2 settembre 2013

Listopia: I milleuno libri da leggere almeno una volta nella vita (#281 - 300)

Quante volte ci siamo imbattuti in una di queste liste? La stessa BBC ne aveva stilata una da cento libri (piuttosto faziosa, se volete la mia opinione). Scopo di queste liste, è noto, non è permettere al lettore di scoprire nuovi libri e nuovi autori, bensì distruggere ogni sua pretesa di letterato facendolo sentire oltremodo ignorante per il gran numero di volumi che, a fine lista, scopre di non aver non solo mai letto, ma nemmeno sentito nominare. Noi vi proponiamo questa, pubblicata in volume, che già da diversi anni circola più minacciosamente della videocassetta di The Ring (o di Pootie Tang - questa è pessima, se la capite vergognatevi) distruggendo l'autostima di ogni lettore che credeva di aver letto tutti o la maggior parte dei cosiddetti libri da leggere prima di morire. La lista in questione ha i suoi difetti. Intanto è stata stilata approssimativamente nel 2005, per cui la sezione 2000 risulta incompleta; inoltre mette in lista solo narrativa, ed è eccessivamente sbilanciata su romanzi pubblicati nel corso del 1900, glissando decisamente su quelli pre-Ottocento. Continuiamo con un'altra carrellata di venti romanzi: nel corso degli articoli vedremo quali sono stati pubblicati in Italia e quali risultano ancora inediti.



281. Sei ricco, Coniglio – John Updike (1981)

[Premio Pulitzer per la narrativa nel 1982, Sei ricco, Coniglio è il terzo romanzo di Updike su Harry "Coniglio" Angstrom, ex-campione di basket giunto alla mezza età senza grosse soddisfazioni. Pubblicato da Rizzoli nel 1983, è fuori catalogo.]


282. Lanark: A Life in Four Books – Alasdair Gray (1981)

From its first publication in 1981, Lanark was hailed as a masterpiece and it has come to be widely regarded as the most remarkable and influential Scottish novel of the second half of the twentieth century. A work of extraordinary imagination and wide-ranging concerns, its playful narrative conveys at its core a profound message, both personal and political, about humankind's inability to love, and yet our compulsion to go on trying. With its echoes of Dante, Blake, Joyce, Kafka, and Lewis Carroll, Lanark has been published all over the world and to unanimous acclaim. This edition marks the novel's return to its original publisher and features a superb new introduction by the award-winning novelist Janice Galloway, and the author's Tailpiece, a fascinating addendum to the novel.


283. Cortesie per gli ospiti – Ian McEwan (1983)

Nella torrida atmosfera di una città sul mare oppressa dalla calura estiva, Mary e Colin, due turisti inglesi legati da un rapporto in cui «il piacere stava soprattutto nell'amichevole mancanza di fretta, nella familiarità dei rituali e delle procedure», si imbattono in un inquietante anfitrione. Robert, questo il suo nome, racconta ai nuovi amici, sul filo di un irrefrenabile crescendo, un passato di sottili crudeltà domestiche e di sottomissione a un padre estremamente autoritario. Prigioniera, piú che padrona della casa in cui agli ospiti si vanno preparando particolari cortesie, Caroline, moglie di Robert, «dava l'impressione di avere un piacevolissimo segreto».
Ma è l'intero romanzo a celare un segreto, e McEwan, come in un thriller, lascia affiorare di volta in volta un nuovo, significativo indizio, preparando un finale apocalittico e liberatorio.


284. Luglio – Nadine Gordimer (1981)

Sudafrica. In un ipotetico futuro scoppiano disordini di tale entità da costringere i bianchi alla fuga. Bam e Maureen Smales con i loro tre figli, alla disperata ricerca di una via di fuga, accettano il suggerimento del loro servitore nero, Luglio, e si rifugiano nel suo villaggio.
Separati all'improvviso da tutto ciò a cui erano abituati, capovolti integralmente i rapporti di forza, per cui sono gli Smale a dipendere integralmente da Luglio, si vedono costretti a prendere di nuovo le misure del mondo, a rapportarsi in modo completamente inaspettato con se stessi e con gli altri.
Definito da "Newsweek" come "un magistrale 'messaggio' narrativo dalla zona di combattimento", "Luglio" è un romanzo straordinario per la capacità evocativa e per la sorprendente precisione con cui descrive il progrssivo ma totale spogliarsi delle persone di ogni aspetto convenzionale.


