29 luglio 2013

Listopia: I milleuno libri da leggere almeno una volta nella vita (#181 - 200)

Quante volte ci siamo imbattuti in una di queste liste? La stessa BBC ne aveva stilata una da cento libri (piuttosto faziosa, se volete la mia opinione). Scopo di queste liste, è noto, non è permettere al lettore di scoprire nuovi libri e nuovi autori, bensì distruggere ogni sua pretesa di letterato facendolo sentire oltremodo ignorante per il gran numero di volumi che, a fine lista, scopre di non aver non solo mai letto, ma nemmeno sentito nominare. Noi vi proponiamo questa, pubblicata in volume, che già da diversi anni circola più minacciosamente della videocassetta di The Ring (o di Pootie Tang - questa è pessima, se la capite vergognatevi) distruggendo l'autostima di ogni lettore che credeva di aver letto tutti o la maggior parte dei cosiddetti libri da leggere prima di morire. La lista in questione ha i suoi difetti. Intanto è stata stilata approssimativamente nel 2005, per cui la sezione 2000 risulta incompleta; inoltre mette in lista solo narrativa, ed è eccessivamente sbilanciata su romanzi pubblicati nel corso del 1900, glissando decisamente su quelli pre-Ottocento. Continuiamo con un'altra carrellata di venti romanzi: nel corso degli articoli vedremo quali sono stati pubblicati in Italia e quali risultano ancora inediti.



181. Una casa alla fine del mondo – Michael Cunningham (1990)

Jonathan e Bobby: sono amici inseparabili e poi confidenti e amanti nel corso di un’appassionata e difficile adolescenza a Cleveland, Ohio. La vita, la maturità e il capriccio del destino li separano, per poi farli incontrare a New York solo anni più tardi. Jonathan ora vive con una donna, Clare, la sua amica più cara, la sua compagna più vera. Bobby si trasferisce a casa dei due e, quando comincia una relazione con la ragazza, gli equilibri sentimentali e psicologici dei tre ne vengono lentamente ma inesorabilmente sconvolti. Romando d’esordio dell’autore di Le ore e Carne e sangue, Una casa alla fine del mondo racconta le incertezze dell’amore e la ricerca di un nuovo equilibrio in un mondo che si sforza di non crollare sotto il peso delle convezioni che si sfaldano. Romantico, ribelle, spregiudicato, è stato pubblicato in sedici paesi, e ha fatto conoscere al mondo il talento letterario di Michael Cunningham. [La nostra recensione]


182. Like Life – Lorrie Moore (1990)

In Like Life’s eight exquisite stories, Lorrie Moore’s characters stumble through their daily existence. These men and women, unsettled and adrift and often frightened, can’t quite understand how they arrived at their present situations. Harry has been reworking a play for years in his apartment near Times Square in New York. Jane is biding her time at a cheese shop in a Midwest mall. Dennis, unhappily divorced, buries himself in self-help books about healthful food and healthy relationships. One prefers to speak on the phone rather than face his friends, another lets the answering machine do all the talking. But whether rejected, afraid to commit, bored, disillusioned or just misunderstood, even the most hard-bitten are not without some abiding trust in love.


183. Possessione – A.S. Byatt (1990)

Londra 1986. Roland Mitchell, durante una ricerca di routine alla British Library, scopre le bozze di due lettere di Randolph Henry Ash, il poeta vittoriano cui dedica interamente la sua attività di ricerca. Il contenuto di quelle lettere, indirizzate alla poetessa Christabel LaMotte, svela aspetti inediti della vita di Ash che potrebbero gettare nuova luce anche sulle sue opere. Roland dovrebbe, per correttezza, parlare di quella scoperta con il suo capo, il prof. Blackadder, che dal 1951 cura l’edizione delle Opere di Ash, ma decide di rimandare sino a quando non avrà più dettagli sul tipo di relazione intercorsa tra Ash e LaMotte. Decide, quindi, di rivolgersi alla dottoressa Maud Bailey, una delle principali studiose inglesi di Christabel LaMotte e, come Roland scoprirà, discendente lei stessa della poetessa.
I due giovani ricercatori ripercorrono la vita di Randolph e Christabel sia attraverso la lettura congiunta delle loro opere sia visitando i luoghi dove i due poeti hanno vissuto: ne seguiranno molte importanti scoperte fatte mettendo insieme le diverse tessere (lettere, riferimenti letterari, stralci di diari) di un intricato puzzle in cui presente e passato finiscono per confondersi.


184. Il Buddha delle periferie – Hanif Kureishi (1990)

"Mi chiamo Karim Amir e sono un vero inglese, più o meno." Comincià così "Il Budda delle periferie", romanzo con il quale Hanif Kureishi esordiva nella narrativa nel 1990, dopo aver scritto le sceneggiature di "My beautiful Laundrette" e "Sammy and Rosie Get Laid" e dopo aver scritto e diretto "London Kills Me". Il libro è un racconto di formazione che narra le peripezie sentimentali e le avventure di vita di Karim, adolescente metà inglese e metà indiano nella periferia londinese degli anni Settanta.



