15 gennaio 2011

Le interviste (im)possibili: La Guerrera


Le interviste impossibili

Le interviste impossibili furono un esperimento radiofonico che andò in onda su Radio Rai dal 1974 al 1975. Questo esperimento ebbe un grande successo, ed un notevole seguito. Le interviste impossibili sono dialoghi fantasiosi con uomini del passato o personaggi letterari. A tale progetto parteciparono i più grandi intellettuali del tempo, i dialoghi venivano recitati da attori famosi. E fu così che Umberto Eco intervistò Beatrice, Muzio Scevola e Pitagora, Italo Calvino dialogò con l'uomo di Neanderthal e Montezuma, e Manganelli ebbe l'onore di parlare con Tutankamon, Marco Polo e Nostradamus. Furono intervistati anche Attila, D'Annunzio, Cleopatra, Freud, Jack lo squartatore, Guglielmo Tell, e tenti altri personaggi realmente esistiti o nati dalla penna di qualche famoso scrittore per un totale di 82 interviste d'autore. Ancora oggi vengono proposte iniziative per ricordare quelle interviste impossibili o ne vengono proposte di nuove. Anche noi del Ghetto abbiamo deciso di intervistare nel nostro piccolo alcuni personaggi d'autore, non siamo di certo giornalisti o grandi intellettuali, ma siamo convinti che questa iniziativa potrebbe rivelarsi interessante e piacevole.



Il personaggio

Per la serie delle interviste impossibili, ho avuto l’inaspettata fortuna di poter intervistare Elisa Guerra, detta La Guerrera, giovane giornalista e ballerina di salsa che si è vista suo malgrado coinvolta negli ultimi misteriosi fatti accaduti nel mondo dei balli latinoamericani di Bologna. La Guerrera è la protagonista di Tu la Pagaràs! (Elliot, 2010), grande successo della scrittrice Marilù Oliva.

L'intervista



La Guerrera: Vieni Vittoria, Catalina ha appena cucinato una ciambella allo yogurt e alla frutta, ne vuoi una fetta?

Vic: Ma certo, grazie Elisa, come faccio a dire di no? …e se poi a Catalina non dispiace… quasi quasi le chiedo di leggermi le carte, nessuno è bravo come lei. Allora come va? Come ti senti dopo le ultime avventure che hanno sicuramente influito sul corso della tua vita?

La Guerrera: Mi sento un po’ sbrindellata. Sono a pezzi per via delle risse, non ho più un lavoro, i miei sogni stanno svanendo. O forse sono già svaniti...

Vic: Non pensi di essere pessimista? Forse ha ragione Catalina quando dice che sei un po’ depressa...

La Guerrera: Non sono depressa. Semplicemente vedo la vita quale essa è, senza veli. E quello che vedo è abbastanza desolante.

Vic: Parlami del tuo amore per il ballo… cosa significa per te questo mondo?

La Guerrera: Il mondo notturno della salsa non mi convince. Troppa esibizione e troppa sete di guadagno, anche se non è così per tutti. La salsa come genere musicale, invece, mi appartiene visceralmente. Ed ecco che si ripete la mia dannazione: detesto quei posti ma mi ritrovo puntualmente a frequentarli...

Vic: Ma cos’ha di così speciale questa musica?

La Guerrera: Nella salsa si incontrano umano e divino, celeste e fisico. Inoltre penso che la salsa racchiuda, nel ciclo ritmico del suo strumento base (la clave), il segreto del ritmo dell’universo.

Vic: E Thomas, la vittima? Che rapporto c’era tra voi? Pensi che si sia meritato la fine che ha fatto?

La Guerrera: Thomas è un grandissimo bastardo. Sì, la sua morte gli ha reso giustizia: è deceduto solo come un cane nei cessi di uno squallido locale.

Vic: E la Capoeira? È una difesa o un attacco? Tu sembri non avere mai paura di nulla…

La Capoeira è un’armonia tra difesa e attacco, tra danza e lotta. Non ho paura di niente non perché io sia coraggiosa, ma perché non ho niente da perdere.

Vic: Che cosa ti fa infuriare?

La Guerrera: L’ingiustizia, a tutti i livelli.

Vic: Anche lavorativo? Mi fai un esempio?

