31 marzo 2009

Il museo dei pesci morti - Charles D'Ambrosio

Seconda raccolta di racconti dopo Il suo vero nome. 8 storie di perdita, dolore, morte. Grandissimi ritratti, storie intense, scrittura profonda e densa di emozione per una delle voci contemporanee più interessanti d'America.






Recensione

Carver aveva ragione. E D'Ambrosio, consciamente o no, ricalca una sua frase - all'interno del racconto Preghiera -, una sua perfetta intuizione: il piacere di leggere qualcosa di bello, di fermarsi, sollevare il capo, e percepire che qualcosa -di piccolo ma essenziale - si è mosso dentro di noi.
Non è mia abitudine citare le impressioni altrui, ma in questo caso non riesco a farne meno. A proposito di questi racconti, qualcuno ha detto: "Nessuna interpretazione, la realtà fotografata appena appena di sbieco, senza neanche la presunzione del nouveau roman di raccontare le tangenzialità degli oggetti per raccontare la centralità dei soggetti".
D'accordo. Ecco D'Ambrosio:

Il viso, dai lineamenti poco netti, e come ripiegato su se stesso, di tanto in tanto si contraeva per uno spasmo, e il corpo, morbido e spugnoso, era tormentato da movimenti improvvisi e inconsulti. Portava delle scarpe bicolori scalcagnate che si erano appiattite e allargate in punta come quelle di un clown, sprofondando sotto il suo passo monotono. La camicia di cotone azzurro coi bottoni e il colletto e i pantaloni beige non erano mai sgualciti: li stirava Drummond ogni mattina su un'asse a ribalta fissata alla credenza della cucina. Li spruzzava d'acqua come aveva visto fare a sua moglie, dando una piega rigorosa a pantaloni ormai talmente intrisi di una patina d'unto che non riusciva mai a smacchiarli lavandoli.
Fotografata appena di sbieco? In una manciata di righe ha racchiuso il carattere di tre persone, ogni parola è al suo posto, a formare un nucleo così autentico da essere quasi commovente.
Nel nome del padre perché è così che è. In ogni racconto c'è un riferimento alla figura paterna. Padri morti, scomparsi o dimenticati, padri che osservano i loro figli, figli che cercano di ritrovare e capire un padre che è già troppo lontano. Drummond e figlio, secondo, bellissimo racconto, racchiude un universo di una dolcezza malinconica, un individuo così forte e fragile, concreto nel suo lavoro, delicato verso il figlio, nient'altro, in fondo, che un buon uomo dal cuore spezzato.

Ci sono racconti inaspettati, come Il museo dei pesci morti, che in un'apparente durezza sanno invece raccontare passioni, rabbia, e - sempre - dolcezza. D'Ambrosio, per quanto mi riguarda, ha fatto centro di nuovo. E' difficile confrontare questi racconti con quelli che li hanno preceduti, perché sono tutti, inconfutabilmente, scritti con una partecipazione assoluta, con un amore per la parola scritta e per la narrazione che raramente ho percepito altrove.

Questo autore rimane - comunque - un grande osservatore di ciò che tutti noi chiamiamo vita. La vita che è fatta di aspettative deluse, di ossessioni, di momenti di smarrimento ma anche di amore nella sua concezione più disarmante.
Luce e ombra, perché è così che è sempre stato. Connivenza di opposti, il dolore che lento si mescola dentro di noi, stemperando la gioia, diluendosi nel futuro, in quello che - sempre - ognuno di noi cerca di fare per rimettere le cose a posto, per sentire, infine, che va tutto bene, che siamo a casa, o almeno in un luogo nel quale sentirci al sicuro.

La parola chiave sembra essere: rimpianto.
Se cercate un sorriso, se cercate qualcuno che vi racconti belle favole, non aprite questo libro.
Se cercate profondità, e attenzione per il dettaglio, per il frammento che può - alla fine - riportare tutto in ordine, allora accomodatevi.
La bellezza - sempre - è un arazzo che fa delle proprie cicatrici sentieri pieni di luce.

Dettagli del libro

  • Titolo: Il museo dei pesci morti
  • Titolo originale: The Dead Fish Museum
  • Autore: Charles D'Ambrosio
  • Traduttore: Martina Testa
  • Editore: Minimum Fax
  • Data di Pubblicazione: 2006
  • Collana: Sotterranei
  • ISBN-13: 9788875211011
  • Pagine: 285
  • Formato - Prezzo: Brossura - 13,50 Euro

2 Commenti a “Il museo dei pesci morti - Charles D'Ambrosio”

  • 31 marzo 2009 alle ore 14:11
    zia Sam says:

    ciao, abbiamo gli stessi interessi, complimenti per il tuo blog! vuoi che ci linkiamo? (dimmi come fare, ti prego!)

    http://labancarelladiziasam.blogspot.com/

    ciao

    samuela

  • 31 marzo 2009 alle ore 14:37
    Anonimo says:

    Ciao! Questo è un blog collettivo, ci scriviamo in tanti! Per "linkare" dovresti chiedere all'organizzatore di tutto che è Kelanth. A presto e grazie dei complimenti.
    Jolly

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