9 settembre 2013

Listopia: I milleuno libri da leggere almeno una volta nella vita (#301 - 320)

Quante volte ci siamo imbattuti in una di queste liste? La stessa BBC ne aveva stilata una da cento libri (piuttosto faziosa, se volete la mia opinione). Scopo di queste liste, è noto, non è permettere al lettore di scoprire nuovi libri e nuovi autori, bensì distruggere ogni sua pretesa di letterato facendolo sentire oltremodo ignorante per il gran numero di volumi che, a fine lista, scopre di non aver non solo mai letto, ma nemmeno sentito nominare. Noi vi proponiamo questa, pubblicata in volume, che già da diversi anni circola più minacciosamente della videocassetta di The Ring (o di Pootie Tang - questa è pessima, se la capite vergognatevi) distruggendo l'autostima di ogni lettore che credeva di aver letto tutti o la maggior parte dei cosiddetti libri da leggere prima di morire. La lista in questione ha i suoi difetti. Intanto è stata stilata approssimativamente nel 2005, per cui la sezione 2000 risulta incompleta; inoltre mette in lista solo narrativa, ed è eccessivamente sbilanciata su romanzi pubblicati nel corso del 1900, glissando decisamente su quelli pre-Ottocento. Continuiamo con un'altra carrellata di venti romanzi: nel corso degli articoli vedremo quali sono stati pubblicati in Italia e quali risultano ancora inediti.



301. Guida galattica per gli autostoppisti – Douglas Adams (1979)

Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell'estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c'è un piccolo e insignificante sole giallo. A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c'è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un'ottima invenzione...


302. Il giardino di cemento – Ian McEwan (1978)

«Non ho ucciso mio padre, ma certe volte mi sembra quasi di avergli dato una mano a morire». Chi racconta è Jack, un ragazzino sporco, foruncoloso, tenuto in disparte dalla famiglia; suo padre è un uomo fragile, irascibile e ossessivo, che un giorno decide di costruire un giardino roccioso: si mette al lavoro, ma muore di fronte all'indifferenza di Jack che non chiede aiuto. Julie, sorella maggiore, prime magliette scollate, primi amori tenuti segreti. Sue, due anni meno di Jack, sgraziata, sempre pronta a ritessere i difficili rapporti di famiglia. Tom, un bambinetto vivace, tutto preso dai suoi giochi e dai terrori scolastici. Infine la madre, slavata, sempre affaccendata in cucina oppure sprofondata nel letto di malata. Un balletto di «enfants terribles» che fanno pensare a Cocteau, a Vitrac, alla Compton Burnett, eppure sono anche banali; figli di una «cattività» familiare segnata da un esasperato sadismo.


303. Il mondo secondo Garp – John Irving (1978)

Protagonista e narratore di un mondo fatto di editori, assassini, campioni di lotta libera, insegnanti, transessuali, mariti e mogli, T.S. Garp viene concepito in modo del tutto anomalo dall'infermiera protofemminista Jenny Fields, poi autrice di un'autobiografia in ben 1158 cartelle, dal titolo Sessualmente sospetta. In realtà il problema di Garp e del suo mondo non potrà mai prescindere dalla pensione Grillparzer di Vienna, dove l'orso Duna si allena di notte con grande scrupolo professionale, sul suo uniciclo, emettendo significativi ed espressivi "harf". C'è nell'aria un ammonimento: il Sotto Rospo è sempre in agguato, tonfa, saltella, gracida, annuncia angosciose tragedie: quale sarà la prossima mossa delle Ellen-Jamesiane, le donne dalla lingua mozza, che si sono mutilate da sè per protesta contro gli uomini, stupratori e violenti?


304. La vita istruzioni per l'uso – Georges Perec (1978)

Un puzzle costruito intorno a una casa parigina, con i suoi inquilini, le sue stanze, gli oggetti, le azioni, i ricordi e le fantasticherie. Con un saggio di Italo Calvino e una conversazione di Georges Perec con Gabriel Simony.







305. Il mare, il mare – Iris Murdoch (1978)

Charles Arrowby, sessantenne, mattatore (regista, attore, drammaturgo) della scena teatrale londinese, decide di lasciare tutto e isolarsi in una casa sulle rive dell'oceano. Ben presto, però, la sua solitudine si popola di ricordi, fantasmi, ossessioni (un mostro marino che lo minaccia) e persone vere: donne che lo inseguono, amici del mondo del teatro, un cugino che ha vissuto a lungo in Oriente e ha abbracciato il buddhismo, e Hartley, il primo amore della giovinezza, che Charles ritrova per caso e, follemente, decide di riconquistare.


