28 agosto 2011

Drak'Kast. Storie di draghi - Fabrizio Corselli

Quello di Drak'kast è un mondo rischioso, selvaggio, dominato da profondi e oscuri misteri che aspettano solo di essere riportati alla luce. Un mondo in cui ognuno è costretto a sfidare la stirpe dei draghi e la sua egemonia, aprendosi un varco nel fuoco con il crudele acciaio nel pugno o andando incontro alla morte. In questa era, meglio conosciuta come Primordium Draconis, esiste però anche chi ha scelto di non combattere i draghi: gli Hadragnir, incantatori disposti a sposare la loro causa per preservare l'equilibrio tra le razze. È qui che entra in gioco il personaggio di Elkodyas, il leggendario drago mutato in un elfo cantore, unico eroe tanto audace da sfidare le insidie e i pericoli celati nella Foresta di Smeraldo alla scoperta di quei segreti che per troppo tempo sono rimasti confinati in essa. Avventura, melodia e incanto. Drak'kast è tutto questo. Da tempo niente era più così epico.

Recensione

Non è un mistero la piega che sta prendendo il fantasy negli ultimi tempi. Insieme allo young adult, che si è ormai incatenato (forse senza uscita) alla strada del paranormal, è attualmente il genere in cui tutti vogliono cimentarsi perché tutti credono di avere qualcosa da dire in più -o meglio- degli altri. Nel primo caso, sembra che ciascuna ragazza con fantasie romantiche coinvolgenti vampiri, demoni o angeli si senta in dovere di condividerle con il resto del mondo. Nel secondo, ogni giocatore di ruolo sembra morire dalla voglia di mettere nero su bianco i personaggi e i mondi che ha inventato. Il risultato è che entrambi i generi condividono lo stesso triste destino: si sono trasformati in un blob verdastro in cui è difficile distinguere qualcosa di valido.
Ed eppure, ogni tanto, qualcosa si distingue. Se ne sono accorti gli editori di Edizioni della Sera, che su Fabrizio Corselli hanno scommesso parecchio: se il fantasy è di moda, per la poesia in Italia non esiste un mercato. Drak'kast, infatti, non è un romanzo, ma un poemetto di quasi tremila versi ispirato ai mostri sacri della letteratura germanica antica (Edda, Beowulf, Nibelunghenlied), cui attinse Tolkien e da cui pertanto deriva la produzione fantastica moderna.

L'opera in versi è preceduta da un Preludio in prosa che introduce la materia trattata: presso la radura di Rhym, il ranger Nuam assiste alla cattura e al sacrificio di un drago, ed è uditore di un suggestivo canto intonato dalla ninfa guerriera Naskara: la leggenda di Elkodyas, drago metamorfosato in un elfo cantore, personaggio ispirato a un'illustrazione del bravissimo Ciruelo Cabral (cui Corselli dedica il libro).

Il Canto che Nuam apprese direttamente dalla voce narrante di Naskara, componente del Drak’kast, è conosciuto col nome di Canto di Omorya; una derivazione del leggendario tema a opera di Uar-Elleja, della stirpe elfica eleamar, forgiato ai piedi dell’Envydal, il Circolo delle Tre Stelle. Seppur eloquente nella sua brevità, esso, di contro, non definisce pienamente la storia di uno dei più importanti Incantatori di Draghi, dei tempi antichi, ovvero Elkodyas, il Bardo.

Elkodyas fu l'ultimo della stirpe degli hadragnir, incantatori di draghi selezionati per salvaguardare l'alleanza tra la razza elfica e quella draconica. Armato del suo magico liuto e accompagnato dal suo famiglio Tyrintalle, l'audace bardo osò penetrare in Anthaloriel, il Mare di Smeraldo, per compiere una missione affidatagli dal consiglio di Orodrel.

Accennare più di così alla trama di Drak'kast sarebbe riduttivo: i tremila versi sono il diorama perfettamente autonomo di un universo sterminato che travalica i confini della carta stampata, come ben dimostra il materiale integrativo presente sul sito dedicato all'opera: http://drakkast.sitiwebs.com/.

L'autore dimostra di possedere, oltre a una notevole inventiva nel saper creare leggende, ambientazioni e atmosfere, anche una profonda cultura non solo concernente il campo del fantastico: per scrivere in versi occorre rigore compositivo, contrazione massima del significante e conoscenza dei grandi nomi del passato, padronanze di cui Corselli è ricco; Drak'kast riecheggia continuamente dei grandi canti nordici e dell'epica greca, sapientemente mescolati tra loro nei nomi e nelle creature che popolano questo mondo favoloso.

Iridi come il mare
luttuosa la tempesta
nei propri occhi,
immensa l'energia
che da essi promana.

Incutono terrore
come quelli d'un serpente,
leggenda la sua
d'essere per triste sorte
ciò che piuttosto combatte.

Trattandosi di un poemetto, prevale sicuramente la forma -curatissima: Corselli si sforza di fondare il verso sull'inversione e sull'allitterazione- rispetto ai contenuti, i quali, più che costituire una trama autoconclusiva, sono fitti di richiami ad altre mille storie passate e future (già scritte e ancora da scrivere), come dimostrato dall'Appendice che aiuta il lettore a orientarsi tra patronimici, toponimi e nomi di razze.

Un esperimento riuscitissimo, dunque, un azzardo originale che meriterebbe maggior considerazione nel mare magnum di opere replicate in serie qual è il mercato fantasy italiano odierno. Drak'kast, con la sua fortissima carica suggestiva, possiede tutte le qualità per diventare un cult tra gli appassionati del genere.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Drak'Kast. Storie di draghi
  • Autore: Fabrizio Corselli
  • Curatore: Cecere F., Zarbo A.
  • Editore: Edizioni della sera
  • Data di Pubblicazione: 2011
  • Collana: Spade d'inchiostro
  • ISBN-13: 9788897139058
  • Pagine: 220
  • Formato - Prezzo: Brossura - 12,00 Euro

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