16 luglio 2012

Il canto della rivolta - Suzanne Collins

Contro ogni previsione, Katniss Everdeen è sopravvissuta all'Arena degli Hunger Games. Due volte. Ora vive in una bella casa, nel Distretto 12, con sua madre e la sorella Prim. E sta per sposarsi. Sarà una cerimonia bellissima, e Katniss indosserà un abito meraviglioso. Sembra un sogno... Invece è un incubo. Katniss è in pericolo. E con lei tutti coloro a cui vuole bene. Tutti coloro che le sono vicini. Tutti gli abitanti del Distretto. Perché la sua ultima vittoria ha offeso le alte sfere, a Capitol City. E il presidente Snow ha giurato vendetta. Comincia la guerra. Quella vera. Al cui confronto l'Arena sembrerà una passeggiata.

Recensione

Eccoci finalmente al terzo e ultimo (dopo Hunger Games e La ragazza di fuoco) capitolo della trilogia Hunger Games di Suzanne Collins.
Le quattro stellette che trovate in fondo alla recensione si riferiscono più alla saga nel suo complesso che nello specifico a questo capitolo, il quale al contrario solleva qualche perplessità e conclude la trilogia lasciando il lettore con un latente senso di insoddisfazione.

La prima e più grossa obiezione che si può rivolgere a questo Canto della rivolta è che l'autrice sembra essere rimasta a corto di idee originali, difetto che già emergeva nel precedente capitolo ma che qui si fa più pronunciato. Per la terza volta il racconto è centrato sull'importanza dell'immagine nella realtà mediatica: che sia per conquistare il favore del pubblico degli Hunger Games o per trascinare le masse in una rivoluzione, la trama trova sempre il modo di rivolvere attorno alla figura di Katniss che viene ricostruita da capo a piede da una squadra di stilisti ed esperti di immagine perché possa convincere il pubblico di essere ciò che non è. Per quanto il concetto fosse interessante e in qualche modo originale nelle mille prospettive di riflessione che può offrire, dopo tre libri esso ha decisamente perso la sua carica propulsiva anche perché viene riproposto dall'autrice secondo uno schema abbastanza ripetitivo: gli esperti di propaganda del Distretto 13 che programmano ogni gesto di Katniss di fronte alla telecamera e lei che più o meno maldestramente tenta di adeguarsi a un ruolo che non le appartiene in nome di un bene superiore.

E qui arriviamo alla seconda nota stonata del romanzo: Katniss. Dopo l'esaltante avvio di Hunger Games, la combattiva e intrepida eroina lascia il campo ad un'adolescente indecisa e lamentosa, incapace di schiodare la mente dall'annoso dilemma "Gale o Peeta, Peeta o Gale?". Già nel romanzo precedente la protagonista era sprofondata in un abisso di indecisione e tormento ma la cosa non mi era necessariamente sembrata negativa, al contrario avevo apprezzato il tentativo dell'autrice di conferire spessore al personaggio, mostrandone la vulnerabilità tipicamente adolescenziale in contrasto con l'atteggiamento da adulta che le circostanze le avevano imposto. Dopo un intero libro fatto di elucubrazioni e tormenti però non mi aspettavo che questo tipo di atteggiamento si protraesse per più di metà del romanzo successivo; considerando il livello di tensione e di aspettativa generatesi con l'evolversi della saga forse la Collins avrebbe potuto decidersi un po' prima a passare all'azione, invece di relegare il cuore della ribellione contro la Capitale nell'ultimo quarto del romanzo, ottenendo inevitabilmente una conclusione un po' affrettata e destinata a lasciare molti aspetti irrisolti. Non che il finale sia totalmente insoddisfacente: l'autrice dopotutto sceglie una conclusione dolce-amara che si discosta dal tradizionale happy ending pur evitando l'altrettanto tradizionale drammone strappalacrime di chiusura; le va inoltre dato atto di non aver problemi a sporcarsi le mani nelle sequenze di violenza, arrivando a sacrificare alcuni personaggi di spicco e regalando due piccoli colpi di scena tutto sommato inaspettati (mi rifiuto di fare spoiler!).

Tuttavia non si può non rimanere perplessi dalla relativa facilità con cui la Capitale viene in ultimo conquistata e il presidente Snow fatto prigioniero, qualche battaglia e qualche invenzione strategica in più non avrebbero fatto male, per non parlare della noncuranza con cui alcuni fra i personaggi principali escono di scena nel giro di poche righe.

In definitiva, tutto il racconto sembra essere modellato sulla necessità dell'autrice di trasmettere il proprio messaggio sull'impossibilità di vivere mantenendosi sempre all'altezza dei propri ideali e sull'assenza in guerra di una parte giusta ed una sbagliata, il che, tutto sommato, è molto di più di quanto riescano ad esprimere molti libri desinati ad un pubblico adulto e mi porta a perdonare all'autrice alcune sue mancanze e a considerare la saga comunque sopra la media del genere.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Il canto della rivolta
  • Titolo originale: Mockingjay
  • Autore: Suzanne Collins
  • Traduttore: S.Brogli
  • Editore:Mondadori
  • Data di Pubblicazione: 2012
  • ISBN-13: 9788804621881
  • Pagine: 419
  • Formato - Prezzo: Copertina rigida, sovraccoperta - 19,90 Euro

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