12 luglio 2013

Letteratura di viaggio: Londra

When a man is tired of London, he is tired of life; for there is in London all that life can afford.
[Samuel Johnson]

Antica eppure modernissima, tradizionalista e multiculturale, frenetica ma ricca di oasi nascoste dove potersi ritirare per sfuggire al delirio della modernità, Londra è una metropoli unica.
E piovosa. Nonostante il clima infelice e il cibo innominabile, gli italiani adorano Londra (non sono altrettanto sicura che gli inglesi adorino gli italiani, ma essendo mediamente un popolo paziente ne sopportano abbastanza bene l'invasione), vuoi per la sua vivacità, vuoi per il fascino delle sue tradizioni o per il vastissimo repertorio di divertimenti e intrattenimenti culturali che la capitale inglese offre. Per quel che mi riguarda, Londra è una città che non mi stanco mai di visitare e ad ogni visita finisco sempre per scoprire qualche caratteristica nuova e misteriosa che me la fa adorare ancor di più e so per certo che non potrei mai suggerivi un elenco di libri veramente esaustivo che vi permetta di assorbire i mille spiriti della città.

Come potrà confermarvi qualunque inglese, Londra è qualcosa di unico all'interno della stessa Inghilterra, per cui merita un capitolo a sé nel panorama della nostra letteratura di viaggio. Quello che voglio suggerire qui è qualche spunto che vi dia un'infarinatura su com'è cambiata la vita e la cultura londinese negli ultimi due secoli; vedrete che, in rispetto degli innumerevoli volti della metropoli, la scelta copre un numero infinito di generi, dal fantasy al thriller, dal saggio al romanzo sentimentale.
Se poi la vostra curiosità dovesse esser stuzzicata suggerisco questo meraviglioso sito (oltre a una bella gitarella nella capitale inglese!): London Fiction.


Perdonatemi, ma inevitabilmente non posso che partire da Dickens. Se già siete un po' pratici di letteratura inglese vi autorizzo a saltare questa sezione, altrimenti mi spiace dirvi che lo zio Charles è tappa obbligata, perché nessuno come lui ha saputo descrivere la Londra vittoriana dai quartieri più eleganti ai sobborghi più umili in modo così vivido e realistico. Non per niente alcune agenzie turistiche forniscono oggi la possibilità di tour guidati nella Londra di Dickens. Tra i suoi romanzi una buona parte è ambientata nella capitale, io personalmente sorvolerei sull'ultracitato Oliver Twist e mi butterei sui suggestivi Il nostro comune amico (Our mutual friend) e Casa Desolata (Bleak House). Nel primo due vicende s'intrecciano: quella del giovane Harmon, legittimo erede delle fortune paterne di cui non riesce a entrare in possesso, e la storia dell'avvocato Eugene innamorato di Lizzy. Fra tentati omicidi, cadaveri ripescati nel Tamigi, clausole legali e riconciliazioni finali, l'atmosfera del romanzo è dominata dal cupido potere del denaro.

Il secondo invece è una satira della costosa e rovinosa procedura dell'antica corte della Cancelleria, illustrata dal caso di eredità Jarndyce & Jarndyce, che viene interamente assorbita dalle spese legali, provocando la rovina e la morte d'un giovanotto inconcludente, Richard Carstone che, con la cugina con cui si era segretamente sposato, mirava a mettere le mani su quella eredità. Il libro è pieno di scene truci come un romanzo nero, dove, tra i vicoli bui e maleodoranti, si muovono figure sospette e anche le cose assumono un'aria sinistra.
Le nostre recensioni:
Il nostro comune amico
Casa desolata


Facciamo un salto avanti di qualche decennio e gustiamoci una Londra di fine Novecento, così come se l'era immaginata G.K. Chesterton in Il Napoleone di Notting Hill. In questo romanzo distopico, scritto nel 1904, l'autore immagina una Londra in cui il lavoro massacrante e la burocrazia abbiano prosciugato lo spirito umano. Quando un occhialuto impiegatuccio di nome Auberon Quinn viene estratto a sorte come nuovo regnante, egli decide di trasformare la città in un carnevale medievale per il suo personale divertimento. Un uomo, Adam Wayne, prende la trasformazione sul serio e organizzia un esercito a Notting Hill per combattere l'invasione dai quartieri vicini. Dapprima il progetto stupisce tutti, ma alla fine la sua deidizione di dimostra contagiosa e i risultati saranno deliziosi.


