20 maggio 2011

Notte di sangue a Coyote Crossing - Victor Gischler

Il cadavere di Luke Jordan giace sul pianale del pick-up, i suoi occhi sbarrati incrociano quelli di Toby Sawyer, il vicesceriffo part-time che lo ha in custodia fino al mattino, l’ultima ruota del carro del più piccolo ufficio dello sceriffo della più minuscola e insignificante contea dell’Oklahoma, Coyote Crossing. Ma quel cadavere scompare: trafugato, seppellito o resuscitato? Toby non ne ha idea, però se non lo ritrova entro l’alba rischia il posto. Per questo si mette a caccia. Ma quella che comincia - dal tramonto all’alba - è un’apocalisse: duelli a colpi d’ascia, un traffico di clandestini nel cuore dell’Oklahoma, sparatorie all’ultimo sangue, sceriffi psicotici, triangoli amorosi, inseguimenti mozzafiato e gli indemoniati fratelli Jordan che vogliono vendicare Luke e sognano di farlo a pezzi in un’ultima sfida che profuma di O.K. Corral. E quel dannato cadavere continua a non saltare fuori.

Recensione di Pythia

Toby è un aiuto sceriffo part-time che confida ardentemente in una promozione a tempo pieno: con una moglie e un figlio a carico spetta a lui portare a casa la pagnotta. Certo che questa speranza si fa più flebile nel momento in cui perde il cadavere che gli era stato affidato. Inizia così una folle corsa alla ricerca del morto scomparso, che si trasforma ben presto in una lotta per salvarsi la pelle.
Il protagonista oscilla tra il tontolone e l'eroe, essere umano con le proprie debolezze ma anche poliziotto ligio al dovere: in questo aspetto c'è tutto l'estremismo tipico dell'America, dove al sentire l'inno nazionale ci si alza in piedi con la mano sul cuore e la bandiera è ancora cosa sacra.

L'intreccio non scade in facili contorsionismi che pure avrebbero potuto trovare spazio e moventi, mantenendo la tensione costante ma senza richiedere un eccessivo sforzo di memoria e attenzione.
Il già collaudato "tutto accadde in una notte" funziona particolarmente bene, senza strappi o brusche accelerazioni, con coerenza e un ritmo che non perde un colpo. La narrazione frizzante e talvolta ironica scorre con gusto; i personaggi risentono forse del ritmo sostenuto che permette solo ai più presenti di essere ben delineati, a discapito di quelli che compaiono per momenti più brevi. Efficace l'ambientazione notturna: le lacune che possono esserci nelle descrizioni dei luoghi del racconto scompaiono avvolte dalle tenebre, lasciando degli squarci di luce intensa che illuminano le scene principali, senza eccessive divagazioni.

Unico neo, la trama che nei suoi nodi principali è scontata: mancano quelli che in realtà vorrebbero essere colpi di scena, che il lettore intuisce con largo anticipo, soprattutto se avvezzo di autori americani del calibro di Deaver o Landsdale.

Consiglio di affrontare la lettura di questo romanzo in un momento in cui sia possibile lasciare che il mondo vada per i fatti suoi: una volta iniziato è praticamente impossibile chiudere prima dell'ultima pagina.

Giudizio:

+4stelle+

Recensione di Polyfilo

Rimane un po' un mistero da dove provenga la tendenza, molto italica, a tradurre un titolo sobrio come The Deputy ('il vicesceriffo') con il truculento Notte di sangue a Coyote Crossing. Non che manchi lo splatter nelle quasi duecento pagine in cui Gischler racconta una notte di straordinaria follia in un villaggio sperduto nel nulla del Midwest americano, fatto di strade dritte, stazioni di servizio malridotte e cowboy messi anche peggio.

A parte questo la lunga notte del vicesceriffo Toby Sawyer, che comincia con un cadavere e finisce in una carneficina carnevalesca e dark, innaffiata di sudore ed energy drink, è davvero indimenticabile. Poco più che venticinquenne, alle spalle la perdita dei genitori, un matrimonio dovuto a una gravidanza ma privo di prospettive e un bambino piccolo, che richiede al padre il sacrificio di fare il poliziotto part time invece che il cantante di una band di provincia, il vicesceriffo Sawyer è cresciuto in fretta e il nulla dell'Oklahoma gli sta stretto, ma non riesce ad allontanarsene.
Questa landa desolata fatta di trailer invece che case, qualche tavola calda, un motel di bassa categoria gestito da una vedova ubriacona, pompe di benzina con l'atmosfera western moderna di certi quadri solitari di Edward Hopper, richiama alla memoria quel non luogo della stazione di servizio in cui si svolge 'Baghdad Cafè': un piccolo capolavoro anche questo, ma di genere pulp.

La partenza è velocissima e il ritmo rimane indiavolato per tutte le duecento pagine dell'epopea sanguinaria di Toby Sawyer. Da storie di polizia corrotta e immigrazione clandestina si passa a vendette sanguinarie, inseguimenti in macchine fantasma, luride celle da commissariato di contea senza risparmio di sparatorie, calci all'inguine, incendi dolosi e omicidi a colpi d'accetta. Al completo anche il campionario dei personaggi classici del western-pulp americano: dal poliziotto corrotto, finto gigante buono e bastardo vero in stile 'Infernale Quinlan' alla nonna capofamiglia novantenne armata di fucile a canne mozze, alla ragazzina vittima delle 'attenzioni' del padre e pronta a fuggire da quel buco dimenticato da Dio nel nulla, dove anche la linea telefonica si rifiuta di arrivare, per il 'sogno americano' della California o della grande mela, al bravo ragazzo infine, il vicesceriffo Toby, che si ritrova risucchiato, senza accorgersene, in una spirale di violenza, lui che si rifiuta di sparare l'ammoniaca con una pistola a spruzzo per scacciare un cane!

Non si tratta solo di un'accozzaglia di ammazzamenti alla Tarantino o Rodriguez - per quanto come screenplay per un film sarebbe davvero interessante - perché del vicesceriffo, tra una zuffa e una coltellata, si esplora l'anima con lo scandaglio, nei suoi sentimenti per la moglie pronta ad abbandonare il loro trailer pulcioso per andarsene a Houston, nella passione per l'adolescente Molly, nel senso del dovere, che pure non gli evita la distrazione di farsi soffiare un cadavere, che avrebbe dovuto sorvegliare, da sotto il naso, e nel rispetto per la stella di vicesceriffo, un lucido pezzo di latta ma che lo trasforma da ragazzino in uomo. La conferma di questo passaggio e la forza per attuarlo vengono dall'amore e dal legame sincero che Toby prova per il piccolo Junior, il bambino che si ritrova a dover accudire da solo e per il futuro del quale- perché possa avere quella possibilità che a lui era stata negata - è pronto a sacrificare le sue, sia pur infantili, ambizioni di gloria e successo.

Una bella fetta di America profonda, cucinata al sangue - tanto e fresco -, in un piatto decorato con stile impeccabile, servito in uno di quei fast food che si possono immaginare disseminati sui rettilinei deserti della pianura del Midwest, da leggere, pardon, da divorare con gusto e senza rimorsi.

Giudizio:

+5stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Notte di sangue a Coyote Crossing
  • Titolo originale: The Deputy
  • Autore: Victor Gischler
  • Traduttore: Luca Conti
  • Editore: Meridiano Zero
  • Data di Pubblicazione: 2011
  • Collana: Noir
  • ISBN-13: 9788882372330
  • Pagine: 207
  • Formato - Prezzo: Brossura - 14,00 euro

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