185. La gazzetta di mezzanotte – William Kotzwinkle (1989)

[Mi è stato impossibile risalire alla sinossi italiana di questo romanzo, pubblicato dall'editore Leonardo nel 1992 e ovviamente fuori catalogo. Si tratta di un thriller ambientato nel mondo dei tabloid con protagonista il direttore della testata Midnight Examiner, Howard Halliday, e gli improbabili personaggi con cui entra in contatto.]


186. A Disaffection – James Kelman (1989)

Patrick Doyle is a 29 year old teacher in an ordinary school. Disaffected, frustrated and increasingly bitter at the system he is employed to maintain, Patrick begins his rebellion, fuelled by drink and his passionate, unrequited love for a fellow teacher. Originally published in 1989 by Secker and Warburg.






187. Il sesso delle ciliegie – Jeanette Winterson (1989)

Al tempo di re Carlo II, in una Londra assediata dalla peste, Jordan decide di mettersi in viaggio per conoscere il mondo. Scoprirà presto che l'unico limite all'avventura umana risiede nella forza dell'immaginazione. Un libro affascinante che mescola il gusto orientale per la fiaba e la tradizione filosofica occidentale. Un romanzo che conferma la Winterson come autrice di libri di culto.


188. Moon Palace – Paul Auster (1989)

Marco Stanley Fogg, moderno David Copperfield alla ricerca di un'identità e di un passato, racconta il suo viaggio straordinario. Un viaggio nello spazio- dai canyon tra i grattacieli di Manhattan agli sconfinati desertin dello Utah, fino alle frontiere dell'oceano Pacifico- e soprattutto del tempo. con un gusto per l'intreccio di tipico gusto ottocentesco, Fogg, orfano di un padre mai conosciuto ma eternamebnte cercato, tra coincidenze improbabili e intricati itinerari della memoria, dipana il suo mistero familiare, ripercorrendo a ritroso il proprio e altrui passato lungo l'arco di tre generazioni.


189. Billy Bathgate – E.L. Doctorow (1989)

Gli ordini di Dutch Schultz erano semplici: non fare domande, eseguire gli incarichi con precisione, e soprattutto osservare, ascoltare sempre. E Billy Bathgate, quindicenne del Bronx che con un gioco di prestigio ben riuscito e una grande esibizione di faccia tosta si è infilato nella più redditizia azienda criminale di New York facendosi accettare dal suo feroce capo come apprendista-gangster, sa ascoltare e sa osservare.
La materia di studio, nella trascinante e vivissima America anni Trenta di questo nuovo Grande Romanzo Americano di Doctorow, è senz'altro da brivido. Accanto all'impulsivo Mr.Schultz c'è il suo luogotenente Irving, efficiente e impassibile come un maggiordomo sia nel servire un drink che nel piegare in due un cadavere da far sparire dentro un bidone della spazzatura. E c'è Otto Berman, detto Abbadabba, che fa prodigiosi numeri di alta finanza e tiene matematicamente in pugno le redini dell racket. C'è poi Miss Drew, un'incognita pericolosa e bionda, che per noia di gran dama dell'alta società può divertirsi a recitare il ruolo della pupa del capo o trasformarsi per innocenza e con incanto nella fidanzata di un ragazzo. E ci sono avvocati corrotti, traditori gettati in mare con stivali di cemento, Packard nere che scorrazzano seminando di piombo la città, inseguimenti, fughe, truculente rivalità, grandi passioni, amori e odi violenti, feste galanti nei bordelli del West End, birra imposta a barili ai baristi più pavidi, vendette che minano alla base l'ordinata costruzione del potere criminale. In questo contromondo che la lucida prosa di Doctorow fa brillare di "differenti tipi di luce" con un attentissimo dosaggio di bagliori notturni e mezzetinte crepuscolari, l'ambizioso Billy troverà molte cose da imparare: per esempio che il tradimento è un'arte raffinata che va messa da parte per usarla al momento opportuno e che, accettato il primo ribaltamento dei comuni criteri di valore e stabilito che la vita è un crudele grande gioco di destrezza, basta fare con cura i propri conti, tutto torna e si tiene saldamente.


