28 aprile 2011

Le voci di Nike - Silvia Mariaelena Damiani

In un’atmosfera goticheggiante fuori da ogni tempo, la principessa Nike fugge agli aguzzini del principe Nabil, nemico e traditore, inseguita da un canto – a lei familiare e alieno insieme – trasportato dal vento.
Avvolta da una spirale di incantesimi, voci e volti seducenti, che sembrano emergere da un passato dimenticato; la protagonista dovrà trovare in sé il potere per salvare, una volta per tutte, l’amore che le è stato violentemente sottratto da una volontà superiore.
“Sei nodi, uno per ogni senso, l’ultimo per il cuore”: l’intrecciarsi e il riflettersi della narrazione, condotta con originale maestria da questa giovane autrice, avvinceranno il lettore a un romanzo fantastico, lontano dai cliché del genere.

Recensione

Dimmi ancora come mi troverai.

In un regno senza nome la piccola principessa Nike piange la morte dell’adorato zio Nabil, ucciso nel corso di una guerra di cui il tempo ha cancellato sia le cause, sia il volto del nemico. Dieci anni dopo Nike si trova a fuggire, incalzata da un canto dolce, malinconico e soffocante e dai servitori di un potente mago, che ha preso il nome dell’amato zio e ha maledetto l’intera famiglia reale con la collaborazione del suo erede Kaspar.

Proprio come il primo movimento di una sinfonia, il romanzo di Silvia M. Damiani alterna due temi diversi, due linee temporali che procedono parallele e tratteggiano la storia di una promessa che diventa maledizione e di un amore che si tramuta in dolore eterno. L’autrice si destreggia con abilità tra i due piani, seminando indizi che a poco a poco ricostruiscono il quadro della vicenda, lasciando comunque alcuni punti ancora in ombra nel finale e nel successivo epilogo e la speranza che vengano chiariti in un Secondo movimento.

Con quanti nodi mi legheresti?

Lo stile, curato e poetico, rende la lettura piacevole, ma l’atmosfera onirica che si viene a creare fatica molto a rendere al meglio le scene più dinamiche e concitate, che risultano quasi sempre un po’ confuse e sono le meno riuscite del romanzo.

Indeterminatezza, flusso irregolare del tempo e reiterazioni di sintagmi e frasi rendono Le voci di Nike un ibrido tra le fiabe tradizionali e il fantasy, rimanendo più legato alle prime che al secondo. Una scelta legittima, dato il tipo di ambientazione creata, che penalizza però la caratterizzazione dei personaggi: alcuni non hanno particolare rilevanza all’interno della storia (il tutore Yant, il mago Ambrosius) e avrebbero potuto essere eliminati senza rimpianti, altri avrebbero meritato un maggiore approfondimento psicologico. In particolare risulta difficile provare empatia per la protagonista, le cui caratteristiche caratteriali sono appena accennate, e per la figura di Kaspar che rimane indecifrabile, nonostante si noti lo sforzo di farlo emergere dall’ambiente circostante, sforzo che sarebbe stato forse premiato da una narrazione meno concitata nei capitoli finali.

Un esordio nel complesso molto gradevole, di cui ho apprezzato il tentativo di sfuggire agli stereotipi di genere e la musicalità del linguaggio.

Un assaggio del romanzo, tratto dal prologo, è disponibile qui.

Giudizio:

+3stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Le voci di Nike. Primo movimento. Allegro Maestoso
  • Autore: Silvia M. Damiani
  • Editore: ExCogita Editore
  • Data di Pubblicazione: aprile 2010
  • Collana: Fabulae
  • ISBN-13: 9788896678107
  • Pagine: 136
  • Formato - Prezzo: Brossura - 11,00 €

1 Commenti:

  • 24 luglio 2011 alle ore 14:50
    Le Jene says:

    Il libro non è all'altezza delle aspettative, lo si evince dalle prime righe.
    Lo stile è prevedibile e rende le scene statiche, è privo dell'animazione necessaria per rendere il ritmo della lettura interessante e accattivare il lettore.
    Tutto avviene nelle ultime pagine, lasciando a chi legge un senso di insoddisfazione. Anche i personaggi non sono ottimamente delineati.
    Inoltre ci sono alcuni clichè colti da altri romanzi, come ad esempio la storia dei nodi precedentemente descritta in "Momo: alla ricerca del tempo perduto" di M. Ende.
    Consigliamo all'autrice di strutturare meglio le storie e di costruirsi uno stile personale senza attingere da altre fonti.
    Giudizio negativo

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