credeva, segretamente ma con molta convinzione, nelle dottrine della metempsicosi. Delle dottrine per se stesse - e di quanto di falso o di attendibile possano avere - io non dirò nulla. Affermo tuttavia che gran parte della nostra incredulità (come La Bruyère dice per tutte le nostre sventure) "vient de ne pouvoir etre seuls".»
Metzengerstein (Racconti del terrore), di Edgar Allan Poe - Valetta

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