4 aprile 2012

Bram Stoker's Dracula - Stefano Leonforte

Il conte Dracula è probabilmente il mito dell'orrore più sfruttato del cinema, in un'alternanza di registi e di attori che lo hanno interpretato, a partire da Bela Lugosi a Christopher Lee, fino a Leslie Nielsen nella versione parodiata di Mel Brooks.

Con la sua versione del 1992 Francis Ford Coppola, dando vita a un caleidoscopio di colori e di immagini di raro impatto, è stato tra i pochi a trasporre su pellicola la struttura formale del romanzo di Bram Stoker, pur allontanandosene nello spirito ergendo una passionale love story a protagonista della vicenda.

Questo libro ne ripercorre il difficile quanto curioso percorso tra incomprensioni, difficoltà produttive, tagli di budget, paure, iniziali insuccessi e gloria finale.

Recensione

"Il vampiro arriva e ti dice: ti ucciderò e ti piacerà. e non solo: ne vorrai ancora..."
(James V. Hart, 'Bram Stoker's Dracula' original screenplay)

Nel suo genere il saggio di critica cinematografica sulla versione di Dracula creata dal genio di Francis Ford Coppola è un piccolo gioiello. Editare l'adattamento, già fatto dalle pagine del libro di Stoker per la pellicola, trasformando di nuovo le immagini in un contenuto adatto alla carta stampata, non è facile, ma l'autore ci riesce in modo compiuto, con uno stile elegante e sobrio, un'esposizione scorrevole e approfondita, senza cadere nella pedanteria e riportando con fedeltà dati, riferimenti e citazioni, letterarie e cinematografiche.

Dopo una succinta ma pregevole introduzione sulla genesi del mito del vampiro e un riassunto delle puntate precedenti con le varie versioni cinematografiche sul tema, a partire dal Nosferatu di Murnau, l'autore segue tutte le fasi di preparazione del progetto.

Dagli aneddoti sul casting, alle varie fasi della redazione della sceneggiatura - l'asse portante e novità del progetto -, alle trattative con la major hollywoodiana sulla scelta dei collaboratori - in particolare per l'impronta data dai costumi con Eiko Ishioka e alle scenografie con Dante Ferretti, per quanto quest'ultimo venga poi sostituito prima del via -, alle prove nella villa del regista a Napa Valley non manca nulla per ricostruire l'importanza di Dracula per Coppola.

Dopo una serie altalenante di successi e fallimenti il cineasta aveva assoluto bisogno di un blockbuster; d'altra parte la produzione era sospettosa e timorosa nei confronti del regista per i suoi difficili precedenti. Dopo questi retroscena, uniti alla volontà di fare qualcosa di nuovo del conte transilvano per giustificare il ritorno su un tema su cui già molto s'era detto sul grande schermo - e i giorni di Twilight ancora lontani dicono che siamo ancora ben lungi dall'aver detto tutto sui vampiri -, si parte con una dettagliata analisi del film.

Leonforte smonta praticamente ogni fotogramma e ogni aspetto del film, rivelando come il proposito del regista di riportare la storia di Dracula al suo script originale, ovvero il romanzo di Bram Stoker, si traduca di fatto in alcune importanti novità: il fulcro dell'attenzione si sposta sul rapporto tra Dracula e Mina che diventa una forma di sublimazione dell'amore stesso e della sua forza dirompente, attraverso i secoli, le distanze geografiche e le convenzioni sociali.

Amore fa rima con orrore, ma l'analisi contenuta in questo saggio rende difficile includere il film di Coppola nello stesso gruppo di Shining, Profondo Rosso e La Casa; Coppola va oltre e fonde insieme tre elementi diversi: la storia d'amore, l'aspetto horror e la forza metonimica del cinema come forma d'arte.

Così il regista riesce davvero a realizzare un capolavoro non di genere ma assoluto e a creare un nuovo immaginario legato al conte vampiro: dai costumi in stile kabuki con il caffetano rosso e la parrucca ritorta a quelli da elegante damerino londinese e all'abito da sposa di Lucy, che richiama un clamidosauro, dalle continue citazioni di classici dell'orrore e di genere vampirico all'uso di scenografie semplici ma dai risultati barocchi come il labirinto dei Westenra o il castello nei Carpazi, dalle movenze artefatte delle spose di Dracula, simili a insetti nella scena in cui seducono il povero Jonathan Harker, alla colonna sonora impastata di citazioni bibliche, bisbigli terrificanti e urla d'angoscia, il film di Coppola assurge alla condizione sublime di pastiche postmoderno di generi, stili e temi, meravigliosamente dosati dalla mano esperta del regista e dei suoi collaboratori, e di summa delle possibilità espressive del mezzo cinematografico, non priva però di uno slancio verso il futuro.

Di tutto questo, senza affastellare l'esposizione con ragionamenti troppo arzigogolati o con menate ermeneutiche, l'autore rende conto aggiungendo a dati, interviste extra e curiosità una critica puntuale, che dà degli spunti essenziali per comprendere il film in profondità.

Tutto questo, ovviamente, vale per chi considera Bram Stoker's Dracula quel capolavoro che è: chi non lo conosce o - come a torto fa parte della critica cinematografica - lo snobba, beh, non sa quanto si perde!

Giudizio:

+5stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Bram Stoker's Dracula. Il conte vampiro secondo Francis Ford Coppola
  • Autore: Stefano Leonforte
  • Editore: Un Mondo A parte
  • Data di Pubblicazione: 2010
  • Collana: Quaderni di sangue
  • ISBN-13: 9788889481257
  • Pagine: 250
  • Formato - Prezzo: Paperback - 23,00 Euro

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