25 agosto 2010

La compagnia dei Celestini - Stefano Benni

Un'oscura e crudele profezia che appare sui muri, scritta da una mano invisibile, incombe sulla ricca e corrotta terra di Gladonia. Anno 1990 e rotti: Memorino, Lucifero a Alì, gli spiriti più ribelli dell'orfanotrofio dei Celestini, fuggono per poter rappresentare Gladonia al Campionato Mondiale di Pallastrada, organizzato dal Grande Bastardo in persona, protettore degli orfani di tutto il mondo. Al loro inseguimento si lanciano Don Biffero, il priore Zopilote dal segreto diabolico, e Don Bracco, il segugio di orfani, nonché il celebre e cinico giornalista Fimicoli con il fedele scudiero-fotografo Rosalino. Nella fuga e nell'inseguimento si incontrano, si perdono e si ritrovano personaggi straordinari, i nove pittori pazzi Pelicorti, la bionda e misteriosa Celeste, i magici gemelli campioni da pallastrada, il re dei famburger Barbablù, il meccanico Finezza, il professor Eraclitus, l'Egoarca Mussolardi, l'uomo più ricco e fetente di Gladonia, e le numerose squadre di pallastrada provenienti da tutto il mondo, leoni africani, sciamani, pivetes e volpette lapponi. Ma dopo l'ultimo scontro tra Celesti e Diavoli la profezia del palazzo...

Recensione di Tancredi

Geniale, fantasioso, irriverente e persino blasfemo: dalla risata sguaiata a quella amarissima, fino all'ultima lacrima (cit!).

La compagnia dei Celestini è esattamente un capolavoro dell'humour italiano di Stefano Benni: ad una fantasia variopinta, dispiegata nella creazione di nomi buffissimi e personaggi al limite del paranormale, si affianca una sotterranea satira che letteralmente fa a pezzi la nostra società contemporanea, senza risparmiare alcuno: preti, politici, giornalisti, gente comune, fast-food, televisione - insomma, dentro questo romanzetto c'è davvero un intero mondo!

Ad un'occhiata superficiale La compagnia dei Celestini si presenta come la storia di un'avventura infantile: protagonisti un gruppo di ragazzini fuggiti da un orfanotrofio (rigorosamente ecclesiastico) per partecipare al leggendario campionato mondiale di pallastrada, che riunisce i ragazzini di tutto il mondo. Nel corso di questa avventura, tra profezie, colpi di scena plateali (alla Carramba che sorpresa), tradimenti e ricongiungimenti, viene lanciata sulla scena una galleria strepitosa di personaggi caricaturizzati al massimo. In questo modo, appare visibile la profonda contrapposizione morale tra il mondo dei bambini, fantastico e "pulito" (anche se non necessariamente innocente), e quello degli adulti, ingannatori, corrotti, traditori.

Apprezzabilissima la scelta di un'ambientazione pseudofantastica: ma è chiaro sin dalle prime battute che dietro l'immaginaria nazione di Gladonia si nasconde la nostra triste Italia.

Insomma, sono risate amare quelle che Benni scatena, sempre di più, soprattutto ricordando che questo romanzo è stato scritto all'inizio degli anni Novanta: e la notevole capacità profetica di Benni non può che spaventare.

Giudizio:

+5stelle+

Recensione di Sakura

"Dio non ha mai elencato il rock tra le cose proibite!", gridò.
"Quello che ha detto Dio lo diciamo noi!"

