10 giugno 2011

Acqua in bocca - Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli

Un gioco, un esperimento, una collaborazione letteraria senza precedenti: i due "re" del giallo italiano contemporaneo, entrati in contatto durante le riprese del documentario "A quattro mani" (Minimum fax media 2007), uniscono le forze e ci regalano una storia che vede protagonisti i loro personaggi di maggior successo: il commissario Salvo Montalbano e l'ispettrice Grazia Negro. A metterli in contatto è un insolito omicidio in cui la vittima viene ritrovata con un pesciolino in bocca: il caso è nelle mani di Grazia Negro, che, resasi conto di non trovarsi di fronte a un delitto di ordinaria amministrazione, chiede aiuto al collega siciliano; i due scopriranno di avere a che fare con i servizi segreti deviati e nelle indagini rischieranno la propria stessa vita. Il libro è reso unico e appassionante dalla sua struttura: invece che un romanzo convenzionale, è un collage di lettere, biglietti, ritagli di giornale, rapporti e verbali, 'pizzini' che fanno rocambolescamente la spola fra i due detective, stimolando e accompagnando il lettore nella ricostruzione dell'indagine, che si conclude con un finale mozzafiato. Una 'jam session' fra due narratori geniali che si divertono a far interagire il loro immaginario e il loro stile, una lettura imperdibile per gli amanti del poliziesco e del noir.

Recensione

"Acqua in bocca" nasce dal connubio di due tra i romanzieri italiani più amati, Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli: la postfazione spiega il dietro le quinte di questo progetto, nato durante uno dei rari incontri tra i due autori - rari perché entrambi oberati di impegni -: cosa succederebbe se Grazia Negro e Salvo Montalbano si trovassero a lavorare insieme a uno stesso caso? Il dilemma non era tanto la sostanza, quanto il come scrivere un romanzo a quattro mani a distanza: trattandosi di due che con i rompicapo ci campano, la soluzione è stata presto trovata.

Il lettore si trova tra le mani un romanzo epistolare sui generis, corredato da articoli di giornale e rapporti di polizia, scritto nel giro di cinque anni a suon di botta e risposta: è una tentazione succosa che però potrebbe deludere. Da un connubio così particolare mi sarei aspettata una lettura altrettanto interessante: prima delusione, perché lo stile dei due autori è decisamente omogeneizzato. Conosco bene Camilleri, molto poco Lucarelli, e sicuramente del primo non ho trovato la solita verve, l'ironia e nemmeno i modi un po' bruschi tipici del commissario di Vigata. Resta comunque un omogeneizzato gradevole, da gustare come un divertissement tra una lettura impegnativa e l'altra.

E solo leggendolo con leggerezza si può evitare di venire infastiditi dai piccoli nei sfuggiti alle grinfie dell'editor: per contare le incoerenze non bastano le dita di una mano e saranno pure sciocchezze ma in un giallo hanno un gran peso. Ne cito una come esempio: Montalbano ingaggia un ragazzetto per consegnare una missiva a Grazia e nella stessa dichiara di aver pagato il corriere improvvisato ben dieci euro.

Al di là del fatto di sangue che offre lo spunto allo scambio epistolare, sono proprio le lettere e ancor più i metodi di consegna a catturare l'attenzione del lettore e a solleticarne la curiosità: forse un po' poco per un lavoro di due grandi teste del thriller made in Italy.

Giudizio:

+2stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Acqua in bocca
  • Autore: Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli
  • Editore: Minimum Fax
  • Data di Pubblicazione: 2010
  • Collana: A quattro mani
  • ISBN-13: 9788875212780
  • Pagine: 108
  • Formato - Prezzo: Paperback - 10 euro

1 Commenti:

  • 10 giugno 2011 alle ore 18:47
    Pupottina says:

    è un libro che ho comunque intenzione di leggere... anche perché adoro entrambi gli scrittori...

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