21 maggio 2011

Gente di Mumbai - Munmun Ghosh

"Riflettevo su come i sogni si realizzino in modi inaspettati. Da bambina, desideravo lo scoppio di una guerra così da potermi arruolare come soldato e combattere per il mio Paese. Essere un pendolare in questa città era come essere parte di un esercito. Uomini e donne camminavano in questa città con sguardi decisi, concentrati. Maria diceva che i treni locali le ricordavano quegli slogan che sentivamo nel nostro college giù al sud. “Lavoratori di tutto il mondo unitevi.” Noi ci univamo nel treno."
Le voci degli immigrati e dei pendolari di Mumbai si inseguono e si alternano. Un romanzo corale che scorre come un fiume, attraversa la ferrovia, le strade e i bassifondi, colma ogni spazio della città indiana e ne restituisce gli odori, i colori e la musica.

Recensione

Vi è mai capitato di starvene pigiati come sardine sulla metro o in treno e di pensare alle decine di persone che ogni giorno condividono con voi il vagone: dove stanno andando, cosa aspetta a casa questa moltitudine con cui ogni giorno vi incrociate magari solo per qualche istante? A volte, osservandoli bene mentre fissano assorti un punto indefinito attorno a loro, sembra quasi di sentire sussurrare i pensieri che agitano la loro mente.

Ecco, questo romanzo parla proprio di loro, queste Hushed voices, voci sommesse che animano i treni dei pendolari, le stazioni ferroviarie, le affollate vie del centro città senza che nessuno possa davvero sentirle. Come avveniva in Gente di Dublino, anche qui le voci ci raccontano frammenti di vita, piccoli e grandi drammi quotidiani di cui abbiamo solo un breve cenno, poche pagine per capire prima che il treno riprenda la sua corsa e scappi via, portando con se il suo carico di vite.I proprietari di queste voci sono i pendolari di Mumbai, ma potrebbero essere i pendolari di ogni parte del mondo, sempre di fretta e un po' distratti perché agitati da mille pensieri e impazienti di arrivare a casa anche se non in tutte le parti del mondo ci si deve preoccupare che l'acqua venga erogata per 24 ore ogni giorno. La bellezza di questo romanzo, infatti, risiede anche nella capacità di raccontare con semplicità una quotidianità completamente diversa dalla nostra dove la fragilità e la precarietà della vita si tocca con mano ogni giorno, senza grossi drammi ma con grande tenacia. Le parole di Munmun Ghosh riescono a essere nel contempo semplici e avvolgenti, così che il lettore è trascinato in questa corrente di pensieri, odori, colori, che lo porta a conoscere una realtà completamente diversa dalla propria ma in cui, assurdamente, riesce a rispecchiarsi e identificarsi.

Sebbene lo stile adottato sia lontano dallo stream of consciousness di Joyce e dalla quieta disperazione dei suoi dublinesi, il paragone con il celebre romanzo (evidentemente suggerito dal titolo scelto per l'edizione italiana)non è fuori luogo se si riflette sul modo in cui l'autore ci offre uno spaccato di Mumbai attraverso brevi incursioni nelle vite dei suoi personaggi, raccontate in prima persona, che qui hanno la bellezza di allacciarsi una all'altra attraverso piccoli dettagli, come se ogni pendolare desse un colpetto sulla spalla al pendolare accanto a lui passandogli la parola, in una sorta di staffetta circolare che ci riporta al punto di partenza, con in mente un nuovo messaggio di speranza. Epperò confesso che avrei preferito venisse conservato il titolo originale, molto più evocativo e più adatto a rappresentare il senso dell'opera.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Gente di Mumbai
  • Titolo originale: Hushed voices
  • Autore: Munmun Ghosh
  • Traduttore: Emanuela Bottaru
  • Editore: Intermezzi
  • Data di Pubblicazione: 2011
  • ISBN-13: 9788890357626
  • Pagine: 244
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 14,90

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