29 ottobre 2016

Stivali di gomma svedesi - Henning Mankell

In una notte d'autunno, mentre un vento freddo soffia da nord, Fredrik Welin si sveglia colpito da un bagliore improvviso. La sua casa, ereditata dai nonni materni in una sperduta isola del Mar Baltico, sta bruciando. Prima di fuggire e lasciarsi alle spalle un cumulo di cenere, Welin riesce a infilarsi un paio di stivali di gomma. Calzano entrambi il piede sinistro. A settant'anni, oltre a quegli stivali spaiati, una roulotte e una piccola barca, non gli è rimasto più nulla. Anche le poche persone intorno a lui sono sfuggenti: la figlia Louise che non ha mai veramente conosciuto, l'ex postino in pensione Ture Jansson dalle mille malattie immaginarie e Lisa Modin, la giornalista della stampa locale di cui inaspettatamente si innamora. Tormentato da dubbi e rimorsi, ora che ha perso tutti gli oggetti che costituivano la sua stessa esistenza, Welin sente di trovarsi sulla soglia di un confine umano, parte del gruppo di persone che si stanno allontanando dalla vita. Mentre l'inverno avvolge l'arcipelago al largo di Stoccolma, si continua a indagare sulle cause di un disastro che non rimarrà isolato. E il fuoco che torna a divampare sembra quasi voler illuminare un buio per qualcuno insostenibile. L'ultimo romanzo di Henning Mankell, percorso dalla straziante bellezza di un paesaggio crepuscolare, è un'elegia alla vecchiaia e un inno alla vita che continua. Se i misteri delle isole troveranno una spiegazione, continuano a essere incomprensibili le relazioni tra le persone, con i loro segreti e silenzi. Come scrive Mankell, il grande mistero che rimane, e che nessuno può davvero risolvere, è quello della solitudine.

Recensione

Con Stivali di gomma svedesi Mankell ha voluto dare un seguito a Scarpe italiane, ma i due romanzi sono indipendenti l’uno dall’altro e i riferimenti che li collegano non sono molto significativi.
Il protagonista di Stivali di gomma svedesi è il settantenne Fredrik Welin, medico in pensione che vive in una piccola isola di proprietà nell’arcipelago svedese del mar Baltico. Come si può immaginare, la vita solitaria in un’isola, per quanto distante “solo” una trentina di minuti circa di barca dalla costa, richiede grande spirito di adattamento. Tuttavia Fredrik non è l’unico ad abitare su un’isola e ci sono diversi isolani che dipendono anche economicamente dal mare, che ricorrono ancora ai suoi consigli medici e che talvolta si riuniscono per discutere delle esigenze che comporta la loro situazione.
Quando la casa di Fredrik brucia in un incendio doloso, lui è il primo ad essere sospettato dalla polizia, avendo un'assicurazione sulla casa che gli permetterebbe di ricostruirla. La ricerca del responsabile di questo e altri incendi che seguiranno non è il fulcro del romanzo, anche se Mankell deve la sua fama di scrittore soprattutto ai suoi romanzi polizieschi con le indagini del commissario Wallander. Ciò che l’autore descrive è soprattutto lo stato di frustrazione, ma anche la lotta per la sopravvivenza, del protagonista in un mondo che sta cambiando. Fredrik perde ogni bene nell’incendio della sua casa e la sua prima esigenza è quella di comprarsi proprio un paio di stivali di gomma, indispensabili per camminare sulla sua isola e affrontare le piogge e l’acqua di mare. Ciò che trova adesso nei negozi sono prevalentemente prodotti cinesi di bassa qualità, molto diversi dai capi di vestiario che aveva prima. Anche le persone con cui ha a che fare sul continente hanno spesso l’accento straniero e serpeggia fra i suoi concittadini un certo astio nei confronti degli stranieri di cui Fredrik non si era mai accorto prima di essere colpito dalla sua disgrazia.
Fredrik ha una figlia, frutto di una breve relazione, la cui esistenza gli è stata comunicata dalla madre solo quando si era accorta di avere un male incurabile. L'ha quindi conosciuta già da adulta e i loro rapporti, per quanto poco significativi, non sono sempre stati scorrevoli. Dato che la figlia avrebbe dovuto ereditare la casa distrutta, il protagonista si fa scrupolo di informarla dell’incendio per sapere se interessata o meno alla sua ricostruzione. Dopo alcune difficoltà di reciproca comprensione, la figlia chiede al padre di ricostruire la casa, avendo l’intenzione di andarci ad abitare un giorno con la famiglia, dato che è in attesa di un bambino.

Mankell è abile a scrivere ma è bravo, soprattutto, a creare atmosfere crepuscolari che ben si adattano all’autunno del protagonista settantenne che inizia a pensare alla morte come un traguardo prossimo, al paesaggio e all’ambiente che non è più quello conosciuto quando era giovane. La sensazione di estraneità e la ricerca di affetti stabili per un uomo che invecchia in un mondo che cambia è descritta da Mankell in maniera ammirevole.
Ritorna spesso in molti autori svedesi il concetto della morte e, in particolare, l'idea del suicidio, a maggior ragione in questo romanzo dove il protagonista è ormai anziano e deve assistere spesso ai funerali di suoi conoscenti. Tuttavia quello della propria fine non è un pensiero ossessivo e non scalfisce il desiderio del protagonista di poter ancora godere per il tempo che gli rimane dell’affetto di coloro che vorranno stargli accanto. Interessante, inoltre, conoscere uno spaccato di vita e mentalità svedesi tanto lontane da quelle latine.
Nonostante il protagonista non creda in una vita dopo la morte, il romanzo è nel complesso ottimistico, coinvolgente e di facile lettura, quantunque consti di oltre 400 pagine.

Giudizio:

+4stelle+ (e mezzo)

Dettagli del libro

  • Titolo: Stivali di gomma svedesi
  • Titolo originale: Svenska gummistovlar
  • Autore: Henning Mankell
  • Traduttore: Andrea Stringhetti e Laura Cangemi
  • Editore: Marsilio
  • Data di Pubblicazione: 2016
  • Collana: Romanzi e Racconti
  • ISBN-13: 9788831725446
  • Pagine: 428
  • Formato - Prezzo: Rilegato con copertina plastificata - Euro 19,50

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