5 novembre 2013

Prep - Curtis Sittenfeld

Lee Fiora, quattordicenne di provincia cresciuta in una cittadina dell'Indiana, ottiene una borsa di studio per la preparatory ("prep") school di Ault, un prestigioso liceo vicino a Boston. È — come prometteva il dépliant — un ambiente esclusivo di antichi edifici di mattoni e prati impeccabilmente curati, ragazzi dai sorrisi smaglianti e belle ragazze in kilt. Quando si ritrova da sola nel collegio, a oltre mille chilometri dalla famiglia e dagli amici, Lee comincia a capire ciò che il dépliant non diceva: per esempio che a Ault "i soldi erano dappertutto, ma in genere erano invisibili. Ogni tanto si intravedevano in cose scintillanti, come il cofano della Mercedes del direttore, o la cupola dorata dell'edificio scolastico, o i capelli biondi, lunghi e lisci di una ragazza". Soprattutto, Lee si rende conto che lei sarà sempre un'estranea tra i rampolli delle ricche famiglie della East Coast, intimidita e attratta dai suoi compagni. Proprio perché è una di quelle "ragazze tranquille, noiose ed emarginate", Lee riesce a cogliere — con la precocità e la crudele esattezza di un giovane Holden al femminile — i tratti essenziali dei caratteri, delle relazioni, dei rituali di alunni e professori. Attraverso il suo sguardo osserviamo la commedia quotidiana e le occasionali tragedie della vita di collegio, la nascita e la morte delle amicizie, la paura e il desiderio delle prime esperienze sessuali, le elusive ma insuperabili barriere di razza e di classe, i conflitti con gli insegnanti e i genitori.

Recensione

Puntavo questo romanzo da diverso tempo, principalmente perché adoro le atmosfere da collegio anglo-americano, e quale scelta migliore per soddisfare la mia passione di un libro che dichiara la sua appartenenza al genere già dal titolo e in modo così inequivocabile? Prep è l'abbreviazione di preparatory school, quei licei esclusivi che garantiscono una preparazione di prim'ordine per il college e che vengono solitamente ritenuti appannaggio dei più ricchi. Negli anni essi si sono trasformati in microcosmi a sé stanti, così caratteristici da aver guadagnato un posto speciale nell'immaginario di ogni americano con i loro campus eleganti, i familiari edifici in mattoni rossi, la vita in comune, i dormitori e le gerarchie ufficiali e quelle tacitamente riconosciute.
Curtis Sittenfels sposa appieno questa teoria nella sua rappresentazione dell'esclusiva Ault School, vista dagli occhi della quattordicenne Lee, ragazzina dell'Indiana arrivata in questa roccaforte della cultura preppy grazie a una borsa di studio.

Quello che il lettore medio (e io con lui) si aspetterebbe a questo punto è un resoconto di come la nuova venuta, tra mille difficoltà e aggiustamenti, riesca a superare il suo stato di outsider conquistando un ruolo di primo piano grazie alla sua personalità brillante e alla sua forza di volontà. Questo peraltro è ciò che lascia intuire la quarta di copertina dell'opera e che invece avvia il lettore verso una cocente delusione.
Il fatto che il racconto di Sittenfeld non segua questo filone gratificante ma effettivamente prevedibile non è di per sé qualcosa di negativo, ciò che è negativo è che in alternativa l'autrice ci propone il noioso resoconto dei quattro anni trascorsi da Lee ad Ault, durante i quali la protagonista non ha alcun tipo di sviluppo o cambiamento e nulla viene aggiunto all'esperienza personale sua e del lettore.
La quarta di copertina vorrebbe farci credere che Lee è una ragazza timida, qualcosa a cui posso totalmente relazionarmi. Posso capire perfettamente le difficoltà nel parlare in pubblico, le mille (inutili) angosce che impediscono di trovare il coraggio di rispondere anche alle domande più banali, l'impossibilità viscerale di essere veramente se stessi e la convinzione un po' paranoica di non potere essere parte del gruppo. Tutto questo lo posso capire ma tutto questo non è Lee. Al contrario, l'impressione che si ha man mano che la lettura procede è che Lee sia una colossale truffa.
Prima di arrivare ad Ault, Lee è una ragazza forte, caparbia e tanto tenace da conquistare una borsa di studio per la scuola esclusiva da lei sempre sognata, vincendo anche la riluttanza dei genitori. Tuttavia il giorno del suo arrivo ad Ault qualcosa cambia: le basta varcare il cancello a bordo dell'utilitaria del padre e dare un'occhiata alle macchine di lusso e all'abbigliamento elegante di alcuni dei nuovi compagni per decidere di essere fuori posto, inadatta, inferiore. Il cambiamento della sua personalità è così improvviso e totalizzante da essere ridicolo: nel giro di un quarto d'ora la ragazza decide che nessuno parlerà mai con lei, nessuno la inviterà mai da qualche parte, a scuola non brillerà e nessuno mai si accorgerà della sua esistenza.