I tristi orfani di Santa Celestina sono rallegrati da un lieto evento: la caduta del Cristo di pane su Don Biffero durante la pestilenziale cena a base di zuppa di cavoli diavoli.
Questo esilarante avvenimento è solo il principio della profezia di Santa Celestina, l'angelica figlia del tiranno di Banessa, che s'involò dopo aver impedito la fucilazione dei bambini affamati che aveva condotto alla tavola del padre.
La stessa notte, Memorino, Lucifero e Alì ricevono la convocazione del Grande Bastardo al Torneo Mondiale di Pallastrada: eccitati, i bambini si affrettano a evadere dall'orfanotrofio (una volta palazzo del tiranno di Banessa) sfruttando le labirintiche cantine in cui nessuno osa metter piede. I tre, accompagnati da Celeste, sedicente nipote della famosa Santa Celestina, e successivamente dallo sfigato Deodato, sono alla ricerca dei gemelli Finezza, precedentemente adottati e giocatori chiave della loro squadra.
Sulle tracce dei bambini si mettono ben presto Don Biffero, padre zopilota, e Don Bracco, sacerdote dello sbrigativo ordine dei Sanmenoniti; una fuga di notizie dall'orfanotrofio, però, porta il giornalista Fimicoli sulle tracce dei tre fuggiaschi, e successivamente lo spinge a vendere la notizia del Torneo, anch'essa trapelata, al ricco egoarca Mussolardi, che spera di farne il nuovo sport nazionale da trasmettere sulle proprie reti televisive.
Le sezioni del romanzo sono inframezzate da un'altra breve storia, che si ricongiungerà con quella principale solo alla fine, donandole una nuova -poco allegra- interpretazione.

Sono al terzo romanzo di Stefano Benni (più una raccolta di racconti, Il bar sotto il mare), e ormai si è rafforzata in me l’opinione non troppo lusinghiera che mi sono fatta dell'autore.
Ho amato davvero Elianto, che oltre alle qualità satiriche di Benni può vantare un’ambientazione meravigliosa al limite dell’urban fantasy (paradiso, inferno, mondi paralleli, angeli, diavoli, pirati, e chi più ne ha più ne metta), ma dopo aver letto anche Spiriti e La compagnia dei celestini mi sono fatta l’idea di una minestra continuamente rimescolata.
Il problema è l’assoluta interscambiabilità delle situazioni: variano i personaggi (sebbene i tre romanzi che ho letto avessero in comune protagonisti bambini a spasso per diversi scenari), cambia l’ambientazione (universo urban fantasy, isole tropicali, ambiente cittadino), ma tutto ciò che viene incastonato dentro è identico. Si alternano senza interruzione la satira politica, la satira religiosa (particolarmente accentuata in questo libro), la satira sociale, la satira morale, incarnate di volta in volta nel politico ridicolo e ambizioso ispirato a quelli nostrani, nel prete dissoluto e ipocrita, nell’esponente truffaldino e noncurante di uno qualsiasi dei settori economici e sociali del nostro Paese. Figure che si ripetono in ogni romanzo, città tutte uguali, discoteche e ghetti e spiagge prive di un’identità, insomma, la rassegna completa di tutto ciò che si può criticare dell’Italia, in ogni romanzo.

Lo spunto, lo ripeto, è geniale e ben condotto: un manipolo di bambini analizzano con occhi ingenui e dunque rivelatori diversi spaccati di ispirazione palesemente italiana, impegnati in un viaggio dai nobili intenti (che siano ritrovare una medicina per guarire il proprio amico in fin di vita, la sorella perduta per fermare gli spiriti, i gemelli abili nel calcio per partecipare a un torneo di Pallastrada, …) coronato quasi sempre da un lieto fine.

Nello specifico, la satira alla chiesa è continua ed esilarante, ed è triste notare come Benni abbia anticipato buona parte dell'attualità odierna (o è l'Italia che non cambia mai?). Quanto ai personaggi, sono troppi e per nulla approfonditi, e il modo in cui escono di scena improvvisamente e senza che vengano spese più di due parole al riguardo ne è la dimostrazione.
Il limite di Benni risulta dunque evidente: letto un romanzo, letti tutti.

Diverso è stato invece l’impatto con i racconti. Proverò un’altra raccolta: ho il sospetto che, compatibilmente con i miei gusti, il vero talento Benni lo investa lì.

Giudizio:

+3stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: La compagnia dei Celestini
  • Autore: Stefano Benni
  • Editore: Feltrinelli
  • Data di Pubblicazione: 1994
  • Collana: Universale Economica
  • ISBN-13: 9788807812798
  • Pagine: 288
  • Formato - Prezzo: Brossura - 7.50 Euro

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