190. Quel che resta del giorno – Kazuo Ishiguro (1989)

La prima settimana di libertà dell'irreprensibile maggiordomo inglese Stevens diventa occasione per ripensare la propria vita spesa al servizio di un gentiluomo moralmente discutibile. Stevens ha attraversato l'esistenza spinto da un unico ideale: quello di rispettare una certa tradizione e di difenderla a dispetto degli altri e del tempo. Ma il viaggio in automobile verso la Cornovaglia lo costringe ben presto a rivedere il suo passato, cosi tra dubbi e ricordi dolorosi egli si accorge dì aver vissuto come un soldato nell'adempimento di un dovere astratto senza mai riuscire ad essere se stesso. Si può cambiare improvvisamente vita e ricominciare daccapo? Da questo romanzo di Ishiguro, acclamato in Gran Bretagna e negli Stati Uniti e vincitore del prestigioso Booker Prize, nel 1993 il regista americano James Ivory ha tratto un famoso film con Anthony Hopkins ed Emma Thompson.


191. Melancolia della resistenza – László Krasznahorkai (1989)

L’arrivo in piena notte di un circo che esibisce il corpo di una gigantesca balena diffonde un’ondata di gelo e di timori tra gli abitanti di una cittadina ungherese scossa da una catena di funesti accadimenti. Una schiera di misteriose figure sta per mettere a ferro e fuoco la città terrorizzata che rischia di sottometersi a un grottesco Movimento per la Pulizia e l’Ordine. Su questo scenario si staglia una galleria di personaggi indimenticabili: la crudele signora Eszter, che architetta la sua avida scalata al potere e Valuska, eroe sfortunato con la testa fra le nuvole, la sola anima pura che si aggiri tra queste pagine. A questa situazione di catastrofe incombente Krasznahorkai contrappone una macchina narrativa di stupefacente bellezza e profondità, una rappresentazione dell’apocalisse fondata sulla sproporzione e sull’allegoria, una scrittura infallibile che trascina il lettore in un vortice ammaliante. Melancolia della resistenza - da cui Bèla Tarr ha tratto il film cult Le armonie di Werkmeister, su sceneggiatura dello stesso Krasznahorkai - ha raccolto gli elogi di Imre Kertész, W.G.Sebald e Susan Sontag che ha definito il romanzo "un’anatomia della desolazione nella sua forma più spaventosa e un commovente manuale per resistere a quella desolazione".


192. Il tempio del mio spirito – Alice Walker (1989)

In un viaggio spirituale che abbraccia tre continenti, in uno spazio privato dalla dimensione temporale, Miss Lissie, simbolo di una vecchia divinità africana capace di reincarnarsi centinaia di volte, e di assumere sembianza umane o animali, aiuta i personaggi del romanzo e il lettore a scoprire le immagini e i sogni della propria coscienza, fino a costruire un'unione rinnovata con il mondo dei sentimenti e della natura.


193. Continuare a respirare – Janice Galloway (1989)

Joy Stone, insegnante di teatro nella pigra periferia rurale di Glasgow, sopporta a fatica la freddezza e il distacco dei colleghi per l'età e forse per il suo amore verso Michael. Ma in vacanza in Spagna gli succede qualcosa che determinerà il corso della sua vita. Ora Joy è straniera a se stessa e ospite nella sua nuova casa, tutto sembra diverso. Sua madre è morta, l'amica del cuore Marianne è lontana. Come un fuoco di paglia, anche il cordoglio solidale svanisce. Bagni ustionanti, pulizie di casa maniacali, culinaria compulsiva, acquisti d'ingredienti per dolci che mai nessuno mangerà. II vecchio hobby del cucire cartamodelli è ora ossessivo e inutile, come gli assillanti e reiterati spostamenti di mobili. Oltre il tunnel del dolore c'è solo la malattia e il rifiuto degli altri e di sé. L'amato telefono si è trasformato da strumento di salvezza in arma d'intrusione. Un secondo lavoro alla sala corse non riesce ad aiutarla, ma anzi la fa sentire sotto l'assedio di uomini disgustosi. Eppure lei vuole che la vita continui; fra le visite programmate dell'assistente sanitario, e le incursioni impreviste della sorella maggiore, autoritaria come una madre, riesce a trovare il tempo per David, un giovane amante, uno studente. Un romanzo raffinato e spietato, una discesa negli inferi gelidi della depressione, lo sguardo dentro sé di una donna che scrive per non abbandonarsi alla morte.


194. Storia dell'assedio di Lisbona – José Saramago (1989)

Un redattore di una casa editrice decide - contravvenendo a ogni norma professionale - di aggiungere un "non" in un libro che racconta la storia dell'assedio di Lisbona, negando così l'aiuto dato dai crociati alle truppe lusitane. Quelle tre sole lettere cambiano la storia e cambieranno anche la sua vita ("perché chi ha detto "no" una volta, non tornerà mai più al "si" di un menzognero compromesso"). Trasformatosi da correttore a corruttore, infatti, egli vedrà trascorrere "tredici lunghi e penosi giorni" prima che la casa editrice si accorga del delitto.