306. The Singapore Grip – J.G. Farrell (1978)

Singapore, 1939: life on the eve of World War II just isn't what it used to be for Walter Blackett, head of British Singapore's oldest and most powerful firm. No matter how forcefully the police break one strike, the natives go on strike somewhere else. His daughter keeps entangling herself with the most unsuitable beaus, while her intended match, the son of Blackett's partner, is an idealistic sympathizer with the League of Nations and a vegetarian. Business may be booming—what with the war in Europe, the Allies are desperate for rubber and helpless to resist Blackett's price-fixing and market manipulation—but something is wrong. No one suspects that the world of the British Empire, of fixed boundaries between classes and nations, is about to come to a terrible end.
A love story and a war story, a tragicomic tale of a city under siege and a dying way of life, The Singapore Grip completes the “Empire Trilogy” that began with Troubles and the Booker prize-winning Siege of Krishnapur.


307. Ja – Thomas Bernhard (1978)

In un sonnolento villaggio austriaco uno studioso di scienze naturali che vive da tempo in totale isolamento decide di "rovesciar fuori" la parte interiore di sé. Con questa intenzione si reca a casa dell'amico Moritz, un agente immobiliare, che al contrario vive a contatto quotidiano con gli altri. Quando lo scienziato entra nel vivo delle confidenze, compare una coppia di clienti dell'amico: lui è un costruttore svizzero, lei è persiana. Fin dal primo istante, lo scienziato è profondamente colpito dalla donna, che diventerà una degna compagna di passeggiate, conversazioni e disquisizioni filosofiche.


308. La vergine nel giardino – A.S. Byatt (1978)

Blesford, anni Cinquanta: nell'Inghilterra che si sta lasciando alle spalle il secondo conflitto mondiale e le ristrettezze del dopoguerra, ha inizio il romanzo di cui è protagonista Frederica Potter; un romanzo che è per metà la storia problematica e talora lacerante della famiglia Potter, e per l'altra metà la storia di un allestimento teatrale minuziosamente descritto, quello dell'opera che dà il titolo al romanzo, "La vergine nel giardino". La vergine in questione è Elisabetta I, vergine dai molti amanti che a un marito preferì il potere e la libertà. Il romanzo è il primo volume della tetralogia di Antonia S. Byatt, di cui i lettori italiani conoscono il terzo volume, "La torre di Babele".


309. Nel cuore del paese – J.M. Coetzee (1977)

In una sperduta fattoria del Sudafrica, Magda, la protagonista di questo romanzo feroce e appassionato contempla la vita da cui è stata esclusa. Ignorata da un padre indifferente, disprezzata e temuta dalla servitù, è una donna intelligente e disillusa, la cui mansuetudine esteriore nasconde il disperato proposito di "non essere tra chi è stato dimenticato dalla Storia". Nella narrazione la realtà si confonde con i timori e le angosce visionarie di Magda, dove esplodono le tensioni tra colonizzatore e colonizzato e tra gli struggenti desideri europei e l'immensità e la solitudine dell'Africa. Una prosa ricca e drammatica, in cui l'autore trasforma una vicenda familiare nel cuore del Sudafrica in uno specchio amaro dell'esperienza coloniale.


310. La passione della nuova Eva – Angela Carter (1977)

All'inizio del romanzo, un professore inglese di nome Evelyn ha appena ottenuto un nuovo posto di lavoro in una università di New York. Il suo tributo a Tristessa de St. Ange, attrice americana del cinema muto, per l'ultima serata che trascorrerà in Inghilterra, è di sottostare alle attenzioni, mediante un rapporto orale, di una ragazza con cui si reca a vedere uno dei suoi film.
Quando arriva in America, lo scenario che si offre al suo sguardo è una New York distopica, una città ai suoi ultimi stadi di decomposizione, percorsa da enormi ratti e dove le emozioni umane sono ridotte ai loro livelli più primitivi. Qui resta affascinato da Leilah, una giovane ed esotica cubista afro-americana, con la quale avvia una relazione, priva però di alcun coinvolgimento emotivo per lui, che la vive solo per i piaceri sessuali che sa ricavarne. Quando poi lei rimane incinta, la abbandona disgustato alla solitudine di un aborto. Evelyn si ritrova nel più completo deserto e viene rapito da una donna della città sotterranea femminile di Beulah e trascinato attraverso il mare di sabbia al cospetto della Madre, una crudele figura di dea madre che sfoggia un chirurgico bisturi con cui muta Evelyn in Eva, ironicamente la donna che egli ha sempre bramato. Poi cerca di metterla incinta di una nuovo Messia, usando il suo stesso sperma (raccolto prima dell'operazione). Evelyn, ora Eva, riesce a fuggire ma viene catturata e resa schiava da Zero, un crudele leader di culto e "poeta" con un solo occhio e una sola gamba, un mezzo uomo che celebra il suo io degradato. Il suo harem è composto da "mogli" passive e schiavizzate che egli frusta se non parlano grugnendo e non onorano i loro compagni di letto, i maiali. Zero violenta Eva e fa di lei la sua nuova moglie. Poi la conduce alla ricerca dell'attrice Tristessa, incarnazione di bellezza, dolore e solitudine, che egli odia ossessivamente perché crede abbia causato la sua infertilità. Tristessa fu il primo oggetto del desiderio di Evelyn in gioventù e ritorna ora per lui/lei come figura ossessiva.


