11 settembre 2012

Il libro della vita e della morte - Deborah Harkness

Quando Diana Bishop, una giovane storica studiosa di alchimia, scopre nella Bodleyan Library di Oxford un antico manoscritto che vi era rimasto celato per secoli, non si rende conto di aver compiuto un gesto decisivo per la sua vita. Discendente da una stirpe di streghe, Diana aveva sempre cercato di vivere una vita normale, da cui la magia era rigorosamente bandita. Ma ora sente che il potere del manoscritto è più forte di ogni sua decisione e, nonostante tutti i suoi tentativi, non riesce a metterlo da parte. Diane però non è la sola ad avvertirne con prepotenza l'attrazione. Perché le streghe non sono le uniche creature ultraterrene che vivono a fianco degli umani: ci sono anche demoni, fantasiosi e distruttivi, e vampiri, eternamente giovani; e tutti sono interessati alla scoperta di Diana. Uno in particolare si distingue dagli altri, Matthew Clairmont, un vampiro, professore di genetica appassionato di Darwin. Il cui interesse per il manoscritto viene presto superato da quello per la giovane strega. Insieme intraprendono il viaggio per sviscerare i segreti celati nell'antico libro. Ma l'amore che nasce tra loro, un amore proibito da leggi radicate nel tempo, minaccia di alterare il fragile equilibrio esistente tra le creature e gli umani, scatenando un conflitto che può avere conseguenze fatali.

Recensione

I fan di Twilight adoreranno questo libro

Avessi letto prima questo commento apparso sul Sunday Times probabilmente non avrei comprato questo libro. E avrei fatto bene perché il commento si è rivelato indovinato: A Discovery of Witches assomiglia per molti aspetti molto più ad un Twilight ambientato nel mondo accademico che al fantasy tra Dr. Strange e Mr. Norrell e Harry Potter che lasciavano presagire titolo e quarta di copertina.

L'autrice, Deborah Harkness, è un'insegnante universitaria oltre che una studiosa di storia e, in quanto esordiente, deve aver deciso di prendere alla lettera l'immortale consiglio "scrivi di ciò che conosci", abbandonando il contesto adolescenziale del romanzo della Meyer in favore della suggestiva ed avvolgente atmosfera del campus universitario di Oxford e scegliendo un'eroina che, proprio come lei, è una storica della scienza.

Diana Bishop è infatti una brillante studiosa americana di fama internazionale che si trova a Oxford per motivi di ricerca. Ella però è anche una strega, ultima discendente della celebre Bridget Bishop bruciata a Salem ai tempi della caccia alle streghe. Tuttavia Diana ha deciso fin da ragazzina di ignorare i propri poteri e condurre la vita di un umano "normale", in seguito al trauma della morte violenta dei genitori, anch'essi maghi, brutalmente uccisi in circostanze misteriose. Sopprimere le proprie abilità magiche però non è più un'opzione possibile per Diana, nel momento in cui le sue ricerche la portano a contatto con un misterioso manuale di alchimia noto come Ashmole 782, ritenuto disperso da secoli e oggetto del desiderio di ogni creatura sovrannaturale presente sulla terra, sia essa un demone, una strega o un vampiro. L'involontaria scoperta pone la donna al centro di una lotta spietata per la conquista del prezioso tomo che la obbligherà ad accettare la propria natura di Strega per salvare la propria vita.

E' a questo punto che entra in scena l'immancabile vampiro-principe azzurro che provvede a riportare la storia sui collaudati binari dell'amore eterno e indissolubile di "twilightiana" memoria, accantonando quegli aspetti della trama che rendevano effettivamente il romanzo degno di esser letto. Come oramai siamo abituati, Matthew Cleirmont oltre a essere un vampiro millenario è bellissimo, ricchissimo, intelligentissimo, non brucia al sole (ma grazie al cielo nemmeno brilla), si può astenere con una certa facilità dal bere sangue umano, e naturalmente sviluppa un'istantanea ed irrefrenabile attrazione per la nostra Diana (o per il suo sangue? il suo odore? non è ben chiaro), la quale da parte sua è senz'altro una brillante studiosa ma non si distingue certo per personalità e bellezza. Ma, soprattutto, da buon vampiro, non può fare a meno di assumere il controllo di ogni aspetto della vita della sua amata, imponendole ben presto dove andare, cosa dire e cosa fare. Tutto per la sua protezione, sia chiaro.