195. Dolce come il cioccolato – Laura Esquivel (1989)

Fin dal loro primo incontro, poco più che adolescenti, Pedro e Tita vengono travolti da un sentimento più grande di loro. Purtroppo, a causa di un'assurda tradizione familiare, per Tita il matrimonio è impossibile: ma per umana volontà e con la complicità del destino, lei e Pedro si ritroveranno a vivere sotto lo stesso tetto come cognati, costretti alla castità e tuttavia legati da una sensualità incandescente. Una storia d'amore in cui il cibo diventa metafora e strumento espressivo, rito e invenzione, promessa e godimento, veicolo di un'inedita comunione erotica.


196. Preghiera per un amico – John Irving (1989)

Un giorno qualunque dell'estate 1953, Owen Meany e John Wheelwright, due amici undicenni, partecipano a un incontro di baseball nel New Hampshire. Partita apparentemente priva di emozioni, finché la palla lanciata da Owen colpisce la madre di John uccidendola all'istante. Quello che capiterà poi a Owen Meany, dopo il fatidico lancio, è incredibilmente toccante, comico e fatale.


197. London Fields – Martin Amis (1989)

1999: in una Londra post-thatcheriana, dura, violenta, vulnerata, tra Dickens e Biade Runner. Qui sbarca lo scrittore americano Samson Young in cerca d'ispirazione; e qui si trova di fronte, reale e in svolgimento, la storia del suo romanzo, che dunque trascrive "in presa diretta" sulle orme di un inquietante trio: Nicola Six, disperata femme fatale e per sua stessa ammissione, "figura della fantasia maschile", che si fa complice del suo omicidio; Keith Talent, truffatore e mediocre criminale con la passione del gioco delle freccette, assassino designato; Guy Clinch, "l'antagonista", liquida figura dell'alta borghesia, ricco, inibito e innamorato di Nicola. Intorno a loro la Crisi segna la fine del millennio: i missili nucleari pronti per il lancio, la terra apparentemente rovesciata sul suo asse, il sole, sempre bassissimo all'orizzonte, in un clima, anche meteorologico, che profuma di estinzione.


198. La spiegazione dei fatti – John Banville (1989)

Frederick Montgomery, irlandese, trentottenne, senza problemi né pensieri, persegue insieme a una moglie bella e sconveniente il sogno di un'eterna infanzia panica e assolata in qualche isola del Mediterraneo. Ma all'improvviso un prestito che aveva richiesto quasi per gioco, e che non è in grado di restituire, lo costringe a tornare in patria per procurarsi il denaro. É questa l'occasione che mette in moto l'inesorabile macchina narrativa della Spiegazione dei fatti: le tappe del ritorno a casa diventano le stazioni di un viaggio nel ricordo, e interi periodi del passato del protagonista tornano in vita grazie all'attraversamento di una strada, a un incontro nel pub, al soggiorno nella casa dell'infanzia, alla visita di una dimora patrizia. La blanda odissea di Frederick scivola inesorabile verso la catastrofe, che si manifesta sotto le spoglie gentili di un quadro olandese del Seicento, Ritratto di donna con guanti. Frederick lo scorge nella villa palladiana di un amico di famiglia, e ne resta folgorato. Ma l'apparizione lo conduce, per ragioni imperscrutabili eppure misteriosamente conseguenti,-fino al delitto che costituisce il punto focale del libro. Perché La spiegazione dei fatti è la deposizione che Frederick scrive in carcere nell'attesa del processo.


199. Occhio di gatto – Margaret Atwood (1988)

In occasione della prima retrospettiva delle sue opere, la pittrice Elaine Risley torna a Toronto, la città dove è cresciuta. Se ne era andata molti anni prima per lasciarsi alle spalle i fantasmi della gioventù. Ora Elaine ritrova se stessa bambina. Momenti e atmosfere riaffiorano con lancinante chiarezza: una famiglia felice e anticonformista, che però non l'aveva salvata dall'inferno di crudeltà e ricatti orchestrato da Cordelia, amica e aguzzina. L'unico alleato di Elaine era un occhio di gatto, una biglia dura, fredda, forte come lei avrebbe voluto diventare.


200. Il pendolo di Foucault – Umberto Eco (1988)

"... questo romanzo magico sulla magia, questo romanzo misteriosa sul segreto e sulla creatività della finzione, questo romanzo tumultuoso, questo romanzo luminoso su un mondo sotterraneo..." (Jacques Le Goff, L'Espresso); "Il messaggio del suo libro, se letto - come bisogna fare - come un libro sui misteri della fine del XX secolo, potrebbe anche voler dire che la storia da lui raccontata non è ancora finita..." (Alberto Asor Rosa, La Repubblica); "Il pendolo è libro superiore al Nome della rosa, pur se meno organico, proprio in quanto vi si incontra anche un Eco che non è più ludico ma, come dice Mondo, 'ha messo in gioco tutto se stesso'." (Maria Corti, L'Indice)

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