285. Estate a Baden-Baden – Leonid Tsypkin (1981)

Tra finzione romanzesca e realtà storica, la rievocazione della vita di Dostoevskij e la tragedia degli ebrei russi in un capolavoro del Novecento che appare per la prima volta in Italia.
"Dalla lettura di Estate a Baden - Baden si emerge purificati, scossi, fortificati, capaci di un respiro un po' più profondo, e grati alla letteratura per ciò che può accogliere ed esemplificare. Leonid Cypkin non ha scritto un libro lungo. Ma ha fatto un grande viaggio."
dall'introduzione di Susan Sontag.
Nell'ottobre 1866, Fëdor Dostoevskij, reduce dal successo di Delitto e castigo e costretto a scrivere un romanzo in un mese per liberarsi del contratto capestro con l'editore Stellovskij, assunse una giovanissima stenografa, Anna Grigor'evna Snitkina. Il risultato fu un capolavoro, Il giocatore, e il matrimonio con Anna; ma anche, l'anno seguente, un lungo viaggio all'estero per sfuggire ai creditori. E a Baden - Baden, nell'estate del 1867, Dostoevskij - proprio come il protagonista del Giocatore - perde tutto al casinò, e rischia di perdere anche l'amore di Anna. Lo straordinario romanzo di Leonid Cypkin è la storia di quell'estate, e - attraverso flashback e anticipazioni - dell'intera vita di Dostoevskij; una storia che si intreccia a un altro racconto: quello del viaggio in treno dell'autore, alla fine degli anni settanta, per andare a trovare la vecchia amica Gilja (testimone delle cupe vicende del Grande Terrore staliniano e dell'assedio di Leningrado) e a visitare la casa (oggi museo) dove Dostoevskij morì. E' un romanzo grandioso e tragico: perché Dostoevskij è un genio tragico, e tragica è la condizione di Cypkin, ebreo russo umiliato e offeso, e affascinato dalla grandezza di uno scrittore che, non nascondendo il suo disprezzo per gli ebrei, li descriveva nelle sue opere come personaggi sordidi e indegni. In un monologo interiore che fonde limpidamente i pensieri dell'autore, quelli di Dostoevskij e della moglie Anna, gli eventi biografici e storici, le memorabili descrizioni di Mosca, del viaggio in treno, di Leningrado, Cypkin disegna una complessa rete di immagini, di idee, di visioni che illuminano gli abissi della condizione umana e - come sostiene Susan Sontag nell'appassionata introduzione - fanno di Estate a Baden - Baden uno dei capolavori segreti del romanzo novecentesco.


286. Aprile spezzato – Ismail Kadare (1981)

Il 17 marzo di un anno imprecisato (ma prima dell’avvento del comunismo in Albania) il giovane Gjorg Berisha ha dovuto uccidere l’assassino di suo fratello per obbedire alla besa, un codice antico e spietato che fissa, senza possibilità di deroga, modo tempo e prezzo di qualsiasi delitto. Dopo l’omicidio, perpetrato fra mille dubbi e tormenti, Gjorg avrà un mese di tregua. Poi, per lui, la morte sarà in agguato dietro ogni pietra, ogni angolo di strada... Ma la sua storia s’intreccia con quella di Besian e Diana, uno scrittore e la sua giovane, bellissima moglie, che sono partiti da Tirana per intraprendere un singolare viaggio di nozze tra le montagne. L’incontro fra Gjorg e i due sposi avrà conseguenze cruciali: metterà in gioco l’amore di Diana per suo marito e, allo scadere della fatidica tregua, indurrà Gjorg – predatore e preda della donna, del suo volto incantato – a un’imprudenza fatale: in un aprile spezzato che spezzerà la sua vita.