L'autrice sembra rendersi conto dell'indole leggermente prevaricatrice del suo personaggio ma la liquida in fretta ricordandoci che è normale che uno che ha attraversato secoli di storia abbia una certa attitudine al comando. Può essere, ma la nostra brillante ed indipendente eroina potrebbe almeno tentare qualche forma di protesta più efficace di qualche blanda recriminazione destinata ad essere soffocata dall'ineffabile logica del suo amato? A quanto pare no, così come accadeva per la povera Bella anche Diana si trova a dichiararsi matura ed indipendente a parole per poi sciogliersi tra le protettive braccia di Matthew nel giro di pochi capitoli, equivalenti ad un paio di settimane di conoscenza, tante sono necessarie ai due protagonisti per comprendere di essere legati dal vero amore, eterno ed indissolubile. In definitiva, che si tratti di una frustrata casalinga mormone o di una brillante professoressa universitaria, il risultato non cambia: con buona pace di 40 anni di lotta femminista e dei mitici "due cuori e una capanna", l'ideale di amore femminile è quello di essere comandata e mantenuta da uomini maturi che vestono solo firmato, degustano vino da centinaia di dollari alla bottiglia, possiedono un paio di magioni di famiglia e proprio non possono fare a meno di un jet privato e qualche elicottero. E che naturalmente sono poco interessati al sesso, fedeli ad un ideale di "amor cortese" (o paturnia adolescenziale?) per cui il modo più sicuro per un uomo per dimostrare il suo amore incondizionato è quello di non voler andare a letto con la sua bella. Qui, se vogliamo, l'astinenza ha cause ancora più tragicomiche di quelle di Twilight, perché i nostri due amanti oltre a non essere più ragazzini sono anche sposati. Almeno secondo le regole dei vampiri. Ma non fanno sesso perché "non c'è fretta, c'è tutto il tempo di questo mondo, non è bello correre in queste cose". Va bene dichiararsi amore eterno e sposarsi nel giro di un mese. Ma il sesso no. Per quello c'è tempo. Sarà.

Come ho visto accadere in molti romanzi del genere, il dramma romantico dell'amore impossibile fra i due protagonisti prende presto il sopravvento sul resto della trama, che spesso sbanda nel tentativo di tenere in piedi i diversi filoni aperti dall'autrice, tra incongruenze pesanti come macigni e presunti ostacoli insormontabili che si dissolvono opportunamente senza colpo ferire. Dopo metà libro, infatti, non è ben chiaro se il fine della Confederazione Magica è quello di recuperare questo benedetto Ashmole 782 (che appare e scompare dalla trama a seconda dell'umore dell'autrice) oppure impedire la relazione tra i due protagonisti, sebbene non sia del tutto chiaro né il motivo di tanta avversione né come la comunità magica sia venuta a conoscenza della natura intima dei rapporti fra i due. Sempre in base all'umore dell'autrice, infatti, ogni mago, vampiro o strega dell'universo a volte è in grado di conoscere pensieri e azioni della povera Diana, fino ad arrivare a rapirla nell'impenetrabile castello dei Cleirmont, mentre in altre occasioni rimane completamente all'oscuro dei suoi piani e dei suoi spostamenti. Tra improbabili studi sul DNA e confraternite di cavalieri medievali redivive, l'autrice mette così tanta carne al fuoco che davvero diventa impossibile dare una definizione di questo romanzo che sembra composto da tre parti distinte, divergenti anche nello stile. L'opera inizia infatti come un giallo letterario con giusto un tocco di fantasy, scivola con rapidità in una sorta di harmony un po' più colto che imperversa e annoia per tutta la parte centrale del racconto, e poi ritorna al fantasy alla Harry Potter con l'autrice che si affanna a dimostrare la sua vena comica raccogliendo in una piccola villetta infestata (che fa tanto "La Tana" dei Weasley) un consesso di streghe, vampiri e demoni con ragioni francamente pretestuose al solo scopo di inscenare una serie di siparietti comici, alcuni dei quali sinceramente esilaranti.

In tutta onestà non so bene che tipo di valutazione dare a questo romanzo, anche perché è necessario tenere in considerazione che si tratta del primo capitolo di una trilogia (ebbene sì, pure questo) per cui mi aspetto che molti punti irrisolti vengano chiariti nei capitoli successivi, tuttavia è inevitabile osservare che una maggiore coerenza nella gestione della trama e una storia d'amore meno invadente e meno idealizzata avrebbero reso queste 700 lunghissime pagine molto più avvincenti e godibili. Così com'è non sono sicura di volermi imbarcare nella lettura dei successivi capitoli per sapere come va a finire. Se qualcuno di voi vuole però cimentarsi nell'impresa, tenendo presente che un film tratto dal romanzo è già all'orizzonte, eccovi i primi due titoli che compongono questa All Souls trilogy:

  • Il libro della vita e della morte (A discovery of witches - Piemme 2011)
  • Shadow of night (uscito a luglio negli USA, previsto in Italia entro la fine 2012 sempre per Piemme)

Giudizio:

+2stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Il libro della vita e della morte
  • Titolo originale: A discovery of witches
  • Autore: Deborah Harkness
  • Traduttore: A. Crea
  • Editore: Piemme
  • Data di Pubblicazione: 2011
  • ISBN: 9788856614718
  • Pagine: 754
  • Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - 18,00 Euro 

2 Commenti a “Il libro della vita e della morte - Deborah Harkness”

  • 12 settembre 2012 alle ore 10:06

    Completamente d'accordo! Anche io ho recensito questo libro e gli ho dato 2 stelline e pure io non sono minimamente curiosa di come proseguirà la storia... i seguiti non li leggo di sicuro!

  • 6 gennaio 2013 alle ore 12:27
    Unknown says:

    io invece non vedo l'ora di leggere il seguito... l'ho letto tutto d'un fiato... non riuscivo a staccarmene!!!

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