3 dicembre 2013

Giallo di zucca - Gaia Conventi

Se il giallo all’inglese l’avessero inventato i ferraresi, probabilmente assomiglierebbe a questo. Una vicenda ironica e delittuosa che intende sottolineare un fatto: in provincia non si crepa solo di noia. E poco importa se l’investigatore non porta il trench e se il suo braccio destro ha quattro zampe: a volte le cose serie richiedono improvvisazione e senso dell’umorismo.
Sullo sfondo di una Ferrara in festa, un killer, sfigato ma con tanta buona volontà, appende per il collo un losco individuo, proprio lì, nella libreria del centro. Così, a suon di vittime, la vicenda ci condurrà a spasso per Ferrara, in compagnia di un fotografo della Scientifica costretto a riallacciare i contatti col parentado ferrarese: solo scoprendo l’autore di quell’omicidio, e di quelli che seguiranno, potrà salvare il buon nome dei suoi familiari, presunti colpevoli di una faida libresca.
Tra gare di sbandieratori e aperitivi, dalla Ferrara da bere a quella dei sobborghi, dalla Caritas locale alla Sacca di Goro, l’ambientazione reale e i nomi – storpiati ma non troppo – di alcune location permetteranno al lettore di passeggiare, e investigare, assieme ai protagonisti.
E poi gattare, poliziotti imbranati, un commissario privo di scrupoli e dalle pessime maniere, ragazze in abiti succinti e indizi che rimandano ai personaggi delle fiabe.
Un giallo all’inglese in salsa ferrarese che vuole essere un omaggio a Ferrara e alla ferraresità dei suoi abitanti.

Recensione

Non è uno di quei romanzi in cui la suspense riesca a inchiodare il lettore al libro, né fa respirare atmosfere cupe e paurose, di quelle, per intenderci, che impediscono di spegnere la luce quando è ora di dormire, ma è un giallo divertente, con battute mai banali o grossolane, dove il ritmo rimane sostenuto e costante. Particolarmente riuscite le caratterizzazioni dei personaggi, ivi compresa quella del cane Poirot che, vivendo a contatto con gli umani, ne ha somatizzato i comportamenti.
Il protagonista del romanzo, raccontato in prima persona, è Luchino - così è stato battezzato all'anagrafe dai suoi genitori e non perché fossero degli ammiratori di Luchino Visconti-, un agente della polizia scientifica armato di macchina fotografica. Luchino viene invitato dagli zii, che gestiscono una libreria a Ferrara, alla laurea del cugino Pierfilippo.
Accade nel frattempo che, in una libreria concorrente a quella degli zii di Luchino e sita nel centro di Ferrara, venga trovato impiccato un professore dalle tendenze sessuali piuttosto discutibili. L'uomo, che aveva ordinato un'edizione pornografica della favola di Cappuccetto Rosso, era anche stato insegnante di Pierfilippo. L'ulteriore rinvenimento, sulla scena del crimine dei successivi delitti, di elementi che richiamano le favole, desta notevole curiosità nell'opinione pubblica e, naturalmente, anche in Luchino, il cui interesse sull'andamento delle indagini non sfugge al burbero commissario di Ferrara incaricato del caso. Questi costringe Luchino ad indagare e fargli da informatore, mettendolo nella incresciosa situazione di dover spiare proprio i suoi parenti e conoscenti.
Sono molteplici i personaggi che l'autrice descrive e che girano intorno al protagonista. Oltre agli zii, anche il cugino Pierfilippo e tre amici di quest'ultimo, una bella signora, padrona di una cagnetta molto attratta da Poirot, una ragazzina piacente, sempre vestita succintamente, accompagnata dalla solita amica bruttina avente la funzione di fare risaltare la bellezza dell'altra, un commissario indisponente, un gestore di libreria piuttosto enigmatico, lo straordinario tutor di Pierfilippo (il quale, prima di usufruire dei suoi servizi, non era mai stato uno studente brillante), e altri personaggi minori ma non per questo meno curiosi.
Gaia Conventi è dotata di un piacevole spirito ironico, ma quella che esprime è l'ironia gentile di chi ama i personaggi che crea e di cui guarda i difetti -anche quelli deprecabili- con occhio benevolo. A leggere il romanzo viene voglia di conoscere l'autrice di cui non si può fare a meno di apprezzare l'umorismo, la capacità di cogliere le peculiarità del carattere delle persone ed il modo garbato di descriverle.
Unica perplessità che, di per sé, è solo una sottigliezza che nulla toglie al romanzo; nel dialogo (a pagina 58) con Luchino, l'edicolante afferma:
«Certo, è un fumetto, ma pare sia piuttosto spinto...», il giornalaio fa l'occhiolino, sente puzza d'introiti.
Tralasciamo il classico "pecunia non olet" che in questo caso non è pertinente, ma perché puzza d'introiti e non profumo d'introiti? I soldi, per coloro che devono riceverli, ritengo abbiano un sentore decisamente accattivante. Lo sanno bene le ragazze attratte dagli uomini ricchi e il più delle volte non giovani, non belli e spesso anche poco simpatici, ma con quell'alone di opulenza che attira più dei normali feromoni umani. Ma, come sopra detto, questa è una sottigliezza "pour parler" che nulla toglie alla simpatia del romanzo che può essere letto anche da un pubblico molto giovane, abituato a ben altro linguaggio di quello castigatissimo di quest'opera, in cui l'esclamazione più spinta è "porca miseria". Sotto tale aspetto questo poliziesco, il cui protagonista non si comporta da "macho", non compie azioni violente e che legge romanzi rosa, può definirsi rivoluzionario.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Giallo di zucca
  • Autore: Gaia Conventi
  • Editore: Betelgeuse
  • Data di Pubblicazione: 2013
  • Collana: Orion
  • ISBN-13: 9788863490299
  • Pagine: 237
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 14,00

1 Commenti:

  • 30 dicembre 2013 alle ore 10:32
    Pythia says:

    Capita spesso che tra di noi penne si leggano gli stessi romanzi e che ne seguano recensioni diverse: questa volta mi metto qui, poiché non potrei far altro che sottoscrivere la recensione di Antonio parola per parola.
    Aggiungerei solo un aspetto che non mi è piaciuto, ovvero il passaggio "di comodo" dalla narrazione in prima persona a quella in terza - necessaria per rendere partecipe il lettore di quegli aspetti che Luchino non avrebbe potuto conoscere direttamente.
    Devo assolutamente procurarmi i due romanzi che precedono questo "Giallo di zucca", con tanti complimenti all'autrice per una storia ben scritta e piacevolissima.

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