19 giugno 2009

Il ladro di libri incompiuti - Matthew Pearl

Boston, 1870. James Osgood, piccolo e rispettato editore che ha l'esclusiva per l'America dei romanzi di Charles Dickens, attende con ansia l'arrivo per nave delle nuove puntate del suo ultimo capolavoro, "Il mistero di Edwin Drood". Quando apprende che Daniel Sand, il giovane impiegato incaricato di recuperare il prezioso manoscritto, è stato ucciso, il testo è stato rubato e Dickens è morto all'improvviso nella sua casa di Rochester, a Osgood non resta che partire per l'Inghilterra. Al suo fianco Rebecca Sand, sua collaboratrice e sorella di Daniel. Solo recuperando il finale che forse Dickens aveva già scritto, Osgood potrà salvare la sua casa editrice e scoprire chi ha ucciso Daniel. Nel suo terzo romanzo, Matthew Pearl fonde con estrema abilità la ricostruzione storica e i meccanismi del giallo, in una girandola di false piste, identità scambiate e sorprendenti rivelazioni degna di un maestro come Dickens.

Recensione

Questo è il terzo libro di Matthew Pearl che leggo. O -meglio- tento di leggere, nel senso che, mentre il primo libro Il Circolo Dante mi era sembrato interessante e originale per quanto un po' noiosetto, ero stata "costretta" ad abbandonare a meno della metà la seconda opera di Pearl, L'Ombra di Edgar, perché più soporifera di un container di camomilla. Nonostante queste poco incoraggianti premesse mi sono lasciata tentare da questo nuovo romanzo, attirata soprattutto dal titolo originale (The Last Dickens) che contiene il nome di uno dei miei scrittori preferiti. Purtroppo anche in questo caso il bilancio finale non è esaltante, e forse anche un un po' ingiusto per un libro che ha una trama originale e ben congegnata, personaggi interessanti e descrizioni attente e accurate... Eppure il romanzo, nonostante tutte queste qualità, risulta implacabilmente lento e noioso.

L'idea di base è potenzialmente molto interessante in quanto parte da uno dei più grossi misteri della letteratura occidentale: qual è la sorte del giovane Edwin Drood, protagonista dell'omonimo romanzo di Dickens, rimasto a metà a causa della morte del suo autore? E se la storia di Edwin non fosse totalmente di fantasia, ma ispirata a un controverso caso di cronaca rimasto insoluto? Da queste premesse Pearl ricostruisce con molta accuratezza la Londra dickensiana, con le sue luci e le sue ombre, la sordida realtà degli spacciatori e dei consumatori d'oppio, per svelare un mistero che ha le sue radici nell'ultimo tour di letture che Dickens tenne negli Stati Uniti tre anni prima di morire. Da questo punto di vista Pearl è un maestro della fiction letteraria, in quanto molto bravo nel ricreare le atmosfere di un'epoca passata combinando in modo più che credibile fatti realmente accaduti e sequenze frutto esclusivamente della sua immaginazione. Il problema è che lo stile dell'autore mi è sembrato piatto, non emozionante, incapace di creare suspence per tutto il libro escluse le concitate sequenze finali. Mi sembra una grave pecca per un libro che si promette di "catturare il lettore e non lasciarlo andare fino alla fine".

Dettagli del libro

  • Titolo: Il ladro di libri incompiuti
  • Titolo originale: The Last Dickens
  • Autore: Matthew Pearl
  • Traduttore: Zuppet R.
  • Editore: Rizzoli
  • Data di Pubblicazione: 2009
  • Collana: Rizzoli Best
  • ISBN-13: 9788817032339
  • Pagine: 482
  • Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - 18.50 Euro

3 Commenti a “Il ladro di libri incompiuti - Matthew Pearl”

  • 23 giugno 2009 alle ore 16:33
    polyfilo says:

    la tua recensione rispecchia in pieno il mio ricordo del "circolo Dante": dopo una partenza a razzo con il primo omicidio il romanzo, che poteva essere un bel giallo, non banale per trama e ambientazione (ricordo che allora si parlava in Rizzoli di una risposta al "codice Da Vinci" di Brown), si impantana e si perde in una palude poco chiara...

    peccato perchè anche qui l'idea sembra buona.
    che si tratti di un eccesso di cultura letteraria, visto che l'autore è un ricercatore se non erro, e di un deficit narrativo?

  • 29 giugno 2009 alle ore 12:06
    Valetta says:

    Mmm, un eccesso di cultura letteraria non direi, nel senso che il background dello scrittore gli consente di realizzare un'ottima ambientazione storica senza per questo esibile la propria cultura; più che altro direi proprio che si tratta di un deficit narrativo. Probabilmente Pearl è più preparato e ha uno stile migliore di Dan Brown ma non ne possiede la capacità di rendere una trama incalzante e avvincente.

  • 6 luglio 2009 alle ore 01:34
    polyfilo says:

    Più o meno intendevo questo. Nel circolo a me sembrava che tutta la parte dantesca fosse troppo sbilanciata rispetto alla trama thriller...

    intendevo eccesso di letteratura non in assoluto ma rispetto allo sviluppo narrativo del racconto.

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