31 gennaio 2013

Nemesis - Stefano Lanciotti

Sara Kohn è una tigre. O meglio lo è stata, quando era nel Mossad e il suo nome di battaglia era Nemmera (Femmina di Tigre in ebraico). Ora è solo un animale ferito in cerca di vendetta: due anni fa si è ritrovata all’improvviso tradita dai suoi superiori mentre era in missione sotto copertura, stuprata e abbandonata in punto di morte sul ciglio di una strada. È sopravvissuta, ma ha abbandonato l’Istituto, che era stata la sua famiglia fino ad allora. Si è nascosta dal mondo, cercando l’oblio nell’alcol.

Dopo l’avventura che l’ha portata a salvare Robert Lombardi e suo figlio Pete e a sventare il piano denominato Phönix, le rimane solo una cosa da fare per ritrovare la pace: trovare e uccidere il Vecchio, la causa di tutte le sue sofferenze. L’istinto le suggerisce che è ancora vivo e continua a tramare nell’ombra contro Israele. Per farlo, la donna si troverà invischiata in una storia molto più grande di lei, sull’orlo di una guerra tra Stati Uniti e Cina, causata dal rapimento di uno scienziato esperto in nanotecnologia e dal furto del risultato dei suoi esperimenti, l’arma batteriologica definitiva.

Nemesis.

Recensione

La copertina di Nemesis dice già moltissimo, non solo sul contenuto del thriller, anche sul genere di cui fa parte.

L'aquila dalla testa calva, simbolo degli USA, e il dragone, animale totem del Celeste Impero cinese, si contendono una fiala dal contenuto verde acido, che non promette nulla di buono.

Il titolo, Nemesis, dice quello che manca su scenari apocalittici globali.

In effetti la trama, che riprende in parte un precedente romanzo di Lanciotti, Phönix, col ruolo di protagonista di nuovo affidato all'agente segreto del Mossad Sara Kohn, sembra adatta a un film del genere spy story, o magari anche a un serial televisivo, e batte soprattutto su un'azione narrativa dai ritmi adrenalinici, spesso forsennati.

Un esperimento guidato dai servizi americani porta uno scienziato di origini cinesi, fuggito dal regime, a sviluppare ciò che in potenza sarebbe una benedizione per l'intera umanità. Grazie all'uso delle nanotecnologie nasce Genesis, un agente batteriologico programmabile per curare qualunque forma di patologia direttamente all'interno del corpo umano, una sorta di panacea, rimedio universale per ogni male.

Siccome però ogni farmaco - anche etimologicamente - può diventare un veleno se utilizzato con le dosi sbagliate, succede l'inevitabile, almeno per dare il via alla narrazione.

Grazie a campioni sottratti a tradimento, i cinesi operando sulle stesse nanotecnologie, come dei novelli Jekyll, le modificano traendone fuori un virus micidiale, la nuova frontiera del conflitto atomico nella forma di un'arma batteriologica a tempo, in grado di scatenare epidemie a richiesta.

L'eterna storia del male che scaturisce da un'intenzione totalmente pura e positiva, insomma.

Nello scacchiere mondiale lo scontro per il dominio geopolitico del mondo passa attraverso il coinvolgimento di altre situazioni, per cui nel mezzo di questo scontro tra l'aquila e il dragone finiscono anche la mezzaluna araba e la stella di David.

Ed è qui che entra in scena Sara Kohn, ex agente segreta dei servizi israeliani, che aveva già lottato contro trame sovversive di matrice neonazista e finisce invischiata indirettamente nelle manovre cinesi per via del suo antico avversario a capo dell'organizzazione neohitleriana.

La trama sembra scritta quasi più per essere vista sul grande schermo che per essere letta, tanto è serrato il succedersi degli avvenimenti, anche se gli incastri narrativi scorrono via spontanei.

Non che questo sia necessariamente un male, ma il concentrarsi su una vicenda che deve mantenere un ritmo mozzafiato porta, quasi inevitabilmente, a un appiattimento dei personaggi e dello stile di scrittura.

Così se stilisticamente, quando la narrazione è così veloce, disturba quasi soffermarsi sul fatto che il sangue ha un colore rosso acceso, e spesso l'aggettivazione risulta ridondante e superflua.

Allo stesso modo i personaggi soffrono un po' di stereotipi, sicché abbiamo l'adolescente americano smanettone che sciorina soluzioni informatiche come se stesse raccontando le tabelline (chi, oggigiorno, non cracka le protezioni dei servizi segreti tra la ricreazione e i compiti del giorno dopo) e la leonessa israeliana, la protagonista Sara, che non si ferma davanti ad alcun ostacolo ed è pronta a tutto pur di salvare la vita della nipotina.

Ma il vertice di questa carrellata di personaggi da film è costituita - e non potrebbe essere diversamente - dai cattivi che più cattivi non si può, e ce n'è per folli nazisti ancora fermi al III Reich, ricchissimi sceicchi del terrore e cinici generali cinesi, tanto per non far torto a nessuno. Una lista che nemmeno gli 'stati canaglia' di George W.!

Quello che manca a tutti questi personaggi è una qualunque forma di approfondimento psicologico, sembrano usciti fuori da un fumetto e in attesa di entrare in una pellicola cinematografica.

Ma a onor del vero bisogna ammettere che il racconto fila via liscio come l'olio e riesce a generare, anche nel lettore meno addicted al genere di consumo, un notevole effetto di suspense e di coinvolgimento.

Si  riesce a malapena a staccare gli occhi dalla pagina per sapere come si concluderà la storia e, anche se il lieto fine è in qualche modo scontato, rimane pur sempre la curiosità di vedere come l'autore ci giungerà.

Forse con un po' di lunghezza in più per approfondire i lati umani della vicenda e un po' di aggettivi migliorerebbe in maniera decisiva.

Giudizio:

+2stelle+ (e mezzo)

Dettagli del libro

  • Titolo: Nemesis
  • Autore: Stefano Lanciotti
  • Editore: Rebel Yell
  • Data di Pubblicazione: 2012
  • ISBN-13: 9788890635526
  • Pagine: 290
  • Formato - Prezzo: Ebook - 2,49 Euro

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