311. Il delta di Venere – Anaïs Nin (1977)

[Raccolta di racconti dell'autrice statunitense Anaïs Nin, scritti negli anni '40 per un misterioso committente detto "Il collezionista", che ne faceva uso privato. Nonostante l'ultima edizione italiana sia del 2004, pubblicata da Bompiani, non mi è stato possibile trovarne la sinossi ufficiale.]


312. Shining – Stephen King (1977)

L'Overlook, uno strano e imponente albergo che domina le alte montagne del Colorado, è stato teatro di numerosi delitti e suicidi e sembra aver assorbito forze maligne che vanno al di là di ogni comprensione umana e si manifestano soprattutto d'inverno quando l'albergo chiude e resta isolato per la neve. Uno scrittore fallito, Jack Torrance, con la moglie Wendy e il figlio Danny di cinque anni, accetta di fare il guardiano invernale all'Overlook ed è allora che le forze del male si scatenano. Dinanzi a Danny, che è dotato di potere extrasensoriale, lo shine, si materializzano gli orribili fatti accaduti nelle stanze dell'albergo, ma se il bambino si oppone con forza a insidie e presenze, il padre ne rimane vittima.


313. Dispacci – Michael Herr (1977)

"Dispacci" racconta l'esperienza bruciante e psichedelica di un corrispondente di guerra che vede attorno a sé il delirio e il terrore della guerra in Vietnam. Michael Herr all'epoca non era molto più vecchio dei ragazzi che osservava combattere in prima linea, incrudeliti, cinici e smarriti, catturati da una spirale di violenza senza limiti che coinvolge americani e vietcong. C'è chi esorcizza il quotidiano terrore facendosi una collana con le orecchie dei nemici; chi mette in posa i cadaveri per scattare foto ricordo. La vendetta e l'odio diventano l'unica risposta ammessa, senza tuttavia riuscire a domandarsi: "Perché sono qui?". Un reportage che non vuole nascondere nulla su una guerra sentita da tutti come assurda.


314. Petals of Blood – Ngugi Wa Thiong’o (1977)

The puzzling murder of three African directors of a foreign-owned brewery sets the scene for this fervent, hard-hitting novel about disillusionment in independent Kenya. A deceptively simple tale, Petals of Blood is on the surface a suspenseful investigation of a spectacular triple murder in upcountry Kenya. Yet as the intertwined stories of the four suspects unfold, a devastating picture emerges of a modern third-world nation whose frustrated people feel their leaders have failed them time after time. First published in 1977, this novel was so explosive that its author was imprisoned without charges by the Kenyan government. His incarceration was so shocking that newspapers around the world called attention to the case, and protests were raised by human-rights groups, scholars, and writers, including James Baldwin, Toni Morrison, Donald Barthelme, Harold Pinter, and Margaret Drabble.


315. Canto di Solomone – Toni Morrison (1977)

Un romanzo di formazione, in bilico tra il reale e il fantastico, in cui storia, sogni, desideri, mito e folklore si fondono in una grandiosa vicenda corale. Il protagonista è un giovane uomo di colore del Midwest, che si reca nel Sud alla ricerca delle proprie origini e di un presunto tesoro di famiglia. Ma presto il suo viaggio si trasforma in un percorso nel labirinto dell'anima, per trovare la propria, perduta, identità. Lungo il cammino, attorno a lui si materializzano fantasmi e ricordi, in un gioco dove convivono passato e presente... Superbo esempio della feconda vena narrativa di Toni Morrison, Canto di Salomone è anche, come scrive Franca Cavagnoli nella Postfazione, "il racconto di un'iniziazione. L'iniziazione del lettore allo straordinario patrimonio di miti e leggende popolari della tradizione afroamericana, alla ricchezza di una cultura che intreccia magia e realtà".


316. L'ora della stella – Clarice Lispector (1977)

[Pubblicato da Feltrinelli nel 1989 e ormai fuori catalogo, L'ora della stella narra la storia di Macabéa, sfortunata creatura dei sobborghi di Rio che si mantiene come tipografa. Macabéa ama i film e vorrebbe essere come Marilyn Monroe, ma è brutta, malaticcia, emaciata, eppure il narratore Rodrigo - borghese dalla vita vuota - non può evitare di invidiarne la libertà.]