287. Aspettando i barbari – J.M. Coetzee (1980)

Un magistrato bianco, che per decenni si è occupato degli eventi del piccolo insediamento di frontiera in cui vive, ignorando la guerra tra i barbari e l'Impero che pure incombe sulla cittadina, si trova all'improvviso a confrontarsi con la realtà: dapprima comincia a simpatizzare con i prigionieri angariati durante gli interrogatori, poi si innamora di una di loro, una barbara. Tanto l'amore quanto la dura condizione carceraria lo spingono a compiere, finalmente, un atto di ribellione. [La nostra recensione]


288. I figli della mezzanotte – Salman Rushdie (1980)

Pubblicato nel 1981, tradotto in decine di lingue e premiato con i maggiori riconoscimenti internazionali, I figli della mezzanotte è l'opera che ha rivelato al mondo il talento letterario di Salman Rushdie. Il libro narra le vicende dei mille bambini nati il 15 agosto 1947, allo scoccare della mezzanotte: il momento, cioè, in cui l'India ha proclamato la propria indipendenza dall'Impero britannico. Tutti costoro posseggono doti straordinarie: forza erculea, capacità di diventare invisibili e di viaggiare nel tempo, bellezza soprannaturale. Ma nessuno è capace di penetrare nel cuore e nella mente degli uomini come Saleem Sinai, il protagonista che, ormai in punto di morte, racconta la propria tragicomica storia.
Scritto in stile esuberante e surreale, I figli della mezzanotte è un libro imprevedibile, che unisce i caratteri della saga familiare e del romanzo di formazione in un grandioso canto corale, sullo sfondo della storia dell'India del Ventesimo secolo. [La nostra recensione]


289. Riti di passaggio – William Golding (1980)

Ai primi dell'Ottocento un vecchio vascello da guerra disarmato lascia le coste dell'lnghilterra diretto in Australia. A bordo, tra la folla multiforme dei passeggeri c'è il giovane Edmund Talbot, destinato a importanti incarichi nell'amministrazione di Sua Maestà nel Nuovissimo Mondo. Il suo lungo viaggio sarà denso di vicende, incontri e rivelazioni, scandito dal trascorrere delle stagioni e dalla infinita mutevolezza del mare.


290. Rituali – Cees Nooteboom (1980)

“Un’assenza, uno che non esiste”: così si autodefinisce Inni Wintrop, protagonista di Rituali, uomo senza qualità di questo fine millennio, ironico spettatore di un mondo che, come la città di Amsterdam in cui vive, mostra più l’aspetto di una “fortezza smantellata”, rivelando quel vuoto su cui è costruito, quella mancanza di fondamento e di centro che è uno dei temi costanti della letteratura del nostro secolo. Osservatore onnivoro, curioso di ogni esperienza, Inni lascia che le cose gli accadano, riservandosi, nel teatro del mondo, il ruolo di “dilettante”. Compra e vende quadri, investe in borsa, viaggia, legge, scrive oroscopi, insegue l’illusoria sensazione di esistere che gli danno gli amori, si abbandona, senza tentare di dirigerli, allo scorrere degli eventi, alla casualità degli incontri. Come quello con Arnold e Philip Taads, padre e figlio mai conosciutisi fra loro, di cui diventa amico a vent’anni di distanza l’uno dall’altro. All’opposto di Inni, questi cercano di sottrarsi al vortice della vita e del tempo, barricandosi in un solitario e ascetico rifiuto. Ma la maniacale routine di Arnold, il culto della meditazione Zen e della civiltà giapponese di Philip non offrono redenzione all’insensatezza del vivere. In un mondo che ha perso fedi e certezze, i rituali non sono più la via d’accesso alla dimensione del sacro, alla trascendenza, a quel mistero in cui è racchiuso l’ordine e il significato dell’esistere, restano solo un vano tentativo di tenere a bada la paura in attesa della morte. Due sono i quadri che Inni compra e vende nel romanzo: una “Sibilla”, quasi emblematica custode dell’enigma dell’universo, e una stampa giapponese ukiyo-e, quella “pittura del mondo fluttuante” che Nooteboom stesso non fa che offrirci: l’immagine della vita nel suo effimero fluire, nelle sue seduzioni che svaniscono, in ciò che la rende, se non accettabile, amata.


