11 giugno 2011

La prigione di Ojeda - Martin Murphy

Ojeda è un impiegato scialbo e abitudinario. Sposato, senza figli e quasi senza amici, vive in pace e tranquillità grazie al suo lavoro nel reparto amministrativo di un'impresa. A seguito di un ridimensionamento aziendale viene promosso a supervisore: questa nuova condizione di responsabilità, però, sgretola il suo mondo spingendolo a rinchiudersi in una prigione fatta di complicati calcoli matematici o minuziose descrizioni che appunta maniacalmente sul suo blocco note. Poco a poco si concentrerà sugli oggetti che lo circondano, escludendo e rovinando definitivamente le relazioni con altri esseri umani. La sua auto-reclusione diventa sinonimo di una reinvenzione dell'universo attraverso le parole, un compito che si rivela troppo pericoloso, poiché l'esistenza del mondo dipenderà esclusivamente da ciò che Ojeda deciderà di descrivere.

Recensione

Romanzo breve o racconto lungo? (in russo esiste il termine "povest" per indicare questa misura, in italiano no). Un autore argentino al suo esordio vince il "Premio della novela breve Juan Rulfo 2004". Adesso anche il lettore italiano potrà familiarizzare con questo personaggio, Alberto Ojeda, impiegato argentino che si allontana progressivamente dalla realtà a causa della progressiva alienazione mentale, a cui sua moglie Betina assiste impotente.

La parentela con il celebre Bartleby, lo scrivano protagonista del celebre racconto di Melville, è evidente. Le ascendenze letterarie del personaggio di Murphy sono individuabili (ma non scomoderei Kafka). La sua follia appare, conseguentemente, libresca (cioè poco o nulla ha a che vedere con un vero e proprio caso clinico). Tuttavia l'autore descrive bene i rapporti tra i colleghi di una azienda, la Administradores SA, le tensioni create dall'imminenza di alcuni licenziamenti e, più in generale, l'alienazione impiegatizia che aleggia in molti uffici, e non solo in Argentina.

Il personaggio dello psichiatra Nero, che si prende cura del povero Ojeda, un po' cialtrone e un po' pasticcione, è a metà strada tra un ritratto e una caricatura (un suo sibillino consiglio, frainteso dal paziente, sarà la molla che farà scattare la sua follia). Buenos Aires è, notoriamente, la città con la più alta densità al mondo di psicanalisti. Anche per questo il personaggio di Ojeda assume uno spessore realistico, seppure sotto forma di iperbole (un Fantozzi bonaerense?).

La narrazione, tuttavia, è priva di riferimenti geografici e potrebbe essere ambientata in qualsiasi ufficio del mondo. In questo si conferma la differenza tra gli scrittori argentini e i colleghi latinoamericani, molto più legati al loro contesto geo-culturale. Murphy non è Borges, e nemmeno Kafka. Non di meno La prigione di Ojeda è una lettura piacevole e, a suo modo, istruttiva, specialmente per quanto riguarda i disastri della psichiatria.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: La prigione di Ojeda
  • Titolo originale: El encierro de Ojeda
  • Autore: Martin Murphy
  • Traduttore: Elisa Montanelli
  • Editore: Intermezzi editore
  • Data di Pubblicazione: 2010
  • ISBN-13: 9788890505812
  • Pagine: 109
  • Formato - Prezzo: Brossura - 10,00 Euro

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