317. La donna mancina – Peter Handke (1976)

Al suo apparire in Italia, "La donna mancina" riscosse successo di pubblico particolarmente sensibile alla questione femminile - e di critica: Claudio Magris vi scorse la manifestazione di "una vita pura, essenziale, che brilla nei dettagli minimi", e Alighiero Chiusano fu pronto a scommettere sulla sua durata a dispetto "di tante altre roboanti cosmogonie sperimentali". Lasciate cadere le trasgressioni astute e plateali degli anni Sessanta, l'implacabile e delicata macchina narrativa di Handke ha conquistato uno sguardo limpido e impassibile come quello di una macchina da presa. Quello sguardo offre qui l'indimenticabile ritratto di una donna sulla soglia misteriosa della sua "lunga stagione di solitudine".


318. La stella di Ratner – Don DeLillo (1976)

Billy Twillig è un premio Nobel, il più geniale matematico della sua epoca, il massimo esperto in un campo di studi così specializzato ed estremo da coincidere, praticamente, con la sua sola persona. E ha quattordici anni. È stato prelevato da forze non meglio precisate e condotto in una località segreta dell'Asia centrale per partecipare all'Esperimento sul campo numero uno: un enorme centro di ricerca in cui studiosi di tutto il mondo cercano di raggiungere «la conoscenza. Studiare il pianeta. Osservare il sistema solare. Ascoltare l'universo. Conoscere noi stessi».
Billy è stato convocato perché rappresenta l'unica speranza per decifrare il mistero supremo: tempo fa, proveniente dalla lontana stella di Ratner, è giunto un segnale radio che ha tutta l'apparenza di un messaggio da un'intelligenza aliena. Ma nemmeno la più alta concentrazione di scienziati del pianeta è riuscito a decodificarlo. Finora. Per la prima volta tradotto in italiano, La stella di Ratner è, fin dal suo apparire nel 1976, tra tutti i romanzi di Don DeLillo l'oggetto del culto più tenace, enigmatico e sotterraneo. Qualche anno più tardi, tentando di spiegarne il segreto, lo stesso DeLillo dirà: «Ho provato a scrivere un romanzo che non solo avesse la matematica tra i suoi argomenti, ma che, in un certo senso, fosse esso stesso matematica. Doveva incarnare un modello, un ordine, un'armonia: che in fondo è uno dei tradizionali obiettivi della matematica pura». Un libro, in altri termini, in cui la forma e la teorizzazione della forma coincidono con il contenuto: in cui gli opposti si riversano l'uno nell'altro in una fuga senza fine, come in un nastro di Möbius o nel simbolo dell'infinito. E tutto ciò DeLillo lo fa con una versione postmoderna di Alice nel paese delle meraviglie (richiamata fin dai titoli delle due parti del romanzo: Avventure e Riflessi), costruendo un testo che riesce a essere al medesimo tempo un concentrato di humour, una satira delle umane, universali ambizioni e dei moderni fallimenti tecnico-burocratici, un «ritratto d'artista» e un romanzo di formazione. Ma forse la migliore descrizione della Stella di Ratner è racchiusa fra le pagine del libro: «un romanzo sperimentale, un'allegoria, una geografia lunare, una magistrale autobiografia, un criptico trattato scientifico, un'opera di fantascienza».


319. The Public Burning – Robert Coover (1976)

A controversial best-seller in 1977, The Public Burning has since emerged as one of the most influential novels of our time. The first major work of contemporary fiction ever to use living historical figures as characters, the novel reimagines the three fateful days in 1953 that culminated with the execution of alleged atomic spies Julius and Ethel Rosenberg. Vice-President Richard Nixon - the voraciously ambitious bad boy of the Eisenhower regime - is the dominant narrator in an enormous cast that includes Betty Crocker, Joe McCarthy, the Marx Brothers, Walter Winchell, Uncle Sam, his adversary The Phantom, and Time magazine incarnated as the National Poet Laureate. All of these and thousands more converge in Times Square for the carnivalesque auto-da-fe at which the Rosenbergs are put to death. And not a person present escapes implication in Cold War America's ruthless "public burning."


320. Intervista col vampiro – Anne Rice (1976)

Romanzo horror, romanzo gotico, romanzo storico e filosofico, Intervista col vampiro ha segnato l'inizio di una delle saghe narrative di maggior successo mondiale. Con il suo capolavoro, Anne Rice ha ricreato il mito notturno dei vampiro, trasformandolo in una figura oscuramente luminosa capace di incarnare, e di raccontare, i mali, le paure, le angosce di noi contemporanei. In questa sorta di educazione sentimentale è il vampiro Louis a raccontarci le angosce della vita eterna, la condanna a essere ogni notte carnefice. "Avevo venticinque anni quando diventai un vampiro, era il 1791..."

1 Commenti:

  • 9 settembre 2013 alle ore 16:26
    Pythia says:

    Questa volta batto il record, due! Il primo e l'ultimo :-)

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