Avanziamo nella Londra della Seconda Guerra Mondiale per leggere il romanzo più bello di Graham Green, Fine di una storia (The end of the story). Henry è un tranquillo e ordinario funzionario pubblico, sposato con Sarah. Maurice Bendrix è uno scrittore quotato che si innamora, ricambiato, di Sarah. La profonda passione si concretizza durante i loro numerosi incontri, ovviamente clandestini. Durante uno di questi momenti d'intimità, una bomba esplode nell'edificio in cui si trovano. Maurice è privo di conoscenza o forse addirittura morto. Sarah fa voto di interrompere la loro storia, se il suo amato si riprenderà. Poco dopo l'uomo si risveglia misteriosamente e così smettono di vedersi. Anni dopo, Maurice incontra Henry, che teme di essere tradito dalla moglie. Lo scrittore, ancora innamorato e ferito, non riesce a rimanere indifferente al pensiero che Sarah frequenti un altro. Inizia a farla pedinare da un detective, cerca d'incontrarla. In realtà Sarah non ha nessuna relazione, ma è in fin di vita. La verità sulla brusca interruzione del loro amore e la morte dell'amante gettano Maurice nella disperazione.


Una decina di anni dopo incontriamo un altro must della cultura londinese: Principianti assoluti (Absolute beginners) di Colin MacInnes. Scritto nel 1959, il romanzo ricostruisce i fermenti e le dinamiche all'origine di quel fenomeno che sarebbe stato battezzato come ribellione giovanile. Tra Soho e Notting Hill, tra i fumosi jazz club, bar di quart'ordine e bizzarri personaggi della "working class" che lottano per rimanere a galla nei bassifondi della metropoli, il giovane fotografo Colin è alfiere nel mutamento dello stile di vita per tanti "principianti assoluti", in una nuova era fatta di status symbol e di scontri razziali per le strade. Con una prosa schietta e affilata, il romanzo celebra la Londra avviata a diventare "swinging" negli anni Sessanta, attestandosi come un classico della cultura mod, il manifesto di chi vive per "l'anima e lo stile".


Ci sarebbe poi tutta la produzione di Peter Ackroyd, il cui culmine dal nostro punto di vista è sicuramente Londra, La biografia - non racconto cronologico, non canonica monografia - di una città unica al mondo per storia, fascino, spessore e varietà urbanistica. Londra come labirinto di pietra e di carne, organismo vivente e vorace, che ingoia cibo, merci e persone per alimentare la sua incessante espansione. La rumorosa città medioevale, con il ruggito di una mostruosa creatura, e le urla che squarciano le notti di Whitechapel al passaggio di Jack lo Squartatore. Islington che prende il posto dei campi assolati, e Notting Hill riportata all'ottocentesco splendore. E poi i bordelli romani e gli attuali night-club, le insegne delle antiche botteghe e i crudi graffiti metropolitani, la cucina carnivora, le sontuose architetture e i vicoli più oscuri...


Mi piace poi citare un'autrice inglese poco conosciuta in Italia, Iris Murdoch (qualche anno fa è uscito un po' in sordina un bellissimo film a lei dedicato, Iris, con Kate Winslet e Judi Dench), che a Londra ha ambientato il suo Una testa tagliata. Pubblicato nel 1961, è un romanzo che ha per tema la natura dell'amore: o meglio, del piacere amoroso, dell'attrazione sessuale, la natura del possesso e della gelosia, della vanità e della debolezza nella schermaglia d'amore. Amore, s'intende, giocato tra adulti che sanno quel che fanno in un mondo dove tutto è permesso. A prenderla di lontano, si potrebbe dire che il romanzo pigli l'avviata da una matta di scozzese che ti scodellò, a suo tempo, due figlioloni, uno di padre americano e l'altra di padre ebreo, sessualmente irresistibili. Il figlio americano fa lo psicanalista, la figlia ebrea l'antropologa. E poi ci sono due fratelli angloirlandesi, che si ritengono sessualmente più irresistibili di quanto in realtà non siano: i Lynch-Gibon (e uno di questi, Martin, racconta la storia). Ma ahimè questi due, come équipe, sono un po' disgraziati perché finiscono per dover gareggiare solo tra loro.
La moglie di uno dei Lynch-Gibon, Antonia (che è anche il bandolo della ingarbugliata matassa), ha 46 anni, cinque più del marito a cui anche è superiore per condizione sociale: è avida di potere, di ammirazione e ha assolutamente bisogno di un costante conforto sessuale. C'è poi anche una ragazza, Georgie, di professione economista e capace, sembra, di amore disinteressato (e qui viene in mente il Cocktail Party di Eliot). Tra tutti e cinque questi personaggi si disputa, lungo l'intero romanzo, una specie di torneo di tennis a squadre: inutile dire che padroni del campo, alla fine, restano i due irresistibili...