L'assurdità della situazione è che è tutto nella sua testa: è lei a rifiutare qualunque tentativo di amicizia, il suo rendimento scolastico è scarso semplicemente perché non apre mai libro, tutta la sua attenzione è concentrata sul conformarsi all'immagine che lei stessa si è convinta gli altri abbiano di lei e per non deludere questo ideale di mediocrità ella si isola e si mortifica per quattro anni di fila.
Ma l'aspetto ancora più grave, quello che rende veramente difficile simpatizzare con Lee, è che in questa gara di auto- avvilimento ella si permetta di giudicare e disprezzare chiunque le stia attorno: i ragazzi popolari perché sicuramente sono superficiali e meschini, coloro che desiderano diventare popolari perché si umiliano per entrare nelle grazie dei loro compagni, e persino gli outsider come lei, perché troppo "sfigati". La realtà dei fatti è che molte persone nel corso della sua permanenza ad Ault avvicinano Lee offrendole amicizia, diversi insegnanti si schierano dalla sua parte offrendo supporto e dimostrando di averla compresa molto meglio di quanto comprenda se stessa ma lei respinge ogni tentativo con indisponenza e sarcasmo.

Il suo atteggiamento inoltre è totalmente contraddittorio: pur essendo convinta di non meritare l'attenzione dell'élite della scuola Lee la anela esattamente come gli altri compagni da lei disprezzati e per questo motivo rifiuta i tentativi di amicizia di chi ritiene troppo "sfigato" perché la allontanerebbero ancora di più dal circolo dei migliori. Eppure, per assurdo, rifiuta di compiere qualunque azione almeno vagamente socievole, la sua vita è totalmente affogata nell'apatia, le sue giornate nell'auto compatimento e in sogni ad occhi aperti e tu, lettore, sei lì ad aspettare l'evento di rottura, il momento in cui la ragazza comprenderà che si sta rovinando la vita per nulla, che le distinzioni di classe e censo che la bloccano sono esclusivamente nella sua testa, ma questo non avviene mai.
Ancora peggio, la vicenda è raccontata dalla stessa Lee qualche anno nel futuro e dal tono della sua narrazione si percepisce che nemmeno dopo 10 anni dal termine del liceo la ragazza ha veramente capito quanto fossero vuote e pregiudiziali le sue convinzioni e il suo stile di vita, nemmeno dopo che gli eventi degli ultimi giorni di scuola le hanno chiaramente dimostrato quanto fosse in errore.

Non c'è alcuna maturazione, nessuna evoluzione, per cui non si capisce assolutamente dove l'autrice voglia andare a parare.
Se l'intento era criticare l'ambiente discriminatorio e altamente competitivo di questo tipo di scuole direi che l'impresa è fallita miseramente visto che gli aspetti negativi sembravano essere principalmente nella testa di Lee, e considerando che ella praticamente dorme per quattro anni di fila difficilmente si può parlare di stress e competizione. Se invece dobbiamo intendere il racconto come un invito agli adolescenti ad accorgersi che fuori dal liceo esiste un mondo intero e che conformare la propria personalità in modo ossessivo per soddisfare gli immaginari standard di una scuola superiore è inutile e stupido allora, al lettore che riesce a resistere alle 400 pagine di paranoia di Lee, il messaggio in qualche modo arriva.
Perché il problema di fondo quando si ha a che fare con Prep è riuscire a sopravvivere al suo essere deprimente in modo contagioso: l'apatia di Lee, il suo continuo svilirsi e autosabotarsi permeano ogni parola, ogni pagina ogni piccolo insignificante evento e si trasmettono al lettore con angosciante pervasività; si arriva a fine lettura sfiniti e quasi terrorizzati all'idea di prendere in mano il libro per scoprire in quale altro umiliante modo la ragazza è riuscita ad alienarsi dal resto del mondo.
Peccato, perché si tratta di un libro ben scritto, con una buona rappresentazione delle dinamiche sociali tra adolescenti e dello stile di vita in un collegio ma che fallisce totalmente proprio nella caratterizzazione del personaggio principale e che, per questo, fallisce anche nel passare i messaggi che si era proposto.

Giudizio:

+2stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Prep
  • Titolo originale: Prep
  • Autore: Curtis Sittenfeld
  • Traduttore: Annalisa Crea
  • Editore: Rizzoli - BUR
  • Collana: 24/7
  • Data di Pubblicazione: 2007
  • ISBN-13: 9788817015585
  • Pagine: 500
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 4,30

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