22 maggio 2009

Jane Eyre - Charlotte Brontë

"Perché" disse "qualche volta, soprattutto quando mi siete vicina, come ora, ho nei vostri confronti una sensazione strana: mi sembra di avere una corda, sotto le costole, a sinistra, strettamente, inestricabilmente annodata a una corda analoga situata nella stessa zona del vostro corpo esile. E se quel tempestoso tratto di mare e tre, quattrocento chilometri di terra si metteranno con tutta la loro vastità tra noi, ho paura che quella corda che ci unisce verrà spezzata; e allora temo che comincerei a sanguinare internamente. Quanto a voi... mi dimenticherete."


Recensione

Le premesse di questo romanzo sembrano quelle di una classica storiella vittoriana un po' strappalacrime: Jane è un'orfanella, di buona famiglia ma povera, allevata da parenti che non la amano, spedita in un collegio gestito da un puritano al limite del sadico, e che cerca di farsi strada nella vita nonostante le avversità della sua condizione di donna sola e povera nell'Inghilterra vittoriana.

Tutto nello standard classico quindi, se non fosse per lei, Jane, che della classica damigella in difficoltà non ha quasi nulla e lo si capisce fin dalle prime pagine. Innanzitutto Jane non è bella anzi, la Brontë la definisce abbastanza insignificante nell'aspetto, e passerebbe del tutto inosservata non fosse per quel suo carattere forte, indipendente -quasi spavaldo-, e per la sua intelligenza non banale, che lei si rifiuta di nascondere e mortificare. Jane non subisce passivamente, non accetta porgendo cristianamente l'altra guancia le angherie di parenti ed educatori, protesta e si ribella (anche se in cambio ottiene solo nuove punizioni) e, una volta cresciuta, diventa una donna indipendente, che non accetta compromessi. Il suo fascino per il lettore risiede anche nel suo essere non "personaggio" ma "persona", viva e complessa, che cresce durante il romanzo cercando un compromesso tra una forte passionalità (che spesso si traduceva in una cieca testardaggine) e un atteggiamento più maturo sorretto da forti ideali. Alcuni di questi ideali potrebbero apparire eccessivamente moralisti ai lettori di oggi, ma è bene innanzitutto ricordare come Jane rifiuti posizioni religiose radicali o fasulle come il puritanesimo ipocrita del direttore del collegio Mr Brockelhurst o il calvinismo fanatico del del cugino Rivers; semplicemente ella cerca di conciliare la conservazione di principi morali con la ricerca della felicità terrena. Non si tratta di condividere tutti i principi di Jane, ma di apprezzare il modo in cui difende le proprie convinzioni senza scegliere la strada più comoda e senza svendersi, per mantenere una credibilità prima con se stessa e poi verso il mondo. D'altra parte, personalmente non mi è mai sembrato eccessivamente bigotto il fatto che rifiutasse di diventare l'amante di Rochester, mentre la moglie pazza di lui rimaneva segregata al piano di sopra!

Ecco, che dire di Mr. Rochester, l'apoteosi del Byronic Hero, misterioso, affascinante, tormentato, capace di incomprensibili sbalzi di umore, ama la sua Jane ma proprio per la sua intelligenza e indipendenza ma alla fine vorrebbe porla anche lui in una posizione di sottomissione. Per questo Jane inizialmente lo rifiuta, non tanto per la posizione "sconveniente" un cui verrebbe a trovarsi come amante di un uomo sposato, ma per evitare di dover vivere una vita a metà, nascosta e nella continua bugia. Alla fine Rochester subirà una punizione forse eccessiva per la sua ambiguità ma indispensabile per consentire quel riequilibrio dei ruoli della coppia che porta Jane ad accettarlo.

Dettagli del libro

  • Titolo: Jane Eyre
  • Titolo originale: Jane Eyre
  • Autore: Charlotte Brontë
  • Traduttore: -
  • Editore: Mondadori
  • Data di Pubblicazione: 2004
  • Collana: Oscar Classici
  • ISBN-13: 9788804527985
  • Pagine: 352
  • Formato - Prezzo: Brossura - 9,00 Euro

1 Commenti:

  • 22 maggio 2009 alle ore 17:23
    Scarlett says:

    Brava Valletta. Ottima analisi del personaggio!

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