Un vero e proprio must per assorbire la London Culture è ovviamente Nick Horby, del quale possono andare benissimo Febbre a 90, Alta fedeltà, Un ragazzo e Non buttiamoci giù. La sua è la Londra pop degli anni '90 e 2000, quella delle cartoline con la cabina telefonica rossa in primo piano e il Big Ben sullo sfondo, quella che potete osservare quando, seduti i metropolitana, alzate lo sguardo dal libro di Horby che state leggendo. Per simpatia personale (e perché mi era piaciuto il film con John Cusack) vi parliamo di Altà fedeltà:in una Londra irrequieta e vibrante, le avventure, gli amori, la passione per la musica, i sogni e le disillusioni di una generazione di trentenni ancora pieni di voglia di vivere. Commovente, scanzonato, amaro, ma soprattutto molto divertente.


C'è un poi un atuore cult fra gli scrittori inglesi contemporanei di narrativa grottesca e surreale, ed è Will Self. Voglio qui citare il suo How the Dead Live sebbene non esista la traduzione italiana. Per chi si volesse cimentare con l'originale, la storia è quella di Lily Bloom che dopo la morte viene trasportata in una nuova casa nel nord est di Londra, accompagnata da uno spirito guida grazie al quale imparerà ad adattarsi allo stile di vita dei morti.


Spostiamoci nel 21esimo secolo, dove il tema predominante nella letteratura sembra esser diventato quello della multiculturalità e dell'integrazione, sebbene Londra multiculturale lo sia da secoli, a causa del suo passato coloniale. Partiamo da quello che sta già diventando un classico moderno, Denti bianchi di Zadie Smith. Due famiglie, i Jones e gli Iqbal, le cui vite sconclusionate racchiudono gli ottimismi e le contraddizioni del secolo appena concluso. Archie Jones è un tipico proletario inglese, mentre il suo migliore amico è il bengalese e mussulmano Samad Iqbal. Si sono conosciuti su un carrarmato alla fine della Seconda guerra mondiale, diretti a Istanbul e ignari del fatto che la guerra era già finita. Riunitasi a Londra trent'anni dopo, questa coppia improbabile si ritrova coinvolta nel ciclone politico, razziale e sessuale di quei tempi.
La nostra recensione: Denti bianchi.


Altro romanzo molto carino che ci dà un'idea chiara della Londra moderna è Sette mari tredici fiumi (Brick lane) di Monica Ali che ci porta a scoprire le nuove comunità indiane e del Bangladesh che popolano l'ara attorno a Brick Lane. Nazneen ha sempre saputo che ribellarsi al Destino è una battaglia persa, fin da quando sua madre, convinta di essere preda di un'indigestione, l'ha partorita più morta che viva nel fango di un villaggio del Bangladesh. Nessuno l'ha soccorsa in quell'occasione. E nessuno è intervenuto quando, anni dopo, si è trasferita a Londra per sposarsi con Chanu Ahmed, un uomo grasso con la faccia da rana e il doppio dei suoi anni. Scelto da suo padre. Immigrata tra immigrati nel cuore dell'East End londinese, le sue giornate si susseguono al chiuso di un appartamentino soffocato da mobili scuri. Il fiume della vita scorre davanti ai suoi occhi malinconici, mentre il velleitario Chanu dedica tutto il tempo a inseguire una promozione che non arriverà mai.


Concludiamo con un opera un po' particolare: Nessun dove di Neil Gaiman, particolare perché ambientata in una Londra immaginaria situata nel sottosuolo. Sotto le strade di Londra c'è un mondo che la maggior parte delle persone non riesce neppure a immaginare. Una città di mostri e di santi, di assassini e di angeli, cavalieri in armatura e pallide ragazze in velluto nero: questa è l'altra Londra di chi è precipitato tra le fenditure. Richard Mayhew è un giovane uomo d'affari che sta per scoprirla: un singolo atto di generosità lo catapulta lontano da una vita tranquilla e prevedibile e lo fa entrare in un mondo che è al tempo stesso stranamente familiare e incredibilmente bizzarro. C'è una ragazza di nome Porta e delle persone che vogliono ucciderla. C'è un angelo che vive in un salone illuminato dalle candele, un signore, Old Bailey, che abita sui tetti. Ci sono ratti intelligenti e un Conte che tiene il proprio seguito sulla carrozza di un treno della metropolitana. Un ponte nella notte sta a guardia della perigliosa via verso Knightsbridge, dove vive il Popolo delle Fogne; c'è la Bestia nel labirinto, e si scoprono pericoli e piaceri che superano la piú fervida immaginazione… Richard, che vorrebbe solo tornarsene a casa, troverà ad attenderlo uno strano destino. Laggiú, sotto le strade della sua città - in quel luogo chiamato Nessun dove.


Lo ripeto, questa è giusto una misera selezione delle possibilità offerte, partite da dove volete secondo le vostre preferenze, buona lettura e Mind the gap!




Nota: immagini liberamente reperite su Google. Le sinossi dei libri accanto delle copertine sono tratte da Amazon.

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