291. Una banda di idioti – John Kennedy Toole (1980)

Quando nel mondo appare un vero genio, lo si riconosce dal fatto che tutti gli idioti fanno banda contro di lui. È il principio primo che muove ogni altra idea, sogno e azione di Ignatius Reilly, uno dei massimi nemici del popolo americano di questo secolo. Immaginatevi una strana miscela fra un barbone, un Oliver Hardy impazzito, un Don Chisciotte grasso e un Tommaso d'Aquino perverso. Immaginatevi un gigante con baffoni e berretto verde da cacciatore che, fra giganteschi rutti e flatulenze, si vede costretto a continui attacchi contro un'America "priva di geometria e teologia". Attorno a lui, in una New Orleans trasformata in palcoscenico quasi dadaista, un coro di personaggi epici. Jones, negro in semischiavitù, che fulmina con una frase al vetriolo "quella nazista della padrona" del Notti di Follia e ci fa ridere fino a piangere. La signorina Trixie, ottuagenaria sempre a caccia di prosciutti pasquali e, suo malgrado, dell'eterna giovinezza. Myrna, anarco-femminista di New York, che sfida con un serrato carteggio anima e sesso di Ignatius. Una mamma disperata, Santa Battaglia e l'agente Mancuso, pronti a consolarsi con partite di bowling. E poi, Yoghi, Rosvita e Batman, le Manifatture Levy, Gus Levy, signora e viziatissime figlie. Immaginatevi un diario del lavoratore, una summa teologica dell'assurdo, una rivolta di operai attorno a una croce eretta nell'ufficio contabilità, chilometri di archivio ridotti a zero in un minuto, un vecchio cliente umiliato senza scampo con una lettera di insolenze ineguagliabili...


292. Sfida a Detroit – Elmore Leonard (1980)

Tanta gente avrebbe voglia di uccidere il giudice Alvin B. Guy, personaggio molto impopolare e ambiguo. E il. giudice, infatti, viene ammazzato, ma per una banale faccenda di sorpasso da un tale, Clement Mansell, che neanche lo conosce. Però, Mansell è un efferato criminale, rapinatore, ladro, pluriomicida, che la polizia non è mai riuscita a incastrare per mancanza di prove, grazie anche all'abilità del suo avvocato, Carolyn Wilder. Incaricato di questo caso è il tenente Raymond Cruz, della Squadra Omicidi di Detroit, il quale per una serie di indizi e di testimonianze intuisce subito chi è il colpevole dell'omicidio. Ma non ha possibilità di incriminarlo. Il romanzo è la cronaca della sfida di Mansell contro Cruz, e di Cruz contro Mansell, contro la colonia albanese di Detroit e persino contro l'avvenente Carolyn, coinvolta non solo professionalmente in questa sporca storia. La lotta tra i due si concluderà in un confronto finale dal quale soltanto uno potrà uscire vivo.
Un romanzo di alta drammaticità, scritto con piglio deciso, senso dell'azione, uno stile personalissimo, un linguaggio stringato. E personaggi che non si possono facilmente dimenticare.


293. Il nome della rosa – Umberto Eco (1980)

Ultima settimana del novembre 1327. Il novizio Adso da Melk accompagna in un'abbazia dell'alta Italia frate Guglielmo da Baskerville, incaricato di una sottile e imprecisa missione diplomatica. Ex inquisitore, amico di Guglielmo di Occam e di Marsilio da Padova, frate Guglielmo si trova a dover dipanare una serie di misteriosi delitti (sette in sette giorni, perpetrati nel chiuso della cinta abbaziale) che insanguinano una biblioteca labirintica e inaccessibile. Per risolvere il caso, Guglielmo dovrà decifrare indizi di ogni genere, dal comportamento dei santi a quello degli eretici, dalle scritture negromantiche al linguaggio delle erbe, da manoscritti in lingue ignote alle mosse diplomatiche degli uomini di potere. La soluzione arriverà, forse troppo tardi, in termini di giorni, forse troppo presto, in termini di secoli. [La nostra recensione]


294. Il libro del riso e dell'oblio – Milan Kundera (1979)

Un «romanzo in forma di variazioni» calamitato da un tema: «la lotta dell’uomo contro il potere e la lotta della memoria contro l’oblio». Il libro del riso e dell’oblio è stato pubblicato per la prima volta in ceco nel 1978.