La Guerrera: Certo, anche lavorativo. Potrei farti moltissimi esempi. Non è giusto che manchino prospettive di lavoro. Non è giusto che i giovani debbano subire la piaga del precariato e che i meno giovani vengano discriminati per l’età. Non è giusto chiudere gli occhi di fronte allo sfruttamento, che pure sussiste anche nei paesi civilizzati. E non è giusto che le donne, in quasi tutti i settori - da quello industriale a quello finanziario a quello culturale - debbano sgomitare dieci volte di più per ottenere i riconoscimenti che i colleghi uomini ricevono senza tutta quella fatica.

Vic: Come sei finita a lavorare in quell’ufficio? Che cosa speri per il tuo futuro?

La Guerrera: Vorrei fare la giornalista. Sono già pubblicista, quello che spero è di trovare un posto dignitoso in una redazione seria. Ma quello che mi ritrovo a fare è quello che offre la città: becere redazioni dove noi cronisti veniamo schiavizzati e sottopagati.

Vic: E Basilica? Che uomo è? Che cosa ti piace in un uomo? Che cosa ti fa perdere la testa? Ti sei mai innamorata?

La Guerrera: Premesso che io non credo nell’amore e quindi non mi sono mai innamorata, né credo succederà, Basilica è un bravo ispettore. La testa non la perdo mai. In generale, nelle persone, detesto l’imbecillità e l’ignoranza. In particolare, in un uomo mi piace che sia bravo a letto. E – la gente dice, ma penso che siano sciocchezze – che mi piaccia la pelle nera.

Vic: Ma Basilica ti piace un po’? Lo dice anche Catalina... e dice che anche tu piaci a lui...

La Guerrera: Quando si è trattato della mia o della sua vita sentimentale, Catalina non ci ha mai azzeccato. Può darsi che Basilica mi piaccia un po’ e che io piaccia a lui, ma la cosa è irrilevante.

Vic: Quali sono le debolezze di Basilica?

La Guerrera: Forse dovresti chiederlo a quello stoccafisso di sua moglie.

Vic: Tu sei una donna forte, che sembra essere capace di resistere a tutto, ti senti mai sola?

La Guerrera: La questione non è che mi sento sola. È che proprio io sono sola.

Vic: Catalina, parlaci di lei. Da quanto siete amiche e cosa rappresenta nella tua vita?

La Guerrera: Lei rappresenta l’interruzione momentanea alla solitudine di cui ti ho appena parlato. Una carezza fraterna, una cioccolata calda che ti scalda la gola e il cuore, l’illusione di pensare che qualcuno ci tiene a me.

Vic: Catalina si dedica alla divinazione. Ma tu ci credi?

La Guerrera: Sono tutte cazzate. Lei interpreta le carte in modo che gli eventi tornino. Non vuole fare la furba, semplicemente è ingenua. E ci crede sul serio.

Vic: Che cosa vedi nel tuo futuro?

La Guerrera: Fuoco, fiamme e molto caldo. Ancora salsa. La mia prossima avventura è in uscita per l’estate, sempre per Elliot edizioni, e ti anticipo che scotterà.

Vic: Grazie Elisa, è stato bello conoscerti…e cerca, se puoi, di stare fuori dai guai!

La Guerrera: Ci proverò. Grazie a te, Vic. Stasera, però, io e Catalina ti portiamo a ballare la salsa!

5 Commenti a “Le interviste (im)possibili: La Guerrera”

  • 15 gennaio 2011 alle ore 14:37
    Anonimo says:

    grazie, Vittoria per questa bella intervista!
    un beso muy grande! Marilù

  • 15 gennaio 2011 alle ore 15:18
    Anonimo says:

    iniziativa un po' folle e molto divertente, bravi!
    GdN

  • 17 gennaio 2011 alle ore 14:58
    Anonimo says:

    ;-)

  • 17 gennaio 2011 alle ore 15:01
    Stefano Caso says:

    Bella idea! La Guerrera è una di noi...
    Ciao Marilù!
    Stefano Caso

  • 18 gennaio 2011 alle ore 09:51
    Anonimo says:

    grazie Stefano! La Guerrera onorata di avere un amico come te!

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