295. Tutti gli uomini di Smiley – John Le Carré (1979)

Un vecchio esule baltico viene ucciso a Londra. Il suo vero, unico torto: essere stato, fino all'ultimo, un uomo di Smiley. Anche se ormai è in pensione, George Smiley non può ignorare la morte di Vladimir. Così, partendo da un bastone da passeggio impugnato con la mano sbagliata e da un pacchetto di sigarette che non si trova, incomincia a seguire il filo che riannoda il passato al presente. Da Londra, da Amburgo, da Parigi, tutte le tracce portano a Mosca. A Karla, il nemico di sempre. Smiley capisce di essere all'ultima mano di un partita mortale iniziata tanti anni prima e sa di poter giocare la carta che gli darà la vittoria. Ma sarà una vittoria senza gioia e senza trionfo. Il più avvincente, il più crudele e drammatico romanzo di John Le Carré.


296. Shikasta – Doris Lessing (1979)

This is the first volume in the series of novels Doris Lessing calls collectively Canopus in Argos: Archives. Presented as a compilation of documents, reports, letters, speeches and journal entries, this purports to be a general study of the planet Shikasta–clearly the planet Earth–to be used by history students of the higher planet Canopus and to be stored in the Canopian archives. For eons, galactic empires have struggled against one another, and Shikasta is one of the main battlegrounds.Johar, an emissary from Canopus and the primary contributor to the archives, visits Shikasta over the millennia from the time of the giants and the biblical great flood up to the present. With every visit he tries to distract Shikastans from the evil influences of the planet Shammat but notes with dismay the ever-growing chaos and destruction of Shikasta as its people hurl themselves towards World War III and annihilation.


297. Alla curva del fiume – V.S. Naipaul (1979)

[Pubblicato da Mondadori nel 1995 e ormai fuori catalogo, il romanzo racconta di Salim, africano di origine indo-araba che decide di aprire un piccolo esercizio commerciale nella città "alla curva del fiume" (probabilmente Kisangani, Congo) mentre la situazione politica africana implode su se stessa.]


298. La figlia di Burger - Nadine Gordimer (1979)

Ambientata nel clima di feroce lotta politica del Sudafrica degli anni Settanta, la storia, ispirata alla vicenda di un famoso avvocato afrikaner costretto alla clandestinità per il suo impegno contro l'apartheid, segue il lento evolversi di Rosa Burger. La morte del padre - Lionel Burger, da sempre in lotta per la libertà dei neri - trasforma definitivamente Rosa nella "figlia Burger". Attraverso la presa di coscienza di questa nuova identità, Rosa sarà costretta non solo a fare i conti con la sua vita privata, ma anche a modificare il rapporto con il suo paese.


299. Assedio preventivo – Heinrich Böll (1979)

Questo romanzo di Boll offre uno spaccato di cinquant'anni di vita tedesca dall'età guglielmina al secondo dopoguerra. Nella sua indagine su Leni, donna sensuale e di carattere, che attraversa gli eventi più drammatici della Germania contemporanea, l'autore veste i panni del cronista, mettendosi sulle tracce di tutti colori che l'hanno conosciuta: dal fratello poeta che si distrugge per sottrarsi all'abiezione del nazismo, a suor Rahel, dall'affarista Pelzer alla prostituta Margret. Attraverso le testimonianze di quanti l'hanno frequentata, attraverso foto, lettere, oggetti personali, l'autore ricostruisce una biografia che è insieme immagine di un'epoca e di un ambiente.


300. Se una notte d'inverno un viaggiatore – Italo Calvino (1979)

Un viaggiatore, una piccola stazione, una valigia da consegnare a una misteriosa persona... Da questa premessa si possono snodare innumerevoli vicende, ma sono dieci quelle che l'autore propone in questo sorprendente e godibilissimo romanzo.
"E' un romanzo sul piacere di leggere romanzi: protagonista è il lettore, che per dieci volte cominicia a leggere un libro che per vicissitudini estranee alla sua volontà non riesce a finire. Ho dovuto dunque scrivere l'inizio di dieci romanzi d'autori immaginari, tutti in qualche modo diversi da me e diversi tra loro." (Italo Calvino)

0 Commenti a “Listopia: I milleuno libri da leggere almeno una volta nella vita (#281 - 300)”

Posta un commento

 

La Stamberga dei Lettori Copyright © 2011 | Template design by O Pregador | Powered by Blogger Templates